He is an old man who does not remember what he did as a young man.
I dati, in quanto tali, sono stupidi. Non parlano. Non portano attaccate etichette che ci dicono cosa significano. Oggi, però, di dati si parla come se contenessero chissà quali verità. Viviamo in un'era nella quale i Big Data si pensa siano la soluzione a tutti i problemi. I corsi di "scienza dei dati" proliferano nelle università, e gli impieghi come "scienziati dei dati" sono redditizi nelle nostre società, dove l'economia "è basata su dati". Gli strumenti statistici tradizionali, che guardano solo alle correlazioni, e gli algoritmi di Intelligenza Artificiale (IA) che usiamo per interrogare le banche dati sono, per Pearl, come gli uomini "nella famosa caverna di Platone che esplorano le ombre sulla parete della grotta e imparano a prevedere con precisione i loro movimenti. Ma non capiscono che le ombre osservate sono proiezioni di oggetti che si muovono in uno spazio tridimensionale. Ne deriva, per il teorico dell'IA basata su network bayesiani, che sono sciocchezze la "singolarità" (la super-intelligenza che prenderebbe il comando delle tecnologie), l'avvento di legioni di robot che ci schiavizzeranno o un Armageddon causato dall'IA.
Nel modello della piramide della conoscenza (DIKW), vengono utilizzati quattro stati conoscitivi (dati, informazioni, conoscenza, saggezza) nell'ambito dei quali il singolo individuo effettua le sue inferenze e fa le sue esperienze (nell'ambiente in cui vive), per arrivare, se le cose sono andate bene, a un certo grado di saggezza.
La crescita conoscitiva è un processo dinamico e la piramide della conoscenza ci mostra come il fattore più importante per incrementare la propria conoscenza è la capacità di contestualizzare e far transitare verso uno stato conoscitivo superiore i dati in nostro possesso.
Interessante! Quale è stato il risultato?
Ho fallito. La macchina ha capito subito che ero io, uno stupido umano.
L'avvento della teoria dell'informazione e delle relative tecnologie informatiche, a partire dagli anni '40 (1948, Claude Shannon), ha messo in rilievo la distinzione tra i concetti di conoscenza e informazione. Shannon pose le basi teoriche per la realizzazione di sistemi in grado di memorizzare, aggregare e trasferire informazioni. In quest'ambito si evidenziò anche la necessità di distinguere i concetti di informazione e dato, fino ad allora ritenuti sinonimi (nel parlare comune spesso anche oggi). Infatti, in informatica, un dato è un elemento informativo costituito da simboli, e un'informazione è il risultato dell’elaborazione di più dati.
Ad esempio, il dato “Russo” esprime un cognome, il dato “Giovanni” un nome, il dato “RSSGNN80A01H501N” esprime un codice fiscale. Se si interroga un database per sapere qual è il codice fiscale del cliente Giovanni Russo, i tre dati costituiscono una informazione. L'informazione, dunque, attribuisce significato a dati che, isolatamente, non ne hanno; nel caso dell'esempio il significato si può riassumere nella frase: il codice fiscale di Giovanni Russo è RSSGNN80A01H501N.
Noi suggeriamo che la saggezza non stia in ciò che una persona conosce, ma in "come" conosce. La cosa speciale sulla conoscenza di Socrate - ciò che la fa diventare saggezza - è che essa può essere acquisita solo oltrepassando la forte inclinazione a credere l'opposto. L'inclinazione che egli oltrepassa, è la nostra quasi universale rapidità nel credere che uno che eccelle in un campo tecnico deve anche avere risposte ad altri tipi di domande. [...] La saggezza è conoscenza che arriva dall'aver superato questo tipo di illusione ("Seeing through illusion").
Un dato è qualcosa di percepibile dai sensi ma che non ha alcun valore intrinseco fino a quando non viene posto in un contesto di riferimento.
Un'informazione è la scelta di un individuo di porre alcuni dati in un contesto di riferimento, assurgendoli al ruolo di "premesse", e di effettuare su di essi una serie di inferenze, traendone delle "conclusioni".
Tali conclusioni si chiamano "informazioni" ma non acquisiscono il valore di "conoscenza" fino a quando non vengono correlate alle conoscenze ed esperienze di un soggetto specifico.
Una conoscenza è l'impiego, da parte di uno specifico individuo, di un certo numero di informazioni per attuare certe "azioni" e vivere delle esperienze nel suo ambiente. L'esperienza fatta si trasformerà in conoscenza, sia che essa confermi le informazioni in suo possesso sia che le neghi.
La conoscenza è sempre individuale e non si può trasmettere perchè è generata dalle precedenti esperienze e conoscenze dell'individuo; quel che si può trasmettere è solo il racconto della propria esperienza.
La saggezza è la rinuncia consapevole, da parte di uno specifico individuo, a un atteggiamento illusorio generalizzato.
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Pagina aggiornata il 31 luglio 2022