Innamoramento e neurobiologia
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Quando ci innamoriamo si attiva tutta una serie di meccanismi psicologici e biochimici che rendono l’innamoramento molto simile alla dipendenza da sostanze. L’eccitazione fisiologica e sessuale, il bisogno costante e impellente dell’altro, l’accelerazione psicomotoria sono tutti meccanismi tipici che si attivano quando nel nostro corpo sono presenti dosi massicce di Dopamina, Noradrenalina e Feniletilamina. Ecco perchè noi siamo i nostri neurotrasmettitori (o neuromediatori). La presenza di questi neurotrasmettitori, fortunatamente, non è duratura e lascia ben presto spazio a sostanze meno “eccitanti” che, però, garantiscono stabilità al rapporto. Le sostanze in questione sono ossitocina per la donna e vasopressina per l’uomo. Tali neurotrasmettitori rappresentano i correlati biochimici di stati d’animo quali l’affetto, la dedizione, la cura per l’altro e vengono attivati dall’abbraccio e dalle carezze. E’ interessante notare che nelle coppie di innamorati che vivono separati o hanno incontri intermittenti, i neurotrasmettitori tipici dell’innamoramento e dell’infatuazione (PEA) sembrano perdurare molto più a lungo e lasciare spazio solo molto più tardi ai neurotrasmettitori tipici del “legame stabile”. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha pubblicato sulla rivista “Psychoneuroendocrinology” i risultati di una ricerca che dimostra come, durante la fase dell’innamoramento, i livelli di testosterone aumentino nelle donne e diminuiscano negli uomini. Negli uomini, contrariamente a quanto si potrebbe supporre, si abbassano i livelli di testosterone, l’ormone maschile che comanda alcuni comportamenti aggressivi, tipicamente maschili, o gli impulsi sessuali. Si spiegherebbe così “l’addolcimento” che si verifica con l’innamoramento anche nei più agguerriti. Nelle donne, invece, avviene esattamente il contrario, il testosterone cioè aumenta. Ecco perché le donne innamorate avrebbero più temperamento.
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COSA SUCCEDE QUANDO CI INNAMORIAMO: La psicologa Simona Chiari descrive l'azione dei neurotrasmettitori nell'innamoramento (vedi bibliografia 2020): "Nelle fasi iniziali dell’amore, da un lato, aumentano i neurotrasmettitori che provocano sensazioni di euforia e eccitazione, dall’altro, ne diminuiscono altri, i quali, proprio a causa del loro calo, provocano forte ansia. Un esempio è la diminuzione di serotonina, un neurotrasmettitore che, in quantità sufficienti, regola le emozioni, provoca sensazioni positive e promuove il buon umore. Una carenza di serotonina, infatti, può essere associata a depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, ansia e impulsività. All’inizio di un nuovo amore, difatti, è comune sentirsi eccitati ed euforici da un lato, e in uno stato di ipervigilanza dall’altro. L’ansia aumenta ad ogni minimo segnale di disattenzione da parte dell’altro, provate tristezza e preoccupazione se la persona che vi piace non risponde, vi sentite dominati da pensieri ossessivi, e avete la tendenza a fissarvi sui comportamenti del partner. La diminuzione dei livelli di serotonina, inoltre, è veramente funzionale e necessario all’eccitazione che si prova nelle fasi iniziali di una storia d’amore. Infatti, l’assunzione di farmaci antidepressivi, i quali hanno la funzione di innalzare i livelli di serotonina, portano molto spesso a un forte calo del desiderio. Dunque, nella fase dell’innamoramento, oltre all’attivazione delle aree del cervello coinvolte nella produzione di dopamina, vi è la disattivazione di altre aree. Ad esempio, vari studi hanno messo in evidenza come nel “cervello innamorato” vi sia una riduzione dell’attività nelle zone frontali, ovvero quelle preposte alle emozioni, alla capacità critica e alla pianificazione dei comportamenti. In particolare, durante l’innamoramento, vi è una disattivazione della corteccia prefrontale, ovvero l’area che regola il ragionamento, il giudizio, l’inibizione. Infatti, la capacità di pensare e di valutare in modo attento si riduce, e questo è facilmente osservabile nelle persone innamorate, il cui comportamento appare spesso irrazionale agli occhi degli altri, e spesso anche incomprensibile riguardo al motivo per cui si sentono così attratte e in ansia per una persona che, oggettivamente, non ha alcunché di attraente. In questa fase della storia d’amore, il partner appare perfetto, senza difetti."
Punti di riflessione
Forse le spiegazioni neurologiche, di una disattivazione di quelle parti del cervello che sono coinvolte nell'elaborazione dei giudizi, rendono più comprensibile la frequente apparente irrazionalità dell'amore. Come scrisse una volta Nietszche, “C'è sempre un po' di follia nell'amore. Ma c'è sempre qualche ragione nella follia”, la ragione da ricercare nello schema di attivazione e disattivazione neurobiologica che comporta l'amore romantico, che ha lo scopo superiore di unire per scopi biologici anche coppie improbabili, e quindi aumentare la variabilità. (Semir Zeki)
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Una bella persona, come è comunemente noto, è forse il modo più sicuro per evocare il sentimento dell'amore. Nel corso della storia, dai tempi di Platone in poi, la via dell'amore è stata descritta come attraverso la bellezza. Dante si innamora di Beatrice perché la trova bella e desidera vedere ciò che è nascosto nel suo fisico. I volti attraenti, così come i volti di una persona amata, disattivano non solo la corteccia frontale ma anche l'amigdala. Ciò suggerisce che non solo il giudizio è meno severo quando si guarda una persona amata o desiderata, ma che la curiosità e l'apprensione con cui spesso osserviamo i volti alla ricerca di segnali sconcertanti sono sospese. Quindi l'intima connessione esperienziale tra amore e bellezza non è probabilmente altro che un'espressione dell'intima connessione anatomica tra i centri che sono coinvolti in queste due esperienze. (Semir Zeki)
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L'ossitocina e la vasopressina sembrano svolgere un ruolo cruciale nella formazione di un concetto del tipo di partner con cui un organismo vuole stare, almeno nel mondo delle idee. Sembra che lo facciano costruendo un forte profilo del partner di accoppiamento attraverso l'odore e, una volta fatto, il concetto derivato dall'odore sembra essere molto stabile. L'odore viene associato a un incontro piacevole e gratificante con un partner particolare. Lo stesso funziona nel dominio visivo, come è stato mostrato nelle pecore: una volta che l'ossitocina viene rilasciata in presenza di un bambino, la pecora riconoscerà visivamente il bambino e si comporterà in modo materno nei suoi confronti fino a quando non sarà cresciuto. (Semir Zeki)
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Si potrebbe anche scoprire che gli esseri umani possono essere suddivisi in tre o più categorie, che vanno dagli estremamente promiscui agli strettamente monogami, e che questa distribuzione riflette la distribuzione dei recettori per la vasopressina e l'ossitocina, che è nota per variare in specie distanti tra loro. (Semir Zeki)
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Sesso e amore non sono la stessa cosa. L’innamoramento ha, da un punto di vista evolutivo e più strettamente biochimico, la funzione di avvicinare due individui per portarli all’accoppiamento. E’ un meccanismo più ancestrale che si è mantenuto nel corso della storia dell’uomo proprio per garantire la continuità della specie umana. L’amore, invece, sottende meccanismi biochimici differenti dall’innamoramento, è determinato più dalla cultura e dall’apprendimento che non dalla natura. L’amore tra due individui ha la funzione di garantire stabilità al nucleo familiare necessaria all’accudimento dei piccoli e alla loro crescita. (MilanoPsicologo)
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Concentrazioni più alte di dopamina corrispondono ad un incremento di gioia, energia, “del desiderio di unione con l’altro e, in generale, del piacere legato alla relazione”. (Donatella Marazziti)
Uno studio della psichiatra Donatella Marazziti (vedi bibliografia 2017) ha evidenziato l'aumento di un neurotrasmettitore, la dopamina, nel cervello degli innamorati, e la riduzione di un altro neurotrasmettitore, la serotonina:
Già vent’anni fa la dottoressa Marazziti aveva dimostrato che esiste una modificazione biologica negli innamorati, vale a dire una riduzione della serotonina, uno dei principali messaggeri chimici del cervello, che funziona un po’ come un freno inibitore nel cervello. La riduzione della serotonina negli innamorati è simile a quella rilevata in tanti pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo, ed è stata infatti collegata dalla psichiatra a quella particolare modalità di pensiero “ossessivo” focalizzato sul partner che, secondo gli psicologi, sembra la caratteristica più specifica dell’innamoramento.
La trasmissione del segnale attraverso una sinapsi è unidirezionale, nel senso che il neurone pre-sinaptico comunica con quello post-sinaptico, e non viceversa. Nel terminale pre-sinaptico (la parte “finale” del neurone pre-sinaptico) ci sono delle vescicole che contengono neurotrasmettitori, sostanze che veicolano le informazioni tra le cellule nervose. Ci interessa conoscere un neurotrasmettitore in particolare: la dopamina (DA). A seguito di particolari stimoli elettrici, le vescicole rilasciano dopamina fuori dal neurone, nello spazio sinaptico (lo spazio tra due neuroni molto vicini): qui DA interagisce con il recettore della dopamina e genera un impulso elettrico nel terminale post-sinaptico. Quando la dopamina ha terminato il suo compito di trasmettere l’informazione elettrica, il trasportatore della dopamina (DAT) la “cattura” e la trasporta nuovamente nel terminale pre-sinaptico, in attesa di un nuovo stimolo.
Come scrisse una volta Nietszche, “C'è sempre un po' di follia nell'amore. Ma c'è sempre qualche ragione nella follia”, la ragione da ricercare nello schema di attivazione e disattivazione neurobiologica che comporta l'amore romantico, che ha lo scopo superiore di unire per scopi biologici anche coppie improbabili, e quindi aumentare la variabilità
Eros è il Dio greco dell’amore (detto in latino Amor e Cupido)
Dal nome del dio viene chiamato eros l’amore sessuale, con riferimento alle concezioni che di esso ebbero gli antichi. In psicanalisi, gli istinti dell’eros costituiscono, secondo S. Freud, uno dei due grandi gruppi di istinti fondamentali e irriducibili dell’uomo (l’altro è quello degli ‘istinti della morte’). La funzione degli istinti dell’eros è quella di mantenere la vita. L’energia dinamica degli istinti dell’eros è stata chiamata da Freud libido. (Cliccare per approfondire)
Innamorarsi dipende dai neurotrasmettitori: cosa succede quando il cervello è innamorato
Innamorarsi è il primo passo verso la riproduzione degli individui. Per il neurofisiologo Semir Zeki, alcune aree del cervello si spengono per scopi biologici superiori. Lo spegnimento dell’area del giudizio rende più probabile la riproduzione. Se il giudizio è sospeso, i freni inibitori sono interrotti e la coppia ha più probabilità di accoppiarsi e riprodursi.
Innamorarsi è una questione di "regolazione emotiva", che avviene tramite appositi neurotrasmettitori. Il corpo si comporta come se vivesse uno stress e, in risposta a questo, attiva il neurotrasmettitore adrenalina, che provoca sudorazione, aumento del battito cardiaco e riduzione della salivazione. Inoltre, per favorire la fase di innamoramento, vi è un aumento dei neurotrasmettitori che provocano eccitazione (dopamina) e, parallelamente, una riduzione dei neurotrasmettitori che provocano il buon umore (serotonina), dando così modo all'ansia di manifestarsi. La psicologa Simona Chiari descrive l'azione dei neurotrasmettitori nell'innamoramento (vedi bibliografia 2020):
Nelle fasi iniziali dell’amore, da un lato, aumentano i neurotrasmettitori che provocano sensazioni di euforia e eccitazione, dall’altro, ne diminuiscono altri, i quali, proprio a causa del loro calo, provocano forte ansia. Un esempio è la diminuzione di serotonina, un neurotrasmettitore che, in quantità sufficienti, regola le emozioni, provoca sensazioni positive e promuove il buon umore. Una carenza di serotonina, infatti, può essere associata a depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, ansia e impulsività. All’inizio di un nuovo amore, difatti, è comune sentirsi eccitati ed euforici da un lato, e in uno stato di ipervigilanza dall’altro. L’ansia aumenta ad ogni minimo segnale di disattenzione da parte dell’altro, provate tristezza e preoccupazione se la persona che vi piace non risponde, vi sentite dominati da pensieri ossessivi, e avete la tendenza a fissarvi sui comportamenti del partner. La diminuzione dei livelli di serotonina, inoltre, è veramente funzionale e necessario all’eccitazione che si prova nelle fasi iniziali di una storia d’amore. Infatti, l’assunzione di farmaci antidepressivi, i quali hanno la funzione di innalzare i livelli di serotonina, portano molto spesso a un forte calo del desiderio. Dunque, nella fase dell’innamoramento, oltre all’attivazione delle aree del cervello coinvolte nella produzione di dopamina, vi è la disattivazione di altre aree. Ad esempio, vari studi hanno messo in evidenza come nel “cervello innamorato” vi sia una riduzione dell’attività nelle zone frontali, ovvero quelle preposte alle emozioni, alla capacità critica e alla pianificazione dei comportamenti. In particolare, durante l’innamoramento, vi è una disattivazione della corteccia prefrontale, ovvero l’area che regola il ragionamento, il giudizio, l’inibizione. Infatti, la capacità di pensare e di valutare in modo attento si riduce, e questo è facilmente osservabile nelle persone innamorate, il cui comportamento appare spesso irrazionale agli occhi degli altri, e spesso anche incomprensibile riguardo al motivo per cui si sentono così attratte e in ansia per una persona che, oggettivamente, non ha alcunché di attraente. In questa fase della storia d’amore, il partner appare perfetto, senza difetti.
La fase dell’innamoramento è piuttosto breve, può durare al massimo qualche mese. La fase più duratura è invece la terza, quella dell’attaccamento. Quest’ultima è la fase in cui si stabilizza il legame di una coppia, capace di durare tanto a lungo da far vivere gli innamorati insieme anche tutta la vita. Secondo gli studi in questa fase i due principali neurtrasmettitori coinvolti sono: ossitocina e vasopressina. L'ossitocina è un neurotrasmettitore rilasciato da uomini e donne durante l’orgasmo capace di rendere l’attaccamento delle coppie più forte. Non a caso, l’ossitocina è anche il neurotrasmettitore responsabile dell’attaccamento tra mamma e bambino e viene rilasciato dalla donna durante il parto. Mentre l’ossitocina agisce principalmente sulla donna, è la vasopressina a svolgere un ruolo importante nell’uomo nella fase di attaccamento. Oltre a regolarizzare la pressione, questo neurotrasmettitore è responsabile della soddisfazione post-orgasmica, determinando il grado di fedeltà al partner.
Scrive Zeki:
È ovvio dire che la maggior parte delle persone sviluppa una preferenza per il tipo di persona che vuole amare, e quindi un concetto del loro potenziale amante; la loro probabilità di innamorarsi di quel tipo di persona è molto maggiore. Queste preferenze si presentano in molte forme diverse e sono quasi certamente condizionate, tra l'altro, dalle influenze dei genitori, dalle predilezioni culturali e dal tipo di persone che possono aver incontrato. Un recente studio ha infatti individuato l'uomo “medio” di cui le donne hanno maggiori probabilità di innamorarsi. Ha la pelle liscia e lontano dal tipo di tipo macho che molti credono sia attraente per le donne. Le caratteristiche associate all'uomo (virtuale) più desiderabile non sono solo legate all'attrattiva sessuale ma anche quelle che suggeriscono un atteggiamento premuroso. Chiaramente, questo uomo medio, scelto dalle studentesse della St Andrews University in Scozia, è il risultato di un concetto e può applicarsi solo all'ambiente in cui è stato condotto lo studio. L'importanza dello studio sta nel mostrarci che effettivamente formiamo un concetto del tipo di persona che vorremmo amare.
L'amore romantico è una suite di adattamenti che serve funzioni legate alla riproduzione
L'amore romantico svolge una serie di funzioni che variano a seconda della fase della vita e della durata, tra cui la scelta del compagno, il corteggiamento, la gravidanza e il legame di coppia. La sua storia evolutiva è probabilmente accoppiata con l'emergere di legami di coppia relativamente di recente nella storia evolutiva umana.
Quando ci innamoriamo, passiamo attraverso tre fasi: il desiderio, l’attrazione e l’attaccamento. Tutte e tre le fasi sono associate a diverse risposte ormonali. La fase del desiderio è piuttosto breve, può durare al massimo qualche mese. La fase più duratura è invece la terza, quella dell’attaccamento. Quest’ultima è la fase in cui si stabilizza il legame di una coppia, capace di durare tanto a lungo da far vivere gli innamorati insieme anche tutta la vita. Secondo gli studi in questa fase i due principali neurotrasmettitori coinvolti sono: ossitocina e vasopressina
Cos'è l'amore secondo Tullio Altan
C'è una quantità enorme di romanzi e di saggi che parlano dell'amore, ma io preferisco affidare al vignettista Tullio Altan il compito di farlo con ironia e leggerezza, come nel libro "La Luisa".
2. Attrazione
1. Desiderio
3. Attaccamento
Conclusioni (provvisorie): L’eccitazione fisiologica e sessuale, il bisogno costante e impellente dell’altro, l’accelerazione psicomotoria sono tutti meccanismi tipici che si attivano quando nel nostro corpo sono presenti dosi massicce di Dopamina, Noradrenalina e Feniletilamina
Quando ci innamoriamo si attiva tutta una serie di meccanismi psicologici e biochimici che rendono l’innamoramento molto simile alla dipendenza da sostanze. L’eccitazione fisiologica e sessuale, il bisogno costante e impellente dell’altro, l’accelerazione psicomotoria sono tutti meccanismi tipici che si attivano quando nel nostro corpo sono presenti dosi massicce di Dopamina, Noradrenalina e Feniletilamina. Ecco perchè noi siamo i nostri neurotrasmettitori (o neuromediatori). La presenza di questi neurotrasmettitori, fortunatamente, non è duratura e lascia ben presto spazio a sostanze meno “eccitanti” che, però, garantiscono stabilità al rapporto. Le sostanze in questione sono ossitocina per la donna e vasopressina per l’uomo. Tali neurotrasmettitori rappresentano i correlati biochimici di stati d’animo quali l’affetto, la dedizione, la cura per l’altro e vengono attivati dall’abbraccio e dalle carezze. E’ interessante notare che nelle coppie di innamorati che vivono separati o hanno incontri intermittenti, i neurotrasmettitori tipici dell’innamoramento e dell’infatuazione (PEA) sembrano perdurare molto più a lungo e lasciare spazio solo molto più tardi ai neurotrasmettitori tipici del “legame stabile”. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa ha pubblicato sulla rivista “Psychoneuroendocrinology” i risultati di una ricerca che dimostra come, durante la fase dell’innamoramento, i livelli di testosterone aumentino nelle donne e diminuiscano negli uomini. Negli uomini, contrariamente a quanto si potrebbe supporre, si abbassano i livelli di testosterone, l’ormone maschile che comanda alcuni comportamenti aggressivi, tipicamente maschili, o gli impulsi sessuali. Si spiegherebbe così “l’addolcimento” che si verifica con l’innamoramento anche nei più agguerriti. Nelle donne, invece, avviene esattamente il contrario, il testosterone cioè aumenta. Ecco perché le donne innamorate avrebbero più temperamento.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)
- Robert Pastore (2020), What are the Main Neurotransmitters? - POWERONPOWEROFF
- Eric Herlenius, Hugo Lagercrantz (2001), Neurotransmitters and neuromodulators during early human development
- Benny Daniel Damaris (2013), Neurotransmitters and their mode of action
- Simona Chiari (2020), Cosa succede quando il cervello è innamorato - Centro Clinico Clarense
- Anna Li Vigni (2012), Non siamo liberi di non innamorarci. Conversazione con Semir Zeki - Rivista di estetica
- Semir Zeki, Andreas Bartels (2000), The neural basis of romantic love - (PDF) [1415 citazioni]
- Semir Zeki (2007), The neurobiology of love [347 citazioni]
- Adam Bode, Geoff Kushnick (2000), Proximate and Ultimate Perspectives on Romantic Love
- Filippo Bigozzi 82019), Le quattro domande di Tinberger
- Donatella Marazziti (2017), Decreased lymphocyte dopamine transporter in romantic lovers [12 citazioni]
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Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)
Pagina aggiornata il 18 dicembre 2023