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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Da cosa deriva l'aggressività umana? Bullismo, Stalking e violenze odierne sono il residuo di un passato arcaico violento. La Psicopatologia è molto diffusa nella popolazione mondiale e si stima arrivi al 4,5%
TEORIE > CONCETTI > ESPERIENZA
Scopo di questa pagina
E' noto che la patologia mentale è un problema di disadattamento al proprio ambiente. Spesso scopriamo con sorpresa, in qualche particolare occasione, che alcune delle persone che frequentiamo assumono regolarmente psicofarmaci. Eppure, a uno sguardo superficiale, sembravano persone equilibrate... Le malattie mentali sono dunque alterazioni psicologiche e/o comportamentali relative alla personalità dell'individuo che causano pericolo o disabilità e non fanno parte del normale sviluppo psichico della persona. Il temperamento delle persone è stato esaminato in uno studio durato tre decenni da un gruppo di psicologi e ricercatori tra i quali Alva Tang che hanno scritto: "I ricercatori hanno a lungo considerato le qualità temperamentali come predisposizioni biologiche; sono tratti duraturi che non semplicemente scompaiono; e che hanno posto le basi per lo sviluppo di una personalità più ricca. Questo studio longitudinale prospettico utilizza le osservazioni comportamentali della BI (Behavioral Inibition) infantile a 14 mesi di età e dati che coprono 26 anni per esaminare come il temperamento modella i risultati del corso della vita degli adulti. Man mano che le persone invecchiano, la personalità può diventare sempre più stabile a causa dell'accumulo e del rinforzo di esperienze coerenti selezionate o create dagli individui". La psicologa Ana Sanz-Garcia e i suoi colleghi, hanno effettuato nel 2021 una meta-analisi di 15 studi allo scopo di individuare il tasso di psicopatia nella popolazione mondiale, e hanno ipotizzato che esso sia del 4,5%. Essi scrivono: "Come ci si poteva aspettare, questa prevalenza è molto inferiore a quella riscontrata nei campioni ottenuti in contesti forensi o carcerari. Ad esempio, nella meta-analisi di (Fox e DeLisi - 2019), è stato riscontrato che la prevalenza media della psicopatia tra i criminali di omicidio potrebbe essere stimata al 27,8 o al 34,4%. Tuttavia, sebbene la prevalenza media della psicopatia nella popolazione generale sia chiaramente inferiore a quella riscontrata nella popolazione del reato o carceraria, i tassi di prevalenza della psicopatia nella popolazione generale ottenuti negli studi esaminati in questo lavoro mostrano notevoli variazioni, che vanno da un minimo dello 0% fino a un massimo del 21%. Un altro risultato interessante di questo lavoro ha a che fare con la scoperta di differenze nella prevalenza della psicopatia tra diversi gruppi di adulti nella popolazione generale. In particolare, questa revisione ha rilevato che la prevalenza della psicopatia è significativamente più alta tra i lavoratori di alcune organizzazioni e aziende (dirigenti, professionisti degli appalti e delle forniture, addetti alla pubblicità) che tra gli studenti universitari o tra le persone della comunità generale (12,9 vs. 8,1% e 1,9% rispettivamente). A sua volta, la prevalenza tra gli studenti universitari è significativamente superiore a quella tra le persone della comunità generale (8,1 vs 1,9%). La più alta prevalenza di psicopatia tra i lavoratori di alcune organizzazioni e aziende si basa sui dati di soli tre studi con un campione totale di 668 persone e dovrebbe, quindi, essere presa con una certa cautela. Tuttavia, questo risultato è coerente con la letteratura scientifica che propone che la psicopatia sia più prevalente in alcune professioni (es. imprenditori, manager, politici, investitori, venditori, chirurghi, avvocati, impiegati di telemarketing) in cui le caratteristiche di personalità che definiscono la psicopatia potrebbero anche facilitare il loro successo in queste professioni". Vi è un'estesa presenza di tre tratti malevoli nella personalità di individui apparentemente normali. Questi tratti a volte si mescolano tra loro e vanno a costituire uno stile interpersonale definibile come "insensibile-manipolativo". Tali tratti individuano la Triade oscura della personalità. Questo termine popolare è stato coniato nel 2002 dagli psicologi Delroy L Paulhus e Kevin M Williams, la Triade oscura (Dark Triad) si riferisce a tre tratti della personalità insolitamente negativi: narcisismo, psicopatia e machiavellismo. Sembra comunque che la violenza sia stata, all'origine della storia umana, molto più frequente, e che sia stata ridotta con il ricorso all'esecuzione capitale. Giuseppe Remuzzi, nel suo libro "Le impronte del signor Neanderthal" scrive: "Resti fossili che risalgono a 200mila anni fa dimostrano una riduzione dell'impronta anatomica del cranio associata all'aggressività e questo fa pensare a eventi capaci di tenere sotto controllo l'aggressività reattiva che si sono probabilmente manifestati nella seconda metà del Pleistocene."
psicopatologia
I'm ungovernable, and I'm proud of it.
Punto chiave di questa pagina
LA TRIADE OSCURA: A proposito della normalità, e dell'enorme diffusione, di tratti sgradevoli della personalità tra la gente comune, lo psicoanalista Giorgio Majorino scrive: "A cavallo tra la fine del secolo scorso e quello attuale, la grande preoccupazione degli psicologi americani, non a caso, si focalizzò sulle caratteristiche così dette sub-cliniche (cioè non patologiche e cioè “normali”) dei soggetti con caratteristiche un po’ eccessive, si fa per dire, degli atteggiamenti e dei comportamenti. Così D.L.Paulhus ed altri ipotizzarono che si potessero concettualizzare tre costrutti che pur non sovrapponendosi, influenzavano globalmente le persone nei loro vissuti e nelle loro azioni. I tre costrutti erano il Narcisismo, basato sulla sovrastima di sé e sul sentimento di grandiosità, il Machiavellismo, relativo alla strumentalizzazione e manipolazione degli altri per raggiungere i propri scopi e, infine, la Psicopatologia (non patologica) basata sull’antisocialità, mancanza di identificazione, impulsività sadico-aggressiva. E chiamarono l’insieme di questi costrutti Dark Triad of Personality: Triade Oscura della Personalità. [...] Ci si può chiedere: quale sia il loro peso relativo al carattere di chi esercita in tutti i modi possibili, funzioni di potere? E più specificatamente, quanto la personalità dei vari politici ne determina l’influenza e, addirittura, attiri il consenso? Anche perché è molto facile considerare un Hitler un pazzo delirante e così anzi dargli l’attenuante clinica della follia. Coloro che poveretti soffrono di disturbi mentali gravi, sono, purtroppo, una ben altra cosa. Il Fuhrer era una persona intelligentissima dotata di una memoria straordinaria, estremamente capace di produrre argomentazioni logiche ed efficaci. Eventualmente era la sua Triade Oscura a condizionarlo e, a condizionare chi lo seguiva (sembra la grande maggioranza del popolo tedesco)."
Punti di riflessione
La maggior parte dei disturbi psichiatrici non compare improvvisamente nell'età adulta; hanno esordio nell'infanzia e nell'adolescenza, sono persistenti e sono altamente comorbili (~60%) nel tempo. In linea con questi fatti, i modelli attuali affermano che la struttura latente della psicopatologia è rappresentata al meglio da un fattore psicopatologico generale ("P") che cattura caratteristiche comuni attraverso vari spettri di disturbo e fattori specifici di interiorizzazione ed esternalizzazione che catturano caratteristiche uniche. (Alva Tang)
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Sulla base di un campione totale di 11.497 persone, si può stimare che la prevalenza della psicopatia nella popolazione adulta generale sia del 4,5%. (Ana Sanz-Garcia)

Può essere che la socializzazione e l'inculturazione nei paesi europei sopprimano lo sviluppo di alcuni tratti della personalità psicopatica, o che quei processi sociali nei paesi nordamericani facilitino lo sviluppo di alcuni tratti della personalità psicopatica. C'è anche la possibilità che entrambe le spiegazioni siano valide. (Ana Sanz-Garcia)
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Sbagliare è umano, ma è assurdo perseverare nell’errore (errare humanum est, perseverare autem diabolicum) (Sant’Agostino d’Ippona)
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La correlazione tra salute mentale e longevità è chiara; l'Organizzazione Mondiale della Sanità indica che c'è una riduzione dell'aspettativa di vita di 10-25 anni nei pazienti con gravi disturbi mentali e un rischio di morte 1,8 volte maggiore associato alla depressione. Inoltre, uno studio dell'Università di Oxford ha scoperto che molte malattie mentali riducono l'aspettativa di vita più del fumo pesante. C'è una ripresa nella ricerca di nuove terapie per la salute mentale, nel trattamento delle malattie, piuttosto che nel semplice miglioramento dei loro sintomi. (Eleonora Garth)
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La buona notizia è che gli psicopatici che uccidono altri umani sono dei casi rari e rappresentano quindi un piccolo gruppo. La maggioranza di loro riesce a passare quasi inosservata all’occhio pigro dell’uomo perché, appunto, non commette in pubblico una qualsiasi forma di violenza. La brutta notizia è che ciò rende più difficile individuarli in mezzo a una folla e quindi è più facile ritrovarseli di fronte. (Carlo Balestriere)
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Nonostante le loro origini diverse, le personalità che compongono questa "Dark Triad" condividono una serie di caratteristiche. A vari livelli, tutti e tre comportano un carattere socialmente malevolo con tendenze comportamentali all'autopromozione, freddezza emotiva, doppiezza e aggressività. Nella letteratura clinica, i collegamenti tra la triade sono stati notati da tempo (es. Hart & Hare, 1998). Il recente sviluppo di misure non cliniche di tutti e tre i costrutti ha consentito la valutazione delle associazioni empiriche nelle popolazioni normali. Di conseguenza, ci sono ora prove empiriche per la sovrapposizione di (a) machiavellismo con psicopatia, (b) narcisismo con psicopatia, e (c) machiavellismo con narcisismo. (Delroy L Paulhus,  Kevin M Williams)
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Gli studi che confrontano gemelli identici e non identici suggeriscono una componente genetica relativamente ampia sia per il narcisismo che per la psicopatia, sebbene il machiavellismo sembri essere più dovuto all'ambiente: potresti imparare a manipolare dagli altri. Qualunque cosa abbiamo ereditato, però, non può toglierci la nostra responsabilità personale. (David Robson)

I disturbi mentali sono alterazioni psicologiche e/o comportamentali relative alla personalità dell'individuo che causano pericolo o disabilità e non fanno parte del normale sviluppo psichico della persona. (Le alterazioni più note sono: ansia, ipocondria, anoressia, bulimia, iperattività, schizofrenia, abuso di sostanze, comportamento antisociale, disturbo narcisistico, egocentrismo, comportamenti schizoidi, ecc.)
Cos'è un disturbo mentale e qual è l'incidenza nella popolazione

Wikipedia cita: "In psicologia e psichiatria un disturbo psichico o mentale è una condizione patologica che colpisce la sfera comportamentale, relazionale, cognitiva o affettiva di una persona in modo disadattativo, vale a dire sufficientemente forte da rendere problematica la sua integrazione socio-lavorativa e/o causargli una sofferenza personale soggettiva. Quando il disagio diventa particolarmente importante, disadattativo, durevole o invalidante si parla spesso di malattia mentale. Le malattie mentali sono dunque alterazioni psicologiche e/o comportamentali relative alla personalità dell'individuo che causano pericolo o disabilità e non fanno parte del normale sviluppo psichico della persona. I modelli strutturali della malattia mentale delineano le principali dimensioni fenotipiche della psicopatologia. Questi modelli basati sull'evidenza, come la tassonomia gerarchica della psicopatologia, sono pronti a integrare - e persino a soppiantare - i sistemi diagnostici categoriali nelle arene di ricerca, valutazione e trattamento.
Modello di lavoro del consorzio HiTOP (Hierarchical Taxonomy of Psychopathology)
Modello di lavoro del consorzio HiTOP (Hierarchical Taxonomy of Psychopathology). I costrutti più in alto nella figura sono più ampi e più generali, mentre i costrutti più in basso nella figura sono più stretti e più specifici. Le linee tratteggiate denotano elementi provvisori che richiedono ulteriori studi. Al livello più basso della gerarchia (es. tratti e componenti sintomatologiche), ai fini euristici, segni e sintomi concettualmente correlati (es. fobia) sono indicati in grassetto, con manifestazioni specifiche indicate tra parentesi. Abbreviazioni: ADHD, disturbo da deficit di attenzione/iperattività; GAD, disturbo d'ansia generalizzato; IED, disturbo esplosivo intermittente; MDD, disturbo depressivo maggiore; DOC, disturbo ossessivo-compulsivo; DISPARI, disturbo oppositivo provocatorio; SAD, disturbo d'ansia da separazione; PD, disturbo di personalità; disturbo da stress post-traumatico. (Cliccare per approfondire)
L'inibizione comportamentale infantile spesso predice la personalità e gli esiti sociali degli adulti che diventeranno
psicopatologia
Modello (per l'intera vita) delle influenze temperamentali sulla personalità e sullo sviluppo socio-emotivo, nonché sui processi. *I test empirici del percorso B sono stati ipotizzati solo per gli esiti di salute mentale
Che tipo di bambino sei stato?
Il temperamento si riferisce a differenze individuali stabili nella reattività comportamentale ed emotiva osservate nell'infanzia che servono come basi per la personalità successiva. Un tratto temperamentale onnipresente che è ereditabile e conservato nella nostra storia evolutiva è l'inibizione comportamentale (BI). Negli esseri umani, i bambini identificati con "BI" sono caratterizzati dalle loro risposte eccessivamente caute, paurose ed evitanti a persone, oggetti e situazioni non familiari rispetto ai bambini non inibiti. Allo stesso modo, in tutte le specie di animali non umani, la BI è catturata da comportamenti neofobici e timidi. La natura duratura di questo tratto è evidenziata nella sua moderata stabilità dalla prima infanzia all'infanzia di mezza età. È noto che la BI influenza il funzionamento sociale ed emotivo dell'infanzia, poiché i bambini inibiti mostrano difficoltà nelle interazioni con i coetanei, esprimono ritiro sociale e corrono un rischio da 4 a 6 volte maggiore di sviluppare disturbi d'ansia, in particolare ansia sociale sebbene solo circa il 40% svilupperà questi disturbi. Questi risultati prefigurano difficoltà legate ai risultati psicosociali nell'età adulta, un periodo con nuove sfide nel raggiungimento dell'indipendenza finanziaria, degli obiettivi professionali e nel mantenimento di molteplici relazioni sociali. Tuttavia, si sa poco delle conseguenze del corso della vita dei bambini che hanno iniziato la vita con un temperamento inibito perché gli studi longitudinali a lungo termine sono rari e costosi
Quale psicopatologia rappresenta il personaggio di Joker?
sociopatia
Il DSM-5 afferma che la schizofrenia è un disturbo mentale grave e cronico caratterizzato da disturbi del pensiero, della percezione e del comportamento. La diagnosi di schizofrenia implica il riconoscimento di una serie di sintomi che hanno un impatto negativo sul proprio funzionamento sociale o lavorativo. Tali sintomi includono allucinazioni e delusioni, linguaggio disorganizzato, comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico e ridotta espressione emotiva. (Cliccare per approfondire)
I tratti della sociopatia, così diffusi in società, pur con manifestazioni, spesso non gravi
Nel descrivere i tratti della sociopatia, che talvolta ognuno può facilmente riscontrare nella società in cui vive, la psicologa Eleonora Stopani scrive:

Nel campo della psichiatria e della psicoterapia, la sociopatia viene definita con il termine “disturbo antisociale di personalità“. Si indica una patologia che impedisce all’individuo di adattarsi agli standard etici e comportamentali della propria comunità socio-culturale di appartenenza.
Un sociopatico può diventare una minaccia, mostrare atteggiamenti criminali, organizzare sette pericolose e/o causare danni a se stesso e agli altri.
Una persona può mostrare diversi segni di sociopatia, come assenza di rimorso, disprezzo per la legge e abitudine a mentire e manipolare.

Ella presenta (vedi bibliografia) un elenco delle caratteristiche del sociopatico:

  • Disprezzo per le leggi e per le usanze sociali
  • Incapacità di riconoscere i diritti degli altri
  • Incapacità di provare rimorso o senso di colpa
  • Tendenza ad assumere comportamenti e atteggiamenti controllanti, manipolativi e, spesso, violenti
  • disonestà: il soggetto mente, usa falsi nomi, truffa gli altri
  • impulsività o incapacità di pianificare
  • irritabilità e aggressività
  • incapacità di far fronte a obblighi finanziari o di sostenere un’attività lavorativa con continuità
  • mancanza di rimorso
  • l’individuo ha almeno 18 anni
  • presenza di un disturbo della condotta con esordio precedente ai 15 anni
  • il comportamento antisociale non si manifesta esclusivamente durante un episodio maniacale o nel decorso della schizofrenia
  • Nervosismo
  • Tendenza all’ira
  • Scarsa istruzione
  • Solitudine
  • Incapacità a conservare un impiego o a restare nello stesso posto per troppo tempo
  • Ogni crimine commesso è disorganizzato e spontaneo, senza pianificazione
  • Incapacità di pianificare si traduce spesso in una sistematica non autosufficienza economica
  • Irresponsabilità finanziaria indicata, ad esempio, dall’incapacità di provvedere al supporto dei figli e dall’accumulo sistematico di debiti
Quali valori vengono incoraggiati nei bambini in ogni società?
Il sito Visual Capitalist (vedi bibliografia 2022) ha effettuato un'analisi dei valori che ogni popolazione cerca di instillare nei bambini.
Molti dei valori a cui diamo la priorità da adulti ci sono stati instillati durante i giorni della nostra infanzia. Il ricercatore Anders Sundell ha illustrato i valori più importanti che le persone pensano che i bambini dovrebbero imparare a casa, in più di 80 paesi diversi. Sundell ha utilizzato i dati del World Values ​​Survey, un sondaggio internazionale che intervista centinaia di migliaia di partecipanti da tutto il mondo. Agli intervistati è stato chiesto di raccogliere fino a cinque qualità che ritengono siano le più desiderabili che i bambini abbiano: Buone maniere, Indipendenza, Lavoro duro, Sensazione di responsabilità, Immaginazione, Tolleranza e rispetto per le altre persone, Parsimonia e risparmio di denaro, Determinazione e perseveranza, Fede religiosa, Altruismo, Obbedienza. Sundell ha preso i dati del sondaggio e ha calcolato la proporzione di persone in ogni paese che ha selezionato ciascuna qualità. Da lì, ha preso le qualità migliori e ha creato tre grafici di trama separati per mostrare il contrasto tra loro. Viene mostrato solo un grafico, per gli altri due andare all'articolo.
Differenze di incoraggiamento verso valori (nel mondo) : indipendenza vs obbedienza
I paesi nordici apprezzano molto l'indipendenza e ritengono che l'obbedienza sia una qualità meno importante da instillare nei bambini.
Cosa succede a un bambino "inibito" man mano che invecchia
E' noto che la patologia mentale è un problema di disadattamento al proprio ambiente. Il temperamento delle persone è stato esaminato in uno studio durato tre decenni da un gruppo di psicologi e ricercatori tra i quali Alva Tang che hanno scritto (vedi bibliografia 2020):

I ricercatori hanno a lungo considerato le qualità temperamentali come predisposizioni biologiche; sono tratti duraturi che non semplicemente scompaiono; e che hanno posto le basi per lo sviluppo di una personalità più ricca. Tuttavia, pochi studi sono stati in grado di mostrare queste relazioni empiriche e nessuno studio ha esaminato queste relazioni usando il temperamento nel primo anno di vita. Questo studio longitudinale prospettico utilizza le osservazioni comportamentali della BI (Behavioral Inibition) infantile a 14 mesi di età e dati che coprono 26 anni per esaminare come il temperamento modella i risultati del corso della vita degli adulti. I nostri risultati hanno rivelato tre risultati notevoli. In primo luogo, riportiamo la continuità tra il temperamento infantile e la personalità adulta sulla base di differenze interindividuali (cioè, cambiamento relativo tra persone), piuttosto che differenze intraindividuali (cioè, cambiamenti all'interno di una persona nello stesso tratto), nel tempo. Cioè, i bambini altamente inibiti si classificavano ancora più in alto in una personalità riservata/introversa, interiorizzando la psicopatologia, e si classificavano più in basso nel funzionamento sociale 25 anni dopo, rispetto ai bambini meno inibiti. [...] Come viene preservata la continuità tra un temperamento infantile inibito e una personalità adulta riservata? I modelli di durata della vita dello sviluppo della personalità affermano che la stabilità e il cambiamento nella personalità sono mantenuti da processi transazionali (cioè interazioni bidirezionali) tra l'individuo, l'ambiente e gli eventi casuali della vita. Il lavoro precedente enfatizza il ruolo di due processi evolutivi concomitanti che collegano il temperamento precoce alla personalità successiva: continuità cumulativa e interazionale. La continuità cumulativa risulta da un accumulo della propria predisposizione. Ad esempio, i bambini BI che sono timorosi e ansiosi di nuove interazioni sociali possono scegliere di evitare le interazioni tra pari per alleviare la loro ansia, che a sua volta riduce le opportunità di apprendimento sociale e perpetua il ritiro sociale così come l'introversione. Man mano che le persone invecchiano, la personalità può diventare sempre più stabile a causa dell'accumulo e del rinforzo di esperienze coerenti selezionate o create dagli individui. A differenza della continuità cumulativa, la continuità interazionale riflette i modi in cui gli individui evocano e ricevono risposte nell'ambiente in modo reciproco. Ad esempio, i bambini BI possono essere cresciuti da genitori che tendono ad agire in modi iperprotettivi quando i bambini BI appaiono timorosi. Questi genitori possono rispondere limitando l'autonomia del bambino in modi che rafforzano la tendenza preesistente del bambino a comportarsi in modo passivo e a ritirarsi dalle interazioni sociali.
In secondo luogo, abbiamo testato simultaneamente dimensioni psicopatologiche specifiche e comuni e integrato una misura neurofisiologica in un modello predittivo per fornire informazioni sui processi psicologici alla base dei diversi percorsi di sviluppo dei bambini BI. A livello descrittivo, i nostri risultati estendono studi precedenti per dimostrare che la BI infantile predice specificamente la psicopatologia interiorizzante (cioè ansia e depressione), ma non esteriorizzante o generale, nell'età adulta. Questi effetti duraturi riflettono in parte il decorso persistente dei disturbi d'ansia infantili, che spesso reprimono e predicono l'insorgenza di altri disturbi d'ansia e depressivi nella giovane età adulta. In terzo luogo, non abbiamo trovato prove che la BI infantile predicesse difficoltà nei risultati di istruzione/carriera o relazioni sentimentali nell'età adulta. Risultati misti sono stati riportati nella letteratura esistente, che possono essere attribuiti a differenze metodologiche (ad esempio, misurando i tempi rispetto al verificarsi di eventi), o ritardi in attività degli adulti (es. matrimonio, genitorialità, investimenti nell'istruzione avanzata), osservati nelle ultime generazioni che potrebbero mascherare potenziali effetti del temperamento. In alternativa, queste relazioni nulle possono indicare che, sebbene i bambini con BI siano maggiormente a rischio di interiorizzare la psicopatologia e peggiori esiti sociali in alcuni domini, sono in generale in grado di funzionare efficacemente nella società.
Sorprendente può essere il risultato che tra gli studenti universitari c'è una maggiore prevalenza di psicopatia che tra le persone dell'intera comunità. Si potrebbe ipotizzare che tra gli studenti universitari di determinate professioni potrebbero esserci più persone con tratti psicopatici (es. studenti in economia e gestione aziendale, marketing), ma si potrebbe anche ipotizzare che tra gli studenti universitari di altre professioni, potrebbero esserci più persone con tratti meno psicopatici e caratterizzate, al contrario, da alti livelli di empatia, altruismo, candore, fiducia, umiltà e responsabilità (es. studenti delle professioni sanitarie, del lavoro sociale e di altre professioni strettamente legate all'aiutare). Infatti, in uno studio di Hassall et al. (2015), è stato riscontrato che gli studenti universitari di business, rispetto agli studenti universitari di psicologia, hanno mostrato livelli significativamente più elevati nei quattro fattori di psicopatia misurati dall'SRP - III ( Paulhus et al., 2016 ). Purtroppo questo lavoro non ha fornito dati sulla prevalenza della psicopatia nei due gruppi di studenti universitari. Inoltre, nello studio di Dutton (2012), tra le 10 professioni con livelli più elevati di tratti psicopatici, ve ne sono alcune che richiedono un titolo universitario (es. avvocato, chirurgo, giornalista) e, parimenti, tra le 10 professioni con livelli più bassi di tratti psicopatici, ce n'erano anche diverse che richiedevano un titolo universitario (es. infermiere, insegnante, medico)
Qual è la prevalenza di psicopatia nella popolazione adulta generale
La psicologa Ana Sanz-Garcia e i suoi colleghi (vedi bibliografia 2021), hanno effettuato una meta-analisi di 15 studi allo scopo di individuare il tasso di psicopatia nella popolazione mondiale, e hanno trovato che esso è del 4,5%. Essi scrivono:
L'obiettivo principale di questo studio era quello di ottenere una stima della prevalenza della psicopatia nella popolazione adulta generale e, in questo senso, a nostra conoscenza, si tratta della prima revisione sistematica o meta-analitica effettuata su questo argomento. A seguito di una ricerca approfondita nella letteratura scientifica, sono stati trovati 15 studi empirici che avevano calcolato la frequenza della psicopatia in campioni della popolazione adulta generale, inclusi campioni di comunità, organizzazioni e studenti universitari. Questi studi hanno utilizzato strumenti e procedure adeguatamente descritti per valutare e definire la psicopatia. Dopo aver calcolato la media congiunta dei loro risultati con procedure meta-analitiche, sulla base di un campione totale di 11.497 persone, si può stimare che la prevalenza della psicopatia nella popolazione adulta generale sia del 4,5%.

Gli autori dello studio si sono chiesti anche quali fattori influenzassero l'insorgere di psicopatologie, scrivendo:

Come ci si poteva aspettare, questa prevalenza è molto inferiore a quella riscontrata nei campioni ottenuti in contesti forensi o carcerari. Ad esempio, nella meta-analisi di (Fox e DeLisi (2019), è stato riscontrato che la prevalenza media della psicopatia tra i criminali di omicidio potrebbe essere stimata al 27,8 o al 34,4%, a seconda del criterio utilizzato per definire la psicopatia con il PCL-R (punteggio cut-off di 30 contro 25, rispettivamente). Nella seconda edizione del manuale PCL-R (Hare, 2003a), la prevalenza della psicopatia, basata su un punteggio di cut-off di 30, era del 15,7% per i maschi ( Nicholls et al., 2005) e del 10,3% per le femmine (Guay et al., 2018) nei campioni normativi di prigionieri nordamericani. Tuttavia, sebbene la prevalenza media della psicopatia nella popolazione generale sia chiaramente inferiore a quella riscontrata nella popolazione del reato o carceraria, i tassi di prevalenza della psicopatia nella popolazione generale ottenuti negli studi esaminati in questo lavoro mostrano notevoli variazioni, che vanno da un minimo dello 0% fino a un massimo del 21%. Infatti, i risultati ottenuti in termini di statistiche I e Q hanno confermato che l'eterogeneità degli studi era statisticamente significativa. Queste variazioni dipendono da molti fattori, come il ruolo del tipo di strumento utilizzato per definire la psicopatia, il sesso dei partecipanti, il tipo di campione della popolazione generale e il paese di origine dei partecipanti. Questi fattori sono stati analizzati in questo lavoro. In questo senso, i risultati del presente lavoro indicano che i primi tre fattori, ma non il paese di origine, sembrano avere un impatto significativo sulla prevalenza della psicopatia. A seconda dello strumento scelto, del sesso dei partecipanti o del tipo di campione selezionato, i dati di prevalenza possono raddoppiare, triplicare o quadruplicare i dati rilevati con uno strumento diverso o con partecipanti di altro sesso o di una diversa sottopopolazione della popolazione generale. Inoltre, In particolare, i risultati di questo lavoro indicano che, utilizzando il PCL-R (o una qualsiasi delle sue versioni), strumento attualmente considerato il gold standard per la valutazione e la definizione della psicopatia, si può stimare che la prevalenza di psicopatia nella popolazione adulta generale è solo dell'1,2%. Tuttavia, se vengono utilizzati altri strumenti, come l'auto-segnalazione di tratti di personalità psicopatici come l'LSRP ( Levenson et al., 1995 ) o l'SRP nelle loro diverse versioni (SRP-II, SRP-III e SRP-SF; Hare , 1990 ; Paulhus et al., 2016 ), la stima della prevalenza della psicopatia nella popolazione adulta generale quadruplica, raggiungendo il 5,4%.

Poi si sono chiesti in quali professioni la psicopatologia è più diffusa:

Un altro risultato interessante di questo lavoro ha a che fare con la scoperta di differenze nella prevalenza della psicopatia tra diversi gruppi di adulti nella popolazione generale. In particolare, questa revisione ha rilevato che la prevalenza della psicopatia è significativamente più alta tra i lavoratori di alcune organizzazioni e aziende (dirigenti, dirigenti, professionisti degli appalti e delle forniture, addetti alla pubblicità) che tra gli studenti universitari o tra le persone della comunità generale (12,9 vs. 8,1% e 1,9% rispettivamente). A sua volta, la prevalenza tra gli studenti universitari è significativamente superiore a quella tra le persone della comunità generale (8,1 vs 1,9%).
La più alta prevalenza di psicopatia tra i lavoratori di alcune organizzazioni e aziende si basa sui dati di soli tre studi con un campione totale di 668 persone e dovrebbe, quindi, essere presa con una certa cautela. Tuttavia, questo risultato è coerente con la letteratura scientifica che propone che la psicopatia sia più prevalente in alcune professioni (es. imprenditori, manager, politici, investitori, venditori, chirurghi, avvocati, impiegati di telemarketing) in cui le caratteristiche di personalità che definiscono la psicopatia potrebbero anche facilitare il loro successo in queste professioni ( Hare, 2003b ; Dutton, 2012 ; Babiak e Hare, 2019 ; Fritzon et al., 2020 ).
Quali professioni mostrano i più alti tassi di psicopatia?
La più alta prevalenza di psicopatia tra i lavoratori di alcune organizzazioni e aziende si basa sui dati di soli tre studi con un campione totale di 668 persone e dovrebbe, quindi, essere presa con una certa cautela. Tuttavia, questo risultato è coerente con la letteratura scientifica che propone che la psicopatia sia più prevalente in alcune professioni (es. imprenditori, manager, politici, investitori, venditori, chirurghi, avvocati, impiegati di telemarketing) in cui le caratteristiche di personalità che definiscono la psicopatia potrebbero anche facilitare il loro successo in queste professioni
La Triade oscura: i tratti di personalità malevoli si creano in famiglia
A proposito della normalità, e dell'enorme diffusione, di tratti sgradevoli della personalità tra la gente comune, lo psicoanalista Giorgio Majorino scrive (vedi bibliografia 2018):

A cavallo tra la fine del secolo scorso e quello attuale, la grande preoccupazione degli psicologi americani, non a caso, si focalizzò sulle caratteristiche così dette sub-cliniche (cioè non patologiche e cioè “normali”) dei soggetti con caratteristiche un po’ eccessive, si fa per dire, degli atteggiamenti e dei comportamenti. Così D.L.Paulhus ed altri ipotizzarono che si potessero concettualizzare tre costrutti che pur non sovrapponendosi, influenzavano globalmente le persone nei loro vissuti e nelle loro azioni. I tre costrutti erano il Narcisismo, basato sulla sovrastima di sé e sul sentimento di grandiosità, il Machiavellismo, relativo alla strumentalizzazione e manipolazione degli altri per raggiungere i propri scopi e, infine, la Psicopatologia (non patologica) basata sull’antisocialità, mancanza di identificazione, impulsività sadico-aggressiva. E chiamarono l’insieme di questi costrutti Dark Triad of Personality: Triade Oscura della Personalità. [...] Ci si può chiedere: quale sia il loro peso relativo al carattere di chi esercita in tutti i modi possibili, funzioni di potere? E più specificatamente, quanto la personalità dei vari politici ne determina l’influenza e, addirittura, attiri il consenso? Anche perché è molto facile considerare un Hitler un pazzo delirante e così anzi dargli l’attenuante clinica della follia. Coloro che poveretti soffrono di disturbi mentali gravi, sono, purtroppo, una ben altra cosa. Il Fuhrer era una persona intelligentissima dotata di una memoria straordinaria, estremamente capace di produrre argomentazioni logiche ed efficaci. Eventualmente era la sua Triade Oscura a condizionarlo e, a condizionare chi lo seguiva (sembra la grande maggioranza del popolo tedesco).

Vi è dunque un'estesa presenza di tre tratti malevoli nella personalità di individui apparentemente normali. Questi tratti a volte si mescolano tra loro e vanno a costituire uno stile interpersonale definibile come "insensibile-manipolativo". Tali tratti individuano la Triade oscura della personalità.
Questo termine popolare è stato coniato nel 2002 dagli psicologi Delroy L Paulhus e Kevin M Williams, la Triade oscura (Dark Triad) si riferisce a tre tratti della personalità insolitamente negativi: narcisismo, psicopatia e machiavellismo. Gli ultimi due sono più connessi l'uno all'altro che con i narcisisti.


Lo psicologo Daniele Sasso scrive (vedi bibliografia 2020):

Machiavellismo, narcisismo e psicopatia. Sarebbero queste le tre componenti di quella che viene definita come triade oscura di personalità, un costrutto da molto tempo studiato in diversi ambiti della psicologia che vanno dalla criminologia alla gestione delle risorse umane negli ambiti lavorativi. Essendo per natura multicomponenziale, la triade oscura è stata concettualizzata attraverso almeno un secolo di ricerca inerente a tutti e tre i tratti che la determinano. Nonostante questo, è possibile scomporre tali tratti, almeno dal punto di vista concettuale:

  • Machiavellismo: può essere considerato come il tratto tipico di persone che tendono a sfruttare e a manipolare gli altri, il quale spesso si caratterizza per comportamenti ingannevoli mirati a favorire gli interessi personali e dal totale disprezzo per ogni forma di moralità.

  • Narcisismo: una personalità narcisista comprende un senso di grandiosità e di orgoglio personale che portano alla totale mancanza di empatia verso il prossimo, in virtù di uno status percepito superiore a chiunque altro, e quindi meritevole di un trattamento privilegiato.

  • Psicopatia: potremmo considerare come emblema della psicopatia la tendenza alla totale mancanza di rimorso a seguito di comportamenti basati sull’insensibilità, l’egoismo e l’antisocialità.

    Come spesso accade, inoltre, diverse ricerche basate sull’immensa letteratura psicoanalitica inerente all’argomento hanno potuto confermare come le prime esperienze durante l’infanzia, soprattutto legate al rapporto con le prime figure di attaccamento, possano essere considerate la base fondamentale dello sviluppo di questi tratti “oscuri”. Esperienze traumatiche, abusi e indifferenza nei primi anni di vita rappresentano, come spesso accade per diverse psicopatologie, il fattore ambientale che più di ogni altro è in grado di distorcere la percezione del sé e del mondo circostante, portando gli individui a “staccarsi” emotivamente dagli altri, così come dai propri sentimenti.
    Nel contesto lavorativo, la triade oscura è stata più volte ricollegata ad atteggiamenti volti alla conquista di potere a discapito dei propri colleghi, attraverso l’uso della manipolazione (machiavellismo), del proprio aspetto fisico (narcisismo), fino a minacce sul posto di lavoro (psicopatia).
    Un studio del 2013, infine, ha potuto appurare come effettivamente le persone abituate a comportarsi come troll sul web tendano all’antisocialità e al sadismo riscontrabili anche in persone con tratti di personalità tipici della triade oscura.
Vi è un'estesa presenza di TRE tratti malevoli nella personalità di individui apparentemente normali. Questi tratti a volte si mescolano tra loro e vanno a costituire uno stile interpersonale definibile come "INSENSIBILE-MANIPOLATIVO". Tali tratti individuano la Triade oscura della personalità. Ad esempio è molto facile considerare Adolf Hitler un pazzo delirante e così dargli l’attenuante clinica della follia. Coloro che poveretti soffrono di disturbi mentali gravi, sono, purtroppo, ben altra cosa. Hitler, probabilmente, era solo una persona mediamente intelligente, dotata di una memoria straordinaria, estremamente capace di produrre argomentazioni logiche ed efficaci, con dei tratti di psicopatia che emersero nei suoi comportamenti. Eventualmente era la sua Triade Oscura a condizionarlo e, soprattutto, purtroppo, a condizionare chi lo seguiva (sembra la grande maggioranza del popolo tedesco)
Origine dei comportamenti violenti nella preistoria e pena capitale
Le origini dei comportamenti violenti (anche al giorno d'oggi: bullismo, stalking, omicidio, ecc.) vanno ricercati molto indietro nel tempo. Secondo i neurobiologi addirittura centinaia di migliaia di anni fa, quindi nel genoma di ognuno di noi. Il neuroscienziato Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, li descrive nei dettagli nel suo pregevole libro "Le impronte del signor Neanderthal". Egli scrive, nel capitolo "Le due aggressività dell'uomo" (pp.85-93), della presenza di due tipi di aggressività negli uomini e negli scimpanzè: quella proattiva (che si esercita senza una vera ragione ed è sempre premeditata) e quella reattiva (che esplode in rapporto a stati d'ansia, frustrazione e paura e non è mai premeditata):

L'autore del lavoro, l'antropologo e primatologo Richard Wrangham (vedi articolo in bibliografia 2017), sostiene che in passato il dibattito su questi temi potrebbe essere stato viziato dal fatto che filosofi, sociologi e antropologi sono sempre partiti dal presupposto che tutte le violenze fossero uguali. A pensarci bene però, scrive Wrangham, non è affatto detto che le cose stiano così, ci potrebbero essere diversi tipi di violenza, e allora alla domanda se l'uomo sia naturalmente violento o lo diventi, una prima risposta potrebbe essere: dipende dal tipo di violenza di cui parliamo. [...] Anche se l'aggressività proattiva e reattiva possono coesistere nello stesso individuo, è più frequente il caso di persone con forme di aggressività prevalentemente proattiva o prevalentemente reattiva e saper distinguere tra questi fenotipi sarà prezioso per affrontare il problema delle basi biologiche di fenomeni quali bullismo, violenza domestica, omicidi, stragi di massa e, ancora di più, guerre. E a prevedere i comportamenti e la risposta ai farmaci; per esempio gli adolescenti con forme di aggressività proattiva ricadono più spesso negli stessi comportamenti, tendono a non trarre vantaggio dalle cure, hanno più frequentemente disturbi psichici, inoltre le manifestazioni di aggressività proattiva raramente si riducono in età adulta. [...]
Resti fossili che risalgono a 200mila anni fa dimostrano una riduzione dell'impronta anatomica del cranio associata all'aggressività e questo fa pensare a eventi capaci di tenere sotto controllo l'aggressività reattiva che si sono probabilmente manifestati nella seconda metà del Pleistocene. E' possibile che gli scimpanzé e anche gli uomini attraverso le guerre abbiano avuto vantaggi evolutivi dall'aggressività proattiva, cioè più territori conquistati, maggiori risorse e, in tempi più recenti, più soldi e maggiore benessere per chi vinceva. L'aggressività reattiva invece sarebbe stata tenuta sotto controllo dall'organizzazione della società soprattutto attraverso il ricorso alla pena capitale che era già in voga 60mila anni fa, prima che l'Homo Sapiens lasciasse l'Africa per avventurarsi in Europa e nelle Americhe. A questo punto è persino possibile ipotizzare che la pena capitale fosse servita per eliminare gli individui più aggressivi selezionando geneticamente chi era meno portato alla violenza. Che i nostri antenati eliminassero quelli che violavano le regole si sapeva da tempo, adesso si scopre che succedeva già migliaia di anni fa, prima ancora che comparisse l'Homo Sapiens.
Giuseppe Remuzzi scrive: "Resti fossili che risalgono a 200mila anni fa dimostrano una riduzione dell'impronta anatomica del cranio associata all'aggressività e questo fa pensare a eventi capaci di tenere sotto controllo l'aggressività reattiva che si sono probabilmente manifestati nella seconda metà del Pleistocene." Sembra quindi che molto presto, nella storia dell'umanità, gli individui geneticamente più violenti siano stati eliminati. La violenza cui si assiste oggi è probabilmente il residuo di violenze, un tempo maggiori...
Lo scrittore Philip K. Dick, genio psicopatico
Philip K. Dick è uno degli autori più adattati al cinema di sempre: Blade Runner, Atto di Forza, Paycheck, Minority Report sono i primi nomi che vengono in mente, ma sono almeno una decina i racconti che Hollywood ha trasformato, anche stravolgendoli, in film.
psicopatologia
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Conclusioni (provvisorie): Il tasso di psicopatia (con vari tipi di disturbi) nella popolazione mondiale, e stato stimato nel 4,5%
E' noto che la patologia mentale è un problema di disadattamento al proprio ambiente. Spesso scopriamo con sorpresa, in qualche particolare occasione, che alcune delle persone che frequentiamo assumono regolarmente psicofarmaci. Eppure, a uno sguardo superficiale, sembravano persone equilibrate... Le malattie mentali sono dunque alterazioni psicologiche e/o comportamentali relative alla personalità dell'individuo che causano pericolo o disabilità e non fanno parte del normale sviluppo psichico della persona. Il temperamento delle persone è stato esaminato in uno studio durato tre decenni da un gruppo di psicologi e ricercatori tra i quali Alva Tang che hanno scritto: "I ricercatori hanno a lungo considerato le qualità temperamentali come predisposizioni biologiche; sono tratti duraturi che non semplicemente scompaiono; e che hanno posto le basi per lo sviluppo di una personalità più ricca. Questo studio longitudinale prospettico utilizza le osservazioni comportamentali della BI (Behavioral Inibition) infantile a 14 mesi di età e dati che coprono 26 anni per esaminare come il temperamento modella i risultati del corso della vita degli adulti. Man mano che le persone invecchiano, la personalità può diventare sempre più stabile a causa dell'accumulo e del rinforzo di esperienze coerenti selezionate o create dagli individui". La psicologa Ana Sanz-Garcia e i suoi colleghi, hanno effettuato nel 2021 una meta-analisi di 15 studi allo scopo di individuare il tasso di psicopatia nella popolazione mondiale, e hanno trovato che esso è del 4,5%. Essi scrivono: "Come ci si poteva aspettare, questa prevalenza è molto inferiore a quella riscontrata nei campioni ottenuti in contesti forensi o carcerari. Ad esempio, nella meta-analisi di (Fox e DeLisi (2019), è stato riscontrato che la prevalenza media della psicopatia tra i criminali di omicidio potrebbe essere stimata al 27,8 o al 34,4%. Tuttavia, sebbene la prevalenza media della psicopatia nella popolazione generale sia chiaramente inferiore a quella riscontrata nella popolazione del reato o carceraria, i tassi di prevalenza della psicopatia nella popolazione generale ottenuti negli studi esaminati in questo lavoro mostrano notevoli variazioni, che vanno da un minimo dello 0% fino a un massimo del 21%. Un altro risultato interessante di questo lavoro ha a che fare con la scoperta di differenze nella prevalenza della psicopatia tra diversi gruppi di adulti nella popolazione generale. In particolare, questa revisione ha rilevato che la prevalenza della psicopatia è significativamente più alta tra i lavoratori di alcune organizzazioni e aziende (dirigenti, dirigenti, professionisti degli appalti e delle forniture, addetti alla pubblicità) che tra gli studenti universitari o tra le persone della comunità generale (12,9 vs. 8,1% e 1,9% rispettivamente). A sua volta, la prevalenza tra gli studenti universitari è significativamente superiore a quella tra le persone della comunità generale (8,1 vs 1,9%). La più alta prevalenza di psicopatia tra i lavoratori di alcune organizzazioni e aziende si basa sui dati di soli tre studi con un campione totale di 668 persone e dovrebbe, quindi, essere presa con una certa cautela.Tuttavia, questo risultato è coerente con la letteratura scientifica che propone che la psicopatia sia più prevalente in alcune professioni (es. imprenditori, manager, politici, investitori, venditori, chirurghi, avvocati, impiegati di telemarketing) in cui le caratteristiche di personalità che definiscono la psicopatia potrebbero anche facilitare il loro successo in queste professioni".
per scaricare le conclusioni (in pdf):
Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)


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Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 16 maggio 2024

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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