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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Il Tao della fisica di Fritjof Capra mostra l'importante distinzione tra la concezione meccanicistica e organicistica del mondo
TEORIE > CONCETTI > QUANTISTICA2
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E chi non ha letto il "Tao della fisica" di Fritjof Capra quand'era giovane? Questo libro, che ha avuto un grande successo negli anni ottanta e novanta del '900 continua a lanciare segnali importanti anche oggi, segnali che vanno dall'interpretazione della mente agli obiettivi della società, fino all'interpretazione dell'Universo. Il suo messaggio è quello che si è maggiormente opposto alle carenze sociali del mondo moderno. Fritjof Capra scrive nel libro "Il Tao della fisica" (pp.21-27): "La nascita della scienza moderna fu preceduta e accompagnata da uno sviluppo del pensiero filosofico che portò a una formulazione estrema del dualismo spirito e materia. Questa formulazione comparve nel Seicento con la filosofia di René Descartes, il quale fondò la propria concezione della natura su una fondamentale separazione tra due realtà distinte e indipendenti, quella della mente (res cogitans) e quella della materia (res extensa). La separazione 'cartesiana' permise agli scienziati di considerare la materia come inerte e completamente distinta da se stessi e di raffigurarsi il mondo materiale come una moltitudine di oggetti differenti riuniti insieme in una immensa macchina." La visione "non unitaria" del mondo, della società, della realtà ha condotto il mondo, nel bene e nel male, nello stato attuale, e l'umanità incomincia a rendersi conto del suo terribile stato. Capra scriveva: "Essa ci ha estraniati dalla natura e dagli esseri umani nostri simili. Essa ha provocato una distribuzione delle risorse naturali incredibilmente ingiusta, che crea disordine economico e politico: un'ondata di violenza, sia spontanea sia istituzionalizzata, che cresce sempre di più, e un ambiente inospite, inquinato, nel quale la vita è diventata fisicamente e spiritualmente insalubre. La separazione operata da Cartesio e la concezione meccanicistica del mondo hanno quindi portato nello stesso tempo benefici e danni; si sono rivelate estremamente utili per lo sviluppo della fisica classica e della tecnologia, ma hanno avuto molte conseguenze nocive per la nostra civiltà".
Dunque, per andare verso un futuro sostenibile dobbiamo rivolgerci verso la direzione indicata dai misticismi orientali (Veda, Buddhismo, Tao) che coincide (e oggi ne abbiamo le prove scientifiche) con quanto la meccanica quantistica propone?: "La fisica ci porta oggi a una concezione del mondo che è sostanzialmente mistica, in qualche modo essa ritorna alle sue origini, a duemilacinquecento anni fa. La concezione monistica e organicistica della scuola di Mileto era molto vicina a quella delle antiche filosofie indiana e cinese e le corrispondenze con il pensiero orientale sono forti nella filosofia di Eraclito di Efeso. Eraclito credeva che il mondo fosse in perenne mutamento, in eterno 'Divenire'. Per lui la staticità dell'essere era pura illusione; riteneva che tutte le trasformazioni nel mondo nascessero dall'azione reciproca dinamica e ciclica dei contrari e pensava ogni coppia dei contrari come un'unità. A questa unità, che contiene e trascende tutte le forze opposte, dava il nome di Logos. La rottura di questa unità cominciò con la scuola eleatica [Parmenide], secondo la quale esisteva un Principio Divino al di sopra di tutti gli déi e di tutti gli uomini. Ebbe così inizio una tendenza di pensiero che alla fine condusse alla separazione tra spirito e materia e a un dualismo che divenne caratteristica della filosofia occidentale. Non appena si affermò l'idea di una separazione tra spirito e materia, i filosofi rivolsero l'attenzione al mondo spirituale, più che a quello materiale, all'anima umana e ai problemi etici. Questi problemi dovevano occupare il pensiero occidentale per più di duemila anni dopo l'apice raggiunto dalla scienza e dalla cultura greca nel quinto e nel quarto secolo a.C. Le conoscenze scientifiche dell'antichità vennero sistematizzate e organizzate da Aristotele, il quale creò lo schema che doveva diventare la base della concezione dell'universo per duemila anni. Un ulteriore sviluppo della scienza occidentale doveva verificarsi solo nel Rinascimento, quando gli uomini cominciarono a liberarsi dall'influenza di Aristotele e della Chiesa e mostrarono un nuovo interesse per la natura. Galileo fu il primo a combinare conoscenza empirica e matematica e perciò viene considerato il padre della scienza moderna. Una siffatta concezione meccanicistica del mondo fu sostenuta da Isaac Newton, che su questa base costruì la sua scienza della meccanica e la pose a fondamento della fisica classica."
Tao della fisica
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QUALI SONO LE CONVERGENZE TRA FISICA QUANTISTICA E MISTICISMO ORIENTALE:  Il fisico Fritjof Capra nel suo libro "Il Tao della fisica" scrive (pp.21-28): "La filosofia di Cartesio non fu solo importante per lo sviluppo della fisica classica, ma ebbe anche un'enorme influenza su tutto il modo di pensare occidentale fino ai giorni nostri. La famosa frase di Cartesio 'Cogito ergo sum' ha portato l'uomo occidentale a identificarsi con la propria mente invece che con l'intero organismo. La mente è stata divisa dal corpo e ha ricevuto il compito superfluo di controllarlo. Ogni individuo è stato ulteriormente suddiviso in base alle sue attività, capacità, sentimenti, opinioni, ecc., in un gran numero di compartimenti separati, impeganti in conflitti inestinguibili, che generano una continua confusione metafisica e altrettanta frustrazione. Si considera l'ambiente naturale come se fosse costituito da parti separate che devono essere sfruttate da vari gruppi d'interesse. Questa visione non unitaria è ulteriormente estesa alla società, che viene suddivisa in differenti nazioni, razze, gruppi religiosi e politici. La convinzione che tutti questi frammenti - in noi stessi, nel nostro ambiente e nella nostra società - siano realmente separati può essere vista come la causa fondamentale di tutte le crisi attuali, sociali, ecologiche e culturali. Essa ci ha estraniati dalla natura e dagli esseri umani nostri simili. Essa ha provocato una distribuzione delle risorse naturali incredibilmente ingiusta, che crea disordine economico e politico: un'ondata di violenza, sia spontanea sia istituzionalizzata, che cresce sempre di più, e un ambiente inospite, inquinato, nel quale la vita è diventata fisicamente e spiritualmente insalubre. La separazione operata da Cartesio e la concezione meccanicistica del mondo hanno quindi portato nello stesso tempo benefici e danni; si sono rivelate estremamente utili per lo sviluppo della fisica classica e della tecnologia, ma hanno avuto molte conseguenze nocive per la nostra civiltà. E' affascinante osservare come la scienza del ventesimo secolo, nata dalla separzione introdotta da Cartesio e dalla concezione meccanicistica del mondo, e che anzi poté svilupparsi solo sulla base di una concezione del genere, superi oggi questa frammentazione e ritorni nuovamente all'idea di unità espressa nelle prime filosofie greche e orientali. Al contrario della concezione meccanicistica occidentale, la concezione orientale è di tipo 'organicistico'. Per il mistico orientale, tutte le cose e tutti gli eventi percepiti dai sensi sono interconnessi, collegati tra loro, e sono solo differenti aspetti  o manifestazioni della realtà ultima. La nostra tendenza a dividere il mondo percepito in cose singole e distinte e a sentire noi stessi come unità separate in questo mondo è considerata un'illusione che deriva dalla propensione della nostra mente a misurare e a classificare."
Punti di riflessione
I due temi fondamentali della concezione orientale del mondo sono l'unità e l'interdipendenza di tutti i fenomeni e la natura intrinsecamente dinamica dell'universo. Quanto più profondamente penetriamo nel mondo submicroscopico, tanto più ci rendiamo conto che il fisico moderno, parimenti al mistico orientale, è giunto a considerare il mondo come un insieme di componenti inseparabili, interagenti e in modo continuo, e che l'uomo è parte integrante di questo sistema. (Fritjoff Capra p.27 del libro "Il Tao della fisica")
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La concezione del mondo organicistica, 'ecologica' delle filosofie orientali è senza dubbio una delle principali ragioni dell'immensa popolarità che esse hanno recentemente ottenuto in Occidente, specialmente tra i giovani. Nella nostra cultura occidentale, che è ancora dominata da una visione meccanicistica e frammentata del mondo, un numero crescente di persone ha visto in essa la ragione che sta alla base della diffusa insoddisfazione presente nella nostra società e molti si sono rivolti alle vie orientali di liberazione. (Fritjoff Capra p.28 del libro "Il Tao della fisica")
Il "Tao della fisica" di Fritjof Capra, che ha avuto un grande successo negli anni ottanta e novanta del '900, continua a lanciare segnali importanti anche oggi, segnali che vanno dall'interpretazione della mente agli obiettivi della società, fino all'interpretazione dell'Universo. Il suo messaggio è quello che si è maggiormente opposto alle carenze sociali del mondo moderno
Il cambio di paradigma nella concezione dell'universo
Il fisico Fritjof Capra, nel descrivere in che modo la civiltà occidentale si è immersa nel dualismo, ricevendone sia i benefici dello sviluppo scientifico e tecnologico sia i problemi che oggi dominano le cronache (paradigma ambientale e paradigma sociale), scrive nel libro "Il Tao della fisica" (pp.21-27):

La concezione organicistica iniziale della filosofia greca
e la nascita della concezione meccanicistica dell'universo
[2500 a.C.] Eraclito [l'unico vero taoista della civiltà greca antica] credeva che il mondo fosse in perenne mutamento, in eterno 'Divenire'. Per lui, la staticità dell'essere era pura illusione. Egli considerava il fuoco il principio universale, simbolo del continuo scorrere e trasformarsi di tutte le cose; riteneva che tutte le trasformazioni nel mondo nascessero dall'azione reciproca dinamica e ciclica dei contrari e pensava ogni coppia di contrari come un'unità. A questa unità, che contiene e trascende tutte le forze opposte, dava il nome di Logos. La rottura di questa unità cominciò con la scuola eleatica, secondo la quale esisteva un Principio Divino al di sopra di tutti gli déi e di tutti gli uomini. Questo principio fu inizialmente identificato con l'unità dell'universo; in seguito tuttavia fu visto come un Dio intelligente e personificato che sta al di sopra del mondo e lo governa. Ebbe così inizio una tendenza di pensiero che alla fine condusse alla separazione tra spirito e materia e a un dualismo che divenne caratteristico della filosofia occidentale. Non appena si affermò l'idea di una separazione tra spirito e materia, i filosofi rivolsero l'attenzione al mondo spirituale, più che a quello materiale, all'anima umana e ai problemi etici. Questi problemi dovevano occupare il pensiero occidentale per più di duemila anni dopo l'apice raggiunto dalla scienza e dalla cultura greca nel quinto e nel quarto secolo a.C. Le conoscenze scientifiche dell'antichità vennero sistematizzate e organizzate da Aristotele, il quale creò lo schema che doveva diventare la base della concezione dell'universo per duemila anni.
L'allontanamento dall'influenza di Aristotele e della Chiesa
[1400 d.C.] Un ulteriore sviluppo della scienza occidentale doveva verificarsi solo nel Rinascimento, quando gli uomini cominciarono a liberarsi dell'influenza di Aristotele e della Chiesa e mostrarono un nuovo interesse per la natura. Verso la fine del Quattrocento lo studio della natura fu affrontato per la prima volta con spirito realmente scientifico e vennero effettuati esperimenti per controllare le ipotesi teoriche. Poiché parallelamente si verificò un crescente interesse per la matematica, questo sviluppo condusse infine alla formulazione di teorie propriamente scientifiche, basate sull'esperimento ed espresse nel linguaggio della matematica. Galilei fu il primo a combinare conoscenza empirica e matematica e perciò viene considerato il padre della scienza moderna.
Il dualismo spirito-materia
[1600] La nascita della scienza moderna fu preceduta e accompagnata da uno sviluppo del pensiero filosofico che portò a una formulazione estrema del dualismo spirito-materia. Questa formulazione comparve nel Seicento con la filosofia di René Descartes, il quale fondò la propria concezione della natura su una fondamentale separazione tra due realtà distinte e indipendenti, quella della mente (res cogitans) e quella della materia (res extensa). La separazione 'cartesiana' permise agli scienziati di considerare la materia come inerte e completamente distinta da se stessi e di raffigurarsi il mondo materiale come una moltitudine di oggetti differenti riniti insieme in una immensa macchina. Una siffatta concezione meccanicistica del mondo fu sostenuta da Isaac Newton, che su questa base costruì la sua scienza della meccanica e la pose a fondamento della fisica classica. La filosofia di Cartesio non fu solo importante per lo sviluppo della fisica classica, ma ebbe anche un'enorme infuenza su tutto il modo di pensare occidentale fino ai giorni nostri. La famosa frase di Cartesio 'Cogito ergo sum' ha portato l'uomo occidentale a identificarsi con la propria mente invece che con l'intero organismo. Come conseguenza della separazione cartesiana, l'uomo moderno è consapevole di se stesso, nella maggior parte dei casi, come un io isolato che vive all'interno del proprio corpo. La mente è stata divisa dal corpo e ha ricevuto il compito superfluo di controllarlo; ciò ha provocato la comparsa di un conflitto tra volontà cosciente e istinti involontari.

Affermazione della concezione organicistica dell'universo
[1900] Al contrario della concezione meccanicistica occidentale, la concezione orientale è di tipo 'organicistico'. Per il mistico orientale [dell'antichità e della modernità], tutte le cose e tutti gli eventi preferiti dai sensi sono interconnessi, collegati tra loro, e sono soltanto differenti aspetti o manifestazioni della realtà ultima. La nostra tendenza a dividere il mondo percepito in cose singole e distinte e a sentire noi stessi come unità separate in questo mondo è considerata come un'illusione che deriva dalla propensione della nostra mente a misurare e classificare.[...] Quanto più profondamente penetriamo nel mondo submicroscopico, tanto più ci rendiamo conto che il fisico moderno, parimenti al mistico orientale, è giunto a considerare il mondo come un insieme di componenti inseparabili, interagenti e in moto continuo, e che l'uomo è parte integrante di questo sistema.
Dalla concezione meccanistica alla concezione organicistica del mondo
Corrispondenze tra misticismo induista e fisica quantistica
Il fisico Fritjof Capra scrive nel suo libro "Il Tao della fisica" (pp.281-283):

Gli artisti indiani del decimo e del dodicesimo secolo hanno rappresentato la danza cosmica di Shiva in magnifiche sculture in bronzo di figure umane danzanti, con quattro braccia, i cui gesti, stupendamente equilibrati e tuttavia dinamici, esprimono il ritmo e l'unità della Vita. I vari significati della danza sono espressi dai particolari di queste figure in una complessa e vivida allegoria. La mano destra superiore della divinità tiene un tamburo per simboleggiare il suono primordiale della creazione, la mano sinistra superiore regge una fiamma, l'elemento della distruzione.  L'equilibrio delle due mani rappresenta l'equilibrio dinamico di creazione e distruzione nel mondo, reso ancor più evidente dalla calma e dalla serenità del volto del Danzatore, al centro tra le due mani, in cui la polarità di creazione e distruzione è dissolta e trascesa. La seconda mano destra è alzata nel segno del 'non temere'. e simboleggia la conservazione, la protezione e la pace, mentre l'altra mano sinistra è rivolta in basso verso il piede sollevato che simboleggia la liberazione dall'incantesimo della 'maya'. Il dio è rappresentato mentre danza sul corpo di un demone, il simbolo dell'ignoranza umana che dev'essere sconfitta prima che si possa raggiungere la liberazione. La danza di Shiva - per usare le parole di Coomaraswamy - è "l'immagine più chiara dell'attività di Dio di cui qualsiasi arte o religione possa vantarsi". Poichè il dio in questione è una personificazione del Brahman, la sua attività è quella delle miriadi di manifestazioni del Brahman nel mondo. La danza di Shiva è la danza dell'universo: il flusso incessante di energia che attraversa una infinita varietà di configurazioni che si fondono l'una nell'altra. La fisica moderna ha mostrato che il ritmo di creazione e distruzione si manifesta non solo nell'avvicendarsi delle stagioni e nella nascita e morte di tutte le creature viventi, ma costituisce anche l'essenza stessa della materia inorganica. Secondo la teoria dei campi, tutte le interazioni tra i costituenti della materia avvengono mediante l'emissione e l'assorbimento di particelle virtuali. Per di più, la danza di creazione e distruzione è la base dell'esistenza stessa della materia, poichè tutte le particelle materiali "autoreagiscono" emettendo e riassorbendo particelle virtuali. La fisica moderna ha quindi rivelato che ogni particella subatomica non solo compie una danza di energia, ma è anche una danza di energia, un processo pulsante di creazione e distruzione. [...] Le particelle virtuali, infine, non solo costituiscono una parte essenziale di tutte le interazioni tra le particelle e della maggior parte delle loro proprietà, ma sono anche create e distrutte a partire dal vuoto. Perciò, non solo la materia ma anche il vuoto partecipa alla danza cosmica, creando e distruggendo senza fine configurazioni di energia. Per i fisici moderni, quindi, la danza di Shiva è la danza della materia subatomica. Come nella mitologia indù, essa è una danza incessante di creazione e distruzione che coinvolge l'intero cosmo; è la base di tutta l'esistenza e di tutti i fenomeni naturali.
La danza delle particelle atomiche
Shiva Nataranja
Nel 2004, al CERN l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, il centro europeo di ricerca in fisica delle particelle di Ginevra, è stata svelata una statua di 2 metri di Shiva danzatore cosmico. Una speciale targa accanto alla statua di Shiva spiega il significato della metafora della danza cosmica di Shiva con le citazioni di Capra: “Centinaia di anni fa, artisti indiani hanno creato immagini visive di Shiva danzante in una bellissima serie di bronzi. Nel nostro tempo i fisici hanno impiegato la più avanzata tecnologia per ritrarre i modelli della danza cosmica. La metafora della danza cosmica unisce così la mitologia antica, l’arte religiosa e la fisica moderna.”
Formazione e distruzione della cultura occidentale: da Platone a Nietzsche
Nietzsche annuncia la morte di Dio, segnando la fine del paesaggio platonico che ha dominato l'Occidente. Egli propone un metodo genealogico per comprendere l'origine e gli effetti delle idee, rifiutando la logica platonica come unica via per la conoscenza.
Due concezioni del mondo per una vita sola: le conclusioni di Fritjoff Capra
Fritjof Capra nelle conclusioni del suo libro "Il Tao della fisica" scrive (pp. 352-353):

La concezione meccanicistica del mondo della fisica classica è utile per descrivere il tipo di fenomeni fisici che incontriamo nella vita di ogni giorno e quindi può servire quando si ha a che fare con il nostro ambiente quotidiano; inoltre si è dimostrata estremamente fruttuosa come base per la tecnologia. Tuttavia essa è inadeguata per descrivere i fenomeni fisici in campo subatomico.

Del tutto opposta alla concezione meccanicistica del mondo è quella dei mistici, che può essere compendiata nella parola "organicismo", in quanto considera tutti i fenomeni dell'universo come parti integranti di un tutto inseparabile e armonioso. Questa visione del mondo emerge dalle tradizioni mistiche dagli stati di coscienza meditativi. Nella loro descrizione del mondo, i mistici usano concetti tratti da queste esperienze non ordinarie che, in generale, non sono adatti per una descrizione scientifica dei fenomeni macroscopici. La concezione del mondo organicistica non è vantaggiosa quando si tratta di costruire macchine, e nemmeno per affrontare i problemi tecnici in un mondo sovrappopolato.

Nella vita di tutti i giorni, allora, sia la concezione meccanicistica sia quella organicistica dell'universo sono valide e utili: l'una per la scienza e la tecnologia, l'altra per una vita spirituale equilibrata e compiuta.

La fisica classica, può essere ricavata dalla meccanica quantistica, la quale comprende anche la prima, mentre non è possibile il contrario. Ciò sembra dare una prima indicazione del perché potremmo aspettarci che le concezioni del mondo della fisica moderna e del misticismo orientale siano simili. Entrambe si manifestano quando l'uomo indaga sulla natura essenziale delle cose e scopre una realtà diversa dietro la superficiale apparenza meccanicistica della vita quotidiana: in fisica, nella realtà più profonda della materia; nel misticismo, nella realtà più profonda della coscienza.
Secondo Fritjoff Capra scienza e misticismo sono due manifestazioni complementari della mente umana, delle sue facoltà razionali e intuitive. Per parafrasare un vecchio detto cinese, i mistici comprendono le radici del Tao ma non i suoi rami; gli scienziati ne conoscono i rami ma non le radici. La scienza non ha bisogno del misticismo e il misticismo non ha bisogno della scienza; ma l'uomo ha bisogno dell'una e dell'altra. L'esperienza mistica è necessaria per comprendere la natura più profonda delle cose, e la scienza  è essenziale per la vita moderna.
Conclusioni (provvisorie): Un nuovo paradigma per la vita umana?
E chi non ha letto il "Tao della fisica" di Fritjof Capra quand'era giovane? Questo libro, che ha avuto un grande successo negli anni ottanta e novanta del '900 continua a lanciare segnali importanti anche oggi, segnali che vanno dall'interpretazione della mente agli obiettivi della società, fino all'interpretazione dell'Universo. Il suo messaggio è quello che si è maggiormente opposto alle carenze sociali del mondo moderno. Fritjof Capra scrive nel libro "Il Tao della fisica" (pp.21-27): "La nascita della scienza moderna fu preceduta e accompagnata da uno sviluppo del pensiero filosofico che portò a una formulazione estrema del dualismo spirito e materia. Questa formulazione comparve nel Seicento con la filosofia di René Descartes, il quale fondò la propria concezione della natura su una fondamentale separazione tra due realtà distinte e indipendenti, quella della mente (res cogitans) e quella della materia (res extensa). La separazione 'cartesiana' permise agli scienziati di considerare la materia come inerte e completamente distinta da se stessi e di raffigurarsi il mondo materiale come una moltitudine di oggetti differenti riuniti insieme in una immensa macchina." La visione "non unitaria" del mondo, della società, della realtà ha condotto il mondo, nel bene e nel male, nello stato attuale, e l'umanità incomincia a rendersi conto del suo terribile stato. Capra scriveva: "Essa ci ha estraniati dalla natura e dagli esseri umani nostri simili. Essa ha provocato una distribuzione delle risorse naturali incredibilmente ingiusta, che crea disordine economico e politico: un'ondata di violenza, sia spontanea sia istituzionalizzata, che cresce sempre di più, e un ambiente inospite, inquinato, nel quale la vita è diventata fisicamente e spiritualmente insalubre. La separazione operata da Cartesio e la concezione meccanicistica del mondo hanno quindi portato nello stesso tempo benefici e danni; si sono rivelate estremamente utili per lo sviluppo della fisica classica e della tecnologia, ma hanno avuto molte conseguenze nocive per la nostra civiltà".
Dunque, per andare verso un futuro sostenibile dobbiamo rivolgerci verso la direzione indicata dai misticismi orientali (Veda, Buddhismo, Tao) che coincide (e oggi ne abbiamo le prove scientifiche) con quanto la meccanica quantistica propone?: "La fisica ci porta oggi a una concezione del mondo che è sostanzialmente mistica, in qualche modo essa ritorna alle sue origini, a duemilacinquecento anni fa. La concezione monistica e organicistica della scuola di Mileto era molto vicina a quella delle antiche filosofie indiana e cinese e le corrispondenze con il pensiero orientale sono forti nella filosofia di Eraclito di Efeso. Eraclito credeva che il mondo fosse in perenne mutamento, in eterno 'Divenire'. Per lui la staticità dell'essere era pura illusione; riteneva che tutte le trasformazioni nel mondo nascessero dall'azione reciproca dinamica e ciclica dei contrari e pensava ogni coppia dei contrari come un'unità. A questa unità, che contiene e trascende tutte le forze opposte, dava il nome di Logos. La rottura di questa unità cominciò con la scuola eleatica [Parmenide], secondo la quale esisteva un Principio Divino al di sopra di tutti gli déi e di tutti gli uomini. Ebbe così inizio una tendenza di pensiero che alla fine condusse alla separazione tra spirito e materia e a un dualismo che divenne caratteristica della filosofia occidentale. Non appena si affermò l'idea di una separazione tra spirito e materia, i filosofi rivolsero l'attenzione al mondo spirituale, più che a quello materiale, all'anima umana e ai problemi etici. Questi problemi dovevano occupare il pensiero occidentale per più di duemila anni dopo l'apice raggiunto dalla scienza e dalla cultura greca nel quinto e nel quarto secolo a.C. Le conoscenze scientifiche dell'antichità vennero sistematizzate e organizzate da Aristotele, il quale creò lo schema che doveva diventare la base della concezione dell'universo per duemila anni. Un ulteriore sviluppo della scienza occidentale doveva verificarsi solo nel Rinascimento, quando gli uomini cominciarono a liberarsi dall'influenza di Aristotele e della Chiesa e mostrarono un nuovo interesse per la natura. Galileo fu il primo a combinare conoscenza empirica e matematica e perciò viene considerato il padre della scienza moderna. Una siffatta concezione meccanicistica del mondo fu sostenuta da Isaac Newton, che su questa base costruì la sua scienza della meccanica e la pose a fondamento della fisica classica."


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Pagina aggiornata il 24 aprile 2024

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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