Ogni corso di studi dovrebbe avere come principale risultato la mutazione di un soggetto, necessariamente eterodiretto e subordinato ad una autorità forte e indiscussa, in soggetto pensante nei confronti del quale la disciplina diviene tutt'altra cosa: diviene consapevole accettazione e poi assunzione di un abito critico. Al termine di tale cammino l'individuo, trasformato in cittadino, entra in una realtà di cui dovrebbe poter comprendere la dinamica fondamentale, e cioè la costante tensione tra "vecchio" e "nuovo", tra autorità e libertà.
Antonio Calvani ha descritto la finalità del Convegno (integrare la ricerca scientifica con la sapienza della pratica) e introdotto tutti gli ospiti, tra i quali gli ospiti internazionali Debra Masters (Direttrice del programma Visible Learning) e Mike Bell (EBE Teachers Network).
Giuliano Vivanet ha presentato brevemente l'attività dell'Evidence Based Education (EBE) in Italia, che ha come scopo il miglioramento delle pratiche didattiche (contro miti e pseudoscienza), e si rivolge alle scuole proponendo un approccio che integra conoscenze scientifiche e competenze professionali.
Interventi di carattere strutturale, o sulle famiglie, o sulle politiche sono come cercare il proprio portafogli, perduto tra i cespugli, sotto un lampione solo perchè è lì che c'è luce.
La risposta, secondo Hattie, risiedeva altrove, cioè negli insegnanti che interpretano quelle politiche, le applicano e insegnano, nel chiuso delle loro aule, da soli per circa 15.000 ore con i loro studenti. Nella sintesi di circa 500.000 studi sull'apprendimento, svolta da Hattie negli anni '90, emergeva che i fattori che maggiormente influiscono sull'apprendimento si trovano nelle mani degli insegnanti (anzi, sottolineava Hattie, di quelli tra loro che "eccellono").
Egli aggiungeva (p.4):
Se gli insegnanti hanno il potere, pochi fanno dei danni, alcuni mantengono gli studenti in uno status quo, e molti sono eccellenti. Abbiamo bisogno di identificare, apprezzare e far crescere chi ha potenti influenze sull'apprendimento degli studenti. La mia ricerca è stata quella di scoprire questi insegnanti e studiarli.
- sono in grado di identificare le rappresentazioni essenziali dei loro studenti
- riescono a guidare l'apprendimento mediante le interazioni della classe
- possono monitorare l'apprendimento e fornire feedback
- riescono a partecipare alle manifestazioni affettive
- riescono a influenzare i risultati degli studenti
I risultati di Hattie attestano una distribuzione media degli effetti (generati dalle ricerche empiriche) a un valore di 0,4 come mostrato nella figura sottostante.
Inoltre, ponendo tali valori su un barometro visivo è possibile visualizzare dove i singoli effetti si pongono rispetto alla media. Nella figura a lato è mostrato un barometro generico di Hattie.
John Hattie è stato il primo ad applicare tale strumento alla ricerca didattica. Le meta-analisi permettono di indagare efficacemente un fenomeno combinando informazioni provenienti da numerosi studi indipendenti. I risultati di una meta-analisi confermano e rafforzano le conoscenze provenienti dai singoli studi che la compongono, accumulando evidenze circa gli effetti di specifiche procedure.
- sperimentale (trial): lo sperimentatore definisce le modalità di selezione dei soggetti da studiare. Dopo il reclutamento dei soggetti si verifica l'effetto di un trattamento (ad esempio la somministrazione di un farmaco) confrontandolo con l'effetto di un diverso trattamento (che può essere un altro farmaco, nessun farmaco o un placebo)
- controllato (controlled): le persone reclutate vengono suddivise in due gruppi: il gruppo sperimentale che riceve il trattamento e il gruppo di controllo che riceve un diverso trattamento o nessun trattamento
- randomizzato (randomized): l'assegnazione dei trattamenti ai soggetti avviene in modo casuale (random) per aumentare la probabilità che le variabili non considerate nel progetto dello studio si distribuiscano uniformemente nei due gruppi
La Masters ha presentato i risultati di 12 influenze sull'apprendimento (Effect Size):
+1.44 Aspettative degli studenti
+0.80 Discussioni in classe
+0.75 Chiarezza dell'insegnante
+0.75 Feedback
+0.62 Competenze
+0.40 Apprendimento cooperativo
+0.52 Gestione della classe
+0.29 Compiti a casa
+0.28 Rapporto Esercizio/Riposo
+0.12 Abilità di gruppo
-0.13 Bocciatura (indietro di un anno)
-0.34 Mobilità (cambio scuola)
Secondo tale teoria, la motivazione dell'individuo può essere considerata in base alla dimensione autodeterminazione-controllo. Essere autodeterminati significa agire con un senso di volontà e di operatività (agency), di autonomia e coinvolgimento, essere controllati significa invece agire sotto la pressione di una volontà esterna, o anche di una volontà interna, come nel caso in cui si obbedisce a un imperativo morale contro la propria intima volontà.
La motivazione intrinseca è autodeterminata: i comportamenti intrinsecamente motivati sono gratificanti in se stessi e la persona che li intraprende non avverte conflitto o tensione tra quello che vuole e quello che sente di dover fare. Nella motivazione estrinseca, invece, un'attività non viene effettuata per se stessa, ma è strumentale a una ricompensa, che può essere un premio, una lode, un riconoscimento, o anche l'approvazione di se stessi.
A finger in the throat, and you can free yourself.
E' importante rendersi conto che la razionalità è un costrutto più inclusivo dell'intelligenza. Dato il ruolo prominente che l'intelligenza gioca in psicologia è sconcertante apprendere che essa è un concetto più ristretto della razionalità. In psicologia, così come nel pensiero comune, le valutazioni dell'intelligenza e le prove delle abilità cognitive vengono ritenute la quintessenza della capacità di pensare "bene". Le critiche a questi strumenti spesso sottolineano che i Test IQ [Intelligence Quality] non riescano a valutare molti domìni essenziali del funzionamento psicologico (abilità socio-emotive, creatività, empatia, ecc). Tuttavia, anche queste critiche contengono la non dichiarata asserzione che, sebbene i test intellettivi non contemplino settori chiave di aree non cognitive, essi comprendono la maggior parte di ciò che è importante cognitivamente. [...] Pensare razionalmente significa adottare obiettivi appropriati, prendere decisioni appropriate dati gli obiettivi e le credenze individuali, e mantenere credenze commisurate alle evidenze disponibili. I Test di intelligenza misurano molte cose importanti riguardo al pensiero, ma non ne valutano direttamente il grado di razionalità. Così, forse non sorprende che l'intelligenza sia debolmente legata ad alcuni aspetti del pensiero razionale. La polarizzazione del Myside Bias risulta essere un aspetto del pensiero razionale che, rispetto ad altri, è particolarmente estraneo all'intelligenza.
Biesta (2007, 2010) ha sostenuto che l'educazione è un "sistema aperto e semiotico", che definisce come "sistemi che non operano attraverso la forza fisica ma attraverso lo scambio di significato" (Biesta, 2010, P. 496). Ciò che causa l'apprendimento è influenzato da molte variabili che non possono essere controllate e dipendono dalle interpretazioni degli studenti. Non possiamo quindi determinare le "cause" in modo deterministico. Questa obiezione rappresenta una minaccia reale per EBE? Si potrebbe sostenere che tutta la società sia un sistema aperto e semiotico, quindi presa alla lettera renderebbe impossibile la sperimentazione in tutte le scienze sociali. Tuttavia, la natura "semiotica" (dipendente dall'interpretazione) dell'educazione non preclude la sperimentazione. Il modo in cui gli interventi educativi vengono interpretati può essere soggetto a regolarità e queste possono quindi essere alla base di risultati replicabili. Negli esperimenti di laboratorio, i ricercatori possono tentare di manipolare i fattori di interesse e mantenere costanti tutti gli altri rilevanti. Questo è impossibile negli esperimenti sul campo, Duflo e Banerjee, 2017). La combinazione di esperimenti di laboratorio e sul campo ci porta il più vicino possibile alla "prova" provvisoria delle relazioni causali. Le repliche di studi sperimentali, [che si stima costituiscano solo lo 0,13% degli studi degli articoli nelle principali riviste educative (Makel e Plucker, 2014)], consoliderebbero ulteriormente l'affidabilità dei risultati. L'incertezza residua è completamente compatibile con la massima di EBE di utilizzare "le migliori prove disponibili".Riassumere l'epistemologia dell'EBE come una “visione dello spettatore” è troppo semplicistico e ignora il lavoro svolto da filosofi della scienza come Searle (ad esempio, 1999) e molti altri. EBE è solitamente fondato sul realismo critico o scientifico che implica che (ontologicamente) il mondo può esistere indipendentemente dalla mente (o dalla scienza) e che (epistemologicamente) le teorie su questo mondo possono essere approssimativamente vere. L'epistemologia di Dewey è problematica perché riduce erroneamente l'esistenza di tutti i costrutti teorici (tra cui la causalità) a relazioni operative (Bulle, 2018). Ridurre tutti i costrutti teorici a relazioni operative significa che i concetti "possono essere afferrati solo nell'attività e attraverso l'attività che li costituisce" (Dewey, 1891, P. 144). Vygotsky ha giustamente criticato la riduzione di Dewey dei costrutti teorici a relazioni operative nel modo seguente: "È impossibile assimilare il ruolo dello strumento di lavoro, che aiuta l'uomo a sottomettere le forze naturali alla sua volontà, con quello del segno, che usa per agire su se stesso. Lo strumento è orientato verso l'esterno mentre il segno è orientato verso l'interno. I tentativi di equiparare il segno allo strumento esterno, come avviene nelle opere di John Dewey, perdono la specificità di ciascun tipo di attività, riducendole artificialmente a una sola” ( Vygotsky, 1978 , p. 53) . L'epistemologia pragmatica di Dewey è stata, per questi motivi, messa da parte nell'epistemologia, nella psicologia e nelle scienze naturali, ma è ancora fondamentale per alcune visioni socio-costruttiviste presenti nella formazione degli insegnanti (tra cui la critica di Biesta all'EBE).
Iscriviti alla Newsletter di pensierocritico.eu per ricevere in anteprima nuovi contenuti e aggiornamenti:
Philip Davies (1999), What is evidence-based education? (PDF) [475 citazioni]
Antonio Calvani (2011), Decision Making nell'istruzione. Evidence Based Education e conoscenze sfidanti (PDF) [15 citazioni]
Antonio Calvani, Giuliano Vivanet (2014), Evidence Based Education e i modelli di valutazione formativa per le scuole (PDF) [58 citazioni]
Giuliano Vivanet (2013), Evidence Based Education: un quadro storico (PDF) [37 citazioni]
Antonio Calvani et al. (2015), Formarsi nei media: nuovi scenari per la formazione dei maestri in una società digitale (PDF) [16 citazioni]
G. Bonaiuti, A. Calvani, S. Micheletta, G. Vivanet (2014), Evidence Based Education: un'opportunità epistemologica per i nuovi professionisti ]ella formazione (PDF) [11 citazioni]
John Hattie (2003), Teachers Make a Difference: What is the research evidence? (PDF) [2652 citazioni]
John Hattie (2012), Visible Learning for Teachers Maximize Impact on Learning (PDF) [5229 citazioni]
John Hattie (2009), The argument: Visible teaching and visible learning (PDF) (capitolo 3 del libro "Visible learning")
Sutton Trust (2013), Teaching and Learning Toolkit (PDF) - Education Endowment Fundation [6 citazioni]
James S. Atherton (2013), What works best
Marcello Guidotti (2011), meta-analisi - Nota critica sulle meta-analisi in medicina
(2015), The Seven Alternatives to Evidence-Based Teaching - A Christmas Tale
Pietro Boscolo (2002), La motivazione ad apprendere tra ricerca psicologica e senso comune (PDF)
Richard M. Ryan, Edward L. Deci (2000), Self-Determination Theory and the Facilitation of Intrinsic Motivation, Social Development, and Well-Being (PDF) [14772 citazioni]
Keith E. Stanovich et Al. (2013), Myside Bias, Rational Thinking, and Intelligence (PDF) [42 citazioni]
Keith Stanovich, Richard West (2014), What intelligence tests miss - The British Psychological Society
P.L. Thomas (2011), Why "Evidence-Based" Education Fails - Daily Kos
- Edward J. Mullen, David L. Streiner (2004), The Evidence For and Against Evidence-Based Practice (PDF) [118 citazioni]
- Shaun Killian (2015), 8 Strategies Robert Marzano & John Hattie Agree On - The Australian Society for Evidence Based Education
- Michael K. Potter, Erika Kustra (2012), A Primer on Learning Outcomes and the SOLO Taxonomy (PDF)
- Geraldine O’Neill, Feargal Murphy (2010), Guide to Taxonomies of Learning (PDF) [15 citazioni]
- Antonio Calvani, Antonio Marzano (2020), Evidence Based Education e didattica efficace: come integrare conoscenze metodologiche e tecnologiche nella formazione degli insegnanti (PDF) [9 citazioni]
- Izaac Dekker, Martijn Meeter (2022), Evidence-based education: Objections and future directions - Frontier
agli insegnanti che vogliono approfondire il metodo Evidence-Based
Pagina aggiornata il 27 giugno 2023