Nessuno desidera epidemie, ma alla fine possono avere effetti adattativi sulle società. L'epidemia di COVID-19, per quanto dolorosa, porterà a migliorare il nostro mondo? Potrebbe renderci consapevoli del modo in cui abbiamo trattato i nostri privilegi democratici e le disuguaglianze del nostro sistema sanitario. Potrebbe portarci ad amarci meglio, nonostante le nostre differenze. Le reazioni irrazionali non scompaiono, ma quando le riconosciamo, siamo più in grado, se proviamo, di usare la nostra intelligenza e buona volontà per aiutarci a vicenda.
I test d'intelligenza misurano cose importanti, ma non queste - essi non misurano l'estensione del pensiero razionale. Questa potrebbe non essere un'omissione se non fosse che l'intelligenza era considerata un predittore eccezionalmente forte del pensiero razionale. Tuttavia, la ricerca ha scoperto che essa è al massimo un predittore moderato e che alcune capacità del pensiero razionale possono essere dissociate dall'intelligenza.
Essere razionali significa agire per raggiungere i propri obiettivi di vita usando i migliori mezzi possibili. Violare le regole di pensiero esaminate da Kahneman e Tversky ha la conseguenza pratica che finiamo per essere meno soddisfatti della nostra vita.
- tendenza a mostrare preferenze inconsistenti a causa dell'effetto framing (farsi influenzare dalle scelte suggerite dal contesto)
- default bias (per evitare il disagio di scelte difficili si ripiega sulle scelte abituali o suggerite dall'impostazione della domanda)
- adottare sentimenti viscerali quando occorre prendere decisioni difficili
- farsi influenzare da scelte caratterizzate da stimoli vivaci (colori, suoni, caratteri, ecc)
- prendere decisioni condizionate da contesti irrilevanti
Le decisioni razionali richiedono valutazioni razionali delle probabili conseguenze delle proprie azioni. Questo capitolo offre un resoconto formale e normativo di come tali valutazioni dovrebbero essere modellate da osservazioni empiriche e dalla precedente conoscenza del mondo. Il resoconto si basa sulla ricerca moderna sull'inferenza causale, che va oltre probabilità e statistica e sta diventando, a mio avviso, parte integrante della teoria della razionalità. Uno dei risultati più importanti del lavoro moderno, la causalità, è stato quello di formalizzare il ragionamento controfattuale all'interno di una rappresentazione basata sulla struttura, la stessa rappresentazione che i ricercatori utilizzano per codificare la conoscenza scientifica. Abbiamo dimostrato che ogni modello di equazioni strutturali determina il valore di verità di ogni enunciato controfattuale. Pertanto, possiamo determinare analiticamente se la probabilità di una frase controfattuale è stimabile da studi sperimentali o osservazionali o da una combinazione di questi. Ciò ci consente di dedurre il comportamento di individui specifici, identificati da un insieme distinto di caratteristiche, così come il comportamento medio delle popolazioni, identificato da caratteristiche preintervento o risposta postintervento. Inoltre, questa formalizzazione porta ad un calcolo di azioni che risolvono alcuni dei problemi più scoraggianti nelle scienze empiriche. Questi includono, tra gli altri, il controllo del confondimento, la valutazione delle politiche interventistiche, la valutazione del confondimento diretto e gli effetti indiretti e la generalizzazione dei risultati empirici in ambienti eterogenei. Lo stesso calcolo può essere sfruttato per generare spiegazioni razionali per le azioni consigliate o le azioni intraprese in passato.
Il nostro gruppo di ricerca ha mostrato che ci sono sistematiche differenze tra gli individui nella tendenza a fare errori di giudizio e di decisione. Il fatto che ci siano delle sistematiche differenze individuali nelle situazioni di giudizio e decisione studiate da Kahneman e Tversky significa che ci sono variazioni in importanti attributi della cognizione umana correlati alla razionalità – quanto siamo efficienti nel raggiungere i nostri obiettivi. É curioso che nessuno di questi attributi critici del pensiero umano vengano valutati dai test IQ (o dai loro delegati quali i test di abilità accademica) dato che il tipo di "pensiero corretto" studiato da Kahneman e Tversky è stato ritenuto degno del Premio Nobel.
- Razionalità epistemica (si occupa di ciò che è vero): riguarda quanto le credenze dell'individuo incontrano l'effettiva struttura del mondo. E' quella che indirizza la formazione di "opinioni vere" sul mondo che circonda l'individuo. Questo tipo di razionalità non tiene conto delle emozioni e dell'effetto che esse producono nei comportamenti umani; quindi se si impiegasse questo tipo di razionalità per interagire con altre persone forse si agirebbe in modo "logico", ma non si otterrebbero grandi risultati. E' chiamata a volte "razionalità teoretica" o "razionalità probatoria" (vedere Audi 1993, 2001; Foley 1987; Harman, 1995; Manktelow 2004; Over, 2004).
- Razionalità strumentale (si occupa di come agire): è quella che indirizza i comportamenti che soddisfano nel modo più efficace gli scopi o i desideri di un "agente". In altre parole essa è quella che ogni persona impiega per raggiungere in modo ottimale i propri scopi tenendo conto delle risorse (fisiche e mentali) a sua disposizione. Gli economisti e gli scienziati cognitivi hanno affinato il concetto di ottimizzazione del raggiungimento di un obiettivo nella nozione tecnica di "utilità attesa". Il modello di giudizio razionale usato dagli scienziati decisionali (Chater & Oaksford Capitolo 2; Le Boeuf e Shafir Capitolo 16) è quello in cui una persona sceglie l'opzione che ha la maggiore utilità prevista (vedere Baron 2008; Dawes 1998; Hastie & Dawes 2010; Wu, Zhang & Gonzalez, 2004). Questo tipo di razionalità ha la priorità rispetto a quella epistemica e anzi, il più delle volte, viene ritenuta l'unica razionalità di cui convenga occuparsi.
- Opzioni possibili
- Possibili stati del mondo
- Valutazione delle conseguenze di ogni possibile azione in ogni possibile stato del mondo
Se non per inerzia professionale e investimento psicologico nel concetto di IQ, noi potremmo scegliere domani di valutare più formalmente le capacità di pensiero razionale, focalizzandoci più sul loro insegnamento e la riprogettazione del nostro ambiente in modo da limitare i danni del pensiero irrazionale. Mentre trent'anni fa conoscevamo molto di più riguardo all'intelligenza che alla razionalità, questo sbilanciamento è stato colmato nelle ultime decadi da diversi limportanti lavori nella teoria delle decisioni comportamentali, nelle scienze cognitive, e nelle aree correlate della psicologia. Nelle ultime due decadi, gli scienziati cognitivi hanno sviluppato compiti di laboratorio e indicatori di prestazione tratti dalla vita reale per misurare tendenze del penziero razionale come la ragionevole priorità degli obiettivi, la riflessività, e l'appropriata calibrazione delle evidenze. Le persone hanno mostrato differenze su questi indicatori. Questi indicatori sono strutturati differentemente da quelli usati per i test d'intelligenza. Noi abbiamo riunito in questo libro tutto questo lavoro producendo la prima esaustiva misura per il pensiero razionale, il CART.
Il fine della ricerca è perciò quello di stabilire delle opinioni, di fissare delle credenze in base alle quali sarà possibile agire.
Come si arriva alla credenza? Secondo Peirce vi sono quattro possibilità:
- La "tenacia" di chi si rifiuta di mettere in discussione le proprie idee
- la "autorità" che esclude le altre opinioni
- il metodo a priori o metafisico che procede in base al puro ragionamento
- il metodo scientifico che si basa sul procedimento sperimentale
Per ridurre questi rischi ogni cittadino sarà costretto a fare uno sforzo intellettivo superiore al passato, dotandosi di metodi e prospettive cognitive sempre più razionali.
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Marco Ruffino (2007), Teoria delle decisioni e dei processi cognitivi - UNIBO
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- Mark J. Blechner (2020), Irrationality in the Time of Coronavirus - Psychology Today
Pagina aggiornata il 20 ottobre 2023