I believe you, without a principal what sense would we have.
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Questa distinzione ha dato luogo allo sviluppo di concetti di "psicologia intuitiva" (poi sfociati nella psicologia cognitiva), che ci danno la possibilità di credere che possano esistere corpi privi di mente e menti prive di corpo ai quali attribuire le caratteristiche di "agente intenzionale". Come scrive lo psicologo Vittorio Girotto:
Reagire al fruscio di un ramo mosso dal vento è un errore meno grave che non reagire al fruscio di un ramo mosso da un predatore. Come aveva notato ancora Darwin, questa tendenza potrebbe esser la base delle credenze religiose animistiche (Guthrie, 1993) e potrebbe anche essere la fonte di altre caratteristiche del pensiero sovrannaturale, come la tendenza a percepire disegni e scopi anche in oggetti che ne sono privi. [...] Questo risultato è importante e conferma le correlazioni negative, riportate in altri studi, tra grado d’intelligenza e grado di religiosità delle persone (Zuckerman et al., 2013) e tra grado di diffusione dell’istruzione in un dato paese e grado di adesione a credi religiosi (Braun, 2012). Questo risultato è stato poi replicato in una ricerca da cui è emerso che la propensione al pensiero analitico è un indice negativo della tendenza a credere nell’esistenza di entità sovrannaturali e nei fenomeni paranormali (Pennycook et al., 2012).
Noi tendiamo naturalmente ad attribuire segni di intenzionalità simil-umana alle cose più diverse, dalle nuvole agli uragani, dalle rocce ai treni e ai vulcani. E' come se fossimo ipersensibili ai segni di intenzionalità, specialmente quelli convogliati dal movimento. Ci sono buone ragioni evoluzionistiche per una tale accentuata sensibilità: meglio essere cauti che morti. E' una buona idea, in generale, interpretare un ramo spezzato come segno del recente passaggio di un nemico o di un predatore, cioè di un agente causale, piuttosto che di un fenomeno fisico naturale, come l'azione del vento.
Le religioni legano le società perchè sfruttano un intero sistema di rituali che sono incredibilmente efficaci nello stimolare un rilascio di endorfine nel cervello. Esso è automatico in presenza di un dolore modesto ma continuo - e quando le endorfine raggiungono il cervello producono un senso moderato di "elevazione". Questa potrebbe essere la ragione per cui spesso i rituali religiosi comportano attività che richiedono un certo stress fisico - cantare, danzare, compiere ripetuti movimenti ondulatori, assumere strane posture come inginocchiarsi o stare a gambe incrociate, contare il rosario - e talvolta persino azioni realmente dolorose quali l'autoflagellazione. Naturalmente, la religione non è il solo modo per procurarsi una dose di endorfine. [...] Quando si prova una scarica endorfinica facendo parte di un gruppo, i suoi effetti paiono amplificarsi a dismisura. In particolare, fa sentire in sintonia con gli altri membri del gruppo. Si crea, letteralmente, un senso di fratellanza e di comunanza che non si manifesta quando si compiono le stesse azioni da soli.
Il vero problema con cui tutti i sistemi di contratto sociale devono fare i conti è quello dei "free riders" - ossia di coloro i quali godono dei benefici della socialità senza pagarne i costi. Scimmie e scimmie antropomorfe fanno questo attraverso lo spulciamento di gruppo, un'attività che crea fiducia, e questa a sua volta pone le basi per le coalizioni. [...] Il problema con lo spulciamento, tuttavia, è che si tratta di un'attività uno-ad-uno, che quindi richiede molto tempo. [...] I nostri antenati dovettero trovare un metodo alternativo per conservare la coesione del gruppo. La religione parrebbe costituire il terzo elemento della trilogia dei meccanismi che hanno compensato lo spulciamento [ gli altri due sono il gossip e il riso] rendendo così possibili gli ultimi stadi dell'evoluzione sociale dell'uomo. E' importante, tuttavia, evidenziare il fatto che, se questa spiegazione dell'origine delle religioni è corretta, allora essa ha avuto inizio come fenomeno su piccola scala. Forse le prime pratiche religiose comprendevano qualcosa di simile alle danze in "trance" che si osservano oggi nelle religioni di tipo sciamanico.
Ecco quindi come sono andate le cose: alcuni antichi mutanti di questo stampo iniziale [cioè ominidi nei quali era già avvenuto lo sviluppo di funzioni cognitive] erano rappresentati da Grandi Dèi vigili con tendenze interventiste. I fedeli che temevano questi dei cooperavano, avevano fiducia l'uno nell'altro e si sacrificavano per il gruppo molto di più di chi aveva fede in dei indifferenziati o in quelli onniscienti. L'ostentazione della devozione e l'assolvimento di compiti difficili da eludere come digiuni, tabù alimentari e rituali stravaganti hanno ulteriormente contribuito a trasmettere ad altri le sincere credenze di questi fedeli. In tal modo ai credenti non sinceri si impediva di entrare a far parte del gruppo e minarne le basi. Attraverso questi ed altri meccanismi in grado di promuovere la solidarietà, le religioni dei Grandi Dèi hanno trasformato i gruppi di estranei anonimi in grandi comunità unite e morali tenute insieme dai sacri legami di una comune giurisdizione soprannaturale.
What if religions are making fun of me?
- La Terra non più al centro dell'universo (Copernico)
- L'uomo non più al centro della creazione (Darwin)
- L'Io autocosciente non più al centro della mente umana (Freud)
Con le scoperte di Copernico, l'uomo si trovò per la prima volta violentemente espulso dall'asse astronomico del mondo. Gli era stato insegnato che, essendo la creatura privilegiata di Dio, la terra dove poggiava i piedi (il pianeta Terra) era il centro dell'universo. Ora la scienza improvvisamente gli diceva che si trovava in una indeterminabile, quasi invisibile periferia dello spazio. [...] Il secondo colpo all'egocentrismo umano venne da Darwin. L'uomo si credeva, sempre per motivi religiosi, privilegiato tra i viventi: origine, senso, asse della creazione. Gli fu detto che era invece un prodotto quasi casuale lungo la infinita scala evolutiva. Questi due violenti sconvolgimenti dell'asse esterno del mondo scuotevano anche quello del sistema psichico. E la psiche vera e propria fu, per Freud, l'oggetto della terza rivoluzione conoscitiva laica: la psicoanalisi. Essa insegna che l'Io autocosciente, convinto di portare avanti libere scelte, non è che uno dei fattori all'opera nella mente, e solo a volte quello definitivo, attendibile, razionale.
Duemila anni di lavaggio del cervello monoteistico hanno fatto sì che la maggior parte degli occidentali considerino il politeismo un'idolatria ignorante e infantile. Questo è uno stereotipo assolutamente ingiusto. Se vogliamo comprendere la logica interna al politeismo, è necessario afferrare bene l'idea centrale a sostegno della credenza in molti dèi. [...] L'assunto fondamentale del politeismo, e ciò che lo distingue dal monoteismo, è che il supremo potere che governa il mondo, che sta al di là e al di sopra degli dèi, è privo di qualsiasi interesse e pregiudizio, e dunque è indifferente riguardo ai desideri, alle attenzioni e alle preoccupazioni degli umani. E' inutile chiedere a questo potere la vittoria in guerra, la salute o la pioggia, perchè dal suo punto di vista che tutto abbraccia, non fa alcuna differenza se in battaglia vinca questo o quel regno, se una particolare città prosperi o impoverisca, se quella data persona guarisca o muoia. [...] Il politeismo contribuisce inoltre al formarsi di una tolleranza religiosa. Perchè i politeisti credono, da un lato, in un potere supremo e completamente disinteressato, e dall'altro in molti poteri parziali e caratterizzati, non c'è alcuna difficoltà per i devoti di un dio accettare l'esistenza e l'efficacia di altri dèi. [...] Il grande passo avanti avvenne con il cristianesimo. Questa fede ebbe inizio come setta esoterica ebraica, la quale cercava di convincere gli ebrei che Gesù di Nazareth era il messia da loro atteso da tanto tempo. Ma uno dei primi capi della setta, Paolo di Tarso, pensò che, se il supremo potere dell'universo ha interessi e inclinazioni, e se egli si è sentito disposto a farsi carne e sangue e a morire sulla croce per la salvezza dell'umanità, lo dovevano sapere tutti, e non solo gli ebrei. Era dunque necessario diffondere in tutto il mondo la buona novella - il vangelo - della venuta di Gesù. Le tesi di Paolo trovarono un terreno fertile. I cristiani iniziarono a organizzare attività missionarie rivolte a tutti gli umani. [...] Rispetto ai politeisti, i monoteisti mostrarono la tendenza a essere molto più fanatici e inclini al proselitismo.
- Conversioni (libere o obbligate)
- Tasso di fecondità
I devoti più fondamentalisti di una fede religiosa si impegnano molto nell'avere figli (anche se mettere al mondo figli è una cosa, investire nei figli è una questione tutta diversa).
(Cliccare sull'immagine per andare alla fonte)
Le più note religioni della storia, come l'Islam e il buddhismo, sono universali e missionarie. Conseguentemente la gente tende a pensare che tutte le religioni siano come esse. In realtà la maggioranza delle antiche religioni erano locali ed esclusive. I loro seguaci credevano in divinità e spiriti del posto, e non avevano interesse a convertire l'intera razza umana. Per quello che sappiamo, le religioni universali e missionarie cominciarono a comparire solo nel primo millennio a.C. ll loro emergere rappresentò una delle più importanti rivoluzioni della storia e dette un contributo vitale all'unificazione dell'umanità, molto similmente alla nascita del denaro e degli imperi universali.
I Grandi Dei sono talvolta identificati con il monoteismo e sono spesso divinità creatrici; tuttavia, non hanno bisogno di nessuna di queste due caratteristiche per risultare efficaci come osservatori soprannaturali. Penso che si tratti solo di un pregiudizio culturale che si è insinuato nello studio delle religioni a partire da una prospettiva di tipo abramitico. Un Grande Dio non deve necessariamente essere unico (ecco perchè l'enfasi sul plurale) e non deve per forza essere creatore.
Lo storico Marcel Gauchet nota due sorprendenti punti di continuità tra i tre monoteismi e i processi di secolarizzazione da essi fuoriusciti. Primo, sono state le religioni monoteiste a ridurre il ruolo del sacro e del soprannaturale nel mondo materiale, confinandoli all'azione di un Dio supremo e creatore. In questo modo il mondo, che nelle religioni politeiste era considerato intriso di soprannaturale, è diventato un mondo materiale di causa ed effetto. Con il tempo questo cambiamento ha permesso, in alcune culture, di immaginare un Dio distante che ha creato il mondo ma non se ne occupa attivamente. Inoltre, è diventato possibile sondare queste relazioni di causa-effetto applicando il metodo scientifico. Secondo, i monoteismi hanno introdotto un'altra novità - l'uso di denigrare gli altri dei accusandoli di essere falsi. Di conseguenza, il monoteismo può avere inavvertitamente piantato i semi dell'ateismo: se la gente inizia a negare l'esistenza di altri dei, è soltanto questione di tempo perchè incominci a negare l'esistenza di qualunque dio.
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Paul Bloom (2005), Is God an Accident? - The Atlantic
Paul Bloom (2012), Religion, Morality, Evolution (PDF) [83 citazioni]
Andrew B. Newberg (2014), The neuroscientific study of spiritual practices
Ardik Lahdimawan et Al. (2013), Effect of Ramadan Fasting on Endorphin and Endocannabinoid level in Serum, PBMC and Macrophage (PDF) [3 citazioni]
Piers Vitebsky (1998), Gli sciamani
Andrea Leuenberger (2006), Endorphins, Exercise, and Addictions: A Review of Exercise Dependence (PDF)
Vittorio Girotto, Giorgio Vallortigara, Telmo Pievani (2008), Nati per credere (PDF) - Le prime 10 pagine del libro
Maurizio Brasini (2016), Nati per credere: religiosità e evoluzionismo
David B. Barrett, George T. Kurian, Todd M. Johnson (2001), World Christian Encyclopedia - A comparative survey of churches and religions in the modern world (PDF) [1398 citazioni]
Jean Ensminger (1997), Transaction costs and Islam: explaining conversion in Africa (PDF)
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Max Roser, Fertility
Vittorio Girotto (2015), Se siamo nati per credere, da dove vengono gli atei? In ricordo di Vittorio Girotto - Micromega 1015
(2015), The Future of World Religions: Population Growth Projections, 2010-2050 - Pew Research Center
(2012), The global religious landscape - Pew Research Center
Pagina aggiornata il 27 novembre 2023