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Vantaggi e svantaggi della didattica a distanza (Smart Learning)
TEORIE > CONCETTI > INSEGNAMENTO
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L'epidemia di Covid-19 e il conseguente lockdown con la chiusura di tutte le scuole ha reso necessaria l'attivazione di una modalità alternativa priva di rischi di contagio, che è stata individuata nella didattica remota mediante la rete internet. Il filosofo Amos Bertolacci e lo psichiatra Pietro Pietrini hanno riassunto pro e contro della didattica a distanza in un loro articolo "Le aule tornino umane". Essi scrivono: "Che cosa si guadagna e che cosa si perde in questo nuovo scenario? I benefici sono evidenti: la lezione a distanza riprodotta integralmente può essere fruita da un numero di partecipanti potenzialmente illimitato, non solo in diretta ma anche ex-post, secondo una remotezza temporale oltre che spaziale che ne permette una consultazione differita e ripetuta. Se questo incrementa il raggio d'estensione della lezione e il suo obiettivo di divulgazione, d'altro canto, lo schermo del computer frappone un diaframma artificiale tra i protagonisti dell'evento, determinando la perdita di contatto personale tra docente e discente e rendendo ardua una relazione educativa che oltrepassi la mera trasmissione di nozioni. E' di fatto limitata la condivisione cognitiva ed emotiva degli argomenti della lezione, viene meno quella modalità di interazione con i presenti che consente di porre l'enfasi sui passaggi salienti con l'ausilio del linguaggio del corpo, di locuzioni coinvolgenti, di pause studiate. Non è più possibile cogliere nello sguardo degli studenti quell'attimo di smarrimento per un concetto più ostico, per un termine ancora sconosciuto, quel chiedere conferma che tutto è chiaro con un solo cenno del capo, con il solo volger diretto dello sguardo verso coloro che siedono di fronte; non a caso si chiamano lezioni frontali. Quante volte quel carisma particolare della lezione in presenza è stato fattore di peso determinante nella scelta di una tesi di laurea e quindi di un'intera carriera?" Gli ultimi sviluppi della scienza cognitiva stanno dimostrando che la mente non è così disaccoppiata dal mondo che cerca di capire e che cervello, corpo fisico e ambiente lavorano in tandem per produrre pensiero. La neuroscienziata Manuela Macedonia scrive: "L'era cartesiana è finita: né Cartesio, né Kant né Fodor avevano ragione. La cognizione non è né amodale né simbolica. L'evidenza empirica mostra che in almeno due settori educativi, vale a dire la seconda lingua e la matematica, le strategie incorporate pongono le basi per una migliore comprensione e apprendimento". Nel periodo dell'epidemia Covid-19 si è avuta l'introduzione forzata del lavoro remoto in tutte le aziende (pubbliche e private) che ha permesso di attuare quel distanziamento sociale necessario a bloccare il contagio. Gli effetti pare siano stati positivi tanto che si discute quanto questo esperimento sociale sia destinato a permanere. A proposito dell'introduzione permanente dello smart working scrive il giornalista Riccardo Luna: "La svolta è culturale. Lo smart working infatti non è il telelavoro, ossia un lavoro fatto a distanza con le stesse modalità di quello fatto in ufficio, ma è un lavoro svolto in autonomia e misurato sui risultati. E’ la fine del cartellino: anche con le impronte digitali sarebbe finito, ma in quel caso aumentando la sorveglianza, qui puntando tutto sulla fiducia." Quindi lo smartworking permanente sarebbe benefico per la società (e per le aziende), mentre lo smartlearning permanente sarebbe deleterio per la scuola, per gli studenti e per gli insegnanti.

apprendimento
The world has changed. We have to understand it!
Calm. I have yet to finish understanding the old one.
Punti chiave

L'era cartesiana è finita: né Cartesio, né Kant né Fodor avevano ragione. La cognizione non è né amodale né simbolica. L'evidenza empirica mostra che in almeno due settori educativi, vale a dire la seconda lingua e la matematica, le strategie incorporate pongono le basi per una migliore comprensione e apprendimento. (Manuela Macedonia)
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Insegnare algebra ai bambini è un'attività che include l'immaginare movimenti fisici di un numero attorno ai segni più e meno. (Colin Allen)

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Il problema del radicamento dei simboli nel mondo reale che non è stato possibile risolvere in modo soddisfacente con approcci mentali e simbolici ha trovato spiegazioni negli studi neuroscientifici. Tutto questo per dire che mente e corpo sono intrecciati tra loro e che le teorie cartesiane della mente non possono più essere il riferimento per gli educatori. (Manuela Macedonia)
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Imparare è acquisire un'abitudine. Cosa permette agli uomini di imparare? Non solo la visione di ciò a cui sono abituati, ma nuove esperienze perpetue che creano in loro l'abitudine di gettare da parte le vecchie idee e formarne di nuove. (Charles S. Peirce)
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ll RAS [Reticular Activating System] prima dà la priorità agli stimoli nuovi. Se c'è un cambiamento nell'ambiente, il relativo input sensoriale passerà probabilmente attraverso il RAS. La novità che riceve la massima priorità è la minaccia. Se il RAS rileva che il cambiamento nell'ambiente è una fonte di minaccia, il relativo input sensoriale passerà attraverso il RAS a spese di altri stimoli. In che modo gli educatori possono influenzare ciò che il RAS seleziona? Per uno studente, la minaccia può presentarsi in molte forme, sia sottili che palesi. La minaccia può assumere la forma del volto scontroso di un insegnante, la paura di sbagliare di fronte ai propri coetanei, l'ansia di anticipare il fatto che una lezione sarà troppo impegnativa. (Judy Willis)
Reticular Activating System (RAS)
C'è una regione del cervello che influisce in modo significativo sulla cognizione e svolge un ruolo importante nella transizione sonno-veglia: è il RAS
Covid-19, chiusura delle scuole e avvio di Smart Learning
L'epidemia di Covid-19 e il conseguente lockdown con la chiusura di tutte le scuole ha reso necessaria l'attivazione di una modalità alternativa priva di rischi di contagio, che è stata individuata nella didattica remota mediante la rete internet. Il filosofo Amos Bertolacci e lo psichiatra Pietro Pietrini hanno riassunto pro e contro della didattica a distanza in un loro articolo "Le aule tornino umane" apparso sul Sole24 Ore del 17 maggio 2020. Essi scrivono:

Che cosa si guadagna e che cosa si perde in questo nuovo scenario? I benefici sono evidenti: la lezione a distanza riprodotta integralmente può essere fruita da un numero di partecipanti potenzialmente illimitato, non solo in diretta ma anche ex-post, secondo una remotezza temporale oltre che spaziale che ne permette una consultazione differita e ripetuta. Se questo incrementa il raggio d'estensione della lezione e il suo obiettivo di divulgazione, d'altro canto, lo schermo del computer frappone un diaframma artificiale tra i protagonisti dell'evento, determinando la perdita di contatto personale tra docente e discente e rendendo ardua una relazione educativa che oltrepassi la mera trasmissione di nozioni. E' di fatto limitata la condivisione cognitiva ed emotiva degli argomenti della lezione, viene meno quella modalità di interazione con i presenti che consente di porre l'enfasi sui passaggi salienti con l'ausilio del linguaggio del corpo, di locuzioni coinvolgenti, di pause studiate. Non è più possibile cogliere nello sguardo degli studenti quell'attimo di smarrimento per un concetto più ostico, per un termine ancora sconosciuto, quel chiedere conferma che tutto è chiaro con un solo cenno del capo, con il solo volger diretto dello sguardo verso coloro che siedono di fronte; non a caso si chiamano lezioni frontali. Quante volte quel carisma particolare della lezione in presenza è stato fattore di peso determinante nella scelta di una tesi di laurea e quindi di un'intera carriera?

VANTAGGI

  • Numero di partecipanti illimitato

  • Consultazione differita e ripetuta
SVANTAGGI

  • Assenza di condivisione cognitiva ed emotiva degli argomenti

  • Modalità di interazione con i presenti senza l'ausilio del linguaggio del corpo
Ma ci sono altri argomenti a favore della lezione in presenza e riguardano la struttura fisica e morfologica del corpo umano.

Studi sperimentali mostrano il sussistere di una dipendenza tra il possesso di particolari abilità cognitive da parte di un agente e le caratteristiche morfologiche e dinamiche del suo corpo. Questo nuovo paradigma sta lentamente rimpiazzando la tradizionale visione astratta e mentalistica della cognizione
Cognizione incarnata o incorporata (Embodied)
Negli ultimi trent’anni la locuzione cognizione incorporata si è affermata quale etichetta condivisa da una famiglia eterogenea di proposte teoriche e paradigmi sperimentali. Comune ai diversi approcci che vanno sotto questo nome è l’idea che la forma e le capacità motorie ascrivibili a un corpo siano da considerarsi fattori imprescindibili allo sviluppo e al funzionamento di un sistema cognitivo. In particolare, il paradigma della cognizione incorporata enfatizza il ruolo delle possibilità d’interazione con l’ambiente associate al possesso di sistemi percettivi e di abilità motorie. Ciò conduce i sostenitori di questa visione a sostenere che la definizione di processi come la percezione, il ragionamento e il linguaggio dipendono, da un punto di vista ontologico ed epistemico, da proprietà corporee collocabili al di là dei confini stabiliti dal sistema nervoso. In contrasto con il paradigma cognitivista, la cognizione incorporata nega che i processi cognitivi siano riducibili tout court a processi di tipo algoritmico interni al sistema, attribuendo alle proprietà morfologiche del corpo e alle sue interazioni con l’ambiente un ruolo determinante nella genesi della cognizione.
Gli ultimi sviluppi della scienza cognitiva stanno dimostrando che la mente non è così disaccoppiata dal mondo che cerca di capire e che cervello, corpo fisico e ambiente lavorano in tandem per produrre pensiero
L'apprendimento infantile include l'immaginare movimenti fisici
I neuroscienziati stanno lentamente iniziando a capire in che modo insegnanti e studenti si affidano ai gesti per impadronirsi della loro comprensione dell'aritmetica e dell'algebra. I bambini iniziano a imparare la matematica contando e manipolando gli oggetti e osservando come cambiano le quantità quando gli oggetti vengono aggiunti o portati via. Ragionatori matematici più esperti sfruttano le caratteristiche fisiche dei sistemi di notazione simbolica per semplificare i problemi in modi non esplicitamente insegnati. Ad esempio , quando si aggiunge o sottrae un valore su entrambi i lati di un'equazione algebrica in modo che scompaia da un lato e appaia dall'altro, possiamo immaginare di spostare fisicamente il numero attraverso il segno uguale. Si può dunque immaginare che, nella sua organizzazione funzionale, l'intera attività cognitiva abbia seguito lo stesso percorso che ha portato l'essere umano a prendere le sue decisioni e attuare le sue azioni nel mondo non solo con il cervello ma con una "mente" dal funzionamento indissolubilmente condizionato dal corpo. Prove di questo sviluppo stanno emergendo lentamente, ad esempio insegnare algebra ai bambini è un'attività che include l'immaginare movimenti fisici di un numero attorno ai segni più e meno. A questo proposito scrive il filosofo Colin Allen (vedi bibliografia):

Questi risultati mostrano i limiti della separazione classica tra il mondo mentale interno e il mondo fisico esterno. In questa visione tradizionale, le rappresentazioni interne accessibili alla mente umana sono solo debolmente collegate al mondo fisico attraverso i sensi fallibili. Gli ultimi sviluppi della scienza cognitiva stanno dimostrando che la mente non è così disaccoppiata dal mondo che cerca di capire e che cervello, corpo fisico e ambiente lavorano in tandem per produrre pensiero.

Il legame tra rappresentazioni percettive di concetti astratti e stati corporei è stato evidenziato anche dagli psicologi Nils B. Jostmann, Daniël Lakens e Thomas W. Schubert (vedi bibliografia), che scrivono:

Una possibilità interessante è che il concetto astratto di importanza sia ancora basato su esperienze sensoriali di peso. Questa idea è supportata dalle teorie della cognizione incarnata (vedi Barsalou, 2008; Semin & Smith, 2008 ). In breve, tali teorie affermano che le rappresentazioni cognitive sono radicate nei sistemi sensomotori del cervello. Attraverso la schematizzazione di stati corporei esperti, le persone sviluppano rappresentazioni percettive di concetti astratti. Poiché le esperienze sensoriali concrete rimangono parte di queste rappresentazioni, l'attivazione di queste esperienze può influenzare la simulazione mentale e il pensiero astratto (cfr. Boroditsky e Ramscar, 2002).


L'apprendimento infantile prevede movimenti fisici
Insegnare algebra ai bambini è un'attività che include l'immaginare movimenti fisici di un numero attorno ai segni più e meno
Come il RAS (Reticular Activating System) governa l'apprendimento
La neurologa Judy Willis si è dedicata ad applicare le proprie conoscenze neuroscientifiche a migliorare l'insegnamento dei docenti (vedi bibliografia 2014), Ella scrive:

Il sistema di attivazione reticolare (RAS), che si trova nella parte inferiore del cervello posteriore, filtra tutti gli stimoli in entrata e prende la "decisione" per ciò a cui le persone devono prestare attenzione o ignorare. Le informazioni entrano costantemente nel cervello dai recettori sensoriali del corpo. In ogni momento della nostra vita stiamo riceviamo viste, suoni, odori, sapori e input tattili. È impossibile per noi essere consapevoli di tutte queste informazioni sensoriali. Quindi il cervello ha un filtro (il RAS) che seleziona le informazioni sensoriali a cui consapevolmente assistiamo. In che modo il RAS seleziona le informazioni che passano attraverso il filtro per accedere al cervello cosciente? Il RAS prima dà la priorità agli stimoli nuovi. Se c'è un cambiamento nell'ambiente, il relativo input sensoriale passerà probabilmente attraverso il RAS. Per esempio, se una volpe guarda fuori dalla sua tana al mattino e vede una volpe sconosciuta che cammina, tali informazioni saranno seguite al di sopra di altri input sensoriali (ad es. il sapore del suo cibo, il suono degli uccelli, la sensazione della brezza sulla sua pelliccia).
Funzioni esecutive che la maggior parte degli studenti non possiede

Controllo inibitorio: blocca l'assunzione di informazioni sensoriali distraenti
Giudizio/attribuzione priorità: quale input sensoriale è importante
Capacità di ritardare: la gratificazione immediata
In che modo gli educatori possono influenzare ciò che il RAS seleziona?

Novità e curiosità: presentare le informazioni in un modo nuovo o stimolante in modo che il RAS selezioni l'input dell'educatore su tutti gli altri stimoli concorrenti. Spesso gli studenti vengono criticati per non prestare attenzione. Tuttavia, il RAS di uno studente si occupa costantemente delle informazioni (ad es suono del compagno vicino che sussurra, l'aspetto dei loro pantaloni, il dolore del loro stomaco brontolante, ecc.), che potrebbe non essere l'informazione a cui l'insegnante si aspetta che partecipino.
Strategie di insegnamento che suscitano curiosità per promuovere l'attenzione e sostenere la concentrazione
  • Una musica può essere riprodotta quando gli studenti entrano in classe
  • I costumi relativi alla lezione possono essere indossati dall'insegnante
  • Parlare con una voce diversa (cadenza, volume) può sorprendere gli studenti
  • Muoversi in modo diverso può essere inaspettato. Ad esempio, un insegnante può camminare all'indietro prima di una lezione. Ciò potrebbe riguardare argomenti quali: prefigurazione di eventi negativi in ​​letteratura, analisi "a ritroso" o senno di poi su eventi che hanno portato a scoperte, eventi storici o numeri negativi
  • Variare il colore della carta, il carattere e la spaziatura in un dato testo può attirare l'attenzione
  • Pausa piena di suspense: una pausa significativa prima di dire qualcosa di importante crea aspettativa mentre gli studenti si chiedono cosa dirai o farai dopo
  • Alterazioni in classe come un nuovo display su una bacheca promuovono la curiosità
Come agisce il RAS
Il RAS attiva l'intera corteccia cerebrale con energia, svegliandola, aumentando il suo livello di eccitazione e prontezza per interpretare le informazioni in arrivo e preparando il cervello per un'azione appropriata. (Cliccare per approfondire)
Apprendimento del linguaggio
Scrive la neuroscienziata Manuela Macedonia (vedi bibliografia):

Uno dei domini cognitivi che sono stati più interessanti per le teorie mentalistiche è forse il linguaggio. Negli anni Settanta del XX secolo, Chomsky lo descrisse come un fenomeno innato della mente espresso da simboli. Gli studi di imaging del cervello negli ultimi decenni hanno gettato una luce diversa sul linguaggio. Ad esempio, quando i partecipanti si sdraiano tranquillamente nello scanner funzionale di risonanza magnetica (fMRI), leggendo semplicemente parole d'azione come kick o pick, attivano porzioni di cortecce motorie nel cervello, in particolare quelle che controllano i movimenti delle gambe rispetto alle mani ( Hauk et al., 2004). [ ...] Se osserviamo come i bambini acquisiscono il linguaggio, compiono una moltitudine di atti sensomotori. I bambini ascoltano e ripetono sequenze di suoni (parole), cioè simboli, ma questi simboli sono correlati agli oggetti che percepiscono con i loro sensi o alle azioni che svolgono. Non è possibile impedire ai bambini di toccare, far cadere, annusare gli oggetti e metterli in bocca ( Adams, 2016 ). Pertanto, nel linguaggio del cervello, una parola deve essere rappresentata come una rete sensomotoria che ri[pecchia tutte le esperienze raccolte al concetto ( Pulvermuller, 1999 ). Sorprendentemente, anche i concetti astratti hanno dimostrato di essere - almeno in una certa misura - incarnati. Borghi e Zarcone (2016) hanno scoperto che anche parole astratte evocano attività nella porzione della corteccia motoria correlata alla bocca. Ciò è probabilmente dovuto alle informazioni linguistico-sociali legate alla rievocazione dell'esperienza ( Meteyard et al., 2012 ).

Alla luce dell'esperimento mondiale di didattica remota cui l'epidemia di coronavirus ha costretto il mondo diventa importante accelerare la disponibilità di contesti d'apprendimento che non privino gli studenti dell'esperienza corporea che solo la presenza dell'insegnante può dare. A questo proposito scrive la Macedonia:

L'idea da perseguire è ora quella di creare contesti di apprendimento che consentano l'istruzione basata sul cervello e l'apprendimento incarnato. Questi contesti possono essere naturali, in interazione con un insegnante, ma possono anche impiegare tecnologie immersive, in cui l'incarnazione viene eseguita in realtà virtuale o aumentata (realtà mista) .
George Lakoff spiega in che modo impariamo attraverso le metafore
L'era cartesiana è finita: né Cartesio, né Kant né Fodor avevano ragione. La cognizione non è né amodale né simbolica. L'evidenza empirica mostra che in almeno due settori educativi, vale a dire la seconda lingua e la matematica, le strategie incorporate pongono le basi per una migliore comprensione e apprendimento
Differenza tra smart learning e smart working
Nel periodo dell'epidemia Covid-19 si è avuta l'introduzione forzata del lavoro remoto in tutte le aziende (pubbliche e private) che ha permesso di attuare quel distanziamento sociale necessario a bloccare il contagio. Gli effetti pare siano stati positivi tanto che si discute quanto questo esperimento sociale sia destinato a permanere. A proposito dell'introduzione permanente dello smart working scrive il giornalista Riccardo Luna (vedi bibliografia):

La svolta è culturale. Lo smart working infatti non è il telelavoro, ossia un lavoro fatto a distanza con le stesse modalità di quello fatto in ufficio, ma è un lavoro svolto in autonomia e misurato sui risultati. E’ la fine del cartellino: anche con le impronte digitali sarebbe finito, ma in quel caso aumentando la sorveglianza, qui puntando tutto sulla fiducia.

Quindi lo smartworking permanente sarebbe benefico per la società (e per le aziende), mentre lo smartlearning permanente sarebbe deleterio per la scuola, per gli studenti e per gli insegnanti.
Secondo Riccardo Luna la svolta è culturale. Lo smart working infatti non è il telelavoro, ossia un lavoro fatto a distanza con le stesse modalità di quello fatto in ufficio, ma è un lavoro svolto in autonomia e misurato sui risultati. Lo smartworking permanente sarebbe benefico per la società (e per le aziende), mentre lo smartlearning permanente sarebbe deleterio per la scuola, per gli studenti e per gli insegnanti
Conclusioni (provvisorie): qualsiasi organismo che possiede un corpo, in base al concetto di embodiment, sviluppa un'intelligenza in grado di sfruttare quel corpo nel migliore dei modi.
L'epidemia di Covid-19 e il conseguente lockdown con la chiusura di tutte le scuole ha reso necessaria l'attivazione di una modalità alternativa priva di rischi di contagio, che è stata individuata nella didattica remota mediante la rete internet. Il filosofo Amos Bertolacci e lo psichiatra Pietro Pietrini hanno riassunto pro e contro della didattica a distanza in un loro articolo "Le aule tornino umane". Essi scrivono: "Che cosa si guadagna e che cosa si perde in questo nuovo scenario? I benefici sono evidenti: la lezione a distanza riprodotta integralmente può essere fruita da un numero di partecipanti potenzialmente illimitato, non solo in diretta ma anche ex-post, secondo una remotezza temporale oltre che spaziale che ne permette una consultazione differita e ripetuta. Se questo incrementa il raggio d'estensione della lezione e il suo obiettivo di divulgazione, d'altro canto, lo schermo del computer frappone un diaframma artificiale tra i protagonisti dell'evento, determinando la perdita di contatto personale tra docente e discente e rendendo ardua una relazione educativa che oltrepassi la mera trasmissione di nozioni. E' di fatto limitata la condivisione cognitiva ed emotiva degli argomenti della lezione, viene meno quella modalità di interazione con i presenti che consente di porre l'enfasi sui passaggi salienti con l'ausilio del linguaggio del corpo, di locuzioni coinvolgenti, di pause studiate. Non è più possibile cogliere nello sguardo degli studenti quell'attimo di smarrimento per un concetto più ostico, per un termine ancora sconosciuto, quel chiedere conferma che tutto è chiaro con un solo cenno del capo, con il solo volger diretto dello sguardo verso coloro che siedono di fronte; non a caso si chiamano lezioni frontali. Quante volte quel carisma particolare della lezione in presenza è stato fattore di peso determinante nella scelta di una tesi di laurea e quindi di un'intera carriera?" Gli ultimi sviluppi della scienza cognitiva stanno dimostrando che la mente non è così disaccoppiata dal mondo che cerca di capire e che cervello, corpo fisico e ambiente lavorano in tandem per produrre pensiero. La neuroscienziata Manuela Macedonia scrive: "L'era cartesiana è finita: né Cartesio, né Kant né Fodor avevano ragione. La cognizione non è né amodale né simbolica. L'evidenza empirica mostra che in almeno due settori educativi, vale a dire la seconda lingua e la matematica, le strategie incorporate pongono le basi per una migliore comprensione e apprendimento". Nel periodo dell'epidemia Covid-19 si è avuta l'introduzione forzata del lavoro remoto in tutte le aziende (pubbliche e private) che ha permesso di attuare quel distanziamento sociale necessario a bloccare il contagio. Gli effetti pare siano stati positivi tanto che si discute quanto questo esperimento sociale sia destinato a permanere. A proposito dell'introduzione permanente dello smart working scrive il giornalista Riccardo Luna: "La svolta è culturale. Lo smart working infatti non è il telelavoro, ossia un lavoro fatto a distanza con le stesse modalità di quello fatto in ufficio, ma è un lavoro svolto in autonomia e misurato sui risultati. E’ la fine del cartellino: anche con le impronte digitali sarebbe finito, ma in quel caso aumentando la sorveglianza, qui puntando tutto sulla fiducia." Quindi lo smartworking permanente sarebbe benefico per la società (e per le aziende), mentre lo smartlearning permanente sarebbe deleterio per la scuola, per gli studenti e per gli insegnanti.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Pagina aggiornata il 12 luglio 2022

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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