l'agenda dei media (temi rilevanti per i mass media)
l'agenda pubblica (temi rilevanti per l'opinione pubblica)
l'agenda politica (temi rilevanti per le organizzazioni politiche)
I try, but that sticks like a crab.
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Secondo Reporter senza frontiere, nella classifica mondiale 2019 della libertà di stampa l'Italia si colloca al 43° posto, poco prima del Botswana e di Tonga.
Walter Lippmann ha scritto pagine significative (ved.bibliografia) sui criteri che, in ogni paese, formano l'agenda politica; egli scrive (p.150):
Quando i partiti politici o i giornali si dichiarano a favore dell'americanismo [nel nostro caso potremmo sostituire tale termine con europeismo], del progressismo, della legge e dell'ordine, della giustizia, dell'umanità, sperano di amalgamare il sentimento di fazioni in contrasto che sicuramente si dividerebbero se, invece di questi simboli, venissero invitate a discutere uno specifico programma. Infatti, quando è stata realizzata una coalizione intorno al simbolo, il sentimento confluisce verso il conformismo sotto il simbolo piuttosto che verso il vaglio critico dei provvedimenti.
Lippmann evidenzia la distanza esistente tra la nebulosità delle dichiarazioni politiche (che poi formano l'agenda politica e conseguentemente quella dei media) e la discussione dei provvedimenti politici che avviene dietro le quinte, nascosta all'opinione pubblica. Infatti, scopo delle dichiarazioni politiche è quello di mascherare intenti contraddittori delle forze politiche, spesso in contrasto con l'opinione pubblica.
La storia dei libri e dei tentativi di tenerli sotto controllo non darà luogo a conclusioni direttamente applicabili alle politiche che governano la comunicazione digitale, ma è importante per altri motivi, dal momento che svelando l'attività dei censori ci mostra come ragionava chi prendeva le decisioni politiche, come lo Stato valutava le minacce al suo monopolio del potere e come tentava di sventare tali minacce.
Secondo RsF, solo il 9% circa della popolazione umana vive in Paesi in cui la libertà di stampa è pienamente riconosciuta o quasi. Con tale percentuale ci si riferisce, sostanzialmente, alle poche decine di milioni di persone che vivono soprattutto nel Nord Europa. Il 74% dell’umanità vive in regioni e nazioni in cui, invece, l’informazione è imbavagliata e i giornalisti minacciati e non in grado di svolgere al meglio il loro lavoro.L’Italia, invece, quest’anno guadagna 3 posizioni e si porta al 43° posto, scalando verso l’alto di tre posizioni. Il miglior risultato dal 2013 (nel 2016 eravamo al 77° posto). Molti giornalisti continuano ad essere minacciati e aggrediti, questo è certo, ma le autorità nazionali migliorano la rete di protezione e di difesa degli operatori dell’informazione. Le grandi città, tra cui Roma, e le terre del Mezzogiorno (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) continuano ad essere territori sempre più difficili e pericolosi per i giornalisti. Non solo i gruppi criminali, però, sono una minaccia per il giornalista, spesso anche le forze dell’ordine non facilitano il lavoro del reporter, anzi lo ostacolano, con minacce e perquisizioni, che arrivano fino alla confisca di materiale, strumenti e documenti di lavoro. Spesso anche i politici al Governo non mancano di rivolgersi alla stampa con toni violenti, se non proprio minacciosi, con la revoca della scorta, il taglio dei finanziamenti pubblici alle testate e la continua delegittimazione della professione.
Il setting dell'agenda dei media è correlato al livello della libertà di stampa di un paese. In Italia, secondo Reporter senza Frontiere, la libertà di stampa nel 2019 continua ad essere quella di un paese del Terzo Mondo e vede il nostro paese piazzarsi al 43° posto.
Nel 2013 Frank La Rue, relatore speciale dell’Onu sulla promozione e la protezione del diritto alla libertà di opinione e di espressione, aveva presentato il 18 novembre 2013 una relazione sullo stato di salute della libertà di stampa in Italia. “La priorità per l’Italia – ha detto La Rue ai giornalisti - è la deconcentrazione dei media che va di pari passo con la concentrazione del potere politico e limita la diversità e il pluralismo della libertà di espressione.” Un'altra importante raccomandazione che La Rue ha indicato nella sua relazione: "La mia raccomandazione è che la RAI sia sottoposta a un ente indipendente dallo Stato, come un fondo fiduciario o un ente di Teleradiodiffusione, e che sia amministrata come bene pubblico."
I politici italiani usano i mezzi di comunicazione principalmente per due scopi:
- Dialogare tra di loro
- Rendersi noti al grande pubblico
Silvio Berlusconi
Berlusconi è un soggetto politico con un notevole potere mediatico e una capacità mediatica personale che non hanno eguali nel panorama politico italiano.
La sua tenacia e il disprezzo per le leggi e le regole gli hanno permesso di mantenere un potere che non ha riscontro in nessun'altra nazione democratica.
Romano Prodi
Prodi è stato il fautore dell'introduzione della moneta unica in Europa, magnificandone fin dall'inizio (2002) i futuri benefici. Il tema dei vantaggi e degli svantaggi dell'Euro ha dominato l'agenda politica e quella dei media negli ultimi dieci anni e probabilmente dominerà anche i prossimi anni.
Adesso che sono stati evidenziati i difetti strutturali delle modalità di introduzione dell'Euro, Prodi insiste nel rivendicarne l'efficacia.
Mario Monti
Monti è stato il rigido applicatore della disciplina del rigore nei conti pubblici italiani (rispetto dei vincoli di bilancio europei). Avrebbe fatto di più ma PDL e PD glielo hanno impedito. Godeva di una buona reputazione personale che ha buttato a mare decidendo di "salire in politica".
Beppe Grillo
Nel vuoto politico italiano dominato, dopo Tangentopoli, da un lato da un centro-destra affarista (Forza Italia-PDL) e razzista (Lega) e dall'altro da un centro-sinistra inconsistente (Margherita-Ulivo) e rinunciatario (DS-PD), è stato possibile per Beppe Grillo offrire alla delusione degli elettori un messaggio nuovo (annullare la partitocrazia) ma fraudolento (democrazia diretta attraverso Internet). Per un'analisi del Movimento 5stelle del sociologo Evgeni Morozov cliccare qui.
Matteo Renzi
Dopo aver conquistato senza essere mai stato eletto, la Presidenza del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi si è affrettato a cercare di mettere al sicuro al sua conquista approvando una nuova legge elettorale (Italicum) che, alla Camera, assegnerebbe un premio di maggioranza alla lista che prendesse il 37% dei voti (o la vittoria al ballottaggio). Inoltre ha varato una Riforma Costituzionale che, se fosse stata approvata, avrebbe trasformato il Senato in una camera che non avrebbe più potuto dare la fiducia al Governo.
Matteo Salvini
Dal giugno 2018 all'agosto 2019 Salvini è stato ministro dell'interno nel primo governo Conte. Ha approfittato del suo ruolo per svolgere una campagna elettorale permanente a favore delle sue posizioni sovraniste con dei provvedimenti che sono stati giudicati razzisti come la chiusura dei porti, il divieto di attracco alle navi delle ONG e l'impedimento allo sbarco dei migranti, che gli sono costate le denunce della magistratura. La strategia mediatica di Salvini è proseguita anche dopo il passaggio all'opposizione, in occasione dell'epidemia di Coronavirus che ha colpito l'Italia nel febbraio 2020.
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- Flavio Fabbri (2019), Libertà di stampa: la conosce solo il 9% dell’umanità. L’Italia al 43° posto nel mondo - key4biz
Walter Lippmann (2004), L'Opinione Pubblica - Donzelli Editore
- Gustavo Zagrebelsky (2012), Simboli al potere - Einaudi Editore
- Libertà di stampa, Italia giù al 73° posto: “Intimidazioni da criminalità e politica”
Frank La Rue (Onu): “Incostituzionale una riforma Agcom su diritto d’autore online” - Flavio Alivernini su La Stampa 18/11/2013
Cristina Nadotti (2016), Libertà di stampa, Italia peggio della Moldova. Troppe minacce e processi ai giornalisti - LaRepubblica
Guido Romeo (2019), L'influenza politica della TV commerciale - Sole24Ore 28/7/19
John P. Barlow (1996), A Declaration of the Independence of Cyberspace (PDF) [1844 citazioni]
AIMÉE HOPE MORRISON (2009), An impossible future: John Perry Barlow’s ‘Declaration of the Independence of Cyberspace’ (PDF) [31 citazioni]
- Aldo Giannuli (2020), Cosa resterà del Coronavirus. Gli effetti imprevisti analizzati da Giannuli - Formiche
Pagina aggiornata il 17 maggio 2023