So it remains simple.
Secondo lo storico Luciano Canfora uno dei compiti dell'insegnamento dovrebbe essere quello di fornire degli 'anticorpi ' rispetto alle ' mode '. Vale a dire trasmettere contenuti e 'stili di pensiero' che allontanino gli studenti dal "rumore esterno" consentendo di guardare alla realtà con spirito critico. In tale compito possono essere d'aiuto i " classici greci e latini ", come sostiene Luciano Canfora (Gli antichi ci riguardano - Editore Il Mulino), infatti la visione che essi offrono del mondo antico è l'opposto dell'Arcadia che immaginiamo. Tale visione è così descritta da Canfora (p.59):
Con queste parole Luciano Canfora mette in chiaro un concetto che non tutti condividono e cioè che "è normale" che la crescita culturale della società sia basata sui conflitti e che non sempre ci sono soluzioni, nel mondo antico come in quello contemporaneo. Il compito dei genitori e degli insegnanti dovrebbe allora essere quello di insegnare a guardare alle visioni opposte della realtà con spirito critico, senza pregiudizi e fanatismi.C'è nella realtà antica, la totalità dell'esistenza e questo permette di comprendere che i valori presenti in quel che ci resta del mondo antico "sono in conflitto tra loro'" è un mondo dilaniato dal conflitto, è un mondo dove lo scontro tra visioni opposte alimenta la crescita e lo sviluppo intellettuale. Siamo dunque ben lungi dal potere immaginare o sognare che ci sia lì il tabernacolo dei valori raccolti in bene ordinati cassetti in cui noi ci vogliamo rispecchiare: quello è un mondo che aiuta a capire la 'difficoltà', a capire che non sempre i problemi hanno una soluzione.
Lo psicologo Lev S. Vygotskij, pioniere degli studi sull'insegnamento e l'apprendimento, condensati nel suo libro del 1934 "Pensiero e linguaggio" (Laterza ed.), sosteneva la natura sociale dell'apprendimento, vale a dire che lo sviluppo cognitivo di un bambino (ma anche di un individuo in genere) dovesse essere opportunamente sostenuto da un altro individuo (madre, padre, compagni, insegnanti, ecc.) e che si potesse immaginare che esso avvenga all'interno di una zona simbolica che egli denominò di "Zona di Sviluppo Prossimale" (ZPD: Zone of Proximal Development). Il concetto di ZPD, che venne adottato e ampliato da altri psicologi dopo la morte prematura di Vygotskij, consiste nell'immaginare che i risultati dell'apprendimento di ogni studente possano essere suddivisi in tre aree:
1. Zona di sviluppo attuale: nella quale lo studente ha delle competenze che gli permettono di apprendere da solo2. Zona di sviluppo prossimale (ZPD): nella quale lo studente può apprendere solo se supportato da altri (insegnanti o pari grado con maggiori capacità)3. Zona di sviluppo potenziale : nella quale lo studente (in quel momento) non può apprendere (per incompetenze proprie rispetto alla complessità del compito)
La zona di sviluppo prossimale, postulata da Vygotskij, è ancora oggi un concetto centrale nelle teorie dell'apprendimento perchè introduce un elemento di sfida, cioè richiede che l'insegnante proponga allo studente compiti che vadano oltre le sue competenze attuali, ma non elevate al punto tale da essere impraticabili in quel momento.Lo scaffolding è un processo che abilita un bambino o un novizio a risolvere un problema, assolvere un compito o raggiungere un obiettivo che andrebbe oltre le sue capacità se non avesse assistenza. Questo scaffolding consiste essenzialmente nel controllo, da parte dell'adulto, di quegli elementi del compito che, inizialmente, vanno oltre le sue capacità, permettendo così allo studente di concentrarsi solo sugli elementi alla portata delle sue capacità.
La prima finalità dell'insegnamento è stata formulata da Montaigne: è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena. Cosa significa una testa ben piena è chiaro: è una testa nella quale il sapere è accumulato, ammucchiato, e non dispone di un principio di selezione e organizzazione che gli dia senso. Una "testa ben fatta" significa che invece di accumulare il sapere è molto più importante disporre allo stesso tempo di:
- un'attitudine generale a porre e a trattare i problemi
- principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e dare loro senso
Le nostre cornici mentali, costruite durante tutta la nostra vita assorbendo ciò che ci circonda, modificano e corrompono la percezione che abbiamo della realtà e delle sue declinazioni; compongono quello che gli scienziati cognitivi chiamano “inconscio cognitivo”, ovvero quelle strutture mentali per noi impossibili da comprendere tramite l’introspezione cosciente ma solo attraverso gli effetti che producono. Il nostro “senso comune” si compone infatti di inferenze inconsce e inconsapevoli scaturite dai nostri frame, che influenzano le scelte quotidiane di ogni individuo, dall’elettore al politico. [...]Non è possibile modificare credenze e valori personali semplicemente esponendo un fatto, in quanto i nostri frame sono pronti a filtrare e interpretare il concetto. Davanti a una fake news o una menzogna, non basta “la verità a liberarci”: occorre un buon lavoro di reframing, studiato e pianificato.
Uno psicologo ungherese dal nome impronunciabile, Mihaly Csikszentmihalyi, esponente di quella che è stata denominata psicologia positiva, famoso per i suoi studi su felicità e creatività, sostiene che le persone sono veramente appagate quando vengono completamente assorbite da un compito. Ogni persona ha sperimentato (almeno qualche volta) questo stato nel quale le sue abilità vengono messe in atto senza sforzo, il senso del tempo e i problemi emotivi sembrano sparire, ed egli assapora una potente sensazione di controllo su quanto avviene. Csikszentmihalyi ha denominato questo stato di concentrazione "flusso" o "esperienza ottimale" (1990 ved. bibliografia).
Scrive Csikszentmihalyi (1990 p.5):
L'elemento chiave di un'esperienza ottimale è che è fine a se stessa. È un'esperienza autotelica. Il termine "autotelico" deriva da due parole greche, "auto", e "telos" che significa obiettivo. Si riferisce a un'attività autonoma, che non è fatta con l'aspettativa di un futuro beneficio, ma semplicemente perché il fare in sé è la ricompensa. Insegnare qualcosa ai bambini al fine di trasformarli in buoni cittadini non è un'attività autotelica, mentre insegnare perché si ha piacere ad interagire con loro lo è. Molte attività piacevoli non sono naturali; esse richiedono uno sforzo che inizialmente si è riluttanti a fare. Ma una volta che l'interazione inizia a fornire feedback alle competenze della persona, di solito comincia ad essere intrinsecamente gratificante.
Il 'flusso' nel contesto familiare ha cinque caratteristiche:
- Chiarezza: i bambini sanno ciò che i genitori si aspettano da loro;
- Autobilanciamento: i bambini sanno che i loro genitori sono interessati a ciò che stanno facendo in quel momento;
- Scelta: i bambini sentono di avere varie possibilità tra cui scegliere;
- Impegno: fiducia che permette al bambino di sentirsi a suo agio in modo tale da mettere da parte le difese e diventare consapevolmente coinvolto;
- Sfida: offrire opportunità per l'azione, che siano gradualmente complesse.
Questi stessi elementi sono necessari per creare 'flusso' e dare significato a una vita di lavoro e ai propri rapporti con gli altri.
Who do we take it away from?
Csikszentmihalyi conosceva bene le idee di Vygotskij ed era rimasto colpito in particolare dalla ripetitività e ridondanza del lavoro imposto ad ogni studente per l'apprendimento dei vari concetti nella scuola convenzionale. La noia risultante da quest'attività lo aveva convinto che gli studenti raramente sperimentano uno stato di "flusso", anche perchè essi passano la maggior parte del loro tempo scolastico al di fuori della loro zona di sviluppo prossimale.
Csikszentmihalyi si convinse che, per attuare un insegnamento efficace, occorresse inserire la ZPD all'interno di un canale di flusso, nel quale lo studente potesse sentirsi motivato da un senso di sfida e premiato dal constatare l'incremento delle proprie competenze.
It's just that you don't commit.
I pedagogisti e formatori Manuele De Conti e Matteo Giangrande hanno descritto nel libro "Debate" il metodo da applicare se si vuole introdurre il dibattito quale metodologia d'avanguardia per la trasformazione della scuola italiana. Imparare a dibattere è essenziale come attività scolastica perchè ha positive ricadute su diversi tipi di competenza: comunicativa, argomentativa, di cittadinanza: il dibattito fa bene alla democrazia (vedi sotto l'intervista alla filosofa Martha Nussbaum). Tralasciando le origini del dibattito nella filosofia greca, in epoca recente, intorno alla fine del 1700, in Inghilterra e negli Stati Uniti si formarono dei club che, sulla scia dei dibattiti parlamentari, consideravano la forma del dibattito un metodo di miglioramento umano e sociale. Quando si parla di dibattito come metodo educativo ci si riferisce a una forma di interazione dialogica regolamentata da un "protocollo" che forma le regole che strutturano il dibattito. Il World Schools Debate si basa sul protocollo del "British Parliament" che prevede quattro squadre per dibattito, impegnate a competere senza potersi contestare, ed è funzionale a preparare gli studenti a partecipare a coalizioni politiche. Questo metodo ha preso piede in tutto il mondo e, negli ultimi anni, ha dato luogo a competizioni internazionali. Nel 2017 si sono tenute in Italia le prime Olimpiadi italiane di Debate,
Delle competenze sviluppate da chi partecipa al dibattito, Manuele De Conti e Matteo Giangrande, scrivono (p.8):
Acquisizione, sviluppo e organizzazione delle conoscenze, delle abilità critiche e logiche, delle abilità argomentative, dell'abilità d'ascolto, di lettura e scrittura, di abilità comunicative verbali e non verbali o di abilità di ricerca sono solo alcune ricadute positive dell'impiego di questa metodologia a cui si aggiungono la formazione di una disposizione mentale aperta, flessibile, autocritica, dialogica e tollerante, fondamentale per la società e per formare generazioni meno autoritarie.
Il dibattito regolamentato ha dunque lo scopo di sviluppare la "competenza epistemica" degli studenti, ossia la capacità di "trasmettere conoscenza", oltre alla capacità di riconoscerla, svilupparla, conseguirla e giustificarla. Il dibattito regolamentato si può suddividere in quattro fasi:
- Formulazione della mozione (proposition): affinchè il dibattito si avvii occorre che la mozione venga formulata in modo chiaro che non consenta diverse interpretazioni. I vari tipi di mozione sono descritti nel capitolo 3 del libro e, in particolare alle pagine 30-43.
- Sviluppo della linea argomentativa: la costruzione di una linea argomentativa presuppone una strategia che consenta di difendere efficacemente la propria posizione dagli attacchi della controparte. In questo senso vale il detto "il miglior attacco è la difesa", nel senso che, oltre a pensare alla qualità dei propri argomenti, occorre anticipare le mosse offensive della controparte, costruendo argomenti che incorporino le risposte alle obiezioni più probabili. Si può dire che la linea argomentativa è vincente se è in grado di superare l'antitesi. La teoria dell'argomentazione è descritta nel capitolo 5 del libro e, in particolare alle pagine 55-61. Si consiglia di consultare, per quest'argomento, anche i capitoli 6 e 8.
- Stile comunicativo: dato che il dibattito si fa con la voce, l'efficacia della comunicazione ha un ruolo centrale. L'oratore (il debater) deve essere in grado di trasmettere efficacemente le proprie idee al pubblico e alla giuria. Il modo in cui si costruisce un discorso credibile ed efficace è delineato nel capitolo 9 del libro e, in paticolare alle pagine 123-134.
- Valutazione del dibattito: il giudice ha la responsabilità di contribuire all'acquisizione da parte dei dibattenti di una matura competenza epistemica. Infatti, la prospettiva del giudice nel valutare gli incontri influisce sulla valutazione. I dibattenti dovrebbero cercare di capire quale paradigma guida le scelte del giudice e adeguarsi ad esso. Così, se per il giudice sono più importanti i contenuti (gli argomenti) o la capacità di esporli efficacemente (lo stile), è un paradigma che va compreso rapidamente. Giudici con paradigmi diversi possono dare valutazioni molto diverse dello stesso dibattito.
Nell'ottobre 2013 la filosofa statunitense Martha Nussbaum, intervenendo in video per introdurre un convegno sulla valutazione della conoscenza (efficacia dei Test Invalsi per la valutazione dei livelli di apprendimento degli studenti nella Scuola Italiana), ha espresso il suo rammarico sostenendo che tali test a risposta multipla (come l'Invalsi) deprimono il pensiero critico e non sono in grado di esprimere la reale preparazione dello studente.
Per questi motivi gli italianisti dell'ADI si oppongono ai test INVALSI per la valutazione dell'insegnamento di 'italiano' nella scuola superiore.
Secondo la Nussbaum la democrazia non sopravvive quando le persone delegano le loro decisioni alle autorità oppure si lasciano influenzare dalla pressione del gruppo sociale al quale appartengono.
In altre parole: le nazioni che hanno a cuore la democrazia educano i cittadini al pensiero critico e ne salvaguardano la capacità di decidere autonomamente.
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- D.Wood, J.Bruner, G.Ross (1976), The role of tutoring in problem solving (PDF)
- Sadhana Puntambekar (2009), Scaffolding - Education.com
- Lidio Miato (2004), Le buone pratiche inclusive della scuola elementare trentina (Cap.3 La teoria vygotskjiana e il clima positivo) (PDF)
- Robert H. Ennis (2011), The Nature of Critical Thinking: An Outline of Critical Thinking Dispositions and Abilities (PDF)
- Mihaly Csikszentmihalyi (1990), FLOW: The Psychology of Optimal Experience (PDF) [19537 citazioni] - Articolo sintetico sull'esperienza ottimale
- Mihaly Csikszentmihalyi (1975), Beyond boredom and anxiety (PDF) - Estratto dal libro
- Antonella Delle Fave (2007), La condivisione del benessere - Il contributo della psicologia positiva - FrancoAngeli ed.
- Stacy E. Walker (2003), Active Learning Strategies to Promote Critical Thinking (PDF)
- The Importance of Teaching Critical Thinking (2014) - Global digitale citizen foundation
- R.De Monticelli (2014), Riforme, l'insofferenza ai critici e le colpe degli intellettuali - Micromega 8-4-14
- Antonio Calvani (2016), LA LEZIONE IN CLASSE FUNZIONA? FACCIAMO IL PUNTO - SApIE
- MODELLO WORLD SCHOOLS DEBATING CHAMPIONSHIPS (PDF Allegato1) - MIUR Debate Italia
- (2016), Debate (Argomentare e Dibattere) - INDIRE
- Katrina A Harte (2016), The brain, technology and education (PDF) - Acel e-Teaching
- Paolo Braga (2014), Il reframing argomentativo su istituzioni e valori nella pratica di sceneggiatura (PDF) - RIFL
- Silvio Ghidini Ottonelli (2019), Il peso delle parole: analisi sull'uso del lessico nella comunicazione politica italiana (Tesi di laurea PDF) - Luiss
a chi vuole riflettere sullo scopo dell'insegnamento
Pagina aggiornata il 31 maggio 2023