Comunicazione chimica: I Feromoni funzionano nella specie umana?
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Circa duecento anni fa, l'anatomista Ludvig Levin Jacobson descrisse un organo anatomicamente distinto all'interno della cavità nasale piena di cellule chemorecettive e, senza produrre prove, lo soprannominò il "naso sessuale" come potenziale mediatore della risposta ai feromoni. Esperimenti successivi hanno suggerito che il naso sessuale, ora denominato "organo vomeronasale", risponda ai feromoni mentre i neuroni chemorecettivi che risiedono nell'epitelio olfattivo principale, avviano la percezione degli odori. Non è ancora stato chiarito scientificamente se i feromoni agiscano ancora nella specie umana, mentre sono sicuramente attivi nelle specie con un sistema nervoso più semplice, quale quello degli insetti. E a causa di questo motivo vengono usati dall'uomo, in agricoltura, per il monitoraggio delle infestazioni e per la gestione dei trattamenti insetticidi. I feromoni sembrano gestire la comunicazione chimica in specie quali insetti, anfibi e serpenti nelle quali, oltre al compito riproduttivo, hanno anche il compito di segnalare i predatori. A questo proposito il biologo Edward O Wilson scrive: "Più del 99 per cento delle specie - animali, piante, funghi e microrganismi - affida la comunicazione tra i propri membri esclusivamente, o quasi esclusivamente, a un certo numero di sostanze chimiche (i feromoni). Vengono distinte anche altre sostanze chimiche (gli allomoni), così da riconoscere specie diverse i cui membri possono essere prede, predatori o partner simbiotici". I ricercatori medici Jeffrey Pedersoli e Serge Wunsch scrivono: "Il mercato economico dei feromoni umani, per molti laboratori e profumieri, è potenzialmente molto importante. Infatti le pubblicità promettono che la seduzione di un partner andrà a buon fine in modo semplice, rapido ed efficace. E per dare massima credibilità all’efficacia dei prodotti, i responsabili commerciali utilizzano i risultati scientifici più esaurienti, ma omettono generalmente di citare nei riferimenti scientifici presentati sui loro siti Internet o nei loro opuscoli commerciali i lavori che invalidano i loro risultati. Per esempio il sito internet del Dr. Winnifred Cutler pone particolarmente l’accento sui risultati del suo laboratorio pubblicati nelle riviste scientifiche. Ma non vi è nessuna indicazione dei lavori che suggeriscono che i feromoni avrebbero ormai un ruolo solo marginale nella sessualità umana, come la pubblicazione che evoca dei problemi metodologici nell’analisi statistica dei due esperimenti chiave del Dr. Cutler, o l'importante sintesi realizzata da uno specialista dell’olfattazione". Comunque ognuno di noi può togliersi lo sfizio di verificare personalmente l'effetto dei feromoni umani per attrarre dei partner, sfruttando l'ampia disponibilità di prodotti sul mercato.
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COMUNICAZIONE CHIMICA (MESSAGGERI MOLECOLARI): Il biologo Edward O. Wilson ha studiato a lungo la comunicazione chimica negli insetti (soprattutto le formiche) e scrive: "Nel corso di migliaia o milioni di anni, l'evoluzione di ogni specie ha modificato in notevole misura le dimensioni e la struttura della molecola [del feromone] utilizzata, la quantità che ne viene liberata in ogni messaggio e infine, negli organismi riceventi, anche la sensibilità olfattiva a quella molecola. Consideriamo la femmina di una falena che, nell'aria notturna, lanci un richiamo ai maschi della sua specie. Il maschio disponibile più vicino disterà forse un chilometro: una distanza che, se rapportiamo le dimensioni del corpo della falena a quelle del corpo umano, equivale a circa 80 chilometri. Il feromone sessuale deve quindi essere potente e - nei casi reali studiati dai ricercatori che si occupano di tali sostanze - ha dimostrato effettivamente di esserlo. Per attrarre il maschio giusto, la molecola di feromone non deve solo essere potente, ma deve anche possedere una struttura in qualche modo rara, così da rendere altamente improbabile l'eventualità di attrarre un maschio di un'altra specie o -peggio ancora - un predatore." Ma i feromoni funzionano ancora nella specie umana? Il biologo William Agosta scrive nel suo libro "Comunicazione chimica": "Gli esseri umani prendono informazioni dal mondo esterno attraverso vista e udito. Questi sono i nostri sensi più sviluppati, e quando vogliamo sapere qualcosa noi guardiamo e ascoltiamo. Per molte altre creature viventi il mondo è un posto molto diverso: per loro i segnali chimici sono la fonte primaria di informazione. I composti chimici provenienti da altri organismi o eventi nell'ambiente, procurano la loro conoscenza basica del mondo.
Punti di riflessione
Il termine “feromoni” (cosiddetti chemosegnali) fu coniato nel 1959 da Peter Karlson e Martin Lüscher, che li definirono come “sostanze secrete all'esterno da un individuo e ricevute da un secondo individuo della stessa specie, in cui rilasciano una reazione specifica, ad esempio un determinato comportamento o un processo evolutivo” (Karlson e Lüscher, 1959). [...] È noto che diverse aree del corpo umano, come piedi, bocca o, in particolare, regioni ascellari, producono odori che agiscono come chemosegnali. (Jacqueline Krajnik)
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I feromoni sono sostanze secrete all'esterno da un individuo e ricevute da un secondo individuo della stessa specie.
Esistono molti esempi negli animali, ma il loro ruolo negli esseri umani rimane incerto poiché gli adulti non hanno un organo vomeronasale funzionante, che elabora i segnali dei feromoni negli animali. Eppure i feromoni possono essere rilevati dal sistema olfattivo sebbene gli esseri umani sottosviluppino e sottovalutino il loro senso dell'olfatto. I feromoni possono essere presenti in tutte le secrezioni corporee, ma la maggior parte dell'attenzione è stata rivolta al sudore ascellare che contiene i 16-androsteni odorosi. Uno di questi composti steroidei, l'androstadienone, è presente in concentrazioni molto più elevate nel sudore maschile e può essere rilevato dalle donne, anche se con un'ampia variazione di sensibilità. L'applicazione sul labbro superiore di una dose farmacologica di androstadienoneina nelle donne si traduce in un miglioramento dell'umore e in una maggiore concentrazione, in particolare per catturare informazioni emotive. È noto che uno stato d'animo positivo facilita la risposta sessuale delle donne e una maggiore concentrazione migliora la soddisfazione sessuale. In effetti, alcuni studi hanno mostrato un effetto benefico dell'androstadienone sul desiderio e sull'eccitazione sessuale. (Johan Verhaegne et al.)
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La chemorecezione è il processo mediante il quale gli organismi rispondono a stimoli chimici nei loro ambienti che dipende principalmente dai sensi del gusto e dell'olfatto. La chemorecezione si basa su sostanze chimiche che agiscono come segnali per regolare la funzione cellulare, senza che la sostanza chimica venga necessariamente assorbita dalla cellula per scopi metabolici. Mentre molte sostanze chimiche, come ormoni e neurotrasmettitori, si trovano all'interno degli organismi e servono a regolare attività fisiologiche specifiche, anche le sostanze chimiche nell'ambiente esterno sono percepite e suscitano risposte da interi organismi. Tutti gli animali e i microrganismi come i batteri esibiscono quest'ultimo tipo di chemorecezione, ma i due sistemi chemiosensoriali comunemente riconosciuti sono i sensi del gusto, o dell'olfatto. (Enciclopedia Britannica)
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La maggior parte dei mammiferi, noi inclusi, possiede un organo detto vomeronasale, situato dietro il setto, che è separato dal resto dell' epitelio olfattivo e agisce indipendentemente per recepire le sostanze che guidano i comportamenti riproduttivi, i feromoni. Fino a che punto queste sostanze influiscano sul comportamento umano è ancora oggetto di dibattito, ma non c' è dubbio che in altri mammiferi l' attività sessuale sia strettamente legata alla percezione dei feromoni. Quel che è certo è che mille geni dedicati ai recettori olfattivi, su un genoma umano che ne conta più o meno 30.000, sono una percentuale significativa, che se da un lato rispecchia l' ampia gamma di odori esistenti, dall' altro indica quanto sia importante questo senso dal punto di vista dell' evoluzione. (Claudia Di Giorgio)
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Sono stati compiuti molti progressi verso l'identificazione dei meccanismi alla base della risposta ai feromoni dei mammiferi. La genetica molecolare ha rivelato l'immenso potenziale per la codifica delle informazioni da parte dei neuroni chemiosensoriali murini e l'identificazione dei feromoni stessi è il prossimo passo importante necessario per chiarire i meccanismi alla base del comportamento. In effetti, le recenti scoperte sui feromoni murini candidati hanno ampliato la nostra comprensione del loro ruolo nella mediazione del comportamento intraspecie. (Lisa Stowers)
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Nel corso di migliaia o milioni di anni, l'evoluzione di ciascuna specie ha modificato in notevole misura le dimensioni e la struttura della molecola [del feromone] utilizzata, la quantità che ne viene liberata in ogni messaggio e infine, negli organismi riceventi, anche la sensibilità olfattiva a quella molecola. Consideriamo la femmina di una falena che, nell'aria notturna, lanci un richiamo ai maschi della sua specie. Il maschio disponibile più vicino disterà forse un chilometro: una distanza che, se rapportiamo le dimensioni del corpo della falena a quelle del corpo umano, equivale a circa 80 chilometri. Il feromone sessuale deve quindi essere potente e - nei casi reali studiati dai ricercatori che si occupano di tali sostanze - ha dimostrato effettivamente di esserlo. Per attrarre il maschio giusto, la molecola di feromone non deve solo essere potente, ma deve anche possedere una struttura in qualche modo rara, così da rendere altamente improbabile l'eventualità di attrarre un maschio di un'altra specie o -peggio ancora - un predatore. (Edward O Wilson p.69)
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Le formiche sono forse, sulla Terra, le più avanzate tra le creature con una comunicazione feromonale. Sulle antenne hanno più recettori sensoriali, olfattivi e di altro genere, di qualsiasi altrotipo di insetti conosciuto. Sono anche vere e proprie batterie deambulanti di ghiandole endocrine, ciacuna specializzata nella produzione di feromoni di tipo diverso.. A seconda della specie, regolano la propria vita sociale impiegandodai dieci ai venti tipi di feromoni, ciascuno dei quali trasnette un significato differente. (Edward O Wilson p.72)
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L'esempio del ruolo dei feromoni nell’omosessualità mette chiaramente in evidenza i vari problemi metodologici e culturali. In questi studi, si mette generalmente in contrapposizione gli “eterosessuali” con gli “omosessuali”, laddove il processo neurobiologico che permette di riconoscere il partner del sesso opposto (i circuiti olfattivi e i feromoni) è alterato; allorché le attività sessuali degli ominidi sono piuttosto bisessuali, e che nel passato esistevano delle pratiche bisessuali nella maggior parte delle grandi civiltà; mentre le culture e i concetti di « eterosessuale » ed « omosessuale » sono recenti, e la società Occidentale non è rappresentativa delle diverse società umane; quando ci sono pochissimi studi sull’influenza della cultura mediante le rappresentazioni cognitive, o l’influenza inconscia delle rappresentazioni culturali, o il mimetismo sociale; e che la maggior parte degli studi sono realizzati su piccoli campioni e uno studio effettuato su un’intera popolazione mostrerebbe la complessità multifattoriale della sessualità umana. (Jeffrey Perdersoli, Serge Wunsch)
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L'idea che i feromoni umani influenzino le nostre possibilità di sesso e amore permea la cultura pop. Significa che alcune persone sono persino disposte ad acquistare profumi chiamati "pozioni d'amore". Alcuni contengono androstenone - il più potente di tutti gli attrattivi sessuali - che secondo i suoi venditori aumenta la libido delle donne e allo stesso tempo rende gli uomini più attraenti. Androstenol, nel frattempo, promette di farti sembrare più avvicinabile al sesso opposto. Altri feromoni sono venduti come "rompighiaccio", stimolatori della mascolinità e confortatori chimici durante l'intimità sessuale. Quindi, la scienza mostra davvero che i feromoni trasformano le nostre prospettive di sesso? L'amore è letteralmente nell'aria o gli umani soltanto odorano? [...] E, nel 1971, per la prima volta furono coinvolti gli esseri umani. [...] HA Cook, scrivendo su New Scientist, sostenne di aver trovato almeno due esempi nel respiro e nel sudore umani. Uno, per quanto poteva giudicare, aveva lo stesso odore di aglio. "Ciò si verifica nel respiro femminile umano quando la femmina è eccitata sessualmente e non è causato dal consumo di aglio", scrisse all'epoca. Cook ha continuato suggerendo che questo feromone ha eccitato i maschi, ed è stato il motivo per cui le donne usano piccole quantità di aglio in cucina. "Il secondo feromone umano è l'odore della paura, che è certamente evidente ai cani", ha continuato, senza tener conto della specificità della specie dei feromoni. Ci si chiede a questo punto se il concetto di feromone, così utile nel comportamento e nella fisiologia degli insetti, debba essere imbastardito al punto da essere utilizzato per coprire situazioni nel comportamento dei mammiferi. Al momento, l'unica cosa che si può dire con certezza è che gli esseri umani odorano. (BBC Future)
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I semiochimici, insieme agli agenti di controllo biologico e ai prodotti di origine vegetale, sono candidati promettenti per giocare un ruolo efficace nel controllo dei fitofagi mediante la lotta integrata. Grazie alle loro bassa tossicità sull'uomo e sull'ambiente, i feromoni e gli allelochimici potranno, in linea con le politiche di sostenibilità ambientale dell'Unione Europea, contribuire concretamente alla tutela della biodiversità degli ecosistemi e alla sicurezza alimentare. (Arturo Caponero)
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Il ruolo dei feromoni nella specie umana è oggetto di controversia.Uno dei principali problemi metodologici è quello di distinguere correttamente gli effetti di tipo innato dagli effetti acquisiti. La maggior parte degli effetti osservati, come ad esempio quello delle donne che sono in grado di riconoscere l’odore di un neonato, è il risultato di apprendimenti olfattivi e non di un effetto feromonale. Un altro problema cruciale è il fatto che circa il 90 % dei recettori ai feromoni sono alterati nella specie umana, e questo lascia intendere che dovrebbero esistere solamente alcuni effetti residuali. Infine, un altro problema maggiore è il fatto che gli studi inerenti al ruolo delle influenze culturali, dei trattamenti cognitivi, della formazione delle preferenze sessuali così come quello degli apprendimenti sugli effetti dei feromoni sono degli argomenti poco studiati. (Jeffrey Perdersoli, Serge Wunsch)
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Come osservato da Francis Crick, il co-scopritore della doppia elica del DNA, il cervello è una struttura integrata ed evoluta con diversi frammenti che appaiono in diversi momenti dell'evoluzione e adattati per risolvere diversi problemi. La nostra attuale comprensione di come funziona il tutto è estremamente parziale: ad esempio, la maggior parte della ricerca sensoriale delle neuroscienze si è concentrata sulla vista, non sull'olfatto; l'odore è concettualmente e tecnicamente più impegnativo. Ma il modo in cui funzionano l'olfatto e la visione sono diversi, sia dal punto di vista computazionale che strutturale. Concentrandoci sulla vista, abbiamo sviluppato una comprensione molto limitata di ciò che fa il cervello e come lo fa. (Matthew Cobb)
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Si ritiene che il sudore ascellare fornisca una "firma chimica". Gli esseri umani adulti possono identificare le proprie magliette indossate su 100 magliette identiche indossate da altri (Lord e Kaszprak, 1989). I membri della famiglia possono anche identificare le magliette appartenenti ai loro partner, figli e fratelli (Porter e Moore, 1981; Wysocki e Preti, 2004).
Anche i bambini allattati al seno possono identificare il cuscinetto ascellare appartenente alla madre, valutato dalla durata dell'orientamento della testa verso il cuscinetto (Cernoch e Porter, 1985). (Johan Verhaegne et al.)
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In uno studio del 2005, gli uomini gay a cui venivano dati campioni anonimi di sudore preferivano il profumo degli uomini gay, e gli uomini eterosessuali immaginavano il profumo delle donne. Il proprio naso può anche aiutare a identificare un compagno geneticamente compatibile. I ricercatori hanno chiesto alle donne di valutare gli odori delle magliette indossate da uomini diversi.
Le donne preferivano uomini il cui DNA fosse abbastanza diverso dal proprio da aumentare la probabilità di generare un bambino con un sistema immunitario robusto. (Sarah Everts)
Nell'essere umano i feromoni vengono rilevati da un organo diverso da quello olfattivo, cioè dal sistema vomeronasale, individuato dall'anatomista Ludvig Jacobson nel 1813
Scoperta dell'organo vomeronasale
Circa duecento anni fa, l'anatomista Ludvig Levin Jacobson descrisse un organo anatomicamente distinto all'interno della cavità nasale piena di cellule chemorecettive e, senza supportare prove, lo soprannominò il "naso sessuale" come potenziale mediatore della risposta ai feromoni. Esperimenti successivi hanno suggerito che il naso sessuale, ora denominato organo vomeronasale, risponda ai feromoni mentre i neuroni chemorecettivi che risiedono nell'epitelio olfattivo principale avviano la percezione degli odori.
L'Enciclopedia Britannica lo descrive così:
L'organo di Jacobson, chiamato anche organo vomeronasale, un organo di chemorecezione che fa parte del sistema olfattivo di anfibi, rettili e mammiferi, sebbene non si trovi in tutti i gruppi di tetrapodi. È una macchia di cellule sensoriali all'interno della camera nasale principale che rileva nell'umidità pesante particelle di odore. Gli odori nell'aria, al contrario, sono rilevati dalle cellule sensoriali olfattive situate nelle principali camere nasali. Alcuni gruppi di mammiferi avviano anche un comportamento noto come risposta flehmen, in cui l'animale facilita l'esposizione dell'organo vomeronasale a un odore o feromone aprendo la bocca e arricciando il labbro superiore durante l'inalazione. Questo organo prende il nome dal suo scopritore, l'anatomista danese Ludvig Levin Jacobson, nel 1811. È una struttura accoppiata; negli stadi embrionali di tutti i tetrapodi, ciascuna metà si presenta come un'evaginazione del pavimento di una sacca nasale. In coccodrilli, tartarughe, uccelli, cetacei e molti primati avanzati completamente sviluppati, questa struttura è assente o sostanzialmente sottosviluppata. Per la maggior parte dei tetrapodi che possiedono un organo di Jacobson, i dotti collegano l'organo direttamente alla cavità nasale; negli squamati (lucertole e serpenti), invece, ogni organo si apre sul tetto della cavità buccale (bocca). La lingua trasporta le particelle di odore dall'esterno nella bocca. È possibile che alcune particelle attaccate alla parte superiore della lingua possano entrare nelle aperture vomeronasali sul palato. È anche possibile che le particelle attaccate a diverse parti della lingua si mescolino con fluidi già presenti nella bocca prima che parte di questo fluido carico di particelle venga spinto nelle aperture vomeronasali dalla pressione idraulica causata dai movimenti a pistone della lingua. Dopo che queste particelle raggiungono l'organo, alcuni dei composti chimici che contengono si legano alle molecole recettoriali e i messaggi sensoriali vengono inviati al cervello. L'organo di Jacobson è utile nel processo di comunicazione di messaggi chimici, come la disponibilità all'attività sessuale, tra membri della stessa specie. L'organo aiuta i serpenti a cacciare e seguire le loro prede. Molte prove suggeriscono che questo organo possa anche essere coinvolto nel rilevamento di segnali chimici legati all'aggressività e alla territorialità.
Differenza tra mammiferi e insetti riguardo ai Feromoni
La grande differenza tra insetti e mammiferi, è che i circuiti olfattivi rappresentano qualche migliaio di neuroni negli insetti ma diversi milioni nei mammiferi. E nei mammiferi molto corticalizzati, il segnale olfattivo viene poi elaborato da un cervello costituito da miliardi di neuroni. Gli effetti fisiologici e comportamentali dei feromoni sono in questo modo influenzati e talvolta modificati dai processi cognitivi e dagli apprendimenti. Il declino dei feromoni raggiunge il suo culmine negli ominidi e soprattutto nell’essere umano, a causa dell’alterazione dei diversi sistemi olfattivi, della preponderanza della cognizione e degli apprendimenti culturali.
La neuroscienziata Lisa Stowers scrive: "I Feromoni sono diversi dai familiari odoranti chimici che generano la nostra percezione dell'olfatto e guidano sottilmente il nostro comportamento. Con l'esperienza, impariamo ad essere attratti dall'aroma del cibo preparato con cura e respinti quando si è guastato. Ma, oltre alle combinazioni odorose apparentemente illimitate che associamo a determinati esiti comportamentali, la maggior parte dei vertebrati terrestri risponde anche ai feromoni. Questi semiochimici sono classicamente definiti come segnali chimici emessi e rilevati da individui della stessa specie che influenzano il comportamento sociale e riproduttivo. Un animale ingenuo risponde comportamentalmente alla presenza di feromoni senza alcuna precedente esperienza o esposizione: i cuccioli allattano, i maschi combattono e i cicli dell'estro sono alterati. Eppure, nonostante l'importanza di questi segnali chimici nella regolazione dei comportamenti animali essenziali, la natura di questi ligandi elusivi rimane in gran parte sconosciuta"
L'istinto dei cani
Perchè i cani annusano reciprocamente l'ano degli altri cani?
I cani scambiano informazioni attraverso l'olfatto
Il canale olfattivo serve per la comunicazione tra simili: seguendo le tracce, annusandosi a vicenda, i cani scambiano una serie d’informazioni. Attraverso i segnali raccolti con l’olfatto, possono capire l’età, il sesso e lo stato di un altro esemplare. Si rivela la base della struttura sociale del cane. Ad esempio, un cane che rifiuta di farsi annusare, entra in conflitto con l’altro, perché blocca la comunicazione. Nei cani, gli esemplari maschi sono più sensibili agli odori in quanto attraverso i segnali marcano il loro territorio, lasciando messaggi alle femmine che potranno rivelarsi più o meno interessate, tranne quelle del tipo dominanti. Nella relazione con l’uomo, la comunicazione attraverso l’olfatto è più complessa. Quando un cane annusa una persona può capire lo stato emotivo, se si tratta di un uomo o di una donna e molti altri dati importanti per l’animale. Recentemente, i nuovi confini della ricerca sembrano indirizzarsi nello sfruttare l’olfatto del cane per individuare patologie umane come ad esempio i cani guida capaci di fiutare le variazioni di zucchero nel sangue in casi di persone affette dal diabete, oppure i tumori per un nuovo tipo di diagnosi precoce.
I cani possono raccogliere informazioni sul loro ambiente attraverso gli occhi (vista), il naso (sistema olfattivo), la bocca (papille gustative), il tatto (tattile) e attraverso un organo sensoriale specializzato nel muso (mascella superiore, sopra il palato molle nel bocca) chiamato organo vomeronasale (VNO). Il VNO può rilevare e rispondere ai feromoni. (Cliccare per approfondire)
Edward O. Wilson ha scritto: " Le formiche sono forse, sulla Terra, le più avanzate tra le creature con una comunicazione feromonale. Sulle antenne hanno più recettori sensoriali, olfattivi e di altro genere, di qualsiasi tipo di insetti conosciuto. Sono anche vere e proprie batterie deambulanti di ghiandole esocrine, ciascuna delle quali specializzata nella produzione di feromoni di tipo diverso. A seconda della specie, regolano la propria vita sociale impiegando dai dieci ai venti tipi di feromoni, ciascuno dei quali trasmette un significato differente".
L'importanza e l’efficacia della comunicazione chimica è particolarmente visibile negli animali che hanno un sistema nervoso semplice, costituito da poche migliaia di neuroni, come gli insetti. Negli insetti, i feromoni permettono ad esempio di contrassegnare un percorso (feromoni di traccia), di marcare un territorio (feromoni di territorio), di segnalare un pericolo (feromoni di allarme), o di facilitare la copulazione (feromoni sessuali)
L'importanza dei feromoni è massima negli animali con sistema nervoso semplice (insetti)
I ricercatori medici Jeffrey Pedrazzoli e Serge Wunsch, in un loro articolo scrivono (vedi bibliografia "I feromoni"):
I feromoni hanno ruoli fisiologici e comportamentali determinanti in molte specie animali. La grande importanza che rivestono i feromoni, così come quella della comunicazione chimica, derivano dal fatto che basta una semplice molecola associata ad un recettore specifico per trasmettere un segnale. [...] L'importanza e l’efficacia della comunicazione chimica è particolarmente visibile negli animali che hanno un sistema nervoso semplice, costituito da poche migliaia di neuroni, come gli insetti. Negli insetti, i feromoni permettono ad esempio di contrassegnare un percorso (feromoni di traccia), di marcare un territorio (feromoni di territorio), di segnalare un pericolo (feromoni di allarme), o di facilitare la copulazione (feromoni sessuali). Grazie a questa semplicità ed efficacia, i circuiti che rilevano ed elaborano i segnali olfattivi esistono in molte specie animali e si sono conservati nel corso dell’evoluzione. Ma possiamo osservare che la loro importanza diminuisce nelle specie che possiedono un sistema nervoso complesso. Anche se i feromoni non hanno più nei mammiferi un ruolo così determinante come quello negli insetti, rappresentano ancora un fattore rilevante che partecipa all’apprendimento della copulazione eterosessuale. Diversi esperimenti mostrano che hanno un ruolo nella valutazione del partner, l’eccitazione sessuale, l’eterosessualità, così come nell’attivazione del sistema di ricompensa e di conseguenza degli apprendimenti sessuali. Il segnale feromonale è rilevato dai recettori, generalmente le antenne negli insetti e varie strutture nasali o talvolta buccali nei mammiferi (principalmente l'organo vomeronasale, ma anche l'epitelio olfattivo, il ganglio di Grueneberg, ecc.). Poi il segnale è elaborato dai circuiti olfattivi, ad esempio il lobo antennale negli insetti o il bulbo olfattivo e l’amigdala nei mammiferi. Infine questo segnale feromonale è trasmesso a dei circuiti fisiologici (ad esempio nell’ipotalamo) o motori (come il circuito del riflesso copulatorio della lordosi), che inducono delle risposte fisiologiche o motorie. La grande differenza tra insetti e mammiferi, è che i circuiti olfattivi rappresentano qualche migliaio di neuroni negli insetti ma diversi milioni nei mammiferi. E nei mammiferi molto corticalizzati, il segnale olfattivo viene poi elaborato da un cervello costituito da miliardi di neuroni. A causa della complessificazione del sistema nervoso, il trattamento del segnale feromonale diventa più sofisticato. Gli effetti fisiologici e comportamentali dei feromoni sono in questo modo influenzati e talvolta modificati dai processi cognitivi e dagli apprendimenti. Infine, il declino dei feromoni raggiunge il suo culmine negli ominidi e soprattutto nell’essere umano, a causa dell’alterazione dei diversi sistemi olfattivi, della preponderanza della cognizione e degli apprendimenti culturali. I circuiti olfattivi che rilevano i feromoni sembrano essere specificatamente organizzati per facilitare l’apprendimento e la realizzazione della copulazione eterosessuale. Questi circuiti sono infatti collegati ai riflessi copulatori e al sistema di ricompensa, permettendo in questo modo ai feromoni di innescare l’eccitazione sessuale ed indurre degli apprendimenti durante la copulazione. Esistono dei circuiti olfattivi che collegano direttamente o indirettamente recettori ai feromoni e al sistema di ricompensa. I feromoni sessuali inducono inoltre la formazione di nuovi neuroni nelle aree cerebrali coinvolte nella formazione della memoria e dell’apprendimento. Esistono inoltre dei circuiti precablati che collegano i circuiti olfattivi ai circuiti dei riflessi copulatori, facilitando in questo modo la realizzazione della copulazione. Nella femmina, un feromone proveniente dal maschio accentua il riflesso di lordosi, che facilita la penetrazione presentando la vagina al maschio. Un altro esperimento, ancora più interessante, dimostra che i feromoni della femmina possono innescare nel maschio sessualmente ingenuo, in modo apparentemente innato, un eccitazione sessuale, e suggerisce pertanto che i feromoni sarebbero uno dei fattori principali dell’eterosessualità. In conclusione, osserviamo che esistono dei circuiti olfattivi specificatamente precablati che determinano un organizzazione funzionale in cui i feromoni del sesso opposto inducono un eccitazione eterosessuale e degli apprendimenti sessuali. Di conseguenza i feromoni e i circuiti olfattivi, associati agli ormoni sessuali e ai riflessi copulatori precablati, sono all’origine di un organizzazione neurobiologica specifica che orienta gli apprendimenti sessuali (tra cui quello della motivazione sessuale). Ma alcune situazioni particolari (animali adottati, trattamenti cognitivi, ecc.) possono indurre degli apprendimenti che modificano gli effetti innati dei feromoni. Si può notare inoltre il fatto che in caso di variazioni normali o patologiche della concentrazione ormonale, in particolare durante il periodo dello sviluppo, possiamo osservare un “inversione” di alcuni circuiti sessuali. Ad esempio un maschio (o una femmina) può avere dei circuiti olfattivi più o meno cablati come una femmina (o come un maschio per la femmina). Questi fenomeni ormonali sono all’origine di comportamenti o di orientamenti omosessuali o bisessuali.
Alcune situazioni particolari (animali adottati, trattamenti cognitivi, ecc.) possono indurre degli apprendimenti che modificano gli effetti innati dei feromoni. Si può notare inoltre il fatto che in caso di variazioni normali o patologiche della concentrazione ormonale, in particolare durante il periodo dello sviluppo, possiamo osservare un “inversione” di alcuni circuiti sessuali. Ad esempio un maschio (o una femmina) può avere dei circuiti olfattivi più o meno cablati come una femmina (o come un maschio per la femmina). Questi fenomeni ormonali sono all’origine di comportamenti o di orientamenti omosessuali o bisessuali
Edward O. Wilson ha scritto: "Noi non sappiamo parlare il linguaggio dei feromoni, ma sarà bene imparare qualcosa in più sul modo in cui se ne servono gli altri organismi, così da proteggerli meglio e da salvare, insieme a loro, la maggior parte dell'ambiente dal quale noi stessi dipendiamo"
Allelochimici, la nuova frontiera nella lotta agli insetti
L’attenzione ai mezzi di difesa alternativi agli insetticidi chimici e di minore impatto ambientale è in forte aumento. Scrive Antonio Caponero (vedi bibliografia 2020):
I feromoni agiscono a livello intraspecifico e favoriscono la comunicazione tra individui della stessa specie. I più conosciuti sono i “feromoni sessuali”, noti da tempo ed utilizzati quali mezzi selettivi e a basso impatto ambientale per il monitoraggio e il controllo diretto di numerose specie di insetti fitofagi. Tra i feromoni degli insetti, oltre ai sessuali, esistono quelli di “allarme”, emessi ad esempio dagli afidi disturbati o attaccati per allertare la colonia; i “feromoni traccia” come quelli utilizzati da alcuni ditteri carpofagi per marcare i frutti su cui hanno deposto le uova al fine di scoraggiare altre femmine ad ovideporre; i “feromoni di aggregazione” emessi da alcune specie di coleotteri e di blatte per richiamare altri individui vicino fonti alimentari. Gli allelochimici, al contrario dei feromoni, hanno azione interspecifica e possono mediare la comunicazione tra specie appartenenti anche a regni diversi (es. fitofago attratto da sostanze emesse da piante ospiti). Come i feromoni, gli allelochimici modificano il comportamento della specie bersaglio e sono quindi potenziali strumenti di strategie di controllo ecocompatibili.
Esempi di trappole e dispenser di feromoni
L’attenzione ai mezzi di difesa alternativi agli insetticidi chimici e di minore impatto ambientale è in forte aumento. Tra questi mezzi, l’uso dei feromoni sessuali ha incontrato una crescente applicazione anche in Italia, in particolare per il controllo di lepidotteri. (Cliccare per approfondire)
Feromoni negli umani
Comunicazione chimica
Cos'è la comunicazione nel mondo animale? Di fronte alla limitatezza dei segnali inviati dagli esseri umani ai propri simili, se confrontata con altre specie, il biologo Edward O Wilson ha scritto, nel libro "Il significato dell'esistenza umana" (pp. 67-68): "I segnali uditivi e visivi emessi dal mondo vivente risvegliano le nostre emozioni e spesso, nel corso della storia, hanno ispirato grandissime opere d'arte: il meglio della musica, della danza, della letteratura e delle arti visive. Nondimeno, di per se stessi, tutti quei segnali sono ben poca cosa in confronto a quanto accade intorno a noi nel mondo dei feromoni e degli allomoni. Per illustrare questo mortificante principio della biologia, immaginiamo di avere il potere di percepire tali sostanze chimiche grazie alla vista, con la stessa intensità con cui altre forme di vita intorno a noi le percepiscono grazie all'olfatto. Siamo istantaneamente proiettati in un mondo di gran lunga più intenso, complesso e in rapido movimento rispetto a quello che ci siamo lasciati alle spalle o che avessimo mai immaginato. Questo è il mondo reale per la maggior parte della biosfera terrestre. Vi abitano altri organismi ma noi, finora, ci eravamo tenuti ai suoi margini."
Cos'è la chemorecezione
La chemorecezione è il processo mediante il quale gli organismi rispondono a stimoli chimici nei loro ambienti. Esso dipende principalmente dai sensi del gusto e dell'olfatto. La chemorecezione si basa su sostanze chimiche che agiscono come segnali per regolare la funzione cellulare, senza che la sostanza chimica venga necessariamente assorbita dalla cellula per scopi metabolici. Mentre molte sostanze chimiche, come ormoni e neurotrasmettitori, si trovano all'interno degli organismi e servono a regolare attività fisiologiche specifiche, anche le sostanze chimiche nell'ambiente esterno sono percepite e suscitano risposte da interi organismi. Tutti gli animali e i microrganismi come i batteri esibiscono quest'ultimo tipo di chemorecezione, ma i due sistemi chemiosensoriali comunemente riconosciuti sono i sensi del gusto, o dell'olfatto. (Enciclopedia Britannica)
Feromoni negli umani
Sulla forte differenza tra odori e feromoni la neuroscienziata Lisa Stowers (vedi bibliografia 2005) scrive:
I Feromoni sono diversi dai familiari odoranti chimici che generano la nostra percezione dell'olfatto e guidano sottilmente il nostro comportamento. Con l'esperienza, impariamo ad essere attratti dall'aroma del cibo preparato con cura e respinti quando si è guastato. Ma, oltre alle combinazioni odorose apparentemente illimitate che associamo a determinati esiti comportamentali, la maggior parte dei vertebrati terrestri risponde anche ai feromoni. Questi semiochimici sono classicamente definiti come segnali chimici emessi e rilevati da individui della stessa specie che influenzano il comportamento sociale e riproduttivo. Un animale ingenuo risponde comportamentalmente alla presenza di feromoni senza alcuna precedente esperienza o esposizione: i cuccioli allattano, i maschi combattono e i cicli dell'estro sono alterati. Eppure, nonostante l'importanza di questi segnali chimici nella regolazione dei comportamenti animali essenziali, la natura di questi ligandi elusivi rimane in gran parte sconosciuta. Un numero crescente di prove indica che le caratteristiche strutturali e funzionali dei feromoni possono essere molto diverse di quanto rivelato dagli esperimenti classici.
La biomedica Jacqueline Krajnik e i suoi colleghi (vedi bibliografia 2014) hanno condotto uno studio sui feromoni umani che mostra qualche progresso ma, soprattutto, la necessità di ulteriori studi per capire la funzione dei feromoni umani. Essi scrivono:
Il termine “feromoni” (cosiddetti chemosegnali) fu coniato nel 1959 da Peter Karlson e Martin Lüscher, che li definirono come “sostanze secrete all'esterno da un individuo e ricevute da un secondo individuo della stessa specie, in cui rilasciano una reazione specifica, ad esempio un determinato comportamento o un processo evolutivo” (Karlson e Lüscher, 1959). [...] È noto che diverse aree del corpo umano, come piedi, bocca o, in particolare, regioni ascellari, producono odori che agiscono come chemosegnali (Pause, 2012). Recentemente, Gelstein et al. (2011) hanno scoperto che le lacrime trasmettono segnali chemioterapici e persino il cerume è stato proposto per essere in grado di trasportare informazioni chemiosensoriali ( Prokop-Prigge et al., 2014). Tuttavia, il sudore umano è il conduttore di chemiosegnali più studiato. Sebbene il cocktail di odori del corpo umano possa contenere ben oltre 200 componenti individuali (Zeng et al., 1996), il componente più studiato è lo steroide 4,16-androstadien-3-one (AND). La struttura chimica della molecola AND è molto simile all'androstenone, un noto feromone animale (Melrose et al., 1971). Le caratteristiche trasversali specifiche di AND e il suo impatto sul comportamento umano e sugli eventi psicofisiologici, in particolare, hanno attirato molta attenzione nelle recenti ricerche. AND è una delle sostanze note per modulare gli stati psicologici e fisiologici, nonché il comportamento umano in maniera non cosciente (Lundström e Olsson, 2005). È noto che AND è associato a specifiche caratteristiche sessuali incrociate e recentemente ha attirato molta attenzione, in particolare per quanto riguarda i suoi effetti sulla psicofisiologia delle donne.
La presenza di feromoni nell'essere umano non è ancora stata dimostrata scientificamente, scrive la giornalista scientifica Caroline Seydel (vedi bibliografia 2001):
Negli animali, i feromoni influenzano il comportamento riproduttivo, ad esempio accelerando la pubertà o bloccando la gravidanza. I ricercatori hanno dimostrato che il sudore umano, quando viene tamponato sul labbro superiore di una donna, può sincronizzare i cicli mestruali, ma non hanno isolato il composto responsabile e nessuno ha identificato chimicamente i feromoni negli esseri umani. Molti animali hanno un piccolo rigonfiamento all'interno di ciascuna narice chiamato organo vomeronasale, una parte del sistema nervoso che trasmette segnali di feromoni direttamente al cervello. Gli esseri umani hanno dotti vomeronasali all'interno del naso, ma finora nessuno ha dimostrato che comunichino con il cervello e alcuni sostengono che senza tale connessione, gli esseri umani non possono elaborare i feromoni.
Sistema olfattivo umano
Sistema olfattivo umano. 1: Bulbo olfattivo 2: Cellule mitrali 3: Osso 4: Epitelio nasale 5: Glomerulo 6: Recettore olfattivo (Cliccare per approfondire)
Un'esperienza personale
Tra i tanti prodotti in commercio ho provato su di me questo prodotto e, nonostante il mio scetticismo, mi è sembrato funzionare, nel senso che ha reso le donne più interessate alla mia presenza e al mio "toccarle". Ma potrebbe essere una mia illusione. Ecco perchè è sempre bene sperimentare personalmente (come in tutte le ricerche sensate)!
Gli esperti affermano che il tuo profumo trasmette effettivamente segnali che rivelano il tuo corredo genetico, stati d'animo e preferenze o orientamento sessuale. Sì, sono un sacco di informazioni vitali in un'annusata. (Cliccare per approfondire)
I feromoni negli esseri umani possono essere presenti nelle secrezioni corporee come l'urina, lo sperma o le secrezioni vaginali, il latte materno e potenzialmente anche la saliva e il respiro, ma finora la maggior parte dell'attenzione è stata rivolta al sudore ascellare. Le secrezioni ascellari provengono dalle ghiandole sudoripare e dalle ghiandole sebacee altamente dense eccrine e apocrine (che secernono nei follicoli piliferi). Le secrezioni sono inodori ma il sudore apocrino acquisisce odore dopo l'interazione con la microflora batterica cutanea. La dispersione degli odori è modulata da diversi fattori tra cui gli strati dei vestiti, la temperatura ascellare, la superficie totale dei capelli, i movimenti delle braccia e la vicinanza del proprio naso.
Conclusioni (provvisorie): Più del 99 per cento delle specie - animali, piante, funghi e microrganismi - affida la comunicazione tra i propri membri esclusivamente, o quasi esclusivamente, a un certo numero di sostanze chimiche (i feromoni)
Circa duecento anni fa, l'anatomista Ludvig Levin Jacobson descrisse un organo anatomicamente distinto all'interno della cavità nasale piena di cellule chemorecettive e, senza produrre prove, lo soprannominò il "naso sessuale" come potenziale mediatore della risposta ai feromoni. Esperimenti successivi hanno suggerito che il naso sessuale, ora denominato "organo vomeronasale", risponda ai feromoni mentre i neuroni chemorecettivi che risiedono nell'epitelio olfattivo principale, avviano la percezione degli odori. Non è ancora stato chiarito scientificamente se i feromoni agiscano ancora nella specie umana, mentre sono sicuramente attivi nelle specie con un sistema nervoso più semplice, quale quello degli insetti. E a causa di questo motivo vengono usati dall'uomo, in agricoltura, per il monitoraggio delle infestazioni e per la gestione dei trattamenti insetticidi. I feromoni sembrano gestire la comunicazione chimica in specie quali insetti, anfibi e serpenti nelle quali, oltre al compito riproduttivo, hanno anche il compito di segnalare i predatori. A questo proposito il biologo Edward O Wilson scrive: "Più del 99 per cento delle specie - animali, piante, funghi e microrganismi - affida la comunicazione tra i propri membri esclusivamente, o quasi esclusivamente, a un certo numero di sostanze chimiche (i feromoni). Vengono distinte anche altre sostanze chimiche (gli allomoni), così da riconoscere specie diverse i cui membri possono essere prede, predatori o partner simbiotici". I ricercatori medici Jeffrey Pedersoli e Serge Wunsch scrivono: "Il mercato economico dei feromoni umani, per molti laboratori e profumieri, è potenzialmente molto importante. Infatti le pubblicità promettono che la seduzione di un partner andrà a buon fine in modo semplice, rapido ed efficace. E per dare massima credibilità all’efficacia dei prodotti, i responsabili commerciali utilizzano i risultati scientifici più esaurienti, ma omettono generalmente di citare nei riferimenti scientifici presentati sui loro siti Internet o nei loro opuscoli commerciali i lavori che invalidano i loro risultati. Per esempio il sito internet del Dr. Winnifred Cutler pone particolarmente l’accento sui risultati del suo laboratorio pubblicati nelle riviste scientifiche. Ma non vi è nessuna indicazione dei lavori che suggeriscono che i feromoni avrebbero ormai un ruolo solo marginale nella sessualità umana, come la pubblicazione che evoca dei problemi metodologici nell’analisi statistica dei due esperimenti chiave del Dr. Cutler, o l'importante sintesi realizzata da uno specialista dell’olfattazione". Comunque ognuno di noi può togliersi lo sfizio di verificare personalmente l'effetto dei feromoni umani per attrarre dei partner, sfruttando l'ampia disponibilità di prodotti sul mercato.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)
- Stefano Dalla Casa (2015), La bufala dei profumi con feromoni umani - Wired
- Tristram Wyatt (2015), Sexing up the human pheromone story: How a corporation started a scientific myth - Wired
- Jacqueline Krajnik et al. (2014), Gender effects and sexual-orientation impact on androstadienone-evoked behavior and neural processing - frontiers in Neuroscience [11 citazioni]
- Caroline Seidel (2001), Evidence for Human Pheromones . Science
- Lisa Stowers et al. (2005), What Is a Pheromone? Mammalian Pheromones Reconsidered - ScienceDirect
- Jeffrey Pedrazzoli, Serge Wunsch, Neurobiologia dell’erotismo - Doctor J
- Claudia Di Giorgio (2004), Il Nobel agli scienziati dell' olfatto - La Repubblica
- Arturo Caponero (2020), Allelochimici, la nuova frontiera nella lotta agli insetti
- Jeffrey Pedrazzoli, Serge Wunsch, I feromoni - Doctor J
- J. Verhaeghe, R. Gheysen, P. Enzlin (2013), Pheromones and their effect on women’s mood and sexuality
- Sarah Everts (2012), The Truth About Pheromones - Smithsonian Magazine
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Pagina aggiornata il 22 giugno 2023