Manipolazione Mediatica nell'Era del Web
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Un precursore degli studi sulla manipolazione mediatica fu il giornalista americano Walter Lippmann che studiò, a partire dalla prima guerra mondiale, l'uso massiccio della propaganda sia da parte dei regimi autoritari che di quelli democratici. Nel 1922 Lippmann pubblicò un libro, ormai diventato un classico: "L'opinione pubblica" . In quel testo egli sosteneva che la società era diventata troppo complessa per consentire all'uomo una conoscenza diretta del suo ambiente. A causa di questa complessità l'uomo era costretto a rappresentarsi il suo ambiente con modelli semplificati che Lippmann denominò "pseudo-ambienti". Il contenuto degli pseudoambienti veniva, secondo Lippmann, alimentato dai mezzi di informazione (a quell'epoca solo stampa e radio), che potevano così manipolare e distorcere i messaggi a beneficio delle politiche di pace o di guerra dei loro paesi. Lo pseudo-ambiente è il mondo virtuale in cui la simbolizzazione ci fa vivere, in virtù del quale possiamo vivere la nostra vita fatta più di rappresentazioni che di fatti o eventi ai quali assistiamo.
L'essere umano cerca continuamente di "adattare" la sua rappresentazione della realtà al suo ambiente reale, ma la qualità di questo adattamento dipende da due fattori. Il primo è la qualità delle informazioni (fatti+opinioni), sempre esposta al rischio di manipolazione, che egli è in grado di procurarsi. Il secondo dipende dalla sua capacità di analizzarle criticamente senza "piegarle" ai propri pregiudizi. Già negli anni '70 lo psicologo Kurt Danziger aveva descritto, nel testo "La comunicazione interpersonale", la manipolazione che ogni venditore cerca di attuare con i suoi clienti spostando il focus della discussione dal prodotto all'immagine della personalità del cliente. I mezzi di comunicazione di massa (radio-TV-Web) sono diventati determinanti nella creazione del senso comune. Quel ruolo di mediazione tra la complessità della realtà sociale e l'individuo, ruolo che Lippmann aveva assegnato agli "pseudoambienti", è cambiato.
Secondo il linguista George Lakoff gli pseudoambienti sono oggi costituiti non tanto da contenuti quanto da codici, simboli e cornici comunicative (frame), vale a dire da metafore che orientano la mente degli ascoltatori/telespettatori nella direzione voluta. Infatti l'efficacia della manipolazione mediatica non dipende dai simboli o dalle metafore in quanto tali, quanto dalla loro capacità di creare un contesto emotivo favorevole all'accoglimento dei successivi messaggi politici o commerciali. L'idea che la manipolazione mediatica scomparirà con l'uso del Web è largamente mitica, come scrive il sociologo Guido Gili: ""In realtà la "rete delle reti" contiene sia "reti a nodi" che "reti a centri", del tutto simili ai sistemi della comunicazione di massa. Tant'è vero che moltissimi media tradizionali, dai quotidiani alle TV, sono ora attivi sulla rete. Con un'importante differenza: nei sistemi a centri tradizionali il ricevente era anonimo per l'emittente che poteva avvalersi solo di un feedback deduttivo, con il quale ricostruire le tendenze e le aspettative del pubblico per segmenti e categorie più o meno vaste. Inserendosi nella rete, questo sistema a centri può consentire a chi occupa la posizione centrale di conoscere assai meglio i destinatari, e i loro consumi comunicativi, aumentando e non riducendo le possibilità di manipolazione." Il consulente d'impresa Marco Minghetti, nell'ambito del suo progetto 2.0 di intelligenza collettiva, rivolge ai "disorientati" di tutto il mondo la formula che guida l'interpretazione delle parole usate dai media: "oggi il potere risiede nelle parole".
The TV broke.
Shit! I had not yet decided who to vote for
Shit! I had not yet decided who to vote for
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MANIPOLAZIONE MEDIATICA: I mezzi di comunicazione di massa (radio-TV-Web) sono diventati determinanti nella creazione del senso comune. Quel ruolo di mediazione tra la complessità della realtà sociale e l'individuo, ruolo che Lippmann aveva assegnato agli "pseudoambienti", è cambiato. Secondo il linguista George Lakoff gli pseudoambienti sono oggi costituiti non tanto da contenuti quanto da codici, simboli e cornici comunicative (frame), vale a dire da metafore che orientano la mente degli ascoltatori/telespettatori nella direzione voluta. Infatti l'efficacia della manipolazione mediatica non dipende dai simboli o dalle metafore in quanto tali, quanto dalla loro capacità di creare un contesto emotivo favorevole all'accoglimento dei successivi messaggi politici o commerciali. Ad esempio, riguardo al contesto politico, la parola "sollievo" evoca un frame che comprende una parte afflitta e un soccorritore. Questo soccorritore è un eroe al quale si è grati. Chiunque cerchi di fermare il soccorritore viene dunque ritenuto malvagio. Se in questo contesto si collega il termine "sollievo" al termine "tasse" creando uno slogan politico quale "sollievo fiscale", chiunque si proponga di abolire le tasse è un eroe e colui che tenti di ostacolarlo un malvagio: ecco creato il frame ! Se questo messaggio viene ripetuto innumerevoli volte crea nella mente degli ascoltatori una disposizione favorevole (verso il soggetto che lo propone) anche nel caso in cui lo specifico ascoltatore sia talmente povero da non poter eventualmente fruire di alcuna riduzione fiscale.
Punti di riflessione
Manipolare non è solo mentire, quanto agire sulle credenze altrui per indurre comportamenti dannosi per altri o per la stessa persona che li adotta. (Franca D'Agostini)
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Molti di noi vengono oggi influenzati più di quanto non sospettino, e la nostra esistenza quotidiana è sottoposta a continue manipolazioni di cui non ci rendiamo conto. Sono all’opera su vasta scala forze che si propongono, e spesso con successi sbalorditivi, di convogliare le nostre abitudini inconsce, le nostre preferenze di consumatori, i nostri meccanismi mentali, ricorrendo a metodi presi in prestito dalla psichiatria e dalle scienze sociali. E’ significativo che tali forze cerchino di agire su di noi a nostra insaputa, sì che i fili che ci fanno muovere sono spesso, in un certo senso, occulti. (Vance Packard)
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Hai diritto ad avere una tua opinione, puoi credere o meno a una versione dei fatti. Ma non puoi avere i tuoi fatti. (Alan Miller)
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Molti di noi vengono oggi influenzati più di quanto non sospettino, e la nostra esistenza quotidiana è sottoposta a continue manipolazioni di cui non ci rendiamo conto. Sono all’opera su vasta scala forze che si propongono, e spesso con successi sbalorditivi, di convogliare le nostre abitudini inconsce, le nostre preferenze di consumatori, i nostri meccanismi mentali, ricorrendo a metodi presi in prestito dalla psichiatria e dalle scienze sociali. E’ significativo che tali forze cerchino di agire su di noi a nostra insaputa, sì che i fili che ci fanno muovere sono spesso, in un certo senso, occulti. (Vance Packard)
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Hai diritto ad avere una tua opinione, puoi credere o meno a una versione dei fatti. Ma non puoi avere i tuoi fatti. (Alan Miller)
Origine degli studi sulla manipolazione mediatica
La manipolazione individuale, ovvero il tentativo di modificare a proprio vantaggio il comportamento di altri soggetti, è sempre esistita. Nel V secolo A.C. i Sofisti, retori che si vantavano di poter prevalere nelle assemblee popolari per mezzo di abili discorsi, vennero violentemente attaccati da Platone in diversi dialoghi e in particolare nel Gorgia.
Platone, in opposizione ai sofisti, sosteneva che il vero politico è colui che non bada al successo, ma ha a cuore il vero e il bene.
Un fenomeno relativamente recente è invece la manipolazione dell'opinione pubblica attuata attraverso la propaganda consentita dai mezzi di comunicazione di massa. Nel seguito vengono brevemente descritte alcune delle tappe con le quali la sociologia ha indagato il fenomeno della manipolazione mediatica fino ai nostri giorni e ai cambiamenti che il Web ha determinato nella manipolazione della comunicazione.
Manipolazione dell'opinione pubblica secondo Walter Lippmann
Un precursore degli studi sulla manipolazione mediatica fu il giornalista americano Walter Lippmann che studiò, a partire dalla prima guerra mondiale, l'uso massiccio della propaganda sia da parte dei regimi autoritari che di quelli democratici. Nel 1922 Lippmann pubblicò un libro, ormai diventato un classico: "L'opinione pubblica" . In quel testo egli sosteneva che la società era diventata troppo complessa per consentire all'uomo una conoscenza diretta del suo ambiente. A causa di questa complessità l'uomo era costretto a rappresentarsi il suo ambiente con modelli semplificati che Lippmann denominò "pseudo-ambienti". Il contenuto degli pseudoambienti veniva, secondo Lippmann, alimentato dai mezzi di informazione (a quell'epoca solo stampa e radio), che potevano così manipolare e distorcere i messaggi a beneficio delle politiche di pace o di guerra dei loro paesi. Lo pseudo-ambiente è il mondo virtuale in cui la simbolizzazione ci fa vivere, in virtù del quale possiamo vivere la nostra vita fatta più di rappresentazioni che di fatti o eventi ai quali assistiamo.
Secondo Walter Lippman l’opinione pubblica viene formata e manipolata tramite ciò di cui ci fidiamo e che riteniamo essere un “autentico messaggero”
Nel definire gli pseudo-ambienti Lippmann scrisse (p.13):
"Scagli la prima pietra chi non ha mai fatto circolare come verità autentica quello che aveva sentito dire da qualcuno che non ne sapeva affatto più di lui. In tutti questi casi c'è un fattore comune che è particolarmente degno di nota: l'inserimento di uno pseudo-ambiente tra l'individuo e il suo ambiente. Il comportamento dell'individuo è appunto una reazione a questo pseudo-ambiente. Ma dato che è un comportamento, le sue conseguenze, se si tratta di atti, non operano nello pseudo-ambiente nel quale è stato stimolato, ma nell'ambiente reale nel quale l'azione accade."
L'essere umano cerca continuamente di "adattare" la sua rappresentazione della realtà al suo ambiente reale, ma la qualità di questo adattamento dipende da due fattori. Il primo è la qualità delle informazioni (fatti+opinioni), sempre esposta al rischio di manipolazione, che egli è in grado di procurarsi. Il secondo dipende dalla sua capacità di analizzarle criticamente senza "piegarle" ai propri pregiudizi.
La società è diventata troppo complessa per consentire all'uomo una conoscenza diretta di essa. L'essere umano è costretto a rappresentarsi il suo ambiente con modelli semplificati che Walter Lippmann denominò "pseudo-ambienti". Lo pseudo-ambiente è il mondo virtuale in cui la simbolizzazione ci fa vivere, in virtù del quale possiamo vivere la nostra vita fatta più di rappresentazioni che di fatti o eventi ai quali assistiamo. Il contenuto degli pseudoambienti viene alimentato dai mezzi di informazione
Come si indirizza la mente delle persone
Per Walter Lippmann l'opinione pubblica del suo tempo (ma le cose oggi non sono diverse) è preda della propaganda politica e recepisce solo stereotipi, cioè rappresentazioni parziali e semplificate della realtà. Egli giunse alla conclusione che i mezzi di comunicazione di massa, benchè fossero uno strumento di sviluppo della partecipazione democratica, fossero anche un potenziale rischio per la democrazia.
Al paradigma critico di Lippmann, basato sulle rappresentazioni di realtà, si affianca oggi un nuovo paradigma sociologico che attribuisce ai media la capacità non solo di rappresentare ma anche di creare la realtà. Quest'ultimo paradigma, cui si accenna nelle prossime sezioni di questa pagina, è giustificato dall'ampiezza e pervasività dei nuovi mezzi di comunicazione di massa.
Al paradigma critico di Lippmann, basato sulle rappresentazioni di realtà, si affianca oggi un nuovo paradigma sociologico che attribuisce ai media la capacità non solo di rappresentare ma anche di creare la realtà. Quest'ultimo paradigma, cui si accenna nelle prossime sezioni di questa pagina, è giustificato dall'ampiezza e pervasività dei nuovi mezzi di comunicazione di massa.
Lo pseudo-ambiente in cui viviamo
Viviamo in uno pseudoambiente dove ogni essere umano cerca di adattare la sua rappresentazione della realtà al suo ambiente reale
Manipolazione mediatica come esito della modernità
Un ulteriore contributo al concetto di manipolazione lo diede negli anni '40 il sociologo Karl Mannheim (ved.bibliografia). Nei suoi studi sulla manipolazione psicologica egli scrisse che nelle società moderne le tecniche dirette di influenza sociale sono inefficaci. Occorre usare tecniche indirette che operino mediante la manipolazione dell'influenza psicologica. Consapevole del rischio che tali tecniche potessero, anche in società democratiche, riemergere in situazioni di crisi, egli assegnò la massima importanza al pluralismo delle fonti informative e al loro controllo istituzionalizzato.
La sindrome manipolativa è un modo di concepire la realtà che annulla i legami emotivi e considera le persone e le cose come oggetti da manipolare mediante modelli teorici
Subito dopo la seconda guerra mondiale T.W.Adorno e M.Horkheimer evidenziarono, tra le strutture psicologiche che favoriscono la formazione di personalità autoritarie (ved. bibliografia), una sindrome manipolativa. La sindrome manipolativa, secondo Adorno, scaturisce dal processo di razionalizzazione, rivolto al dominio sulla realtà, che ha guidato lo sviluppo della civiltà occidentale. La sindrome manipolativa è dunque un modo di concepire la realtà che annulla i legami emotivi e considera le persone e le cose come oggetti da manipolare mediante modelli teorici.
Il desiderio di uniformarsi agli altri
Negli anni '50 il sociologo David Riesman nel libro "La folla solitaria" (ved.bibliografia), trattò il problema del conformismo sociale causato dalla crescente paura dell'isolamento insita nelle società moderne. Egli scrisse che la manipolazione dell'essere umano è resa possibile dal desiderio, costruito dall'uomo (con l'euristica del conformismo successivamente scoperta) e alimentato dalla società, di uniformarsi agli altri. Avviene così che i gruppi sociali di appartenenza, anzichè costituire una barriera di protezione dall'influenza della comunicazione di massa, alimentano il conformismo. Riesman per primo mise in evidenza la caratteristica auto-manipolatoria dell'essere umano: anche in presenza di un grande pluralismo di fonti informative il desiderio di conformità sociale (magari mantenendo differenze marginali), prende il sopravvento.
La manipolazione dell'essere umano è resa possibile dal desiderio, costruito dall'uomo (con l'euristica del conformismo) e alimentato dalla società, di uniformarsi agli altri
Fortunately, public opinion has not yet realized that it thinks how private opinion wants it to think
Manipolare le idee per indirizzare i bisogni
Negli anni '50 il sociologo Vance Packard affrontò, nel testo "I persuasori occulti" (ved. bibliografia), ormai diventato un classico, il tema della manipolazione della mente dei consumatori mediante messaggi pubblicitari che facevano ricorso a tecniche psicologiche per indirizzare le scelte d'acquisto. Egli arrivò a proporre una visione del mercato completamente dominata dai grandi gruppi industriali e dalla loro strategia di allevamento e condizionamento mentale dei consumatori "dalla culla alla tomba".
Packard si occupò, pionieristicamente, dell'influsso della pubblicità televisiva sul pubblico statunitense, mettendo in evidenza il fatto che alcuni inserzionisti si lamentavano dell'elevata qualità dei programmi televisivi (erano gli anni '50) perchè, negli intervalli in cui venivano trasmessi gli inserti pubblicitari, i telespettatori parlavano tra loro del programma...Ecco un brano tratto dal libro (p.147):
La domanda risale al 1955. Oggi non pochi degli spettatori dei programmi televisivi americani hanno diritto di porsela. E' possibile che talune tra le trasmissioni decisamente brutte siano tali di proposito, per dare maggiore forza di penetrazione agli inserti pubblicitari?
L'ingannevole pubblicità online: Astroturfing
A partire dagli anni '80, il marketing online ha inventato l'Astrosurfing, vale a dire l'arruolamento di utenti che, dietro compenso, pubblicano false recensioni positive per promuovere prodotti o servizi sul Web, ad esempio su Tripadvisor, Yelp, Amazon. Questo dilagante fenomeno ha coinvolto anche Wikipedia, infatti molte aziende eticamente poco dotate fanno modificare (da utenti anonimi) le pagine che li riguardano cancellando i commenti negativi e inserendo informazioni che ne propagandano un'immagine positiva. Per contrastare tale fenomeno un hacker statunitense ha creato il software Wikiscanner che consente di trovare le relazioni tra le modifiche anonime fatte su Wikipedia e le aziende alle quali le modifiche si riferiscono.
L'Astroturfing è alla base di ogni attività di Lobbying
La giornalista investigativa Sharyl Attkisson descrive in quale modo i lobbisti usano l'astroturfing per manipolare e distorcere mass media e social media (Abilitare i sottotitoli)
Coloro che usano l'Astroturfing possono essere riconosciuti dall'impiego di un linguaggio "emotivamente carico", dalla citazione di miti che sono stati smascherati e demistificati, dall'aggressione verbale al carattere di persone o organizzazioni specifiche piuttosto che dall'attenersi all'analisi dei fatti, dall'usare scetticismo e critiche verso coloro che espongono i fatti piuttosto che verso i fatti stessi
Come individuare l'Astroturfing sul Web
I consigli della giornalista investigativa Sharyl Attkisson per chi vuole individuare l'Astroturfing nelle proprie letture online (da "4 Ways To Spot Big Pharma’s Astroturfing And Media Manipulation") sono:
- Uso di un linguaggio "emotivamente carico" o "incendiario"
- Citazione di miti che sono stati smascherati e demistificati
- Aggressione verbale rivolta al carattere di persone o organizzazioni specifiche piuttosto che alla "Analisi dei fatti"
- Scetticismo e critiche verso coloro che espongono i fatti piuttosto che verso i fatti stessi
Puntare alla personalità del cliente
Già negli anni '70 lo psicologo Kurt Danziger aveva descritto, nel testo "La comunicazione interpersonale" (ved.bibliografia), la manipolazione che ogni venditore cerca di attuare con i suoi clienti spostando il focus della discussione dal prodotto all'immagine della personalità del cliente.
It would take a vaccine against stupidity.
What about the side effects?
What about the side effects?
Manipolare le idee per indirizzare i comportamenti
I mezzi di comunicazione di massa (radio-TV-Web) sono diventati determinanti nella creazione del senso comune. Quel ruolo di mediazione tra la complessità della realtà sociale e l'individuo, ruolo che Lippmann aveva assegnato agli "pseudoambienti", è cambiato.
Secondo il linguista George Lakoff (ved.bibliografia) gli pseudoambienti sono oggi costituiti non tanto da contenuti quanto da codici, simboli e cornici comunicative (frame), vale a dire da metafore che orientano la mente degli ascoltatori/telespettatori nella direzione voluta. Infatti l'efficacia della manipolazione mediatica non dipende dai simboli o dalle metafore in quanto tali, quanto dalla loro capacità di creare un contesto emotivo favorevole all'accoglimento dei successivi messaggi politici o commerciali.
Secondo il linguista George Lakoff (ved.bibliografia) gli pseudoambienti sono oggi costituiti non tanto da contenuti quanto da codici, simboli e cornici comunicative (frame), vale a dire da metafore che orientano la mente degli ascoltatori/telespettatori nella direzione voluta. Infatti l'efficacia della manipolazione mediatica non dipende dai simboli o dalle metafore in quanto tali, quanto dalla loro capacità di creare un contesto emotivo favorevole all'accoglimento dei successivi messaggi politici o commerciali.
Ad esempio, riguardo al contesto politico, la parola "sollievo" evoca un frame che comprende una parte afflitta e un soccorritore. Questo soccorritore è un eroe al quale si è grati. Chiunque cerchi di fermare il soccorritore viene dunque ritenuto malvagio. Se in questo contesto si collega il termine "sollievo" al termine "tasse" creando uno slogan politico quale "sollievo fiscale", chiunque si proponga di abolire le tasse è un eroe e colui che tenti di ostacolarlo un malvagio: ecco creato il frame ! Se questo messaggio viene ripetuto innumerevoli volte crea nella mente degli ascoltatori una disposizione favorevole (verso il soggetto che lo propone) anche nel caso in cui lo specifico ascoltatore sia talmente povero da non poter eventualmente fruire di alcuna riduzione fiscale.
L'efficacia della manipolazione mediatica non dipende dai simboli o dalle metafore in quanto tali, quanto dalla loro capacità di creare un contesto emotivo favorevole all'accoglimento dei successivi messaggi politici o commerciali
Esempi analoghi relativi alla situazione politica italiana sono presenti nel libro "Sulla lingua del tempo presente" di Gustavo Zagrebelski e sono analizzati nella pagina Analisi argomenti che riporta un'analisi del lessico berlusconiano alla luce della Teoria degli Atti Linguistici.
Questo paradigma sociologico sostiene che la realtà viene costruita per mezzo del linguaggio e altre forme simboliche attraverso cui ce la rappresentiamo. Conseguentemente i mezzi di comunicazione di massa, nell'atto stesso di trasmettere informazioni, trasformano e creano la realtà.
Questo paradigma sociologico sostiene che la realtà viene costruita per mezzo del linguaggio e altre forme simboliche attraverso cui ce la rappresentiamo. Conseguentemente i mezzi di comunicazione di massa, nell'atto stesso di trasmettere informazioni, trasformano e creano la realtà.
Il Web favorisce o ostacola la manipolazione mediatica?
Negli ultimi anni Il sociologo Manuel Castells ha evidenziato il nuovo paradigma della comunicazione di massa: i nuovi media (citizen journalism e social media) rendono possibile una comunicazione individuale di massa (mass self-communication) che favorisce il contropotere e il sorgere di nuovi movimenti sociali. Esempi recenti di tale fenomeno: Primavera Araba in Egitto e Tunisia, Occupy Wall Street negli USA, Rivolta in Islanda, Indignados in Spagna, Movimento 5Stelle in Italia. Il successo di questi movimenti dimostra, secondo Castells, che i social networks possono essere impiegati come strumenti di contropotere.
Dai mass media alla mass self-communication
La trasformazione del sistema di comunicazione da mass media a mass self-communication, è in corso e consiste nel passaggio dalla distribuzione di massa di messaggi unidirezionali "one-to-many " allo scambio di messaggi interattivi "many-to-many ". Di fronte a questa trasformazione i media tradizionali (mainstream) stanno cercando di reagire creando dei link alla rete orizzontale di comunicazione dei social media e connettendosi alla blogosfera dove giornalisti non professionisti e indipendenti pubblicano contenuti non sottoposti al controllo delle redazioni.
Si è avviata l'interconnessione tra due mondi: il mondo dei media tradizionali (Radio, TV, Giornali) e il mondo dei social media (Blog, Microblog, Forum, ecc). L'esperienza italiana del Movimento 5Stelle, che ha orientato fortemente il risultato elettorale del febbraio 2013, dimostra l'avvenuta interconnessione dei due mondi. Beppe Grillo, con un'accorta strategia di comunicazione, è riuscito a trasferire il suo messaggio politico dal suo Blog alla Tv, Radio e giornali tradizionali. Ulteriori esempi della fusione di media tradizionali e social media sono riportati nella pagina Ecosistema Mediatico Emergente.
Manipolazione del Web
L'idea che la manipolazione mediatica scomparirà con l'uso del Web è largamente mitica, come scrive il sociologo Guido Gili (p.263 ved.bibliografia):
"In realtà la "rete delle reti" contiene sia "reti a nodi" che "reti a centri", del tutto simili ai sistemi della comunicazione di massa. Tant'è vero che moltissimi media tradizionali, dai quotidiani alle TV, sono ora attivi sulla rete. Con un'importante differenza: nei sistemi a centri tradizionali il ricevente era anonimo per l'emittente che poteva avvalersi solo di un feedback deduttivo, con il quale ricostruire le tendenze e le aspettative del pubblico per segmenti e categorie più o meno vaste. Inserendosi nella rete, questo sistema a centri può consentire a chi occupa la posizione centrale di conoscere assai meglio i destinatari, e i loro consumi comunicativi, aumentando e non riducendo le possibilità di manipolazione."
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Manipolazione dei Social Media
La manipolazione dei social media è già iniziata in campo militare: un articolo del Guardian descrive l'iniziativa del comando militare USA che ha fatto sviluppare da una società specializzata (Ntrepid) un software per manipolare i social media. Lo scopo è quello di influenzare le conversazioni online svolgendo propaganda pro-USA in medio ed estremo oriente. Questo software permette ai singoli militari americani di creare e controllare (dagli USA) fino a dieci identità false (sockpuppet), che partecipino alle conversazioni sui social media nel linguaggio locale (Arabo, Farsi, Urdu, Pashtu, ecc), pubblicando blogposts, chatroom posts, ecc.
Un altro ambito in cui la manipolazione dei social media ha iniziato a operare è quello politico. Uno studio di due ricercatori americani, Social Media and the Elections, ha descritto vari tipi di manipolazione finalizzati ad alterare la percezione che gli elettori avevano dei candidati:
- incremento fittizio dei sostenitori (fake)
associazione di termini denigratori a un candidato per falsarne l'indicizzazione nelle ricerche google
spamming con invio di falsi messaggi twitter.
Da qualche anno il social network preferito dai politici è diventato Twitter (Trump è uno dei suoi massimi utilizzatori) perchè permette di manipolare l'informazione con l'impiego dei Political Bot, ossia di profili falsi creati ad arte per manipolare il consenso dei politici che li usano.
Per approfondire andare alla pagina L'Era della Postverità.
False identità (sockpuppet) sui Social Media
I Sockpuppet (marionette) sono delle false identità create sui Social Media per esprimere commenti a favore o contro certe tesi e manovrate in funzione dell'interesse del loro creatore
Sul Web c'è un elevato numero di profili fake (ChatBot) pilotati per favorire o danneggiare candidati o forze politiche
Il falso decalogo delle 10 strategie di manipolazione attribuito a Chomsky
Se si cerca sul web con un qualsiasi motore il termine "manipolazione" o "strategia manipolazione", si trovano diversi website che presentano un "decalogo sulle strategie di manipolazione" attribuito al famoso linguista Noam Chomsky. Se però si decide di verificare se tale decalogo è stato scritto realmente da Chomsky non si trova nessuna fonte diretta; infatti se si cerca tale documento sul sito ufficiale di Chomsky non se ne trova traccia.
Lo scrittore Jean Bricmont, che ha scritto un testo sul pensiero di Chomsky, ha descritto in un articolo le sue impressioni sul decalogo attribuito a Chomsky e ha trovato che esso gli sembrava una semplificazione e una deformazione del pensiero del linguista americano. Bricmont ha così deciso di verificare la correttezza dell'attribuzione inviando una email a Chomsky che gli ha così risposto: "Non ho alcuna idea della provenienza di questo testo. Non ho fatto io quella compilation nè l'ho messa sul web. Suppongo che colui che l'ha scritta potrà pretendere che si tratti di una interpretazione di ciò che ho scritto qui o là, ma certamente non in quella forma nè come elenco." Bricman ha concluso scrivendo che il successo del testo (che viene cliccato e linkato in molte lingue sul web) illustra il fraintendimento del pensiero di Chomsky, sia tra i suoi sostenitori che tra i suoi avversari. Il problema che si vuole evidenziare non riguarda la qualità del falso decalogo, i cui concetti potrebbero anche essere validi, quanto il fatto che non corrispondono al pensiero di Chomsky: è stata sfruttata la notorietà dell'autore per propagandare un testo che altrimenti pochi avrebbero letto. Questo caso mette in rilievo l'importanza della verifica di credibilità delle fonti (del singolo documento o dell'intero website). In particolare è essenziale risalire al website dell'Autore del testo citato, o del suo Editore o del suo Istituto di ricerca. Altri elementi sul falso decalogo, compreso il suo vero autore, sono stati ricostruiti da Ricardo Nuno Silva in questo post.
Verificare sempre la credibilità delle proprie fonti!
Noam Chomsky
"Non ho scritto nessun decalogo sulla manipolazione"
La propaganda è dannosa perchè usa le parole scelte da chi ha il "potere"
La pubblicitaria Annamaria Testa mette in luce le differenze tra pubblicità e propaganda nelle strategie di comunicazione persuasive di massa (vedi bibliografia). La comunicazione persuasiva è sempre esistita, e Annamaria Testa scrive:
Il problema con la propaganda è che persuade le persone di cose false, e che per riuscirci le disinforma e le manipola facendo leva sulla minaccia e sulla paura.
Il consulente d'impresa Marco Minghetti (vedi bibliografia), nell'ambito del suo progetto 2.0 di intelligenza collettiva, rivolge ai "disorientati" di tutto il mondo la formula che guida l'interpretazione delle parole usate dai media: "oggi il potere risiede nelle parole". Da qui l'invito ad accorgersi della manipolazione delle parole evidenziata dallo scrittore Gianrico Carofiglio nel libro "La manomissione delle parole", di cui parla Minghetti:
Carofiglio riflette sull’importanza del linguaggio nel nuovo millennio, soffermandosi sul rapporto tra linguaggio e potere ed appunto il “potere” di quest’ultimo di mutare il mondo delle parole: questo provoca effetti profondi sugli individui e sulla società tutta.
Il messaggio ai "disorientati" di tutto il mondo dovrebbe essere la formula che guida l'interpretazione delle parole usate dai media: "oggi più che mai il potere risiede nelle parole"
Conclusioni (provvisorie): la società è diventata troppo complessa per consentire all'uomo una conoscenza diretta del suo ambiente
Un precursore degli studi sulla manipolazione mediatica fu il giornalista americano Walter Lippmann che studiò, a partire dalla prima guerra mondiale, l'uso massiccio della propaganda sia da parte dei regimi autoritari che di quelli democratici. Nel 1922 Lippmann pubblicò un libro, ormai diventato un classico: "L'opinione pubblica" . In quel testo egli sosteneva che la società era diventata troppo complessa per consentire all'uomo una conoscenza diretta del suo ambiente. A causa di questa complessità l'uomo era costretto a rappresentarsi il suo ambiente con modelli semplificati che Lippmann denominò "pseudo-ambienti". Il contenuto degli pseudoambienti veniva, secondo Lippmann, alimentato dai mezzi di informazione (a quell'epoca solo stampa e radio), che potevano così manipolare e distorcere i messaggi a beneficio delle politiche di pace o di guerra dei loro paesi. Lo pseudo-ambiente è il mondo virtuale in cui la simbolizzazione ci fa vivere, in virtù del quale possiamo vivere la nostra vita fatta più di rappresentazioni che di fatti o eventi ai quali assistiamo.
L'essere umano cerca continuamente di "adattare" la sua rappresentazione della realtà al suo ambiente reale, ma la qualità di questo adattamento dipende da due fattori. Il primo è la qualità delle informazioni (fatti+opinioni), sempre esposta al rischio di manipolazione, che egli è in grado di procurarsi. Il secondo dipende dalla sua capacità di analizzarle criticamente senza "piegarle" ai propri pregiudizi.
Già negli anni '70 lo psicologo Kurt Danziger aveva descritto, nel testo "La comunicazione interpersonale", la manipolazione che ogni venditore cerca di attuare con i suoi clienti spostando il focus della discussione dal prodotto all'immagine della personalità del cliente.
I mezzi di comunicazione di massa (radio-TV-Web) sono diventati determinanti nella creazione del senso comune. Quel ruolo di mediazione tra la complessità della realtà sociale e l'individuo, ruolo che Lippmann aveva assegnato agli "pseudoambienti", è cambiato.
Secondo il linguista George Lakoff gli pseudoambienti sono oggi costituiti non tanto da contenuti quanto da codici, simboli e cornici comunicative (frame), vale a dire da metafore che orientano la mente degli ascoltatori/telespettatori nella direzione voluta. Infatti l'efficacia della manipolazione mediatica non dipende dai simboli o dalle metafore in quanto tali, quanto dalla loro capacità di creare un contesto emotivo favorevole all'accoglimento dei successivi messaggi politici o commerciali. L'idea che la manipolazione mediatica scomparirà con l'uso del Web è largamente mitica, come scrive il sociologo Guido Gili: ""In realtà la "rete delle reti" contiene sia "reti a nodi" che "reti a centri", del tutto simili ai sistemi della comunicazione di massa. Tant'è vero che moltissimi media tradizionali, dai quotidiani alle TV, sono ora attivi sulla rete. Con un'importante differenza: nei sistemi a centri tradizionali il ricevente era anonimo per l'emittente che poteva avvalersi solo di un feedback deduttivo, con il quale ricostruire le tendenze e le aspettative del pubblico per segmenti e categorie più o meno vaste. Inserendosi nella rete, questo sistema a centri può consentire a chi occupa la posizione centrale di conoscere assai meglio i destinatari, e i loro consumi comunicativi, aumentando e non riducendo le possibilità di manipolazione." Il consulente d'impresa Marco Minghetti, nell'ambito del suo progetto 2.0 di intelligenza collettiva, rivolge ai "disorientati" di tutto il mondo la formula che guida l'interpretazione delle parole usate dai media: "oggi il potere risiede nelle parole".
Secondo il linguista George Lakoff gli pseudoambienti sono oggi costituiti non tanto da contenuti quanto da codici, simboli e cornici comunicative (frame), vale a dire da metafore che orientano la mente degli ascoltatori/telespettatori nella direzione voluta. Infatti l'efficacia della manipolazione mediatica non dipende dai simboli o dalle metafore in quanto tali, quanto dalla loro capacità di creare un contesto emotivo favorevole all'accoglimento dei successivi messaggi politici o commerciali. L'idea che la manipolazione mediatica scomparirà con l'uso del Web è largamente mitica, come scrive il sociologo Guido Gili: ""In realtà la "rete delle reti" contiene sia "reti a nodi" che "reti a centri", del tutto simili ai sistemi della comunicazione di massa. Tant'è vero che moltissimi media tradizionali, dai quotidiani alle TV, sono ora attivi sulla rete. Con un'importante differenza: nei sistemi a centri tradizionali il ricevente era anonimo per l'emittente che poteva avvalersi solo di un feedback deduttivo, con il quale ricostruire le tendenze e le aspettative del pubblico per segmenti e categorie più o meno vaste. Inserendosi nella rete, questo sistema a centri può consentire a chi occupa la posizione centrale di conoscere assai meglio i destinatari, e i loro consumi comunicativi, aumentando e non riducendo le possibilità di manipolazione." Il consulente d'impresa Marco Minghetti, nell'ambito del suo progetto 2.0 di intelligenza collettiva, rivolge ai "disorientati" di tutto il mondo la formula che guida l'interpretazione delle parole usate dai media: "oggi il potere risiede nelle parole".
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Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)
Walter Lippmann, L'opinione pubblica - Donzelli Editore 2004
Davide Gionco (2018), Walter Lippmann e lo stereotipo: Il mondo esterno e le immagini nelle nostre menti - Scenarieconomici.it
- Karl Mannheim, L'uomo e la società in un'età di ricostruzione - Comunità 1959
- Theodor W.Adorno ed altri, Analisi de "La personalità autoritaria" - G.Polimeni- filosofico.net
- Vance Packard, I persuasori occulti - Einaudi 2005
- Kurt Danziger, La comunicazione interpersonale - Zanichelli 1982
- David Riesman, La folla solitaria - Il Mulino 2009
- L'uomo eterodiretto - 1959 (brano tratto da "Umano e disumano" di Remo Cantoni)
George Lakoff, Non pensare all'elefante - Fusi orari editore 2006
Guido Gili, Il problema della manipolazione: peccato originale dei media? - Franco Angeli Editore 1996
- Manuel Castells, Comunicazione, Potere e Contropotere nella network society - (PDF) International Journal of Communications 2006
- Manuel Castells, Reti di indignazione e speranza : movimenti sociali nell'era di internet - Università Bocconi 2012
- Massimo Ragnedda, La società postpanottica. Controllo sociale e nuovi media - Aracne 2008 (testo sociologico scaricabile gratuitamente)
- Revealed: US spy operation that manipulates social media - N.Fielding, I.Cobain - The Guardian 2011
- Rachel Ehrenberg, Social Media Sway -Sciencenews october 20,2012 (articolo sulla manipolazione di twitter nelle elezioni USA di medio termine 2010)
- T.Metaxas, E.Mustafaraj, Social media and the elections - (paper sulla manipolazione dei social media alle elezioni USA 2012)
- What is Media Manipulation? - Ryan Holiday - Forbes 16 july 2012
- Twitter Mischief Plagues Mexico's Election - Mike Orcutt June 21, 2012 - MIT Technology Review (articolo su manipolazioni elettorali effettuate con Twitter in Messico e altri paesi)
- Diktat di Pechino a due milioni di cinesi “Ora tutti su Weibo a fare propaganda” - La stampa 18/01/2013 (articolo sulla propaganda politica istituzionalizzata in Cina sul Twitter cinese)
- False recensioni online, si muove la procura di New York - La stampa 24/09/2013 (articolo sulle inchieste della Procura di New York per smascherare il traffico di recensioni false)
- Adam Bienkof (2012), Astroturfing: what is it and why does it matter? - The Guardian
- Marta Manzo (2016), Commenti e recensioni false online, un nuovo metodo stana chi mente - La Repubblica
- Nicola Bruno (2017), Il futuro della disinformazione tra intelligenza artificiale e bot - Sky Tg24
- Angelo Romano (2017), Contro la disinformazione l’unica vera arma è il pensiero critico - Valigia Blu
- Damiano Mazzotti (2018), Bernays, le pubbliche relazioni e la manipolazione dei cittadini
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Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)
Pagina aggiornata il 9 ottobre 2023