Si stima che 100 milioni di persone nel mondo siano senzatetto, cioè "barboni"
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Cosa spinge persone apparentemente "normali" a diventare barboni, clochard (o senza tetto)? Tutte le grandi città mostrano un fenomeno quale la presenza di individui (di tutte le età) che rifiutano il modo di vivere convenzionale per affrontare la vita per strada, e non solo per povertà anche se questa è la causa più frequente. I senzatetto sono la condizione e la categoria sociale delle persone che non hanno un alloggio fisso, di solito perché non possono permettersi un alloggio regolare, sicuro e adeguato. Il termine "senzatetto" può anche includere persone la cui residenza notturna principale è in un ricovero per senzatetto, in un istituto che fornisce una residenza temporanea per individui destinati a essere istituzionalizzati, o in un luogo pubblico o privato non progettato per essere utilizzato come normale posto letto per gli esseri umani. Un piccolo numero di persone scelgono di essere nomadi senza casa, come alcuni rom (zingari) e membri di alcune sottoculture. Si stima che 100 milioni di persone nel mondo siano senzatetto. Le cause che portano una persona a diventare un barbone sono molteplici e ognuno è un caso a sé, e se li andiamo a valutare scopriamo che tra le cause vi sono: la perdita del lavoro, una malattia, un divorzio, la mancanza di supporto familiare o sociale, traumi psichici, mentre tra le conseguenze vi sono: isolamento, alcolismo, consumo di droga, malattie, morte prematura.
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IL MONDO INVISIBILE DEI SENZATETTO: Spesso quando li vediamo ci accorgiamo di una loro caratteristica costante: tutti fumano e bevono birra. Hanno bisogno di stordirsi con nicotina e alcol per cancellare il loro presente, dimenticare il passato e, in questo modo, evitano di organizzarsi un futuro diverso. La psicologa Maria Grazia Cultrera, che ha svolto una ricerca sui senzatetto e sui loro problemi di salute mentale (vedi bibliografia 2015), a proposito della motivi che possono portare una persona a diventare un senzatetto, scrive: "I barboni finiscono in strada a causa di fattori intrinseci, come un disturbo mentale o fisico, ed estrinseci e contingenti, come ad esempio la perdita di lavoro. È bene specificare, però, che tali cause sono fortemente interconnesse fra loro: la perdita di lavoro può portare a maturare un disturbo mentale o fisico, oppure la comparsa di una malattia può portare alla perdita di lavoro. Inoltre, è possibile definire i fattori individuali che, secondo diversi autori, rendono un individuo ad alto rischio: il genere maschile (probabilmente perché meno tutelati dalle strutture assistenziali), l’abuso da sostanze (più alto rispetto alla popolazione generale), essere single, avere una famiglia di origine disagiata e caotica, essere stranieri (che subiscono il cosiddetto “shock culturale”), essere omosessuali e bisessuali maschi e la presenza di una patologia psichiatrica."
Punti di riflessione
Una società si dovrebbe giudicare da come tratta i più vulnerabili. (Coco Auerswald)
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Il primo effetto del trauma è la perdita della curiosità. (Nicoletta Cinotti)
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A Roma quasi il 20% degli utenti dei Centri di Ascolto diocesani presenta problemi di natura psichiatrica. Tra gli stranieri prevalgono sintomatologie di tipo depressivo e da stress post traumatico. (Caritas Diocesana 2019)
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La mia mente può generare sogni folli per tutta la notte, ma in realtà non si riferiscono al mondo che condivido con altri esseri pensanti. (Casey Handmer - giovane viaggiatore)
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È noto che i senzatetto commettono crimini solo per essere mandati in prigione per cibo e riparo. Nello slang della polizia, questo è chiamato "tre punti caldi e un lettino" in riferimento ai tre pasti caldi giornalieri e un lettino su cui dormire dati ai prigionieri. (Wikia.org)
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Solo i poveri conoscono il significato della vita, chi ha soldi e sicurezza può soltanto tirare a indovinare. (Charles Bukowski)
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Mi piacciono i barboni. Mi piace la gente che sa ascoltare il vento sulla propria pelle, sentire gli odori delle cose, catturarne l’anima. Quelli che hanno la carne a contatto con la carne del mondo. Perché lì c’è verità, lì c’è dolcezza, lì c’è sensibilità, lì c’è ancora amore. (Alda Merini)
Troppo brutto per prostituirmi.
Origine dei senzatetto e dei nomadi
Scrive il giornalista Justin McCurry (vedi bibliografia 2007):
Non devi dormire per strada per essere un senzatetto. Secondo Feantsa, una federazione di agenzie europee per i senzatetto, essere costretti a vivere in un istituto perché non hai un posto dove andare, avere un tetto sopra la testa ma nessuna garanzia di possesso e vivere in alloggi antigienici significa di fatto che non hai un posto dove andare. Si stima che circa il 75% dei 3.200 internet cafè giapponesi aperti tutta la notte si rivolga a ospiti regolari durante la notte, che in alcuni casi sono diventati la loro principale fonte di reddito. Una catena consente agli ospiti di andare e venire una volta pagata la quota di ammissione e fornisce piccole stanze con pavimenti in tatami su cui dormire per soli 100 yen (40 pence) l'ora.
Un articolo di Wikia.org (Wiki di psicologia il cui contenuto può variare) descrive i senzatetto in questo modo:
Un piccolo numero di persone sceglie di essere senzatetto, di vivere come nomadi. "Il nomadismo è stato uno stile di vita in molte culture per migliaia di anni" sia per la "disponibilità stagionale di piante e animali" o per "la loro capacità di commerciare". Uno studio del 2001 sui problemi dei senzatetto in Europa ha rilevato che "la transitorietà urbana [ad esempio, i senzatetto] è diversa dal nomadismo/assenza di radici o dai viaggi" in quanto i nomadi e i viaggiatori zingari in roulotte hanno "mobilità pianificata" piuttosto che mobilità forzata. In Gran Bretagna, la maggior parte dei nomadi sono Rom (o Zingari), viaggiatori irlandesi, Kalé del Galles del Nord e viaggiatori scozzesi. Molte di queste persone "vivono in roulotte "; tuttavia," altri hanno scelto di stabilirsi in modo più permanente nelle case". Alcuni paesi europei hanno sviluppato politiche che riconoscono la vita nomade (o" itinerante ") unica degli zingari; lavori simili sono stato fatti anche dal governo australiano, per quanto riguarda il sottogruppo degli aborigeni che sono nomadi. Nelle grandi città giapponesi come Tokyo, le "molte manifestazioni del nomadismo urbano" includono lavoratori a giornata e gruppi di sottocultura (ad esempio, punk di strada).
Può succedere perché la tua compagna ti lascia, e il cuore non regge. Può succedere perché perdi il lavoro, e prima c'è la benzina, poi la spesa, poi le bollette, infine l'affitto, e i soldi non bastano e, alla fine, resti senza. Può succedere perché un bicchiere tiene lontana la paura, ma, poi, la sola paura che ti rimane è quella di non bere. Può succedere perché hai corso per troppo, e a un certo punto hai dimenticato perché lo stavi facendo. Può succedere a te, al tuo migliore amico, alla persona che ti sta accanto. La paura peggiore dell'uomo moderno: ritrovarsi senza più nulla. È successo a Wainer Molteni: a trent'anni finisce per strada, a Milano. Conosce il freddo, la fame, lo sporco. Ci resta per otto anni, potrebbe passarci una vita. Reagisce, fonda "Clochard alla Riscossa", il sindacato dei senzacasa. I barboni, dice, non sono parassiti, ma persone che hanno sogni e talenti da realizzare. Diventerà consulente della giunta Pisapia per il recupero sociale dei senzatetto. Una storia esemplare di speranza e solidarietà che ci tocca tutti.
La parola "senzatetto" in diverse lingue
- Australia: "dero" (da "derelict"; senzatetto o persona di strada, abbandonato dalla società)
- Gran Bretagna: "rough sleeper" (persona che dorme "allo stato brado" cioè all'aperto)
- Olandese: "zwerver" (wanderer), "dakloze" (roofless)
- Finlandese: "koditon" (senzatetto)
- Francese: "sans domicile fixe" (SDF, senza domicilio fisso)
- Tedesco: "obdachlos" (senza riparo)
- Greco: "άστεγος" (astegos) (senza tetto / casa)
- Ebraico: "Chasraei Biyet" (Mancanza di casa)
- Italiano: "senzatetto" (senza tetto)
- Giappone: "ホ ー ム レ ス": "Hoomuresu"
- Lettonia: "Bezpajumtnieks" (senza casa) o "Bomzis"
- Persiano: "بی خانمان" Bi-khaneman (senza casa)
- Polacco, russo, sloveno: "bezdomny", "бездомный", o in uso più frequente, "бомж", che sta per senza luogo fisso di vita (без определенного места жительства), "brezdomec" rispettivamente (senza casa)
- Portoghese: "desabrigado" (senza riparo) o "sem-teto" (senza tetto)
- Spagnolo: "persona sin hogar", (persona senza casa), "sin techo" o "sintecho" (persona senza tetto sopra)
- Svedese: "uteliggare" (qualcuno che giace fuori), "hemlös" (senzatetto), "lodis" / "lodare", "luffare".
- Urdu: "ghar kay begair" (senza casa)
Fonte: Wikia.org
I barboni finiscono in strada a causa di fattori intrinseci, come un disturbo mentale o fisico, ed estrinseci e contingenti, come ad esempio la perdita di lavoro. È bene specificare, però, che tali cause sono fortemente interconnesse fra loro: la perdita di lavoro può portare a maturare un disturbo mentale o fisico, oppure la comparsa di una malattia può portare alla perdita di lavoro
“Barboni”. È con questo termine, dal connotato negativo, che spesso ci si riferisce ai senzatetto, abitanti del nostro mondo che sembrano appartenere ad un altro
Ci si accorge dell'abuso di sostanze psicotrope quando sono agite da soggetti in difficoltà economiche, quali i senzatetto, i barboni. Spesso quando li vediamo ci accorgiamo di una loro caratteristica costante: tutti fumano e bevono birra. Hanno bisogno di stordirsi con nicotina e alcol per cancellare il loro presente, dimenticare il passato e, in questo modo, evitano di organizzarsi un futuro diverso. La psicologa Maria Grazia Cultrera, che ha svolto una ricerca sui senzatetto e sui loro problemi di salute mentale (vedi bibliografia 2015), a proposito della motivi che possono portare una persona a diventare un senzatetto, scrive:
I barboni finiscono in strada a causa di fattori intrinseci, come un disturbo mentale o fisico, ed estrinseci e contingenti, come ad esempio la perdita di lavoro. È bene specificare, però, che tali cause sono fortemente interconnesse fra loro: la perdita di lavoro può portare a maturare un disturbo mentale o fisico, oppure la comparsa di una malattia può portare alla perdita di lavoro. Inoltre, è possibile definire i fattori individuali che, secondo diversi autori, rendono un individuo ad alto rischio: il genere maschile (probabilmente perché meno tutelati dalle strutture assistenziali), l’abuso da sostanze (più alto rispetto alla popolazione generale), essere single, avere una famiglia di origine disagiata e caotica, essere stranieri (che subiscono il cosiddetto “shock culturale”), essere omosessuali e bisessuali maschi e la presenza di una patologia psichiatrica.
Ridurre i pregiudizi sui senzatetto è di fondamentale importanza, se si pensa che i pregiudizi costruiscono un potente stigma sociale, una prigione invisibile che favorisce il processo di esclusione dalla società: con il passare del tempo, il senzatetto si convince di essere un fallito, un debole, un pazzo, convinzione continuamente confermata dall’ambiente esterno.
I barboni hanno bisogno di stordirsi con nicotina e alcol per cancellare il loro presente, dimenticare il passato e, in questo modo, evitare di organizzarsi un futuro diverso
Perchè una persona diventa un “Barbone”
Maria Grazia Cultrera cita il lavoro di David Brandom, esperto di problemi sociali, che ha sintetizzato in quattro macro-aree le teorie che cercano di spiegare i motivi per cui una persona diventa un "Senzatetto". Prese singolarmente, tali spiegazioni non sono in grado di analizzare la complessità del fenomeno, ma sono in grado di delinearlo se considerate concatenate:
- Spiegazione di natura sociale: la condizione di senza fissa dimora è causata da un fallimento delle politiche sociali;
- Spiegazione di natura psicologica: la persona senza fissa dimora ha scarse capacità di adattamento e gravi problemi nell’instaurare o mantenere legami sociali;
- Spiegazione di natura individuale: i senza fissa dimora hanno particolari caratteristiche individuali, come l’appartenenza etnica, l’orientamento sessuale ecc.;
- Spiegazione di natura ideologica: la persona senza dimora ha scelto di non conformarsi e di non seguire i valori dominanti.
I senza fissa dimora presentano una grande varietà di percorsi esistenziali
La psicologa Maria Grazia Cultrera (vedi bibliografia 2015), a proposito della difficoltà di proporre soluzioni assistenziali che funzionino per i senzatetto, scrive:
Il processo di esclusione sociale non è solo subìto dai senza dimora, ma è anche agito: le persone senza fissa dimora elaborano strategie attive, equilibrate e razionali di adattamento alla città vissuta sulla strada. Modificano il proprio corpo, ristrutturano il proprio sé e le abitudini culturali, violano con consapevolezza molti dei tabù fondanti la nostra cultura, formando una vera e propria sottocultura. Ed è per tale ragione che risulta complicato proporre un’assistenza adeguata ai senza fissa dimora: da un lato, gli homeless presentano un pensiero ossessivo di estraniamento dalla realtà, rifiutano l’assistenza per ragioni ideologiche, psicologiche o igieniche dei servizi a loro disposizione. Dall’altro lato, il pensiero sotteso all’accoglienza considera chi si trova in uno stato di miseria di accettare qualsiasi cosa, ma ciò è un pregiudizio: esistono persone diverse con storie e bisogni diversi, e per questa ragione le macro risposte – grandi mense, grandi dormitori per i senzatetto – sono spersonalizzanti, etichettanti ed emarginanti. L’utilizzo di case famiglia, invece, permette il recupero della persona perché, favorendo l’autonomia e la ripartizione di compiti fra coinquilini, rafforza le potenzialità dell’individuo.
A proposito della perdita della casa Maria Grazia Cultrera scrive:
Molto spesso ai senza fissa dimora è negata la possibilità di mantenere la propria identità anagrafica: ciò comporta la perdita di una casa e il diritto ad averne una. Non avere una casa è destabilizzante, e spinge l’individuo all’esclusione sociale; senza una casa risulta impossibile mantenere un lavoro, delle relazioni affettive e un’adeguata igiene personale. L’impossibilità di avere uno spazio privato comporta una profonda ristrutturazione del sé, perché tale condizione non permette di separare il sé privato dal mondo se non con la pelle: «Non avendo che la pelle come separazione fra pubblico e privato, essi possono nascondersi occultando ciò che di ultimo e prezioso possiedono, la pelle, dato che gli è stata negata ogni tipo di dimensione privata. La sporcizia diventa una maschera. Il vestito non ha solo un’utilità materiale, non serve solo a coprire il freddo, altrimenti non ci spiegheremmo la ragione della sovrabbondanza di cappotti su un corpo nudo con 40 gradi all’ombra». [Bonadonna, 2001]
L'età media dei senzatetto in Italia è 44 anni
Secondo l'Istat, in Italia vivono più di 50.000 persone senza fissa dimora. Il 58% sono stranieri, l'85% sono uomini, il 76% vivono soli. La maggior parte di loro (56%) si concentra nelle regioni del Nord. L'età media è di 44 anni.
Risulta complicato proporre un’assistenza adeguata ai senza fissa dimora: gli homeless presentano un pensiero ossessivo di estraniamento dalla realtà, rifiutano l’assistenza per ragioni ideologiche, psicologiche o igieniche dei servizi a loro disposizione
Banksy e i barboni
“Dio benedica Birmingham. Nei 20 minuti in cui abbiamo filmato Ryan su questa panchina, i passanti gli hanno dato una bevanda calda, due barrette di cioccolato e un accendino – senza che lui chiedesse mai nulla”. Con queste parole il più noto e misterioso street artist al mondo Banksy commenta sul proprio profilo Instagram la sua ultima opera, un murale realizzato a Birmingham che vede la partecipazione di un performer più o meno involontario. Protagonista del video è infatti Ryan, un senzatetto che ha fatto di una panchina per strada il suo giaciglio, trasformato dalla fantasia di Banksy in Babbo Natale.
Conclusioni (provvisorie): Si stima che 100 milioni di persone nel mondo siano senzatetto. Le cause che portano una persona a diventare un barbone sono molteplici e ognuno è un caso a sé
Cosa spinge persone apparentemente "normali" a diventare barboni, clochard (o senza tetto)? Tutte le grandi città mostrano un fenomeno quale la presenza di individui (di tutte le età) che rifiutano il modo di vivere convenzionale per affrontare la vita per strada, e non solo per povertà anche se questa è la causa più frequente. I senzatetto sono la condizione e la categoria sociale delle persone che non hanno un alloggio fisso, di solito perché non possono permettersi un alloggio regolare, sicuro e adeguato. Il termine "senzatetto" può anche includere persone la cui residenza notturna principale è in un ricovero per senzatetto, in un istituto che fornisce una residenza temporanea per individui destinati a essere istituzionalizzati, o in un luogo pubblico o privato non progettato per essere utilizzato come normale posto letto per gli esseri umani. Un piccolo numero di persone scelgono di essere nomadi senza casa, come alcuni rom (zingari) e membri di alcune sottoculture. Si stima che 100 milioni di persone nel mondo siano senzatetto. Le cause che portano una persona a diventare un barbone sono molteplici e ognuno è un caso a sé, e se li andiamo a valutare scopriamo che tra le cause vi sono: la perdita del lavoro, una malattia, un divorzio, la mancanza di supporto familiare o sociale, traumi psichici, mentre tra le conseguenze vi sono: isolamento, alcolismo, consumo di droga, malattie, morte prematura.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)
- Maria Grazia Cultrera (2015), Il mondo invisibile dei senzatetto - Antrodichirone
- Le malattie devastanti dei senzatetto (2019), Istituto Mario Negri
- Lorenzo Montanaro (2016), SONO INVISIBILI SOLO PERCHÉ NESSUNO VUOLE VEDERE. MA SONO SEMPRE DI PIÙ - Famiglia Cristiana
- (2007), Tokyo dreaming - The Guardian
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Pagina aggiornata il 9 luglio 2024