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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Big Agra: ignoranza indotta dall'industria agroalimentare
TEORIE > CONCETTI > IGNORANZA
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La multinazionale Monsanto, fin dagli anni '50 del Novecento ha messo in atto una strategia particolare (si potrebbe definire "commercialmente diabolica"): invece di produrre nuovi erbicidi (in alternativa al suo prodotto Roundup) ha manipolato il patrimonio genetico delle sementi in modo che fossero "resistenti al suo erbicida (Roundup Ready)". Secondo l'OMS, l'EPA e la UE il glifosato contenuto nell'erbicida non crea problemi alla salute umana ma molti studi epidemiologici, riportati dalla giornalista Marie-Monique  Robin, attestano il contrario. A causa della globalizzazione del commercio e dell'abbattimento delle barriere doganali prodotti agricoli provenienti da paesi con norme poco restrittive possono finire sulle tavole dei paesi meglio regolamentati. Ad esempio il pane e la pasta prodotti in Italia utilizzano sempre più grano coltivato in paesi che impiegano il glifosato (Roundup della Monsanto) in quantità massicce. E' stato ipotizzato che i casi crescenti di intolleranza al glutine e di celiachia in UE e USA (circa il 5% della popolazione) possano essere causati da tale fattore.
OGM
Dad, I found a healthy apple!
Punti di riflessione


L'industria Biotecnologica Agroalimentare ha manipolato e diffuso dati scientifici falsi per negare la pericolosità per l'organismo umano di diserbanti ed erbicidi.

Manipolazione scientifica nell'industria delle Biotecnologie Agroalimentari
Il settore degli OGM (o GMO Genetically Modified Organism) è oggetto di un accanito dibattito anche in Italia e ancora oggi vi sono opinioni controverse (ved. Corbellini e Cattaneo in bibliografia). Tuttavia esiste un consenso scientifico generalizzato sia negli USA sia in UE (ved. bibliografia AAAS e UE) sull'assenza di rischi per la salute umana per il consumo di cibi OGM.
Problemi sembrano invece esserci negli erbicidi utilizzati dai coltivatori di tutto il mondo e in particolare in quelli contenenti glifosato (brevettato dalla Monsanto ma ormai libero da vincoli e prodotto da molte altre aziende). Il Glifosato è stato dichiarato "probabilmente cancerogeno" (ved. bibliografia 2015 Kathryn Z.Guyton et Al) e, dato che ne rimangono tracce consistenti nei prodotti coltivati (ved. bibliografia 2015), esso diventa pericoloso per la salute.


La giornalista Marie-Monique Robin ha condotto un'indagine approfondita sui misfatti della principale industria mondiale delle biotecnologie agroalimentari, cioè l'americana Monsanto. I risultati delle sue ricerche sono stati condensati nel libro "Il mondo secondo Monsanto - Dalla diossina agli OGM: storia di una multinazionale che vi vuole bene" e nel film "Le monde selon Monsanto". Ella scrive (p.4):


Dal 1997, a forza di campagne publicitarie e slogan come "Cibo, salute e speranza", la Monsanto è riuscita a imporre i suoi OGM, in particolare soia, mais, cotone e colza, su territori vastissimi. Nel 2007 le colture transgeniche (il 90% delle quali brevettate da Monsanto) coprivano 100 milioni di ettari: più di metà degli Stati Uniti (54,6 milioni), seguiti dall'Argentina (18 milioni), dal Brasile (11,5 milioni), ecc. [...] Questa esplosione di "aree OGM" ha risparmiato l'Europa tranne la Spagna e la Romania.


Monsanto, fin dagli anni '50 del Novecento ha messo in atto una strategia particolare (si potrebbe definire "commercialmente diabolica"): invece di produrre nuovi erbicidi (in alternativa al suo prodotto Roundup) ha manipolato il patrimonio genetico delle sementi in modo che fossero "resistenti al suo erbicida (Roundup Ready)". Secondo l'OMS, l'EPA e la UE il glifosato contenuto nell'erbicida non crea problemi alla salute umana ma molti studi epidemiologici, riportati dalla Robin (pp.92-100), attestano il contrario. In ogni caso la Monsanto è riuscita a imporre gli OGM negli USA e in buona parte del mondo. Il tutto sostenendo il principio di "equivalenza sostanziale" secondo cui i componenti dei cibi provenienti da piante geneticamente modificate saranno uguali o sostanzialmente simili a quelli che si trovano nei comuni alimenti in termini di proteine, grassi e carboidrati. Peccato che le cose non stiano così, come riporta la Robin (pp.173-174):

Michael Hansen, l'esperto del Consumer Policy Institute, ribadisce il concetto: Il principio di equivalenza sostanziale è un alibi senza fondamento scientifico, creato dal nulla per evitare che gli OGM siano considerati additivi alimentari, e permettendo così alle aziende biotecnologiche di evitare i test tossicologici previsti dal Food Drug and Cosmetic Act, ma anche l'etichettatura dei prodotti.

L'interessante e ben documentato libro della Robin descrive tutta la storia industriale della Monsanto e i suoi misfatti in termini di manipolazione dei dati scientifici e di corruzione delle istituzioni di regolamentazione e dei politici svolta con una forte azione lobbistica.
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A causa della globalizzazione del commercio e dell'abbattimento delle barriere doganali prodotti agricoli provenienti da paesi con norme poco restrittive possono finire sulle tavole dei paesi meglio regolamentati. Ad esempio il pane e la pasta prodotti in Italia utilizzano sempre più grano coltivato in paesi che impiegano il glifosato (Roundup della Monsanto) in quantità massicce. E' stato ipotizzato che i casi crescenti di intolleranza al glutine e di celiachia in UE e USA (circa il 5% della popolazione) possano essere causati da tale fattore. In quest'ambito si inserisce, ad esempio, l'opposizione al trattato TTIP che vorrebbe promuovere il libero scambio tra USA e UE, e che nasconde invece la voglia di espansione commerciale degli USA che hanno normative meno restrittive della UE in termini di tutela del lavoro, norme di sicurezza, difesa dell'ambiente e della salute, ecc. (per approfondire vedere puntata Report del 19/10/2014) o cliccare sull'immagine a fianco per accedere ai documenti della puntata di RadioMondo RAI3 del 9/05/16.
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Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)


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Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 26 luglio 2022

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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