All the people are communicating that they communicate.
-
Secondo il sociologo Fausto Colombo (2013 ved.bibliografia p.137):
L'utente delle reti è oggetto del controllo, in senso foucaltiano, in quanto genera flussi di informazioni su di sè che sono trasformati in merce, e in conseguente capitale informativo. Si tratta dell'altra faccia della libertà espressiva garantita dal web, ossia la possibilità di sfuggire ai tradizionali bottlenecks [colli di bottiglia] dell'informazione culturale grazie alla disintermediazione.
I Social Media (Media Sociali) sono applicazioni per facilitare l'interazione, la collaborazione e lo scambio di contenuti all'interno di gruppi di utenti. Sono nati con Internet e hanno molte tipologie, quali: Blog (es: Wordpress, Tumblr), Online Forum (es: phpBB, Bbgraph), Multimedia Platform (es: Youtube, Flickr), Collaboration Tools (es: Wikipedia, Wiki-Answers), ecc. Una sintesi del loro percorso storico, dal 1969 ad oggi, è visibile nel seguente grafico:
In psicologia sociale o in sociologia le persone vengono di solito chiamate attori e le relazioni legami. In funzione del tipo di rete sociale la relazione che le persone intrattengono può essere di varie tipologie: amicizia, relazioni professionali, amorose, criminali, ecc. Jacob Moreno condusse, negli anni 1932-1936 negli USA, una serie di esperimenti finalizzati a individuare i comportamenti e le scelte che gli individui fanno quando si trovano coinvolti all'interno di un gruppo sociale nel raggiungimento di un obiettivo comune.
Il modello sociometrico riflette la "vita reale" e consente di indagare le dinamiche relazionali che si sviluppano all'interno del gruppo. L'analisi delle reti sociali trova oggi molte applicazioni in sociologia, psicologia, economia, ecc). Le idee di Jacob Moreno hanno precorso gli studi psicoanalitici sull’intersoggettività. L'analisi delle reti sociali riguarda sia la quantità che la qualità delle relazioni. Ad esempio, all'interno di un social network come Facebook, può essere utile considerare le analisi qualitative dell'antropologo Robin Dunbar e i limiti quantitativi del numero di Dunbar.
Kaplan e Haenlein hanno individuato sei categorie di social media:
- Progetti di collaborazione (ad esempio Wikipedia)
- Blog e Microblog (ad es. WordPress, Twitter)
- Comunità di contenuto (ad es. Youtube, Flickr)
- Servizi di social network (ad es. Facebook, Orkut)
- Mondi virtuali di gioco (ad es. World of Warcraft)
- Mondi virtuali sociali (ad es. Second Life)
Kaplan e Haenlein hanno tentato una classificazione dei social media basata sulla ricchezza relazionale (media richness) consentita da ogni specifico mezzo e sul grado di auto-rivelazione (self-disclosure) che esso permette. La self-disclosure (rivelazione di sé) è un atteggiamento (conscio o inconscio) di disponibilità a rivelare particolari intimi della propria vita: pensieri, sentimenti, paure, aspirazioni, sogni, ecc. La classificazione di Kaplan e Haenlein è riportata nel seguente box.
La psicologa statunitense Sherry Turkle, che da oltre trent'anni studia l'effetto della tecnologia sulla psiche umana, nel suo libro "Insieme ma soli" (2011 ved. bibliografia), ha descritto con grande efficacia l'impoverimento delle nostre relazioni causato dalla crescente presenza di tecnologia nella nostra vita. La tecnologia è presente nei robot sociali (cioè robot da compagnia) delle cui applicazioni la Turkle porta esempi tratti dalla sua esperienza lavorativa al MIT. Ma la tecnologia oggi è presente, soprattutto, nelle nostre modalità di comunicazione sul Web, cioè sui social network e sui social media, ed è sempre più spesso asincrona, cioè con risposta differita nel tempo (perchè le conversazioni in tempo reale sono più difficili da gestire).
Brad lotta per essere più "se stesso" sul sito, ma è dura. Dice che anche quando cerca di "essere onesto" su Facebook, non riesce a resistere alla tentazione di usare il sito per fare "l'impressione giusta". Su Facebook, dice, "scrivo pensando all'effetto. Mi chiedo: " Se dico questo, sembrerò troppo rigido? E se dico quest'altro, sembrerà che non m'importi di niente?" Si sforza di essere più spontaneo su Facebook...di dire con decisione: "Io sono così, mi piace questo e non mi piace quest'altro", ma crede che Facebook "stravolga" i suoi sforzi perchè bisognerebbe rivelare se stessi a "qualcuno a cui importi". Per Brad, non ha senso mettersi a nudo in un profilo accessibile a tutti.
La tecnologia ci attrae quando siamo più vulnerabili, e siamo vulnerabili se ci sentiamo soli ma, nonostante il peso della solitudine, abbiamo paura dell'intimità con gli altri e allora progettiamo tecnologie che ci diano l'illusione di essere in compagnia, cioè connessi con qualcun'altro ma in una modalità che pensiamo di riuscire a controllare.
Il desiderio di essere sempre connessi, cioè sempre in compagnia di qualcuno, nasconde una patologia crescente del nostro tempo: il rifiuto della solitudine. Ma la solitudine è una condizione psichicamente sana e dobbiamo imparare a praticarla, infatti è solo nella solitudine che ci si può trovare, e solo chi è capace di solitudine è poi in grado di stabilire una vera relazione con un altro.
La solitudine è stata citata come causa di processi periferici di infiammazione collegati a malattie come il diabete, le malattie cardiovascolari, e malattie autoimmuni (ad esempio artrite reumatoide, lupus).
Posso condividere con loro la mia solitudine.
Come scrive il sociologo Fausto Colombo (p.81 ved.bibliografia):
Sia nei rapporti interpersonali, sia nei confronti dei media tradizionali, nessuno crede per sempre in qualcun altro: continue scorrettezze o gravi scandali possono mettere a dura prova le convinzioni dei fan, dei consumatori, dei supporter o degli elettori. Ma nei social media il processo è continuo e rapidissimo."
Quello che diciamo, i post a cui mettiamo like e i contenuti che condividiamo entrano a far parte del flusso informativo dei nostri contatti. Ognuno di noi è “media” e dovremmo sentire la responsabilità delle nostre azioni e scelte in questi ambienti digitali. Avere piena consapevolezza del nostro comportamento online può rendere migliore il nostro stare insieme e contribuire in modo positivo e costruttivo all’ecosistema informativo.
Un altro vantaggio dei social media è quello di dar voce a richieste della società civile che i media tradizionali trascurano (F.Colombo p.117). La disintermediazione permette di sfuggire ai colli di bottiglia dell'industria culturale: con i social media i contenuti passano dal produttore al fruitore senza intermediari. In tal modo i social media stanno rapidamente trasformando l'ecosistema mediatico pubblicando e diffondendo informazioni che vengono oscurate dai poteri che detengono il possesso dei mass media tradizionali (agenda-setting e agenda-cutting).
- Le tradizionali istituzioni politiche, la cui forza repressiva era già nota nei paesi non democratici ma che il Datagate ha confermato essere attiva anche nei paesi cosiddetti democratici attraverso un'opera di prevenzione giustificata dal rischio di attentati terroristici
- Le agenzie non istituzionali, come le grandi aziende attive sulla rete (Google, Facebook, Microsoft, Amazon, ecc), che il Datagate ha rivelato essere in accordo con le istituzioni politiche (sia dei paesi non democratici che democratici)
- Gli utenti stessi con i loro comportamenti in rete e con l'accettazione (spesso inconsapevole) di norme di self-disclosure che violano la privacy (ad esempio: APP mobile, Facebook, Twitter, Google, ecc)
Iscriviti alla Newsletter di pensierocritico.eu per ricevere in anteprima nuovi contenuti e aggiornamenti:
Jacob Moreno (2007), Who shall survive? Di Renzo Editore - Edizione italiana
A.M.Kaplan, M.Haenlein (2011), Users of the world, unite! The challenges and opportunities of Social Media (PDF) [18554 citazioni]
- Sherry Turkle (2012), Insieme ma soli Codice Edizioni - Un testo inquietante sulle modifiche alla psiche umana indotte dalle tecnologie del Web
Guido Gili (2010), Identità e riconoscimento: perché la rete è un luogo (PDF) - Articolo sulla complementarità di ambienti sociali e mediali
- Fausto Colombo (2013), Il potere socievole - Bruno Mondadori Editore - Un testo chiaro su vantaggi e svantaggi dei social media: recensione qui
- Michel Foucault (1976), Sorvegliare e punire Einaudi
- Carlo Bordoni (2012), Attenzione al nuovo Panopticon - Il Fatto Quotidiano Articolo sulle tendenze sociologiche in atto nel mondo della comunicazione
- Zygmunt Bauman (2000), La solitudine del cittadino globale (PDF) - eBook Feltrinelli
- Alberto Marinelli (2013), Networked: un nuovo sistema operativo sociale (PDF) - Una visione positiva dell'effetto dei social network sulle relazioni sociali
- Paolo Attivissimo (2014), “Facebook e Twitter: manuale di autodifesa” - download gratuito
- Aric Sigman (2009), Well connected? The biological implications of ‘social networking’ (PDF) [93 citazioni]
- Cristina Pierre (2018), What is the Difference between Social Media and Social Network? - Medium
Pagina aggiornata il 30 luglio 2023