Come gestire l'incertezza in un mondo pieno di rischi
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Il filosofo giapponese del 1200 d.C. Kenko Yoshida ha dato dell'incertezza questa saggia definizione: "Se l'uomo non svanisse mai come il fumo su Toribeyama, ma durasse sempre in questo mondo, quante cose perderebbero il loro potere di commuoverci. La cosa più preziosa della vita è la sua incertezza". Questa attribuzione di valore all'incertezza, associata alla morte degli uomini, e alla capacità di commuoverci, viene in mente di fronte all'epidemia di Covid-19 che ha recentemente reso il mondo intero consapevole dell'incerta condizione nella quale l'intera umanità si muove. Essa ha anche evidenziato la forza della scienza che ha realizzato dei vaccini efficaci in un tempo infinitamente inferiore a quelli del passato. L'Organizzazione mondiale della sanità stima che i vaccini abbiano prevenuto 10 milioni di morti solo tra il 2010 e il 2015. Ma mentre alcuni vaccini sono stati creati e distribuiti in poco più di quattro mesi, altri hanno impiegato più di 40 anni per svilupparsi. Il modo con cui ogni persona percepisce la realtà in termini di valori, pregiudizi ed esperienze determina la sua percezione dei rischi. Se quella persona ricopre un ruolo pubblico a volte una percezione errata può portare a cattive scelte pubbliche e a conseguenze negative per la società. L'economista Frank H. Knight fu uno dei primi a definire la differenza tra rischio e incertezza. Secondo Knight, l'incertezza è "soggettiva" mentre il rischio è "oggettivo" e può essere calcolato. Introducendo il concetto di rischio e associandolo a una probabilità calcolabile, Knight rese possibile una "assicurazione" contro il verificarsi di quella condizione.
L'impatto dei massmedia e dei socialmedia nell'influenzare la percezione del rischio è enorme dato che spesso le informazioni che entrano a far parte dell'agenda dei media sono influenzate e distorte da agenti esterni che modificano i dati scientifici o corrompono politici e giornalisti.
Questa pagina cerca di chiarire alcuni aspetti della differenza tra i concetti di incertezza e di rischio.
Shitty society.
Liquid, though.
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SCIENZA E CERTEZZA: La ricerca della certezza e il continuo ripresentarsi dell'incertezza, in ogni ambito, sono sempre stati all'origine dello sforzo conoscitivo dell'essere umano. Come scrive il fisico Carlo Rovelli (ved. bibliografia p.19): "Il sapere sul quale possiamo fare affidamento non è quello che non viene criticato, è quello che accetta continuamente di essere criticato e sopravvive alla critica. Ancora una volta, la certezza nasce dall'apertura alla certezza."
E' proprio quando ci troviamo in un ambito in cui regna l'incertezza che abbiamo la possibilità di imparare qualcosa. Dall'atteggiamento che si assume di fronte all'incertezza è sempre dipeso il futuro dell'essere umano cioè, come ha scritto Carlo Rovelli (p.18): "Di fronte all'ignoranza, gli atteggiamenti tradizionali dell'umanità sono sempre stati due. Uno è di raccontarsi delle storie. L'altro è di accettare lo stato attuale di ignoranza e partire da qui per cercare di capire meglio."
Tutte le storie (sacre o profane) che gli uomini si sono raccontati nel corso dei millenni per spiegare i fenomeni sconosciuti che gli accadevano, erano tentativi di ridurre l'incertezza della loro condizione. Ma quelle narrazioni, che testimoniano uno sforzo conoscitivo ininterrotto, non erano tutte uguali, come scrive Rovelli (p.20): "Le narrazioni non sono tutte eguali: alcune sono più corrette ed altre meno; fra loro si parlano, si confrontano, si scontrano, evolvono, e se c'è onestà, convergono. La scienza è una lunga sequela di dibattiti in cui la convergenza è stata raggiunta, e spesso si è scoperto che uno solo aveva ragione contro tutti gli altri che pensavano diversamente. La narrazione migliore emerge, se la ragione prevale."
Punti di riflessione
Sono le nostre credenze, basate non solo sui fatti ma anche sui modi con cui ce li rappresentiamo, il terreno su cui si fonda la percezione del rischio. (Paolo Legrenzi)
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L'illusione di aver capito il passato alimenta l'ulteriore illusione di poter prevedere e controllare il futuro. Queste illusioni sono confortanti. Riducono l'ansia che proveremmo se permettessimo a noi stessi di riconoscere in pieno le incertezze dell'esistenza. (Daniel Kahneman)
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Accontentarsi di una spiegazione, dimenticare la nostra ignoranza è l'ostacolo principale alla conoscenza. (Carlo Rovelli)
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Se l'uomo non svanisse mai come il fumo su Toribeyama, ma durasse sempre in questo mondo, quante cose perderebbero il loro potere di commuoverci. La cosa più preziosa della vita è la sua incertezza [nota:Toribeyama è un cimitero di montagna a Kyoto, il fumo sopra la montagna allude alla cremazione dei corpi]. (Kenko Yoshida)
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Le intenzioni sono desideri che orientano le nostre scelte ma contengono la consapevolezza dell'incertezza, delle sorprese e delle novità che possiamo incontrare nel percorso per realizzarle. In quel percorso potremmo anche renderci conto che le nostre intenzioni vanno decisamente ridimensionate, o che sfumano in una direzione diversa. (Nicoletta Cinotti)
Incertezza della Modernità
La condizione della Modernità è caratterizzata da elevati livelli di incertezza (nella società, nella scienza, nella cultura, ecc) che prima non venivano percepiti come tali. La pandemia di Covid-19 ha recentemente reso consapevole il mondo intero della condizione d'incertezza nella quale l'intera umanità si muove, ma ha anche evidenziato la forza della scienza che ha realizzato dei vaccini efficaci in un tempo infinitamente inferiore a quelli del passato. L'Organizzazione mondiale della sanità stima che i vaccini abbiano prevenuto 10 milioni di morti solo tra il 2010 e il 2015. Ma mentre alcuni vaccini sono stati creati e distribuiti in poco più di quattro mesi, altri hanno impiegato più di 40 anni per svilupparsi. Poi, le precedenti pandemie si sono esaurite senza alcun vaccino. (cliccare sull'immagine per approfondire):
Il sociologo Zygmunt Bauman ha utilizzato il termine "liquido" per la percezione di questa accresciuta incertezza: viviamo una vita liquida, in una società liquida, dominata da una modernità liquida in cui l'uomo, che da produttore è diventato consumatore, cerca di sfuggire al rischio di esclusione che la nuova condizione comporta.
Le condizioni del lontano passato non valgono più oggi, come fa notare lo psicologo Paolo Legrenzi (ved. bibliografia 2007):
Immaginiamo di essere un nostro antenato, un cacciatore/raccoglitore nel periodo da diecimila a centomila anni fa. Si muoveva in un ambiente ostile e largamente fuori dal suo controllo, tutto al contrario di oggi. Imparava a dominare (molto relativamente) quello che succedeva nel suo circoscritto mondo sulla base delle frequenze successi/insuccessi. Se la nostra mente è stata costruita per selezione naturale, attrezzandosi ad affrontare questo tipo di rischi, non è da stupirsi che la specie umana, nel mondo contemporaneo, sia spesso a mal partito. L’ambiente cambia di continuo e le serie storiche del passato non sono una guida per l’oggi.
Il modo con cui ogni persona percepisce la realtà in termini di valori, pregiudizi ed esperienze determina la sua percezione dei rischi. Il potenziale impatto dei media nell'influenzare la percezione del rischio è enorme dato che spesso le informazioni che entrano a far parte dell'agenda dei media sono influenzate e distorte da agenti esterni che modificano i dati scientifici o corrompono politici e giornalisti
Rischio epidemico Covid-19 in Italia
Rendere disponibili, aperti, interoperabili (machine readable) e disaggregati tutti i dati comunicati dalle Regioni al Governo dall’inizio dell’epidemia, per monitorare e classificare il rischio epidemico. (Cliccare per approfondire)
Percezione del rischio
Il modo con cui ogni persona percepisce la realtà in termini di valori, pregiudizi ed esperienze determina la sua percezione dei rischi.
Se quella persona ricopre un ruolo pubblico a volte una percezione errata può portare a cattive scelte pubbliche o a conseguenze negative per la società.
L'economista Frank H. Knight fu uno dei primi a definire la differenza tra rischio e incertezza, come scrive Paolo Legrenzi (ved. bibliografia 2007):
Knight definisce il rischio come una condizione in cui è possibile derivare una distribuzione di probabilità dei risultati tale da riuscire ad assicurarsi contro tale condizione. L’incertezza rappresenta invece una condizione nella quale non esiste tale distribuzione di probabilità.
Secondo Knight, l'incertezza è "soggettiva" mentre il rischio è "oggettivo" e può essere calcolato. Introducendo il concetto di rischio e associandolo a una probabilità calcolabile, Knight rese possibile una "assicurazione" contro il verificarsi di quella condizione. Per approfondire l'avvicinamento dei concetti rischio e incertezza nel dibattito successivo a Knight vedere bibliografia (Chiovaro).
Il potenziale impatto dei media nell'influenzare la percezione del rischio è enorme dato che spesso le informazioni che entrano a far parte dell'agenda dei media sono influenzate e distorte da agenti esterni che modificano i dati scientifici o corrompono politici e giornalisti. Si tratta dell'ignoranza indotta dalle grandi lobby mondiali (Finanza Internazionale, Big Oil, Big Pharma, Big Tobacco, Big Agra, ecc).
Tre aree per le azioni umane: certezza, incertezza e rischio
L'area "naturale" in cui si muove l'essere umano è quella dell'incertezza, enorme rispetto a quella della certezza (il disegno non mostra le reali proporzioni). Per affrontare il rischio, nell'antichità, l'uomo si affidava agli oracoli e ai suoi sacerdoti, ma solo dal secolo scorso ha imparato a calcolarlo. Cliccare per ingrandire
Viviamo in un mondo che cavalca l'illusione della certezza, mentre la psicologia cognitiva ha ormai assodato che sia le singole persone, sia le organizzazioni complesse, affrontano l'incertezza prendendo le loro decisioni in modo intuitivo (euristico) e sono soggette a molte distorsioni del giudizio (bias cognitivi)
Il rischio digitale in automobile
La guida distratta (distracted driving) è recentemente diventata una delle principali cause di rischio per i guidatori. Secondo le statistiche statunitensi (ved. bibliografia) nel 2014 sono morte 3179 persone e 431000 sono rimaste ferite in incidenti d'auto dovuti a distrazione del guidatore. Le cause di distrazione erano le seguenti:
- Digitare messaggi (Texting)
- Uso di cellulari o smarthone
- Mangiare e bere
- Parlare con altri passeggeri
- Pulizia personale (Grooming)
- Leggere (incluso mappe)
- Armeggiare con il navigatore
- Guardare video
- Armeggiare con radio, lettore CD o MP3
Come scrive Gerd Gigerenzer (pp. 296-297):
La tecnologia digitale dà possibilità enormi, e non è lei il problema. Il problema siamo noi, è capire se il timone è ancora in mano nostra o invece siamo telecomandati dalla nuova tecnologia. [...] Anche quando sono in compagnia di un amico stretto, fisicamente presente, il bisogno di essere contattati online da qualcun altro si fa sentire con forza. La tecnologia digitale si è impossessata delle decisioni sui rischi da correreStatistiche più complete e aggiornate sul fenomeno texting and driving negli USA sono consultabili alla pagina: 2019 Cell Phone Texting and Driving Accident Statistics
Alterazione della percezione del rischio causata dagli attacchi dell'11 settembre 2001
Innesco emotivo
Conseguenze inattese
Un esempio di errata percezione del rischio è costituito dall'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001, citato dal fisico Leonard Mlodinow nel libro "La passeggiata dell'ubriaco". Scrive Mlodinov (p.185):
Un ottimo esempio di questi mutamenti nell'equilibrio sociale si presentò nei mesi successivi agli attacchi dell'11 settembre 2011, quando i viaggiatori, timorosi di prendere l'aereo, passarono in massa all'automobile. La loro paura si tradusse in circa 1000 incidenti mortali in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: vittime invisibili dell'11 settembre.
Così l'impatto emotivo dell'11 settembre, oltre alle 2974 vittime dirette, ha provocato indirettamente negli anni seguenti molte altre vittime dovute alla paura per gli aerei e all'aumento del traffico stradale. In questo caso si può affermare che le emozioni hanno alterato la percezione del rischio di molte persone che non hanno tenuto conto delle statistiche degli incidenti che vedono quelli in aereo nettamente minoritari.
L'uso di un telefono cellulare durante la guida riduce l'attività cerebrale dedicata alla guida del 37%
L'illusione della certezza che domina la mente umana
Viviamo in un mondo che cavalca l'illusione della certezza, mentre la psicologia cognitiva ha ormai assodato che sia le singole persone, sia le organizzazioni complesse, affrontano l'incertezza prendendo le loro decisioni in modo intuitivo (euristico) e sono soggette a molte distorsioni del giudizio (bias cognitivi).
Come sostiene lo psicologo Gerd Gigerenzer, l'incertezza non può essere misurata, essa va affrontata con le euristiche, mentre il rischio può essere (in qualche misura) individuato, calcolato e gestito con il pensiero statistico (ved. immagine a fianco).
La pretesa delle banche di calcolare il rischio in un mondo reale incerto e in continuo cambiamento è all'origine delle crisi finanziarie. A questo proposito scrive Gigerenzer (nel libro "Imparare a rischiare" p46):
La pretesa delle banche di calcolare il rischio in un mondo reale incerto e in continuo cambiamento è all'origine delle crisi finanziarie. A questo proposito scrive Gigerenzer (nel libro "Imparare a rischiare" p46):
Prima che partisse la crisi dei mutui spazzatura la fiducia nella stabilità era al massimo; ancora nel marzo 2008 Henry Paulson, segretario al Tesoro degli Stati Uniti, dichiarava:"I nostri istituti finanziari, banche e banche d'investimento, sono forti. I nostri mercati dei capitali sono reattivi. Sono efficienti. Sono flessibili. Poco dopo l'intera economia era nel caos: i modelli di rischio dai quali Paulson si era fatto influenzare non avevano previsto l'entità della bolla speculativa, simili in questo al Tacchino induttivista , che non aveva previsto il concetto di Ringraziamento; la sola differenza che invece di andare al macello le banche furono messe a carico dei contribuenti.
Proponendo un senso di certezza illusorio i modelli di rischio conosciuto possono avvicinare il disastro anzichè impedirlo.
Importanza dell'incertezza
La ricerca della certezza e il continuo ripresentarsi dell'incertezza, in ogni ambito, sono sempre stati all'origine dello sforzo conoscitivo dell'essere umano. Come scrive il fisico Carlo Rovelli (ved. bibliografia p.19):
Il sapere sul quale possiamo fare affidamento non è quello che non viene criticato, è quello che accetta continuamente di essere criticato e sopravvive alla critica. Ancora una volta, la certezza nasce dall'apertura alla certezza.
E' proprio quando ci troviamo in un ambito in cui regna l'incertezza che abbiamo la possibilità di imparare qualcosa. Dall'atteggiamento che si assume di fronte all'incertezza è sempre dipeso il futuro dell'essere umano cioè, come ha scritto Carlo Rovelli (p.18):
Di fronte all'ignoranza, gli atteggiamenti tradizionali dell'umanità sono sempre stati due. Uno è di raccontarsi delle storie. L'altro è di accettare lo stato attuale di ignoranza e partire da qui per cercare di capire meglio.
Tutte le storie (sacre o profane) che gli uomini si sono raccontati nel corso dei millenni per spiegare i fenomeni sconosciuti che gli accadevano, erano tentativi di ridurre l'incertezza della loro condizione. Ma quelle narrazioni, che testimoniano uno sforzo conoscitivo ininterrotto, non erano tutte uguali, come scrive Rovelli (p.20):
Le narrazioni non sono tutte eguali: alcune sono più corrette ed altre meno; fra loro si parlano, si confrontano, si scontrano, evolvono, e se c'è onestà, convergono. La scienza è una lunga sequela di dibattiti in cui la convergenza è stata raggiunta, e spesso si è scoperto che uno solo aveva ragione contro tutti gli altri che pensavano diversamente. La narrazione migliore emerge, se la ragione prevale.
Soprattutto in un mondo come quello odierno, nel quale il web rende disponibili a chiunque una mole sterminata di informazioni non verificate, occorre vagliare accuratamente la credibilità dei dati su cui basare le proprie riflessioni. Vale a dire che quel che occorre fare è imparare percepire il rischio, a misurarlo e, infine, a ridurlo.
Il sapere sul quale possiamo fare affidamento non è quello che non viene criticato, è quello che accetta continuamente di essere criticato e sopravvive alla critica. Ancora una volta, la certezza nasce dall'apertura alla certezza. Le narrazioni non sono tutte eguali: alcune sono più corrette ed altre meno; fra loro si parlano, si confrontano, si scontrano, evolvono, e se c'è onestà, convergono. La scienza è una lunga sequela di dibattiti in cui la convergenza è stata raggiunta, e spesso si è scoperto che uno solo aveva ragione contro tutti gli altri che pensavano diversamente. La narrazione migliore emerge, se la ragione prevale
Conclusioni (provvisorie): L'impatto dei massmedia e dei socialmedia nell'influenzare la percezione del rischio è enorme dato che spesso le informazioni che entrano a far parte dell'agenda dei media sono influenzate e distorte da agenti esterni
Viviamo in un mondo che cavalca l'illusione della certezza, mentre la psicologia cognitiva ha ormai assodato che sia le singole persone, sia le organizzazioni complesse, affrontano l'incertezza prendendo le loro decisioni in modo intuitivo (euristico) e sono soggette a molte distorsioni del giudizio (bias cognitivi). Il filosofo giapponese del 1200 d.C. Kenko Yoshida ha dato dell'incertezza questa saggia definizione: "Se l'uomo non svanisse mai come il fumo su Toribeyama, ma durasse sempre in questo mondo, quante cose perderebbero il loro potere di commuoverci. La cosa più preziosa della vita è la sua incertezza". Questa attribuzione di valore all'incertezza, associata alla morte degli uomini, e alla capacità di commuoverci, viene in mente di fronte all'epidemia di Covid-19 che ha recentemente reso il mondo intero consapevole dell'incerta condizione nella quale l'intera umanità si muove. Essa ha anche evidenziato la forza della scienza che ha realizzato dei vaccini efficaci in un tempo infinitamente inferiore a quelli del passato. L'Organizzazione mondiale della sanità stima che i vaccini abbiano prevenuto 10 milioni di morti solo tra il 2010 e il 2015. Ma mentre alcuni vaccini sono stati creati e distribuiti in poco più di quattro mesi, altri hanno impiegato più di 40 anni per svilupparsi. Il modo con cui ogni persona percepisce la realtà in termini di valori, pregiudizi ed esperienze determina la sua percezione dei rischi. Se quella persona ricopre un ruolo pubblico a volte una percezione errata può portare a cattive scelte pubbliche e a conseguenze negative per la società. L'economista Frank H. Knight fu uno dei primi a definire la differenza tra rischio e incertezza. Secondo Knight, l'incertezza è "soggettiva" mentre il rischio è "oggettivo" e può essere calcolato. Introducendo il concetto di rischio e associandolo a una probabilità calcolabile, Knight rese possibile una "assicurazione" contro il verificarsi di quella condizione. Come sostiene lo psicologo Gerd Gigerenzer, l'incertezza non può essere misurata, essa va affrontata con le euristiche, mentre il rischio può essere (in qualche misura) individuato, calcolato e gestito con il pensiero statistico. L'impatto dei massmedia e dei socialmedia nell'influenzare la percezione del rischio è enorme dato che spesso le informazioni che entrano a far parte dell'agenda dei media sono influenzate e distorte da agenti esterni che modificano i dati scientifici o corrompono politici e giornalisti. Questa condizione è esemplificata, ad esempio, dal rischio di epidemie future che vengono rese più probabili dall'alterazione degli ecosistemi naturali (deforestazioni, cattura e consumo di animali selvatici, ecc) e dalla crescita demografica incontrollata.
Dall'atteggiamento che si assume di fronte all'incertezza è sempre dipeso il futuro dell'essere umano cioè, come ha scritto il fisico Carlo Rovelli: "Di fronte all'ignoranza, gli atteggiamenti tradizionali dell'umanità sono sempre stati due. Uno è di raccontarsi delle storie. L'altro è di accettare lo stato attuale di ignoranza e partire da qui per cercare di capire meglio. Le narrazioni non sono tutte eguali: alcune sono più corrette ed altre meno; fra loro si parlano, si confrontano, si scontrano, evolvono, e se c'è onestà, convergono. La scienza è una lunga sequela di dibattiti in cui la convergenza è stata raggiunta, e spesso si è scoperto che uno solo aveva ragione contro tutti gli altri che pensavano diversamente. La narrazione migliore emerge, se la ragione prevale." Soprattutto in un mondo come quello odierno, nel quale il web e i social media rendono disponibili a chiunque una mole sterminata di informazioni non verificate, occorre vagliare accuratamente la credibilità dei dati su cui basare le proprie riflessioni. Vale a dire che quel che occorre fare è imparare percepire il rischio, a misurarlo e, infine, a ridurlo. La ricerca della certezza e il continuo ripresentarsi dell'incertezza, in ogni ambito, sono sempre stati all'origine dello sforzo conoscitivo dell'essere umano.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)
- Carlo Rovelli (2015), Scienza e certezza - Micromega 5/2015 - Testo della conferenza presentata al Festival della Scienza di Roma gennaio 2015
- Mark Pharoah (2014), Information unravelling with Rovelli - Riflessioni commentate sulla relazione tra informazione e realtà nel pensiero di Carlo Rovelli
- Saverio Mariani (2015), La storia della filosofia è una certezza?
- Paolo Legrenzi (2007), Il rischio (PDF) -
- Jeffrey Kluger (2006), Why We Worry About The Things We Shouldn't... ...And Ignore The Things We Should (PDF) -Time
- Facts and Statistics - Distraction.gov
- Distracted Driving Information & Guidance - SR22 Insurance
- Alessia Chiovaro, Il rischio e l'incertezza in termini di probabilità oggettive e soggettive - Tesi di Laurea
- Autori vari (2009), E se l'incertezza avesse un senso? (PDF) - Pensiero sistemico
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Pagina aggiornata il 29 novembre 2023