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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Giugno 2018
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pensierocritico.eu
I temi trattati in questo numero sono:

  1. Una frattura epistemica dalla tradizione orale alla scrittura: Il passaggio dalla tradizione orale alla tradizione scritta ha costituito una frattura epistemica segnando il passaggio da un "modo di pensare" basato sulla parola (poetica) e sulla musica, ad un altro modo di pensare basato sul ragionamento e sul pensiero argomentativo. Con la scrittura è stata fortemente sviluppata, rispetto al periodo precedente, la capacità logica che permette l'analisi e la sintesi di concetti complessi. Secondo lo psicologo David Olson il passaggio dall'oralità alla scrittura segna anche il passaggio dalla conoscenza di "senso comune" (concepito per scopi sociali più che logici) alla "conoscenza scientifica" (codificata per la riflessione, per la ricerca di leggi universali, ecc). Si può affermare che la scrittura abbia reso possibile forme simboliche essenziali per lo sviluppo della cultura (storia, scienza, filosofia, ecc). Ma nel cervello ancora oggi rimangono le tracce dell'importanza emotiva che la poesia e la musica erano (e sono) in grado di suscitare stimolando i meccanismi dell'affettività. Il neurobiologo Arnaldo Benini evidenzia in che modo sono emerse, nel corso dell'evoluzione, reti nervose diverse da quelle riservate al linguaggio comune e cioè destinate alla poesia e alla musica. Esse sono attive ancora adesso, ed egli scrive: "Il linguaggio diventa sostanza della coscienza, modificando la struttura e il funzionamento di aree del cervello oltre a quelle proprie del linguaggio". La poesia, sostengono Schrott e Jacobs, si accompagnò alla musica per la necessità di aumentare la forza della memoria, in un tempo in cui (fino a circa 5000 a.C) non esisteva il linguaggio scritto. L'essere umano alfabetizzato usa un circuitio neurale evolutivamente più antico per il pensiero poetico e un circuito neurale più moderno per il pensiero argomentativo.

  2. Insegnamento e pensiero critico: La crescita culturale della società è basata sull'esistenza di conflitti e sulla capacità umana di superarli dialetticamente. Per questo motivo, per lo storico Luciano Canfora, il compito dei genitori e degli insegnanti dovrebbe essere quello di insegnare a guardare alle visioni opposte della realtà con spirito critico, senza pregiudizi e fanatismi. Diventa così essenziale addestrare gli studenti all'uso del pensiero critico, cioè all'acquisizione di un 'abito mentale' che richiede che gli studenti riflettano sul 'loro' pensare e su come migliorarlo. Come ha scritto il filosofo Edgar Morin in un suo libro (La testa ben fatta): "la prima finalità dell'insegnamento è stata formulata da Montaigne: è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena." Uno dei mezzi più efficaci per insegnare agli studenti il pensiero critico è l'uso del dibattito e, in particolare, del "dibattito regolamentato" (da un protocollo). Di questo parlano, i pedagogisti e formatori Manuele De Conti e Matteo Giangrande nel libro "Debate", nel quale descrivono il metodo da applicare se si vuole introdurre il dibattito quale metodologia d'avanguardia per la trasformazione della scuola italiana. L'estensione del metodo del "dibattito regolamentato" all'apprendimento scolastico, consentirebbe di applicare una sorta di apprendimento cooperativo a piccoli gruppi di studenti con conoscenze disomogenee, e sarebbe in grado di stimolare processi cognitivi che la lezione frontale non consente. Il dibattito regolamentato aiuta gli studenti a maturare un pensiero critico, a migliorare la loro competenza argomentativa, e a diventare dei cittadini più democratici e meno autoritari.

  3. Investimenti finanziari: E' noto a tutti che il valore delle transazioni finanziarie è oggi superiore al valore dei beni industriali e dei servizi. Infatti, a partire dai primi anni Settanta si è assistito al rapido sviluppo di un arsenale di strumenti finanziari prima inimmaginabile. La svolta che ha reso possibile questo boom finanziario è l'idea che il rischio stesso potesse venire monetizzato, consentendo a un numero ristretto di attori di assumere rischi su altri rischi. Tale è la logica di fondo dei prodotti derivati, uno strumento che ha consentito ai tecnici della finanza e ai manager di rendere monetizzabile praticamente qualunque aspetto delle nostre esistenze quotidiane. Tutto il rischio sul debito (pubblico e privato) è stato monetizzato: dai mutui ipotecari delle nostre abitazioni, alla sanità privata, alla scuola privata. Ciò ha aumentato l'incertezza del futuro che, a differenza del passato, non è prodotta da cause naturali ma, prevalentemente, da azioni umane come quelle dei contratti derivati. In tale scenario si colloca l'azione del singolo risparmiatore che, nell'investire i propri risparmi, è combattuto tra l'evidenza storica della maggiore convenienza a lungo termine dell'investimento azionario e la propria ancestrale avversione per le perdite. In conclusione si può dire, attingendo al pensiero dello psicologo Paolo Legrenzi,  che bisogna abituarsi a vivere in tempi sempre più incerti e che la convenienza di risparmi ben diversificati, che comprendano anche investimenti azionari, viene ostacolata dall'incapacità di reggere a una modalità d'investimento che prevede perdite temporanee.

  4. Paranormale e Pensiero critico: Molte persone, quando sperimentano eventi sconcertanti e, a prima vista inspiegabili, quali percezioni extrasensoriali (telepatia, chiaroveggenza, precognizione, ecc), esperienze extracorporee, manifestazioni di fantasmi, miracoli, tendono ad accettare spiegazioni non scientificamente provate. Gli psicologi attribuiscono tale accettazione al modo in cui la mente umana è costruita nella maggior parte delle persone, cioè in quello stile cognitivo che tende a evitare la riflessione ed accetta la prima spiegazione intuitiva disponibile. I sociologi fanno notare che tale tendenza viene cavalcata e amplificata dai mezzi di comunicazione di massa con una particolare impronta nordamericana del paranormale che si è sviluppata negli USA a partire dagli anni '90 e si è poi estesa a tutto il mondo con appositi programmi televisivi quali (tra i tanti) The X-Files e con specifiche produzioni cinematografiche. Tale sottocultura è diventata, negli USA, un'impresa economica fiorente che ha trasformato la cultura popolare americana attraverso l'attività di gruppi paranormali impegnati in indagini locali e tour locali correlati ad attrazioni turistiche. Queste iniziative stanno lentamente sorgendo anche in Italia, e gruppi di cercatori di fantasmi (ghost hunters) sono già presenti in alcune città italiane. Ciò che questi fenomeni, amplificati dalla spinta dell'industria televisiva e cinematografica, evidenziano è l'assenza, o la riduzione, del pensiero critico di buona parte della popolazione.  
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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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