Lo psicologo Raymond Cattell ha proposto nel 1982 (ved. bibliografia) un modello dell'intelligenza generale dell'individuo come se fosse composto da una serie di abilità molteplici.
Cattell sviluppò il suo modello teorico dell'intelligenza insieme allo psicologo John Horn arrivando alla conclusione che l'intelligenza si compone di molte abilità specifiche che interagiscono durante tutto il corso della vita di una persona andando a costituire l'intelligenza generale. Nel corso della vita vi sono delle perdite (in termini di velocità di ragionamento astratto, capacità di memoria e problem solving dovute all'invecchiamento) e dei guadagni (in termini di capacità linguistica, accumulo di esperienze/competenze).
La definizione di intelligenza generale del modello Cattell-Horn la vede suddivisa in due forme:
- Intelligenza fluida: è la capacità di pensare logicamente. Si tratta di un'intelligenza processuale, indipendente dalla cultura, prevalentemente non verbale, che declina con l'età.
- Intelligenza cristallizzata: è la capacità di utilizzare esperienze, competenze e conoscenze. Si tratta di un'intelligenza pragmatica basata sull'accumulo di esperienze culturali che si accresce, leggermente ma continuamente, con l'età.
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L'essere umano ha neuroni della stessa natura dei vermi, connessioni sinaptiche della stessa velocità di altri mammiferi, ma un'intelligenza superiore a quella di tutti gli altri esseri viventi. Quest'intelligenza è dovuta alle sue connessioni, cioè al suo Connettoma.
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Abbiamo cento miliardi di neuroni nel nostro cervello, tanti quanti le stelle di una galassia, e un numero ancora più astronomico di legami e combinazioni in cui questi possono trovarsi. Di tutto questo non siamo coscienti. "Noi" siamo il processo formato da questa complessità, non quel poco di cui siamo coscienti. (Carlo Rovelli "Sette brevi lezioni di fisica" p.79)
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Se il cervello umano è il più evoluto fra gli animali della terra lo si deve al ruolo di una proteina, l’enzima GSK3, che assicura lo sviluppo dei neuroni che compongono la corteccia cerebrale, sede di funzioni cognitive complesse quali il pensiero cosciente. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) e dell’Università di Milano, guidato da Giuseppe Testa. Durante il processo di sviluppo i ricercatori hanno esposto gli organoidi a un trattamento di inibizione dell’enzima GSK3 e hanno scoperto che ha un ruolo enorme nell’espansione della corteccia cerebrale, perché quando viene inibito si impedisce la formazione delle caratteristiche alla base dello sviluppo dei neuroni nella migrazione verso la loro destinazione finale nella corteccia.
Nel 1993 Lo psicologo John Carroll propose la cosiddetta "teoria dei tre strati (di abilità cognitive)" con lo scopo di riunire in un unico modello le abilità cognitive di un soggetto.
Viene svolta un'analisi fattoriale dei dati provenienti da vari tipi di test e si calcolano le correlazioni. Questo modello, riportato nella figura che segue,
è costituito dai seguenti strati:
3° Strato: è lo strato più alto che raggruppa tutti gli altri ed esprime l'intelligenza generale "g"
- Ragionamento Fluido (Gf): include l'ampia capacità di ragionare, formare concetti e risolvere problemi usando informazioni non familiari o nuove procedure.
- Comprensione-conoscenza (Gc): comprende l'ampiezza e la profondità della conoscenza acquisita di una persona, la capacità di comunicare la propria conoscenza e la capacità di ragionare usando esperienze o procedure precedentemente apprese.
- Conoscenza quantitativa (Gq): è la capacità di comprendere concetti e relazioni quantitativi e di manipolare simboli numerici.
- Capacità di lettura e scrittura (Grw): include capacità di lettura e scrittura di base.
- Memoria a breve termine (GSM ): è la capacità di catturare e conservare le informazioni con consapevolezza immediata e quindi di utilizzarle in pochi secondi.
- Archiviazione e recupero a lungo termine (Glr ): è la capacità di archiviare informazioni e recuperarle fluentemente in seguito nel processo di pensiero.
- Visual Processing ( Gv ): è la capacità di percepire, analizzare, sintetizzare e pensare con schemi visivi, inclusa la capacità di memorizzare e richiamare rappresentazioni visive.
- Auditory Processing (Ga ): è la capacità di analizzare, sintetizzare e discriminare gli stimoli uditivi, inclusa la capacità di elaborare e discriminare i suoni del parlato che possono essere presentati in condizioni distorte.
- Processing Speed (Gs ): è la capacità di eseguire compiti cognitivi automatici, in particolare quando viene misurata sotto pressione per mantenere l'attenzione focalizzata
- Tempo / velocità di decisione / reazione (Gt ): riflette l'immediatezza con cui un individuo può reagire agli stimoli o a un compito (generalmente misurato in secondi o frazioni di secondi; da non confondere con Gs, che di solito viene misurato a intervalli di 2– 3 minuti)
1° Strato: è lo strato che esprime le abilità di dettaglio dell'individuo ( che sono visualizzabili qui ).
Lo psicologo Kevin McGrew, nel 2005 ha integrato il modello Horn-Cattell con quello di Carroll creando la teoria delle abilità cognitive Cattell-Horn-Carroll (CHC Theory) che da allora influenza lo sviluppo dei test di misurabilità dell'intelligenza umana.
I test d'intelligenza misurano cose importanti, ma non queste - essi non misurano l'estensione del pensiero razionale. Questa potrebbe non essere un'omissione se non fosse che l'intelligenza era considerata un predittore eccezionalmente forte del pensiero razionale. Tuttavia, la ricerca ha scoperto che essa è al massimo un predittore moderato e che alcune capacità del pensiero razionale possono essere dissociate dall'intelligenza.
(Cliccare per andare alla fonte)
il modo più esatto di pensare un'intelligenza è quella di concepirla come un potenziale: di un individuo che possiede un'intelligenza si può dire che non c'è nessuna circostanza che gli impedisca di usarla
queste intelligenze sono finzioni - nel migliore dei casi finzioni utili - per parlare di processi e abilità che (come il resto della vita) formano un continuo
un individuo può perdere per intero i lobi frontali diventando nel corso di questo processo una persona radicalmente diversa, ormai incapace di manifestare qualsiasi iniziativa o di risolvere nuovi problemi, e continuare ciononostante a presentare un IQ vicino al livello del genio
Gli ebrei ashkenaziti sono enormemente sovrarappresentati in occupazioni e campi con le massime esigenze cognitive. Nel corso del 20 ° secolo, costituivano circa il 3% della popolazione degli Stati Uniti, ma hanno vinto il 27% dei premi scientifici USA Nobel e il 25% dei premi A.M.Turing. Rappresentano oltre la metà dei campioni del mondo di scacchi. [...] Gli ebrei ashkenaziti hanno il QI medio più alto di qualsiasi altro gruppo etnico, combinato con un insolito profilo cognitivo, mentre non è stata osservata un'analoga elevazione dell'intelligenza tra gli ebrei in tempi classici nè si vedono oggi negli ebrei sefarditi e orientali.
un essere pensante dotato di intelligenza, di ragione e di riflessione, e capace di considerarsi in se stesso come la medesima realtà, in differenti luoghi e tempi.
La nuova forma del problema può essere descritta in termini di un gioco che chiamiamo "gioco di imitazione". Si gioca con tre persone, un uomo (A), una donna (B) e un interrogatore (C) che possono essere di entrambi i sessi. L'interrogatore rimane in una stanza separata dagli altri due. L'oggetto del gioco per l'interrogatore è determinare quale degli altri due è l'uomo e quale è la donna. Li conosce dalle etichette X e Y e alla fine del gioco dice che "X è A e Y è B" o "X è B e Y è A." L'interrogatore può porre domande ad A e B in questo modo:C: X mi dica per favore la lunghezza dei suoi capelli?Supponiamo ora che X sia effettivamente A, quindi A deve rispondere. Lo scopo di A nel gioco è provare a far identificare erroneamente C. La sua risposta potrebbe quindi essere:"I miei capelli sono a strati, e le ciocche più lunghe sono lunghe circa nove pollici."Affinché i toni della voce non possano aiutare l'interrogatore, le risposte dovrebbero essere scritte o, meglio ancora, dattiloscritte.
Nuove tecniche d'indagine (neuroimaging) (ved. bibliografia) hanno permesso negli ultimi anni di analizzare il funzionamento del cervello umano. I risultati di queste indagini mettono in discussione la presunta separazione tra mente e cervello o anima e corpo. Il neurofisiologo Alessandro Rossi e la filosofa Alessandra Attanasio hanno riassunto le principali scoperte neuroscientifiche e le loro ricadute filosofiche in un articolo (ved. bibliografia 2015) che getta nuova luce sulla forte relazione tra l'essere umano e le sue esperienze nell'ambiente in cui vive. Scrive il neurofisiologo Alessandro Rossi (p.3 dell'articolo citato):
Ciò è proprio quel che è emerso studiando i neuroni e le sinapsi, nel senso che non sono loro che caratterizzano l'intelligenza umana, infatti:Alcuni dei temi più importanti che la Scienza attualmente studia sono le strutture, i comportamenti e l'evoluzione di sistemi complessi, come le cellule, il cervello, gli ecosistemi, la società e le economie globali. Dato che i sistemi complessi non possono essere pensati come la somma dei loro componenti elementari, per capire il loro comportamento occorre non solo la conoscenza dei singoli componenti ma anche i modi in cui questi componenti interagiscono e le proprietà che emergono da queste interazioni.
- Neuroni: sono i mattoni base del cervello ma quelli umani non differiscono biologicamente da quelli di molti organismi tra i quali il nematode Caenorhabditis elegans (vedi box) del quale è stata pubblicata nel 2006 la mappa completa delle connessioni. Tale comunanza conferma l'ipotesi darwiniana dell'origine comune di tutte le forme viventi. I neuroni presentano una intrinseca plasticità riferita a persistenti modificazioni delle sue proprietà elettriche (ved. Rossi et al. 2012) che sembra essere alla base di processi cognitivi quali la comprensione e l'apprendimento (Attanasio p.5)
- Connessioni sinaptiche: sono create dall'attività elettrica dei neuroni e vanno a formare una rete di connessioni in perpetua trasformazione (ved. Santarnecchi et al. 2014). Questa rete connettiva si modifica attraverso modifiche elettriche e biologiche.
Per 70 anni, i neuroni sono stati considerati l'unità computazionale di base del cervello. Tuttavia, i neuroni nella nostra corteccia, la "crosta" più esterna del nostro cervello, sembrano essersi evoluti in modo univoco per sostenere calcoli incredibilmente complessi nei loro circuiti di ingresso. È come se qualcuno avesse finalmente ottenuto la prova che il cablaggio elettrico del tuo computer è in realtà costituito da mini-processori, ognuno dei quali esegue calcoli prima di inviare i risultati a una CPU.
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a chi vuole capire la struttura cerebrale dell'essere umano
Pagina aggiornata il 26 gennaio 2021