Il metodo scientifico e le tecniche sperimentali iniziano a esplorare il funzionamento della mente umana, e cioè la sede, tra l'altro, delle credenze. Con la nascita delle scienze cognitive, alla fine del secolo scorso, le credenze ritrovano una loro dignità come terreno di studio scientifico. [...] Paradossalmente, nel frattempo, il predominio delle scienze e della dea Ragione non è riuscito a sradicare dalle coscienze individuali le credenze. Gli studiosi si sono chiesti i motivi di tale persistenza, anche se confinata nelle coscienze individuali. Si è così scoperto che il quadro è assai più complesso della semplice contrapposizione tra credenze personali e saperi scientifici. Esiste un vasto, e sistematicamente descrivibile, territorio di saperi ingenui: la fisica ingenua, la biologia ingenua, l'economia ingenua, la statistica ingenua, e così via. Questi territori non sono popolati da credenze nè da opinioni, nella loro accezione tradizionale. Al contrario, si tratta di modi stabili e condivisi di rappresentarsi il mondo. Ma questi modi divergono dalle discipline classiche: "l'ingenuo" è tale in rapporto a qualcosa che ingenuo non è, e cioè la "scienza". [...] Un famoso libro di un grande storico delle idee descrive la modernità come il passaggio dal mondo del "pressappoco" a quello della precisione. Questo è vero nel caso della fisica e delle altre scienze in natura. Non è assolutamente vero per quello che ci capita nella vita di tutti i giorni. Qui non è cambiato nulla dall'antichità ad oggi.
Qualsiasi credenza in quanto spiegazione, anche la più irrazionale e assurda, tende a rendere meno minacciosa l'imprevedibilità dell'universo. Il nostro cervello sembra spontaneamente convinto che una "qualsiasi spiegazione è meglio di nessuna spiegazione". A questo meccanismo si lega una estrema difficoltà ad accettare il fatto che moltissimi eventi sono puramente casuali e frutto di coincidenze. [...] La psicologia dinamica può suddividere le credenze in razionalizzanti, mobilitanti, consolatorie, giustificative, atte a stabilire legami di affiliazione, e così via. Analogamente, la psicologia sociale si interesserà del modo in cui le credenze magico-religiose rendono più coesa una comunità di immigrati, o di come certi sistemi di credenze sono funzionali al mantenimento di un determinato assetto sociale, per esempio di tipo autoritario.
Per gli scienziati e i logici, le credenze dovrebbero venire collocate tutte su un segmento. Ai due estremi del segmento abbiamo 0 e 1. Zero corrisponde a ciò che è impossibile, 1 a ciò che è vero di sicuro, cioè le conoscenze. In mezzo ci sta l'incertezza, più o meno grande. Questa è massima a metà del segmento. Quel punto corrisponde a stati mentali in cui crediamo che qualcosa possa accadere con il 50% delle probabilità e possa non succedere con il 50% delle probabilità. Incertezza assoluta. Ai lati dell'incertezza assoluta si colloca ciò che è possibile, più o meno probabile. Lì sta la nostra vita. A noi il caso non piace.
- La "tenacia" di chi si rifiuta di mettere in discussione le proprie idee
- la "autorità" che esclude le altre opinioni
- il metodo a priori o metafisico che procede in base al puro ragionamento
- il metodo scientifico che si basa sul procedimento sperimentale
Poichè la credenza è una regola per l'azione (belief is a rule for action), la cui applicazione implica ulteriori dubbi ed ulteriori pensieri, nello stesso tempo in cui essa è un punto di arrivo, è anche un punto di partenza per il pensiero. Ed è per tale ragione che mi sono permesso di chiamarla pensiero in riposo, quantunque il pensiero sia essenzialmente un'attività.
L'irritazione del dubbio causa una lotta per conseguire uno stato di credenza.[...]Perciò la lotta inizia con il dubbio, e termina con la cessazione del dubbio. Insomma, il solo obiettivo della ricerca è lo stabilirsi di un'opinione. Si potrebbe supporre che questo non basti, e che noi andiamo in cerca non meramente di un'opinione, ma di un'opinione vera. Ma se mettete alla prova questa supposizione, la troverete senza fondamento: infatti, appena raggiungete una salda credenza, siete perfettamente soddisfatti, sia che la credenza sia vera, oppure falsa.[...] Possiamo al massimo sostenere che andiamo in cerca di una credenza che 'crederemo vera'.
Ogni essere umano è impregnato di credenze contraddittorie, e il motivo l'ha evidenziato, ad esempio, lo storico Yuval Harari nel libro "Breve storia dell'umanità" (p. 204):
La dissonanza cognitiva è stata teorizzata nel 1957 dallo psicologo Leon Festinger con il libro "Teoria della dissonanza cognitiva", nel quale egli descrisse le sue ipotesi di lavoro e gli esperimenti condotti per confermare la sua teoria. Egli, ipotizzando che ogni individuo mira alla coerenza con se stesso, enunciò così le sue ipotesi di base (p. 2):Se le tensioni, i conflitti e i dilemmi irrisolvibili sono le spezie di ogni cultura, ogni essere umano che appartenga a qualche cultura deve abbracciare credenze contraddittorie e sentirsi lacerato da valori incompatibili. E' una caratteristica così essenziale da avere persino un nome: dissonanza cognitiva. La dissonanza cognitiva è spesso considerata una défaillance della psiche umana. In realtà è un bene vitale. Se non fossimo in grado di avere credi e valori contraddittori, probabilmente sarebbe stato impossibile istituire e mantenere una cultura umana qualsiasi.
- L'esistenza della dissonanza, provocando un disagio psicologico, spingerà l'individuo a tentare di ridurla per ottenere la consonanza
- Quando la dissonanza è presente, l'individuo oltre a cercare di ridurla eviterà attivamente situazioni e conoscenze che aumenterebbero probabilmente la dissonanza
Le persone con un basso grado di tolleranza per la dissonanza mostreranno maggior disagio in presenza della dissonanza e manifesteranno sforzi maggiori per ridurla di quanto non faranno le persone con un alto grado di tolleranza. A causa di questa variazione negli sforzi per ridurre la dissonanza, sarà plausibile aspettarsi che le persone con un basso grado di tolleranza avranno effettivamente una dissonanza notevolmente inferiore in qualunque momento, che non le persone con un grado piuttosto alto di tolleranza per la dissonanza. Ci si aspetterebbe che una persona con un basso grado di tolleranza veda le questioni o tutte bianche o tutte nere, più di una persona con un alto grado di tolleranza per la dissonanza che potrebbe essere in grado di mantenere il "grigio" nelle sue cognizioni. Così, per esempio, immaginiamo che un individuo sia un Democratico. Se egli ha un alto grado di tolleranza per la dissonanza, sarà possibile per lui continuare ad essere un Democratico e credere nello stesso tempo che ci sono certe questioni sulle quali i Democratici hanno torto. [...] Una persona con un basso grado di tolleranza per la dissonanza sarebbe, forse, incapace di mantenere simili dissonanze e cercherebbe di eliminarle. Così ci si potrà aspettare che se una persona con un basso grado di tolleranza per la dissonanza è un Democratico, mostrerà una tendenza ad accettare qualunque cosa i Democratici sostengono.
La figura illustra schematicamente come l'esporsi ad una fonte di informazione cambi nella misura in cui aumenta la dissonanza, proporzionalmente all'aspettativa di ciò che può offrire la fonte di informazione stessa. Se ci si aspetta che le nuove informazioni tenderanno ad aumentare la dissonanza, si tenterà soprattutto di evitare l'esposizione salvo a livelli molto bassi di dissonanza e ai suoi limiti massimi. Se ci si aspetta che la nuova informazione diminuisca la dissonanza, aumenterà la tendenza a cercare quel tipo di informazione, man mano che la dissonanza aumenta fino a raggiungere il proprio punto limite. Vicino al limite della massima dissonanza possibile la rappresentazione grafica della curva è discendente, proprio quando ci si aspetterebbe che la nuova informazione diminuirà la dissonanza. [...] Essenzialmente sto ipotizzando che se la dissonanza è tanto alta da essere vicina al limite della massima dissonanza possibile in una situazione, il disagio sarà così grande per la persona che dovrà sopportarla che, anche se qualche nuova informazione può in qualche modo ridurla, il fatto di aggiungere nuovi elementi consonanti, non potrà recarle grande conforto; per questo ci sarà una scarsa ricerca da parte sua di questi nuovi elementi che producono consonanza.
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- Giorgio Tarditi Spagnoli (2009), La credenza nel cervello
- Thorin Klosowski (2012), Embrace the Supernatural: How Superstitions, Placebos and Rituals Help You to Achieve Your Goals - lifehacker
- Comitato di GuidaPsicologi (2019), Dissonanza cognitiva: come mentire a sé stessi
a chi è interessato a capire in che modo si creano e si modificano le credenze umane
Pagina aggiornata il 15 novembre 2024