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I percorsi didattici svolti a partire dalla scuola dell’obbligo, salvo eccellenze ed eccezioni, prevedono itinerari e curricoli di apprendimento basati su una pratica insegnativa ripiegata pressoché esclusivamente sulla tradizione. Il principio dominante resta quello “mentale”, fra l’altro impropriamente inteso come training delle sole abilità cognitive. Tale modello di insegnamento/apprendimento, prevede l’esercitazione ripetitiva e meccanica di prestazioni quali: la memoria, l’attenzione sostenuta, i tempi e la rapidità delle risposte. Ciò che si privilegia, dunque, sono il rendimento e l’efficienza, centrando le attività sul compito, e disponendole all’interno di sequenze ridondanti, favorendo l’automatismo, l’assimilazione acritica e compiacente dei contenuti trasmessi. Nonostante la portata di poderosi e storici contributi ormai noti anche ai profani, circa i cambiamenti dei modelli teorici e pratici nell’agire pedagogico, i percorsi di scolarizzazione ufficiale mantengono ancora ben saldo, di fatto, l’orientamento mentalista, a scapito di una cura educativa e un'opera didattica globali. [...] Che le capacità e le attitudini della letto-scrittura dipendano anche e soprattutto dagli equilibri dell’organizzazione psico-corporea, è una scoperta che dovrebbe catturare l’interesse di tutti gli operatori coinvolti nella prevenzione, sostegno ed intervento sui bisogni speciali. Molte difficoltà riscontrabili nel campo della decodifica ed esecuzione scrittoria, sono spesso da imputare a disordini percettivo-sensoriali, ad anomalie nell’orientamento spaziale, nei disturbi della lateralità e della postura, a discinesie o disfunzionalità nella rappresentazione dello schema corporeo e gestione non appropriata dello stesso.
- Apprendimento Meccanico (basato su una didattica istruzionista) nel quale il focus è posto sull'insegnante che deve trasmettere all'allievo dei contenuti culturali. Propone che esista una conoscenza oggettiva.
- Apprendimento Significativo (basato su una didattica costruttivista) nel quale il focus è posto sull'allievo, sulle sue conoscenze pregresse e sulla sua motivazione ad apprendere. Propone che esista una conoscenza soggettiva.
Con il termine apprendimento si usa indicare un vasto insieme di processi dei quali l'educazione costituisce soltanto una forma speciale. Questo insieme comprende le forme di apprendimento vissuto, dall'infanzia alla vecchiaia, quello relativo alle forme animali e quello relativo alle forme umane di apprendimento. Comprende l'apprendimento sociale e culturale quale si manifesta nel quadro delle istituzioni sociali e culturali.
Moreno così chiarisce l'elemento chiave dell'apprendimento:
Ancora più esplicito è stato lo psicologo David Jonassen secondo il quale (dalla conversazione con Marconato):L'apprendimento significativo si verifica quando chi apprende decide di mettere in relazione delle nuove informazioni con le conoscenze che già possiede. [...] L'apprendimento meccanico avviene invece quando chi apprende memorizza le nuove informazioni senza collegarle alle conoscenze precedenti, o quando il materiale da studiare non ha alcuna relazione con tali conoscenze.
Apprendere in modo significativo significa saper risolvere problemi nella realtà quotidiana. La risoluzione di problemi dà uno scopo all'apprendimento che può diventare "significativo" per la persona solo se essa ne comprende l'utilità per i suoi scopi.
L'apprendimento meccanico può presentare dei vantaggi in "determinate situazioni scolastiche", in funzione dei metodi di valutazione della conoscenza acquisita. Scrive Novak (p.81):
L'apprendimento meccanico ha un importante vantaggio rispetto all'apprendimento significativo: esso è infatti molto utile in certi casi per poter richiamare le conoscenze apprese nell'esatta forma in cui sono state immagazzinate. I numeri di telefono, ad esempio, non possono essere ricordati in modo approssimativo. Purtroppo le prove scolastiche richiedono troppo spesso questo tipo di apprendimento. Infatti se il compito è quello di ricordare parola per parola le definizioni di concetti o principi, l'apprendimento significativo può risultare addirittura svantaggioso.
- L'uso prevalente che oggi si fa della tecnologia consiste nella distribuzione di contenuti nel presupposto (errato) che la "semplice lettura" produca un apprendimento.
- Alcune ricerche sull'apprendimento (ved. bibliografia C. Zucchermaglio 1996) hanno dimostrato che non si impara nè dalle tecnologie nè dagli insegnanti. Si impara mettendo in azione il proprio pensiero.
- Quando si legge si produce una "conoscenza inerte", nel senso che quando si presenta l'occasione di usarla nella vita reale (non scolastica), essa non viene usata.
- Chi apprende impara, non dalle tecnologie o dagli insegnanti, ma pensando a cosa sta facendo (metacognitivamente), cioè utilizzando le tecnologie come supporto al proprio processo di pensiero, piuttosto che scaricando sul proprio computer alcuni testi destinati a rimanere carichi cognitivi improduttivi (se su di essi non si ha tempo e voglia di esercitare il proprio processo di pensiero).
- Le tecnologie vanno intese come strumenti cognitivi di supporto all'apprendimento (fogli di calcolo, database, web search, chat, social media, blog tematici, software per mappe mentali o concettuali, ecc).
- Si impara qualcosa in modo significativo quando lo si deve spiegare a qualcun altro, infatti il lavoro di preparazione di una lezione costringe la persona a rielaborare la propria conoscenza del tema e a riassemblarla in modo nuovo.
- Ipersemplificazione di concetti complessi, che non ne mette in rilievo l'essenza (buone letture su questo tema sono i libri: "Imparando a imparare" e "Insegnare e imparare con le mappe")
- Persistenza di rappresentazioni ingenue di fenomeni (teorie personali), che sono le conoscenze pregresse degli studenti delle quali gli insegnanti non tengono conto per opporvi visioni scientifiche corrette (una buona lettura su questo tema è "Qualcosa là fuori. Come il cervello crea la realtà")
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Jacob L. Moreno, Principi di sociometria, di psicoterapia di gruppo e sociodramma (1964) Etas Kompass
- David P. Ausubel, Educazione e processi cognitivi (1988) Franco Angeli
- Joseph D. Novak, Costruire mappe concettuali - L'apprendimento significativo (2012) Erickson
- Karen Nicholson (2011), Mapping Outcomes Through Courses (PDF) - McMaster University
- David Jonassen (1999), Designing Constructivist Learning Environments (PDF)
- Andrea Varani (2002), Didattica Costruttivista e Tecnologie dell'Informazione e Comunicazione: una sinergia potente (PDF) - Swif [6 citazioni]
- Rosanna Ghiaroni (2015), Apprendimento e metacognizione
- Giuseppina D’Apolito, Alexia Amaricci (2011), Teorie dell'apprendimento (PDF) - ENDO-FAP
- Giovanni Marconato, Peter Litturi (2008), Apprendimento significativo con le tecnologie (PDF)
- Giovanni Marconato, Peter Litturi (2005), Conversazione con David Jonassen (PDF) [8 citazioni]
- Giovanni Marconato, Oltre l’e-learning - Verso un paradigma d’insegnamento ed apprendimento “migliorato” dalla tecnologia PDF)
- Giovanni Soldini (2014), Ars Maieutica Digitalis - Dal Convegno "Le vie della Pedagogia" un'interessante sintesi del MIUR su "La Buona Scuola"
- S. Papert (2010), Il Costruttivismo: un approccio vincente per l'online learning (PDF)
- Cristina Zucchermaglio (1996), Vygotskij in azienda. Apprendimento e comunicazione nei contesti lavorativi - Carocci
- Antonio Calvani (2016), LA LEZIONE IN CLASSE FUNZIONA? FACCIAMO IL PUNTO (PDF) - SApIE
- Nuccio Salis (2020), SCUOLA PRIMARIA E TRADIZIONE. La scomparsa del corpo e la discontinuità con lo sviluppo “prescolare” - Counseling Italia
Pagina aggiornata il 30 maggio 2023