Carenze cognitive e nootropi
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In una società dell'informazione sempre più complessa, le richieste di funzionamento cognitivo sono in costante crescita. Spesso la normalità non è accettata e bisogna essere a tutti i costi una persona di successo. Uno dei settore del biohacking in più rapida crescita è quello dei cosiddetti "farmaci intelligenti" o integratori che hanno lo scopo di potenziare le funzioni cognitive. Da alcuni anni sono diventati di moda, sia presso i manager più pressati dal raggiungimento di maggiori risultati di business, sia presso studenti universitari che devono sostenere esami particolarmente impegnativi. I farmaci più popolari sono i "nootropi", un termine generale che copre gli integratori che migliorano la funzione cognitiva in settori quali attenzione, intelligenza, memoria e creatività. Il chimico che per sintetizzò il primo di tali integratori ("Piracetam") fu Corneliu E. Giurgea che sviluppò il concetto di “sostanza nootropa” già nel 1964. La parola “nootropo” deriva dalle parole greche “νους” (nous) e “τρoπoς” (tropos), dal significato, rispettivamente, di “mente” e “piegare/cambiare”. Vi sono due modalità per potenziare l'attività cerebrale: "farmacologica" e "non farmacologica". Scrive lo psichiatra Martin Dresler: "Il termine "miglioramento cognitivo" di solito caratterizza gli interventi negli esseri umani che mirano a migliorare il funzionamento mentale oltre quanto necessario per sostenere o ripristinare una buona salute. Mentre l'attuale dibattito bioetico si concentra principalmente sui prodotti farmaceutici, secondo la caratterizzazione data, il potenziamento cognitivo anche con mezzi non farmacologici deve essere considerato come potenziamento vero e proprio. Qui riassumiamo i dati empirici sugli approcci che utilizzano la nutrizione, l'esercizio fisico, il sonno, la meditazione, le strategie mnemoniche, l'allenamento al computer e la stimolazione cerebrale per migliorare le capacità cognitive. Molte di queste strategie di potenziamento non farmacologico sembrano essere più efficaci rispetto ai farmaci attualmente disponibili solitamente coniati come potenziatori cognitivi."
Since I am sick, I would like to be treated.
Stop playing don quixote and get your feet back on the ground.
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HACKING THE BRAIN: Vi sono due modalità per potenziare l'attività cerebrale: "farmacologica" e "non farmacologica". Scrive Martin Dresler: "Il termine "miglioramento cognitivo" di solito caratterizza gli interventi negli esseri umani che mirano a migliorare il funzionamento mentale oltre quanto necessario per sostenere o ripristinare una buona salute. Mentre l'attuale dibattito bioetico si concentra principalmente sui prodotti farmaceutici, secondo la caratterizzazione data, il potenziamento cognitivo anche con mezzi non farmacologici deve essere considerato come potenziamento vero e proprio. Qui riassumiamo i dati empirici sugli approcci che utilizzano la nutrizione, l'esercizio fisico, il sonno, la meditazione, le strategie mnemoniche, l'allenamento al computer e la stimolazione cerebrale per migliorare le capacità cognitive. Molte di queste strategie di potenziamento non farmacologico sembrano essere più efficaci rispetto ai farmaci attualmente disponibili solitamente coniati come potenziatori cognitivi."
Riguardo alla modalità farmacologica: uno dei settore del biohacking in più rapida crescita è quello dei cosiddetti "farmaci intelligenti" o integratori che hanno lo scopo di potenziare le funzioni cognitive. Da alcuni anni sono diventati di moda, sia presso i manager più pressati dal raggiungimento di maggiori risultati di business, sia presso studenti universitari che devono sostenere esami particolarmente impegnativi. I farmaci più popolari sono i "nootropi", un termine generale che copre gli integratori che migliorano la funzione cognitiva in settori quali attenzione, intelligenza, memoria e creatività. Il chimico che per sintetizzò il primo di tali integratori ("Piracetam") fu Corneliu E. Giurgea che sviluppò il concetto di “sostanza nootropa” già nel 1964.
Punti di riflessione
“il cervello che agisce è innanzitutto un cervello che comprende” (Giacomo Rizzolatti)
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Il potenziamento cognitivo risulta essere un concetto multiforme: non esiste un potenziatore cognitivo che aumenta la funzione cerebrale di per sé, ma una grande varietà di interventi che possono essere raggruppati in strategie di potenziamento biochimico, fisico e comportamentale. Questi potenziatori cognitivi differiscono per la loro modalità di azione, il dominio cognitivo a cui mirano, la scala temporale su cui lavorano, la loro disponibilità e gli effetti collaterali, e come influenzano in modo differenziato i diversi gruppi di soggetti. (Martin Dresler)
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Proprio come la cultura dell'hacking nel regno del software e dell'hardware per computer, un numero crescente di individui sperimenta strategie per superare in modo creativo i limiti naturali della capacità cognitiva umana, in altre parole, per hackerare la funzione cerebrale. Questo sviluppo ha portato sia entusiasmo che timore, poiché gli osservatori hanno intuizioni nettamente diverse sulla fattibilità, l'utilità, i rischi e l'eventuale impatto delle tecnologie di miglioramento sul mondo. (Martin Dresler)
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Gli appassionati non cercano uno stato alterato di coscienza; vogliono diventare una versione migliore di se stessi, anche solo per poche ore alla volta.
Come gli atleti olimpici che spingono i loro corpi, sperano di sintonizzare il loro cervello per le massime prestazioni. E vogliono farlo senza gli effetti collaterali nervosi e il rigurgito di stomaco che otterrebbero dall'inghiottire infinite bevande energetiche o dall'assunzione di stimolanti da prescrizione come Adderall o modafinil. (John Glionna)
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Lo studio ha identificato 61 geni che sono diversi tra gli esseri umani moderni e quelli arcaici. Uno di questi geni è NOVA1, che ha un ruolo essenziale nella regolazione dell'attività di altri geni durante lo sviluppo iniziale del cervello. Svolge anche un ruolo nella formazione delle sinapsi. (Allysson Muotri)
Nootropi: le sostanze per potenziare la mente
Spesso sui media si parla erroneamente di “smart drugs” o “droghe intelligenti” ma gli appassionati del miglioramento cognitivo distinguono generalmente tra nootropi e smart drugs: i primi hanno una bassissima incidenza di effetti collaterali, non sono tossici per l’organismo e non causano effetti tipicamente “stupefacenti”.
I potenziatori biochimici con la più lunga tradizione nella storia umana sono stati (e sono ancora) l'utilizzo di determinati componenti nutrizionali. I più usati sono probabilmente il glucosio e caffeina, ed entrambi hanno dimostrato effetti di miglioramento della cognizione in numerosi studi. Oltre al caffè, altre bevande provenienti da piante contenenti caffeina come il guaranà hanno dimostrato di migliorare la cognizione
Drogarsi per studiare: la scelta poco intelligente delle smart drugs
La pressione dell'ambiente sociale verso il successo scolastico si sta spostando dagli USA verso l'Europa, aiutato dalle smart drugs, come evidenzia la psicologa Maura Manca (vedi bibliografia 2018):
In una società in cui la normalità non è accettata e in cui bisogna essere a tutti i costi una persona di successo, sempre più spesso gli adolescenti ricorrono all’uso di queste sostanze in grado di alterare le proprie capacità fisiche e mentali, al fine di migliorare le proprie prestazioni e di raggiungere più facilmente alcuni obiettivi, delegando tutto ad una pillola. Si sta pericolosamente normalizzando l'utilizzo improprio di Smart Drugs, ossia assumere sostanze per potenziare l’attenzione, la concentrazione e lo studio, migliorare la memoria o le prestazioni sul lavoro, acquistabili con un semplice click, senza prescrizione medica e nessun controllo. Tutto questo è stato confermato da una recente ricerca internazionale, condotta in 15 Paesi e guidata dall'Università della California: il 14% degli intervistati ha dichiarato di aver utilizzato le cosiddette "smart drugs" almeno una volta nei 12 mesi precedenti, con una crescita del 9% in due anni.
In una società in cui la normalità non è accettata e in cui bisogna essere a tutti i costi una persona di successo, sempre più spesso gli adolescenti ricorrono all’uso di queste sostanze in grado di alterare le proprie capacità fisiche e mentali, al fine di migliorare le proprie prestazioni e di raggiungere più facilmente alcuni obiettivi, delegando tutto ad una pillola
In quali modi superare le carenze cognitive
Lo psichiatra Martin Dresler e i suoi colleghi scrivono (vedi blibliografia 2019) :
In una società dell'informazione sempre più complessa, le richieste di funzionamento cognitivo sono in costante crescita. Negli ultimi anni sono state proposte numerose strategie per aumentare la funzione cerebrale. Le prove della loro efficacia (o mancanza) e degli effetti collaterali hanno stimolato discussioni sulle implicazioni etiche, sociali e mediche. Nel dibattito pubblico, il potenziamento cognitivo è spesso visto come un fenomeno monolitico.
Vi sono due modalità per potenziare l'attività cerebrale: "farmacologica" e "non farmacologica". Scrive Martin Dresler:
Il termine "miglioramento cognitivo" di solito caratterizza gli interventi negli esseri umani che mirano a migliorare il funzionamento mentale oltre quanto necessario per sostenere o ripristinare una buona salute. Mentre l'attuale dibattito bioetico si concentra principalmente sui prodotti farmaceutici, secondo la caratterizzazione data, il potenziamento cognitivo anche con mezzi non farmacologici deve essere considerato come potenziamento vero e proprio. Qui riassumiamo i dati empirici sugli approcci che utilizzano la nutrizione, l'esercizio fisico, il sonno, la meditazione, le strategie mnemoniche, l'allenamento al computer e la stimolazione cerebrale per migliorare le capacità cognitive. Molte di queste strategie di potenziamento non farmacologico sembrano essere più efficaci rispetto ai farmaci attualmente disponibili solitamente coniati come potenziatori cognitivi.
Riguardo alla modalità farmacologica: uno dei settore del biohacking in più rapida crescita è quello dei cosiddetti "farmaci intelligenti" o integratori che hanno lo scopo di potenziare le funzioni cognitive. Da alcuni anni sono diventati di moda, sia presso i manager più pressati dal raggiungimento di maggiori risultati di business, sia presso studenti universitari che devono sostenere esami particolarmente impegnativi. I farmaci più popolari sono i "nootropi", un termine generale che copre gli integratori che migliorano la funzione cognitiva in settori quali attenzione, intelligenza, memoria e creatività. Il chimico che per sintetizzò il primo di tali integratori ("Piracetam") fu Corneliu E. Giurgea che sviluppò il concetto di “sostanza nootropa” già nel 1964. La parola “nootropo” deriva dalle parole greche “νους” (nous) e “τρoπoς” (tropos), dal significato, rispettivamente, di “mente” e “piegare/cambiare”. I nootropi sono quindi sostanze naturali o di sintesi che incrementano le capacità cognitive. Secondo Giurgea un nootropo poteva definirsi tale se incrementava la capacità di apprendimento, aumentava l'interazione tra gli emisferi cerebrali e migliorava le funzioni esecutive (attività come il pianificare, il prestare attenzione e la consapevolezza spaziale). Inoltre queste sostanze dovevano anche non essere tossiche e non dare dipendenza psicofisica. I nootropi agiscono alterando i livelli neurochimici, di enzimi o di ormoni nel cervello. Ad esempio, il "Piracetam" sintetizzato da Giurgea, aumenta le capacità di memoria alterando i livelli di un neurotrasmettitore, l'acetilcolina, che, di riflesso, modifica la neuroplasticità delle sinapsi. L'efficacia dei nootropi dipende dalla neurochimica del singolo individuo, che è strettamente legata al peso, ai ritmi di sonno e all'umore, per cui i risultati del loro uso possono essere molto vari.
Sugli effetti collaterali delle terapie (sia farmacologiche che non farmacologiche), scrive Martin Dresler:
Anche gli effetti potenzianti dei potenziatori cognitivi farmacologici o nutrizionali ad azione più rapida svaniscono piuttosto rapidamente. In contrasto con tali effetti transitori, interventi come la stimolazione cerebrale, dormire, strategie mnemoniche o modificazioni genetiche hanno il potenziale per il miglioramento a lungo termine fino al miglioramento cronico. Tuttavia, in quest'ultimo caso, la reversibilità degli effetti (ed effetti collaterali) di un intervento di valorizzazione potrebbe essere un ulteriore aspetto da considerare. [...] Anche strategie di potenziamento più indirette come il neurofeedback comportano potenzialmente il rischio di effetti collaterali fino a indurre attività epilettiforme, e anche un intervento delicato come l'allenamento alla meditazione potrebbe esercitare effetti negativi su specifici domini cognitivi: una relazione negativa tra consapevolezza e apprendimento implicito e una maggiore suscettibilità alla formazione di falsi ricordi dopo la meditazione di consapevolezza sono stati osservati.Sono state riportate interazioni, ad es. per glucosio e caffeina, dieta ed esercizio fisico, esercizio fisico e allenamento della memoria di lavoro, videogiochi e sonno, videogiochi e stimolazione cerebrale, esercizio fisico e stimolazione cerebrale, e stimolazione cerebrale e sonno. Anche le diverse dimensioni discusse qui possono interagire in molteplici modi, come, ad esempio, l'allenamento cognitivo computerizzato può potenziare in modo differenziale diversi processi cognitivi a seconda di fattori personali come l'età; e l'accettazione sociale delle diverse strategie di miglioramento dipende sia dalle prestazioni di base degli utenti che dal dominio cognitivo preso di mira.
Strategie per superare le carenze cognitive
Secondo lo psichiatra Martin Dresler e i suoi colleghi vi sono tre strategie praticabili per potenziare cognitivamente una mente:
Strategie comportamentali: esercizio fisico, sonno, meditazione, apprendimento di una seconda lingua, training al computer
Strategie fisiche: dispositivi inplantabili, stimolazione elettrica, stimolazione magnetica, stimolazione ottica, stimolazione acustica, gadget
Strategie biochimiche: nutrizione, rimedi naturali, droghe ricreative, farmaci, derivati del corpo
Per maggiori informazioni leggere l'articolo: "Hacking the Brain: Dimensions of Cognitive Enhancement"
Mentre i potenziatori farmacologici sono tipicamente progettati per influenzare o imitare alcuni neurotrasmettitori, anche le stesse molecole di segnalazione neurale come l'adrenalina, GABA, glucocorticoidi, ormoni ovarici, e diversi neuropeptidi sono stati suggeriti come potenziatori cognitivi.
Quali sono i nootropi più utilizzati
Spesso i nootropi agiscono sui neurotrasmettitori. Riporto una lista di alcuni di essi tratta da "Nootropi: guida al miglioramento cognitivo" del 29 novembre 2020:
Attenzione e motivazione
- Caffeina e L-Teanina – promuovono sinergicamente l’attenzione e la lucidità. La combinazione di caffeina con la Teanina, un amminoacido che si trova in piccole quantità in alcuni tè verdi pregiati, riduce gli effetti collaterali della caffeina (come l’ansia e la stimolazione eccessiva) e migliora ulteriormente le capacità cognitive.
- Modafinil e Armodafinil – questi due composti agiscono come stimolanti della mente e del fisico in modo particolarmente efficace.
- Rhodiola Rosea – un’erba che agisce da adattogeno, nel senso che aiuta il corpo a reagire positivamente agli stimoli che causano stress. Inoltre riduce il senso di stanchezza e ha un effetto ansiolitico, antidepressivo e stimolante. È inoltre usata per diminuire gli effetti dell’astinenza da caffeina.
Capacità cognitive
- Piracetam – Il racetam originale, fu originariamente sviluppato come sonnifero per via della sua struttura di tipo GABA, ma quando fu testato sugli animali (e in seguito gli esseri umani) dimostrò invece di migliorare la memoria e le funzioni cognizione senza alcun effetto sedativo o stimolante.
- Noopept – il successore del piracetam, agisce ad una frazione della dose di quest’ultimo. Inoltre a differenza del piracetam incrementa la produzione di NGF e BDNF, due fattori neurotrofici che promuovono la sopravvivenza, il differenziamento e la crescita di nuovi neuroni. Tipicamente aumenta le abilità cognitive e la memoria assieme ad una moderata stimolazione sensoriale.
- Aniracetam – provoca effetti cognitivi simili al piracetam, ma è anche ansiolitico. È particolarmente utile nell’aiutare la mente ad associare pensieri differenti e a congiungerli per formare una “visione d’insieme”. Ottimo quindi per le persone creative.
- Fenilpiracetam – il piracetam con l’aggiunta di un gruppo fenile, che lo rende molto più attivo. Ha un potente effetto stimolante sia della mente che del fisico, una sorta di mix tra piracetam e caffeina. È altresì noto per essere neuroprotettivo, e aiuta nella prevenzione del declino cognitivo.
Nota: poiché i Racetam agiscono come modulatori dell’acetilcolina (un neurotrasmettitore essenziale per la memoria), dovrebbero essere supportati nell’assunzione da una fonte di colina.
Memoria
- Bacopa Monnieri – vari studi mostrano che questa pianta migliora la formazione, il consolidamento e l’acquisizione della memoria. È un adattogeno ed è spesso usato per le sue proprietà ansiolitiche e leggermente sedative.
- Citicolina – anche nota come CDP-Colina, è una fonte di colina, ovvero un precursore dell’acetilcolina, il neurotrasmettitore fondamentale per il funzionamento della memoria. Generalmente livelli più alti di acetilcolina migliorano la memoria, specialmente quando una fonte di colina è associata ad un racetam. Aumenta inoltre i livelli di dopamina.
- Alfa GPC – un’altra fonte di colina particolarmente efficace.
Miglioramento dell’umore
- Phenibut – un composto ansiolitico che può migliorare la cognizione in situazioni ad alto stress (come esami, presentazioni e colloqui) grazie ad un notevole effetto ansiolitico e disinibente. A dosi terapeutiche non danneggia la memoria come gli ansiolitici farmacologici.
- Tianeptina – chimicamente un antidepressivo triciclico, la Tianeptina è innovativa in quanto migliora l’umore istantaneamente, aumentando al contempo la neurogenesi. A differenza di altri antidepressivi non danneggia la memoria e le capacità cognitive.
Si può costruire o ricostruire un cervello?
Come ha fatto il cervello dell'Homo Sapiens Sapiens a diventare quello che è oggi? A questa domanda ha tentato di dare risposta una ricerca condotta da un team di scienziati guidato dal genetista Alysson Muotri dell'Università della California (vedi bibliografia 2021Truijllo). Alysson Muotri, nel suo studio ha coltivato mini cervelli - che sono scientificamente conosciuti come "organoidi" - da cellule staminali derivate dalla pelle. Gli organoidi cerebrali non sono coscienti come siamo noi: sono molto semplici e non raggiungono dimensioni superiori a circa cinque o sei millimetri, a causa della mancanza di afflusso di sangue. Ma possono emettere onde cerebrali e sviluppare reti neurali relativamente complesse che rispondono alla luce. Il team ha inserito una versione estinta di un gene coinvolto nello sviluppo del cervello negli organoidi utilizzando la tecnologia CRISPR-Cas9, vincitrice del premio Nobel, nota come "forbici genetiche", che consente l'editing e la manipolazione precisi dei geni. Truijllo nell'introduzione al suo studio scrive: "Le attuali opinioni sull'evoluzione umana, supportate dalla documentazione sui fossili, indicano che sono sorti molti rami del lignaggio degli ominidi, ma solo uno è sopravvissuto fino al presente. Neanderthal e Denisovans, due di questi lignaggi estinti, sono i nostri parenti evolutivi più stretti e quindi forniscono il contrasto genetico e fenotipico più sottile alla nostra specie. Il confronto tra i genomi umani di Neanderthal, Denisovan e quelli esistenti ha dimostrato che molti esseri umani oggi portano geni introdotti attraverso eventi di mescolanza passati e ha consentito l'enumerazione di differenze genetiche specifiche dell'uomo che potrebbero essere state importanti per la recente evoluzione umana. L'antigene ventrale neuro-oncologico 1 (NOVA1) include una delle poche differenze di codifica delle proteine tra i genomi degli ominidi umani moderni e arcaici che potrebbero influenzare il neurosviluppo umano."
Trujillo, inoltre, sul modo in cui si è evoluto l'attuale cervello umano, scrive:
Il modo in cui noi esseri umani siamo diventati ciò che siamo oggi è una domanda a cui gli scienziati cercano di rispondere da molto tempo. Come abbiamo fatto evolvere capacità cognitive così avanzate, dando origine a linguaggio complesso, poesia e scienza missilistica? In che modo il cervello umano moderno è diverso da quelli dei nostri parenti evolutivi più stretti, come i Neanderthal e i Denisoviani? Reintroducendo antichi geni di tali specie estinte nei "mini cervelli" umani - ammassi di cellule staminali coltivate in un laboratorio che si organizzano in minuscole versioni di cervelli umani - gli scienziati hanno iniziato a trovare nuovi indizi. La maggior parte di ciò che sappiamo sull'evoluzione umana proviene dallo studio di antichi fossili e ossa. Sappiamo che i Neanderthal e i Denisoviani si sono discostati dagli umani circa 500.000-600.000 anni fa e che gli ultimi Neanderthal non sono scomparsi dall'Europa fino a circa 40.000 anni fa.
Durante l'evoluzione umana, gli esseri umani moderni hanno acquisito una specifica sostituzione nucleotidica nel dominio di legame dell'RNA di NOVA1 . Utilizzando la tecnologia di modifica del genoma, la versione arcaica di NOVA1 è stata introdotta nelle iPSC umane e differenziata in organoidi corticali.
I genomi dei Neanderthal e degli esseri umani moderni sono nel complesso molto simili. Per comprendere l'impatto delle varianti genetiche specifiche degli esseri umani moderni, Trujillo et al. ha eseguito un'analisi dell'intero genoma per identificare 61 varianti codificanti in geni codificanti proteine. Identificando il gene che codifica per la proteina legante l'RNA NOVA1 come miglior candidato per le analisi funzionali, hanno introdotto la variante del gene arcaico nelle cellule staminali pluripotenti umane e hanno generato organoidi cerebrali. Questi organoidi hanno mostrato alterazioni nell'espressione genica e nello splicing, nonché nella morfologia e nella sinaptogenesi, suggerendo che questo metodo potrebbe essere utilizzato per esplorare altri cambiamenti genetici che sono alla base dei tratti fenotipici che separano la nostra specie dai parenti estinti.
Conclusioni (provvisorie): Vi sono due modalità per potenziare l'attività cognitiva: "farmacologica" e "non farmacologica"
In una società dell'informazione sempre più complessa, le richieste di funzionamento cognitivo sono in costante crescita. Spesso la normalità non è accettata e bisogna essere a tutti i costi una persona di successo. Uno dei settore del biohacking in più rapida crescita è quello dei cosiddetti "farmaci intelligenti" o integratori che hanno lo scopo di potenziare le funzioni cognitive. Da alcuni anni sono diventati di moda, sia presso i manager più pressati dal raggiungimento di maggiori risultati di business, sia presso studenti universitari che devono sostenere esami particolarmente impegnativi. I farmaci più popolari sono i "nootropi", un termine generale che copre gli integratori che migliorano la funzione cognitiva in settori quali attenzione, intelligenza, memoria e creatività. Il chimico che per sintetizzò il primo di tali integratori ("Piracetam") fu Corneliu E. Giurgea che sviluppò il concetto di “sostanza nootropa” già nel 1964. La parola “nootropo” deriva dalle parole greche “νους” (nous) e “τρoπoς” (tropos), dal significato, rispettivamente, di “mente” e “piegare/cambiare”. Vi sono due modalità per potenziare l'attività cerebrale: "farmacologica" e "non farmacologica". Scrive lo psichiatra Martin Dresler: "Il termine "miglioramento cognitivo" di solito caratterizza gli interventi negli esseri umani che mirano a migliorare il funzionamento mentale oltre quanto necessario per sostenere o ripristinare una buona salute. Mentre l'attuale dibattito bioetico si concentra principalmente sui prodotti farmaceutici, secondo la caratterizzazione data, il potenziamento cognitivo anche con mezzi non farmacologici deve essere considerato come potenziamento vero e proprio. Qui riassumiamo i dati empirici sugli approcci che utilizzano la nutrizione, l'esercizio fisico, il sonno, la meditazione, le strategie mnemoniche, l'allenamento al computer e la stimolazione cerebrale per migliorare le capacità cognitive. Molte di queste strategie di potenziamento non farmacologico sembrano essere più efficaci rispetto ai farmaci attualmente disponibili solitamente coniati come potenziatori cognitivi."
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)
- Maura Manca (2018), Drogarsi per studiare, la nuova frontiera (per niente smart) delle smart drugs - AGI
- Cleber A. Trujillo et Al. (2021), Reintroduction of the archaic variant of NOVA1 in cortical organoids alters neurodevelopment - Science
- (2021), Evolution: lab-grown ‘mini brains’ suggest one mutation might have rewired the human mind - The Conversation
- Martin Dresler et Al. (2019), Hacking the Brain: Dimensions of Cognitive Enhancement - PubMed.gov [29 citazioni]
- Martin Dressler et Al. (2012), Non-pharmacological cognitive enhancement - Elsevier
- John Glionna (2017), Brain Hackers Seeking Peak Performance Use Risky Chemical Cocktails - Scientific American
- Chapman, Fisk (2020), Cognitive Enhancers Derived from Edible Crops (PDF)
- (2021), Dove acquistare i nootropi in Italia? - Brainfoods
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Pagina aggiornata il 16 luglio 2024