One of the famous four cats!
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Le istituzioni laiche sono costose e fragili, e richiedono una manutenzione costante se vogliono diventare (o rimanere) democratiche, dato che sono sempre soggette all'avidità e alle inclinazioni antisociali dei singoli.
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Per comprendere cosa si intende per «laicità positiva» credo basti, ancora una volta, andare all’etimologia della parola laico, da làos (popolo). Si tratta di quello spazio sano, positivo e propositivo di confronto, dialogo, ambito in cui affrontare i conflitti. La città dell’uomo è laica, governata dal popolo.
I fenomeni sociali che investono le società odierne (globalizzazione, multiculturalità, migrazioni, integrazione, fondamentalismi, ecc) richiedono un'educazione alla cittadinanza in senso interculturale, come scrive Tacconi (p. 19):Nel dibattito culturale attuale, si tende per lo più a distinguere tra “laicismo”, che in genere implica il rifiuto di ogni prospettiva religiosa o, al massimo, una sua riduzione alla sfera privata (e che talvolta ha significato anche limitazione e delegittimazione della fede, lotta alle istituzioni religiose e alla loro influenza nella società e nello Stato), e “laicità”, che implica distinzione e autonomia reciproca, ma non indifferenza o ostilità, tra sfera politica e sfera religiosa e apre ad un confronto pubblico tra le varie religioni o altri orientamenti di pensiero, nello spazio democratico.
La laicità come metodo segna la pista su cui può incamminarsi un’educazione alla cittadinanza in senso interculturale, alla riscoperta della comune cittadinanza universale, condizione a cui apparteniamo e insieme compito da adempiere. In un tempo in cui rigurgiti identitari contrappongono costantemente il “noi” al “loro” e fanno parlare di “nostra” cultura, “nostra” religione, “nostre” radici, contrapposte a quelle degli altri, l’assunzione della prospettiva della laicità come metodo aiuta a declinare un “noi” originario, inclusivo di tutta l’umanità, che viene prima di qualsiasi altro “noi” (etnia, nazione, comunità locale, famiglia...) e lo include. Non è solo un’esigenza dettata dalla società che abitiamo, sempre più multiculturale, in cui etnie, culture e religioni sono costrette a convivere e non hanno alternativa all’imparare a farlo, ma un’esigenza profonda, ontologica, che, in ultima analisi, si radica nella stessa condizione umana.
Nella cultura popolare, il termine "fondamentalismo" spesso denota estremismo politico, violenza e terrorismo. Tuttavia abbiamo a che fare con aspetti più ampi del fondamentalismo religioso. Il fondamentalismo religioso è essenzialmente un approccio ultraconservativo ai testi religiosi attraverso il tentativo di evitare compromessi pragmatici con la modernità. Quindi esso può essere percepito come la reazione alla modernità con lo scopo di preservare i valori contro le tentazioni secolari della modernità (Marty e Appleby 1991, 1993).
Il passaggio decisivo verso la modernità è chiamato [da Max Weber] "disincanto del mondo". Esso è il risvolto psicologico collettivo del processo scientifico modernizzatore. Con l'avanzare di quest'ultimo si dilegua la percezione che il mondo circostante sia abitato da forze magiche, misteriose, irrazionali. Gli oggetti sono quello che sono, non sono più dotati di poteri inspiegabili. Vero potere è quello della mente che, attraverso le scienze, si prepara a spiegare ogni cosa. [...] La psiche collettiva preferirebbe l'evento sacro, partecipativo, che rende visibile l'anima del mondo. Ma la medicina e il singolo paziente, cui sempre più le cure sono demandate, scelgono l'intervento secolare e prosaico. Con la secolarizzazione, non ci si affida più a un Dio, ma al proprio giudizio. Questo lascia aperte possibilità infinite, perchè infinite sono le voci della coscienza individuale.
Nelle scienze sociali, un nuovo discorso sulla religione nella società moderna si è affermato. Non è più la grande narrazione che la religione sia in calo di significato che domina le prospettive nel campo delle scienze sociali. Le nuove parole chiave sono "deprivatizzazione del religioso" (José Casanova), "Il ritorno degli dei" (Friedrich Wilhelm Graf), "re-incanto del mondo" (Ulrich Beck) - o, molto semplicemente, desecolarizzazione (Peter L . Berger)
- Valori tradizionali contro Valori laici-razionali
- Valori di sopravvivenza contro Valori di auto-espressione
La mappa culturale globale soprariportata mostra i punteggi di varie società riguardo a queste due dimensioni. Lo spostamento verso l'alto riflette il passaggio da valori tradizionali a valori secolari-razionali e lo spostamento verso destra riflette il passaggio da valori di sopravvivenza a valori di auto-espressione. Si può notare che quanto più le società si spostano da valori tradizionali a valori razionali (secolarizzandosi), migliora anche il loro status economico con la transizione da valori di sopravvivenza a valori di autoespressione.
Secondo l'analista politica al Parlamento Europeo Anita Orav (ved. bibliografia), il fondamentalismo religioso si fonda su precise esigenze e adotta le seguenti regole (pp. 2-3):I fondamentalisti religiosi stanno per prendere il controllo del mondo grazie alla loro superiorità demografica. Viviamo in una particolare fase della storia in cui la fragilità del liberalismo laico diventerà sempre più evidente. Rispetto alla situazione attuale, l'impennata del fondamentalismo sarà percepita molto più intensamente nell'Occidente laico rispetto a quanto avviene nelle regioni in via di sviluppo. E sarà così perchè si verificherà la storica fusione tra fondamentalismo religioso e rivoluzione demografica.
L'ideologia è parte inscindibile del processo di radicalizzazione. Tuttavia l'ideologia non è, da sola, decisiva ma deve essere integrata da altri fattori, quali ambiente politico e sociale, e un bisogno psicologico di identità. Usando la religione come una narrazione utile, un quadro conoscitivo viene costruito [dal fondamentalista] sul fondamentalismo religioso e altre ideologie per creare solidarietà e aumentare la fedeltà alla cause. Il fondamentalismo religioso, spesso al centro della radicalizzazione, può essere definito come una credenza in una verità religiosa assoluta che viene sfidata dalle forze del male e che deve essere seguita oggi nello stesso modo che in passato. Essa fa affidamento su tre atteggiamenti:
- i credenti dovrebbero tornare a regole assolute e immutabili stabilite in passato
- queste regole consentono una sola interpretazione che sarà accolta dai credenti
- le regole religiose devono prevalere su quelle laiche
Gli Stati Uniti si caratterizzano (tra le nazioni occidentali) per la presenza di credenze religiose di tipo "dualistico", cioè con alte percentuali di persone che credono che esista Dio (96%) e anche il diavolo (76%) e allo stesso tempo sono il paese con uno dei più alti tassi di criminalità. Nonostante le correlazioni tra comportamenti criminali e credenze religiose trovate da Gregory Paul (ved. bibliografia 2005), un ruolo importante nel determinare comportamenti criminali sembra essere attribuibile alla presenza di forti diseguaglianze socio-economiche (gli Stati Uniti si differenzierebbero soprattutto per questo motivo rispetto alle altre nazioni occidentali). Altre ricerche sono necessarie per chiarire tale aspetto. A questo proposito scrive Vittorio Girotto (ved. bibliografia p.115):
Gli Stati Uniti sono la nazione occidentale meno investita dai processi di secolarizzazione che hanno caratterizzato il Novecento. Negli Stati Uniti la stragrande maggioranza delle persone crede in un dio creatore e non crede alla teoria dell'evoluzione. Per questo motivo un confronto tra gli Stati Uniti e altri paesi occidentali dovrebbe fornire indicazioni rilevanti circa i possibili effetti dei sistemi di credenze religiose e secolari. E' quanto ha fatto lo studioso americano Gregory Paul usando varie misure di devianza sociale da un lato e credenze religiose e antievoluzionistiche dall'altro lato. In questo modo ha potuto documentare una serie di correlazioni positive tra tassi di omicidio, suicidio, aborto e gravidanza di minorenni e tasso di diffusione delle credenze religiose. [...] Anche i risultati della ricerca di Paul non possono essere considerati conclusivi. In particolare è possibile che, per alcuni dei problemi sociali da lui considerati, la correlazione cruciale riguardi non le credenze religiose tout-court, ma alcuni tipi di credenze religiose.
Up to first degree relatives. More is a vice.
La recente diffusione delle istituzioni laiche a partire dalla Rivoluzione industriale - tribunali, autorità politiche, meccanismi efficaci per far rispettare i contratti nelle società moderne - ha sollevato lo spettro della cooperazione su vasta scala senza bisogno di Dio. In queste società laiche i Grandi Dei sono stati sostituiti dai Grandi Governi. [...] I grandi Dei regnano supremi in luoghi dove il governo è corrotto e la fiducia nelle istituzioni scarsa; quando la fiducia nelle istituzioni cresce, la religione perde presa sulla società.
sviluppo economico
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Pagina aggiornata l' 24 giugno 2023