(Stefano Rodotà - Tecnopolitica p.3)
- Fuggire dalla scena in caso di emergenza: se in una grande folla in cui una persona inizia a correre e ad agitare le braccia come se fosse in preda al panico, gli altri nella folla faranno immediatamente la stessa identica cosa. Correranno nella stessa direzione e mostreranno lo stesso senso di paura. Questo è un riflesso altamente adattivo nella maggior parte dei mammiferi.
- Sbadigliare: quando una persona sbadiglia, c'è un'alta probabilità che sbadiglino anche quelli intorno.
- Pensiero di gruppo: a volte, quando le persone sono in un gruppo, tendono a conformarsi tutte a una certa prospettiva o atteggiamento. Qualsiasi allontanamento dalla posizione comunemente accettata viene punito in modo che il gruppo mantenga un aspetto esteriore di armonia e coesione.
- Nausea: quando una persona ingerisce una sostanza che viene poi espulsa in modo drammatico ed energico, può creare la stessa reazione negli altri. Questo è un evento altamente adattivo di contagio sociale che ha aiutato la specie umana a sopravvivere consumando varie tossine naturali o sostanze velenose.
- Pressione dei pari : anche se forse non si adatta strettamente alla definizione scientifica di contagio sociale, la pressione dei pari coinvolge gli individui che agiscono secondo una nota aspettativa di comportamento. Può indurre le persone a impegnarsi in comportamenti in cui sono moralmente contrari o potrebbero causare danni a se stessi o ad altri.
- Cultura del posto di lavoro: ogni organizzazione ha una cultura. Alcune organizzazioni cercano intenzionalmente di instillare una cultura di spietata competitività, mentre altre cercano di creare un'atmosfera favorevole alla collaborazione e al lavoro di squadra. La cultura crea comportamenti comuni che sono supportati in parte attraverso processi di contagio sociale.
- Partecipazione in classe: la maggior parte degli insegnanti ti dirà che può essere difficile far decollare una discussione in classe, soprattutto con gli adolescenti. Tuttavia, dopo che il primo studente ha alzato la mano per esprimere la propria opinione, la palla può iniziare e può scaturire una discussione entusiasmante e significativa.
- A uno spettacolo comico: a volte le battute di un comico sono difficili da interpretare. Possono cavalcare il confine tra l'essere intelligenti e spiritosi o semplicemente maleducati e caustici. Pertanto, è importante impostare il tono e portare il pubblico nel giusto stato d'animo il prima possibile. Impostare quel tono sta capitalizzando il contagio sociale.
- Tendenze della moda: se una celebrità inizia a indossare qualcosa di unico che attira davvero l'attenzione del pubblico, può creare una tendenza della moda che si diffonde a macchia d'olio in uno specifico gruppo demografico.
- Panico sociale: quando i fumetti divennero popolari per la prima volta negli anni '50, il panico si diffuse in tutta la società. Molti politici, educatori e genitori credevano che i "libri" in forma abbreviata avrebbero avuto una cattiva influenza sui bambini. Anche se non hanno usato esplicitamente il termine contagio sociale, è proprio quello a cui si riferivano.
- Deindividuazione : si verifica quando una persona è membro di un gruppo o di una folla e inizia a minare la propria moralità per la sensazione di essere anonima all'interno della folla. Succede nelle rivolte, ad esempio, quando persone altrimenti rispettose della legge iniziano a fare irruzione nei negozi.
Intorno al 2010 il dilemma di Rodotà ha rischiato di diventare realtà, dando luogo alle utopie positive, abilitate dai social network, delle rivolte sociali di quegli anni (Primavera Araba, Indignados, Occupy Wall Street, ecc.), sia alle distopie (utopie negative) sollecitate dalle rivelazioni di Edward Snowden in merito al vasto e sistematico programma di intercettazioni illegali delle comunicazioni online, attuato dalla NSA americana e da altre agenzie di intelligence.
Alle notizie che quotidianamente riceviamo dai massmedia si sono aggiunte quelle dei social media (Facebook, Twitter, Blogs, Forum, ecc.) e siamo stati alternativamente sospinti verso utopie o verso distopie che, sempre più, confondono la percezione della realtà sociale.
La partecipazione politica (offline) dei cittadini è andata declinando negli ultimi anni e quella online è stata piuttosto intermittente anche all'interno del Movimento 5 Stelle che ne aveva fatto la sua bandiera.
Vendere il pacchetto "democrazia liquida" come necessariamente accessoriato di maggiore partecipazione, decisioni migliori e, soprattutto di una promessa acerba, certo, ma destinata a compiersi nel futuro prossimo di rinnovamento della politica è, non solo in aperto contrasto con quello che ci dicono i dati dentro e fuori l'Italia derivanti dalla sua applicazione pratica, ma anche, e soprattutto, pericoloso nel caso in cui ci interessi davvero sfruttare il potenziale della rete per ciò che è.
L'esperienza del Partito Pirata tedesco, dopo gli ultimi esiti elettorali, si è conclusa, perchè disporre di una piattaforma software non è un fattore determinante per innalzare la partecipazione dei cittadini. E Fabio Chiusi aggiunge che la ragione sembra strutturale ed è difficile che possa cambiare in futuro (p.83):
Nemmeno l'onnipotente software può stimolare i comuni cittadini a interessarsi delle questioni monotone e arcane di cui è fatta gran parte della politica.
Sappiamo ormai che il rischio di manipolazione elettronica di ogni tipo di sistema elettronico è reale e le irregolarità nel voto elettronico negli USA sono state documentate anche in un film americano (Hacking Democracy), uscito nel 2006 e disponibile integralmente su YouTube (box a fianco). Altri casi più recenti sono stati segnalati in Canada ed India.
ll secondo tipo di rischio riguarda la manipolazione dei cittadini per mezzo, non solo e non più della classica propaganda elettorale dei mass media, ma attraverso i social network. A questo riguardo Stefano Rodotà (Tecnopolitica p.14) ricordava l’ammonimento del politologo statunitense Theodore J. Lowi, il quale nel 1980 affermò che se la tecnologia apre le porte, il capitale le chiude. Gli uomini più ricchi nel mondo, infatti, non sono più banchieri e petrolieri ma coloro che hanno inventato Google , Facebook e simili. Oggi sappiamo che la profilazione degli utenti della rete, effettuata a fini commerciali da aziende specializzate su Google e altri motori di ricerca, ha raggiunto un elevato livello predittivo di quelli che sono sia i nostri desideri di acquisto (associabili alla nostra capacità di spesa), sia i nostri orientamenti culturali e ideali (associabili al nostro orientamento elettorale).
È noto che Facebook aveva già svolto, il 2 novembre 2010, in occasione delle elezioni del Congresso USA, un esperimento in cui a circa 61 milioni di elettori membri di Facebook, era stato inviato un messaggio (nei newsfeed) che ricordava "Oggi si vota", con un link che permetteva di dire se l'utente aveva già votato, un contatore che mostrava quanti utenti di Facebook avevano già votato e le foto di sei friend dell'utente che avevano già comunicato di aver votato (ved. box a fianco). Inoltre, i ricercatori avevano scelto casualmente tre gruppi, ognuno composto da 600.000 utenti di Facebook, ai quali avevano inviato un messaggio modificato: un gruppo non aveva ricevuto le foto degli amici, un gruppo aveva ricevuto solo il messaggio "Oggi si vota" e il terzo gruppo non aveva ricevuto nessun messaggio.
Esaminando successivamente le liste elettorali, i ricercatori erano stati in grado di confrontare il comportamento dei tre gruppi: il gruppo che aveva ricevuto il messaggio con le foto degli amici aveva contribuito ad innalzare i votanti direttamente (su scala nazionale) di 60.000 unità e indirettamente (amici degli amici) di 280.000 unità, dimostrando l'effetto di contagio sociale dovuto a Facebook. Essi scoprirono inoltre che il 4% degli utenti che aveva dichiarato di aver votato non aveva detto la verità. Questo esperimento ha contribuito a innalzare il numero di votanti di 340.000 unità.
Ma questo è solo l'inizio, infatti, dato che solo l'1% degli utenti di Facebook dichiara il proprio orientamento politico (ma questo è ciò che Facebook dichiara per non allarmare gli utenti), i ricercatori non erano stati in grado di determinare se Facebook avesse orientato il voto verso un certo schieramento politico.
A parte la Cina, il popolo di Facebook supera il numero di abitanti di qualsiasi paese del mondo. Facebook è un paese a sé, un paese fatto di pura informazione dove le autorità sanno tutto quello che fate e possono cambiare tutto ciò che vedete senza avvertirvi. Possono decidere che in un particolare giorno riceverete solo belle notizie, così magari comprerete quello che vogliono. O voterete come preferiscono. Se Facebook è un paese, allora il suo sistema di governo è la dittatura aziendale. Dobbiamo difendere princìpi come il diritto a ricevere informazioni non alterate. Princìpi come il divieto per le aziende di manipolare il nostro comportamento elettorale, mai, per nessun motivo.
La convinzione che la Rete sia di per sè portatrice di democrazia si sta rivelando un'illusione, come ha chiaramente argomentato Fabio Chiusi nel suo libro (p.28):
L'Internet-centrismo, ossia l'idea che ogni questione politica, nel nostro caso, debba avere come referente ultimo proprio la rete. O meglio, internet, l'inesistente somma delle sue inesistenti proprietà naturali, ovvero [...]: dalla trasparenza, più o meno radicale, alla capacità di distruggere ogni gerarchia e concentrazione di potere.
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Critica della democrazia digitale (2014) - Doppiozero
- Fabio Chiusi (2012), In difesa dei partiti - Il Nichilista
- Fabio Chiusi (2013), Lo stato della democrazia digitale nel 2013 - Wired
Linee guida per la promozione della cittadinanza digitale: e-democracy (2004) - Formez
- Stefano Rodotà (2014), Il mondo nella rete - Quali i diritti, quali i vincoli - Laterza-LaRepubblica
“Riparte il futuro”, 500mila firme contro la corruzione per Libera e gruppo Abele (da Il Fatto Quotidiano – 29.04.2014) - Iniziativa di partecipazione online
Europee 2014, candidati italiani “poco trasparenti”: 83 firmano contro corruzione - Iniziativa di partecipazione online
- Cengiz Erisen et al. (2014), Affective contagion in effortful political thinking - JSTor [151 citazioni]
- William Brady et al, (2017), Emotion shapes the diffusion of moralized content in social networks
- Chris Drew (2023), Social Contagion Theory: Definition And Examples
Edizione: | 2013 |
Collana: | Opere varie |
ISBN: | 9788858109502 |
pp: | 34 |
Pagina aggiornata il 4 luglio 2023