La concezione organicistica iniziale della filosofia greca
e la nascita della concezione meccanicistica dell'universo
[2500 a.C.] Eraclito [l'unico vero taoista della civiltà greca antica] credeva che il mondo fosse in perenne mutamento, in eterno 'Divenire'. Per lui, la staticità dell'essere era pura illusione. Egli considerava il fuoco il principio universale, simbolo del continuo scorrere e trasformarsi di tutte le cose; riteneva che tutte le trasformazioni nel mondo nascessero dall'azione reciproca dinamica e ciclica dei contrari e pensava ogni coppia di contrari come un'unità. A questa unità, che contiene e trascende tutte le forze opposte, dava il nome di Logos. La rottura di questa unità cominciò con la scuola eleatica, secondo la quale esisteva un Principio Divino al di sopra di tutti gli déi e di tutti gli uomini. Questo principio fu inizialmente identificato con l'unità dell'universo; in seguito tuttavia fu visto come un Dio intelligente e personificato che sta al di sopra del mondo e lo governa. Ebbe così inizio una tendenza di pensiero che alla fine condusse alla separazione tra spirito e materia e a un dualismo che divenne caratteristico della filosofia occidentale. Non appena si affermò l'idea di una separazione tra spirito e materia, i filosofi rivolsero l'attenzione al mondo spirituale, più che a quello materiale, all'anima umana e ai problemi etici. Questi problemi dovevano occupare il pensiero occidentale per più di duemila anni dopo l'apice raggiunto dalla scienza e dalla cultura greca nel quinto e nel quarto secolo a.C. Le conoscenze scientifiche dell'antichità vennero sistematizzate e organizzate da Aristotele, il quale creò lo schema che doveva diventare la base della concezione dell'universo per duemila anni.
L'allontanamento dall'influenza di Aristotele e della Chiesa
[1400 d.C.] Un ulteriore sviluppo della scienza occidentale doveva verificarsi solo nel Rinascimento, quando gli uomini cominciarono a liberarsi dell'influenza di Aristotele e della Chiesa e mostrarono un nuovo interesse per la natura. Verso la fine del Quattrocento lo studio della natura fu affrontato per la prima volta con spirito realmente scientifico e vennero effettuati esperimenti per controllare le ipotesi teoriche. Poiché parallelamente si verificò un crescente interesse per la matematica, questo sviluppo condusse infine alla formulazione di teorie propriamente scientifiche, basate sull'esperimento ed espresse nel linguaggio della matematica. Galilei fu il primo a combinare conoscenza empirica e matematica e perciò viene considerato il padre della scienza moderna.
Il dualismo spirito-materia
[1600] La nascita della scienza moderna fu preceduta e accompagnata da uno sviluppo del pensiero filosofico che portò a una formulazione estrema del dualismo spirito-materia. Questa formulazione comparve nel Seicento con la filosofia di René Descartes, il quale fondò la propria concezione della natura su una fondamentale separazione tra due realtà distinte e indipendenti, quella della mente (res cogitans) e quella della materia (res extensa). La separazione 'cartesiana' permise agli scienziati di considerare la materia come inerte e completamente distinta da se stessi e di raffigurarsi il mondo materiale come una moltitudine di oggetti differenti riniti insieme in una immensa macchina. Una siffatta concezione meccanicistica del mondo fu sostenuta da Isaac Newton, che su questa base costruì la sua scienza della meccanica e la pose a fondamento della fisica classica. La filosofia di Cartesio non fu solo importante per lo sviluppo della fisica classica, ma ebbe anche un'enorme infuenza su tutto il modo di pensare occidentale fino ai giorni nostri. La famosa frase di Cartesio 'Cogito ergo sum' ha portato l'uomo occidentale a identificarsi con la propria mente invece che con l'intero organismo. Come conseguenza della separazione cartesiana, l'uomo moderno è consapevole di se stesso, nella maggior parte dei casi, come un io isolato che vive all'interno del proprio corpo. La mente è stata divisa dal corpo e ha ricevuto il compito superfluo di controllarlo; ciò ha provocato la comparsa di un conflitto tra volontà cosciente e istinti involontari.
Affermazione della concezione organicistica dell'universo
[1900] Al contrario della concezione meccanicistica occidentale, la concezione orientale è di tipo 'organicistico'. Per il mistico orientale [dell'antichità e della modernità], tutte le cose e tutti gli eventi preferiti dai sensi sono interconnessi, collegati tra loro, e sono soltanto differenti aspetti o manifestazioni della realtà ultima. La nostra tendenza a dividere il mondo percepito in cose singole e distinte e a sentire noi stessi come unità separate in questo mondo è considerata come un'illusione che deriva dalla propensione della nostra mente a misurare e classificare.[...] Quanto più profondamente penetriamo nel mondo submicroscopico, tanto più ci rendiamo conto che il fisico moderno, parimenti al mistico orientale, è giunto a considerare il mondo come un insieme di componenti inseparabili, interagenti e in moto continuo, e che l'uomo è parte integrante di questo sistema.