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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Perchè la memoria di lavoro è essenziale per l'apprendimento
TEORIE > CONCETTI > MEMORIA
Scopo di questa pagina
La memoria di lavoro è la capacità di mantenere e manipolare le informazioni nella mente. La capacità della memoria di lavoro umana è limitata; solo una manciata di oggetti può essere conservata in memoria per un periodo di secondi, creando una limitazione fondamentale della cognizione umana. Il concetto di memoria di lavoro, introdotto da Alan Baddeley e Graham Hitch (1974), ha ampliato il significato di memoria di breve termine proponendo che essa sia costituita da una serie di sistemi interagenti. Il modello di Baddeley e Hitch proponeva che i processi del pensiero umano avvenissero in un sistema dedicato a immagazzinare informazioni nella memoria di breve termine; essa era costituita da tre elementi: un sistema centrale (esecutore), un sistema fonologico (verbale) e un sistema visuo-spaziale. Scrive Alan Baddeley nel suo libro del 1986  "La memoria di lavoro" : "Graham Hitch e io abbiamo abbandonato la teoria di una memoria di lavoro intesa come un magazzino unitario, sostituendola con l'idea che un certo numero di sottosistemi siano controllati da un sistema esecutivo a capacità limitata.[...] Abbiamo scelto di lavorare inizialmente con un sistema tripartito che comprende un sistema supervisore di controllo, l'esecutore centrale, aiutato da due sistemi asserviti, uno di questi specializzato nell'elaborazione del materiale linguistico, il loop articolatorio, l'altro che si occupa della memoria visuo-spaziale, il visuo-spatial scratch pad (taccuino visuo-spaziale). Nel 2000 Baddeley aggiunse al modello originario della memoria di lavoro un terzo componente costituito dalla memoria episodica (episodic buffer) nel quale vengono aggregate informazioni spaziali, visuali e verbali sequenziate in storie complete di senso. Secondo lo psicologo Daniel Kahneman la memoria di lavoro ha un ruolo determinante per l'attivazione di quello che egli ha denominato il Sistema2, cioè quello sforzo mentale che viene richiesto quando entra in gioco il pensiero razionale (lettura, riflessione, calcolo, ecc.). Molti studiosi concordano nell'attribuire alla memoria di lavoro, deputata al trattamento dell'informazione, un netto declino che influenza tutti i compiti cognitivi (nelle persone sane). La memoria di lavoro si riduce con l'avanzare dell'età. La gerontologa Elizabeth Zelinsky sostiene che, generalmente, la memoria di lavoro di una persona di 70 anni è ridotta di un terzo rispetto a quando l'individuo aveva 18 anni, benchè vi siano delle variazioni individuali. Può sembrare una piccola riduzione, ma dato che il ruolo della memoria di lavoro è fondamentale per molti processi cognitivi, tale riduzione provoca un degrado mentale maggiore di quanto ci si aspetti. Dice la Zelinsky: "Quando le persone si lamentano dei loro problemi di memoria, probabilmente la maggior parte delle loro difficoltà coinvolge la memoria di lavoro più che, semplicemente, "non essere in grado di ricordare le cose".
La capacità di "memoria di lavoro" di un individuo è predittiva delle prestazioni nelle capacità cognitive superiori. Sebbene tradizionalmente vista come un'attitudine immutabile, più recentemente la memoria di lavoro ha dimostrato di migliorare con l'allenamento.
Perdita della memoria
My self-esteem is increasing, Louise.
You're losing your memory.
Punto chiave di questa pagina
DECLINO MEMORIA DI LAVORO: La memoria di lavoro si riduce con l'avanzare dell'età. La gerontologa Elizabeth Zelinsky sostiene che, generalmente, la memoria di lavoro di una persona di 70 anni è ridotta di un terzo rispetto a quando l'individuo aveva 18 anni, benchè vi siano delle variazioni individuali. Può sembrare una piccola riduzione, ma dato che il ruolo della memoria di lavoro è fondamentale per molti processi cognitivi, tale riduzione provoca un degrado mentale maggiore di quanto ci si aspetti. Dice la Zelinsky: "Quando le persone si lamentano dei loro problemi di memoria, probabilmente la maggior parte delle loro difficoltà coinvolge la memoria di lavoro più che, semplicemente, "non essere in grado di ricordare le cose".
Punti di riflessione
La teoria del carico cognitivo sostiene che le principali difficoltà di apprendimento dipendono dalla limitatezza della memoria di lavoro. (Graham Cooper)
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Ogni attività mentale (leggere, riflettere, calcolare, ecc) che attiva il Sistema2 (pensiero razionale) coinvolge primariamente la memoria di lavoro. (Daniel Kahneman)
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Ciò ci riporta di nuovo alle teorie di William James ma anche al “presente ricordato” di Gerald Edelman e che ha fatto dire a Richard F. Thompson, neuroscienziato della memoria, che “senza memoria non ci può essere mente”. E c’è memoria e memoria. Quella implicita e procedurale che non dipende dalla consapevolezza cosciente: risposte condizionate, abitudini, abilità, procedure; e quella esplicita, articolata a sua volta in memoria semantica ed episodica. La prima riguarda fatti e cose che si conoscono del mondo, quelle episodica è legata agli episodi specifici da cui nasce: è personale e, per natura, autobiografica. (Pino Donghi)
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Per supportare un'implementazione efficace all'interno delle scuole, questa recensione discute la necessità di una collaborazione reciproca tra ricercatori ed educatori per garantire un'implementazione di qualità della formazione della memoria di lavoro in classe, autoefficacia e cultura scolastica, che influenzano l'attuazione. (Jia Song at al.)
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È noto che diversi domini della cognizione declinano a velocità diverse (Wilson et al., 2002). Pertanto, studiare le prestazioni cognitive legate all'età in partecipanti sani è importante per mitigare potenzialmente tale declino e sviluppare interventi precoci (
Plassman et al., 2010). (Samantha J. Booth et al.)
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Ciò che distingue le persone con eccellenti capacità di memoria da coloro che hanno difficoltà è che hanno sia una forte memoria di lavoro (conservano le informazioni immediatamente dopo averle apprese) sia una memoria a lungo termine (ricordano le informazioni più di un giorno dopo averle memorizzate). È raro essere bravi in ​​entrambi i tipi, soprattutto senza pratica . Come neuroscienziato al MIT Sloan , ecco due semplici esercizi cerebrali che faccio ogni giorno per potenziare la mia memoria di lavoro e la memoria a lungo termine. (Tara Swart Bieber)
La limitatezza della memoria di lavoro condiziona tutta l'attività mentale dell'essere umano
Struttura della memoria umana
Memoria di lavoro
Ruolo del sistema "memoria di lavoro" nell'ambito della struttura complessiva della memoria umana
Perchè la memoria di lavoro è essenziale per l'apprendimento?

Le limitazioni della mente umana nell'immagazzinare informazioni nella memoria di breve termine, furono evidenziate a partire dagli anni '50 da diversi psicologi cognitivisti tra i quali George Miller (1956), con uno studio (Il numero magico 7) che avviò un intero filone di ricerca.

Il concetto di memoria di lavoro, introdotto da Alan Baddeley e Graham Hitch (1974), ha ampliato il significato di memoria di breve termine proponendo che essa sia costituita da una serie di sistemi interagenti.
Il modello di Baddeley e Hitch proponeva che i processi del pensiero umano avvenissero in un sistema dedicato a immagazzinare informazioni nella memoria di breve termine; essa era costituita da tre elementi: un sistema centrale (esecutore), un sistema fonologico (verbale) e un sistema visuo-spaziale (vedi figura).

Modello di Baddeley e Hitch
Scrive Alan Baddeley nel suo libro del 1986  "La memoria di lavoro" (p.98):

Graham Hitch e io abbiamo abbandonato la teoria di una memoria di lavoro intesa come un magazzino unitario, sostituendola con l'idea che un certo numero di sottosistemi siano controllati da un sistema esecutivo a capacità limitata.[...] Abbiamo scelto di lavorare inizialmente con un sistema tripartito che comprende un sistema supervisore di controllo, l'esecutore centrale, aiutato da due sistemi asserviti, uno di questi specializzato nell'elaborazione del materiale linguistico, il loop articolatorio, l'altro che si occupa della memoria visuo-spaziale, il visuo-spatial scratch pad (taccuino visuo-spaziale).

Nel 2000 Baddeley aggiunse al modello originario della memoria di lavoro un terzo componente costituito dalla memoria episodica (episodic buffer) nel quale vengono aggregate informazioni spaziali, visuali e verbali sequenziate in storie complete di senso.
Modello della memoria di lavoro
Baddeley e Hitch
Rappresentazione semplificata del modello di memoria di lavoro, nel quale le attività del sistema verbale e di quello spaziale vengono separate e controllate da un esecutore centrale. (rielaborazione dal testo "La memoria di lavoro" di Alan Baddeley p.99)
Quale tipo di pensiero usiamo quando leggiamo, riflettiamo, calcoliamo?

Secondo lo psicologo Daniel Kahneman la memoria di lavoro ha un ruolo determinante per l'attivazione di quello che egli ha denominato il Sistema2, cioè quello sforzo mentale che viene richiesto quando entra in gioco il pensiero razionale (lettura, riflessione, calcolo, ecc.).

Nella figura riportata sono evidenziate le caratteristiche dei due sistemi di pensiero descritti da Daniel Kahneman nel libro "Pensieri lenti e veloci".
Il libro descrive, con ampiezza di dettagli ed esempi, i conflitti tra i due tipi di pensiero che albergano in ogni essere umano:

  • Il funzionamento del Sistema 1 (pensiero intuitivo o euristico) è: veloce, automatico, senza sforzo, associativo e difficile da controllare o modificare

  • Il funzionamento del Sistema 2 (pensiero razionale) è: lento, sequenziale, faticoso e deliberatamente controllato; questo pensiero mette sotto sforzo la memoria di lavoro dalla quale ricava gli algoritmi (precedentemente appresi) per la risoluzione del problema.
Pensiero razionale, pensiero intuitivo e azione dei bias cognitivi
Composizione dei modelli di pensiero intuitivo (sistema 1) e razionale (sistema 2), nella rappresentazione fatta da Daniel Kahneman e tratta dal libro 'Pensieri lenti e veloci' (cliccare per ingrandire).
Secondo lo psicologo Daniel Kahneman la memoria di lavoro ha un ruolo determinante per l'attivazione di quello che egli ha denominato il Sistema2, cioè quello sforzo mentale che viene richiesto quando entra in gioco il pensiero razionale (lettura, riflessione, calcolo, ecc.)
Declino cognitivo con l'avanzare dell'età
Il declino cognitivo negli anziani è dovuto sia al declino dell'acuità visiva e uditiva, sia al declino cerebrale nel quale la memoria di lavoro gioca un ruolo centrale a causa della sua importanza nel memorizzare, elaborare e manipolare informazioni. Alcuni studiosi (Hasher e Zacks, ved. bibliografia) hanno attribuito il declino cognitivo alla ridotta capacità di eliminare le informazioni irrilevanti dalla memoria di lavoro. Brickman e Stern (2009, ved. bibliografia) sostengono che i vari sistemi di memoria hanno un declino differenziato con l'avanzare dell'età, ad esempio la memoria dichiarativa declina consistentemente mentre quella semantica non mostra cedimenti ma, anzi, può aumentare con l'età per merito della conoscenza accumulata. Molti studiosi concordano nell'attribuire alla memoria di lavoro, deputata al trattamento dell'informazione, un netto declino che influenza tutti i compiti cognitivi (nelle persone sane).
memoria
Still Life
Degrado della memoria di lavoro con l'età
La memoria di lavoro si riduce con l'avanzare dell'età. La gerontologa Elizabeth Zelinsky sostiene che, generalmente, la memoria di lavoro di una persona di 70 anni è ridotta di un terzo rispetto a quando l'individuo aveva 18 anni, benchè vi siano delle variazioni individuali. Può sembrare una piccola riduzione, ma dato che il ruolo della memoria di lavoro è fondamentale per molti processi cognitivi, tale riduzione provoca un degrado mentale maggiore di quanto ci si aspetti. Dice la Zelinsky:

Quando le persone si lamentano dei loro problemi di memoria, probabilmente la maggior parte delle loro difficoltà coinvolge la memoria di lavoro più che, semplicemente, "non essere in grado di ricordare le cose".



Quando le persone si lamentano dei loro problemi di memoria, probabilmente la maggior parte delle loro difficoltà coinvolge la memoria di lavoro.  La memoria di lavoro di una persona di 70 anni è ridotta di un terzo rispetto a quando l'individuo aveva 18 anni
Test memoria di lavoro
Se si vuole verificare la qualità della propria memoria di lavoro, cliccare sul pulsante e seguire le indicazioni. Gli utenti possono modificare la "durata" dei numeri visualizzati di seguito. Per rendere questo test più impegnativo, passare dall'ordine avanti all'ordine inverso e modificare la velocità del test da lento a veloce :

Definizioni

Memoria sensoriale: gestisce gli stimoli provenienti dai sensi e si estingue rapidamente: circa 0,5 sec per l'informazione visiva e 3 sec per quella uditiva. L'informazione proveniente dai sensi viene continuamente aggiornata, quindi se non viene identificata, classificata e dotata di senso, viene persa.

Memoria di lavoro: ha una bassa capacità: 7±2 pezzi di informazione rimane il riferimento più accreditato, e decade molto rapidamente (circa 70msec).

Memoria di lungo termine: contiene un enorme ammontare di conoscenze, competenze ed esperienze in una forma quasi permanentemente accessibile. Il contenuto di questa memoria ha una forma strutturata ed è possibile immaginarlo come costituito da complesse reti associative e sequenze procedurali. Il trasferimento dei ricordi dalla memoria di lavoro a quella a lungo termine e il loro consolidamento richiede la sintesi di nuove proteine e cambiamenti anatomici.

Ruolo centrale della memoria di lavoro
Nell'ambito di un modello complessivo della memoria umana, la memoria di lavoro svolge un ruolo centrale che pone in relazione memoria sensoriale e memoria di lungo termine (1998 - G.Cooper ved.bibliografia).
Definizioni
La memoria umana ha una natura polisemica, nel senso che è costituita da vari sistemi ciascuno dei quali attiva una serie di reti cerebrali che svolgono specifici processi mnestici. Nella figura a fianco è mostrata, per avere un quadro complessivo, una rappresentazione semplificata dei principali sistemi di memoria oggi noti tratta da "Sistemi di Memoria" di UNIFE.

Memoria Sensoriale: gestisce gli stimoli provenienti dai sensi e si suddivide in memoria iconica (visiva) e memoria ecoica (uditiva)
Memoria di Lavoro: mantiene ed elabora le informazioni durante l'esecuzione di compiti cognitivi (è il nostro presente)
Memoria Episodica:  è costituita da specifici eventi ed esperienze di vita di ognuno
Memoria Semantica: costituisce il repertorio di concetti, e il vocabolario linguistico e non linguistico che li esprime, posseduti da ogni persona
Memoria Procedurale: consiste nel recupero di modi di procedere e sequenze di azioni dei quali la persona non è consapevole
Priming: è l'identificazione inconscia di parole o oggetti ai quali si è stati esposti nel passato

Nota: la memoria esplicita è detta anche "dichiarativa" perchè comprende conoscenze che possono potenzialmente essere dichiarate, ossia richiamate alla mente verbalmente o sotto forma di immagini mentali; la memoria implicita è detta anche "non dichiarativa" perchè include forme di apprendimento inconsce quali l'assuefazione e le abitudini
Un film fantascientifico sulla memoria
In un futuro non troppo lontano è possibile, per chi possiede abbastanza denaro, far impiantare nel cervello dei propri figli un sorta di "scatola nera" che registrerà ogni istante della vita.
La memoria di lungo termine non è un archivio

Il filosofo della scienza Silvano Tagliagambe , in un suo intervento alla Festa di Scienza e Filosofia del 2017 (vedi video a fianco), ha proposto della memoria una visione che ribalta quella tradizionale:

La memoria non è un archivio, ecco perchè è salutare rinfrescarla spesso soprattutto per gli eventi più importanti. Essa non scorre dal passato al presente ma, all'inverso, quando nel nostro presente ci imbattiamo in qualche evento che ci ricorda altri eventi del passato, allora richiamiamo alla coscienza questi eventi del passato e li ricategorizziamo caricandoli di nuovi significati e di nuove tonalità emotive. Questo fa sì che l'evento primigenio non scompaia nell'oblio ma sopravviva nella nostra memoria arricchito di nuove cognizioni ed emozioni. In tal modo i ricordi rimangono vivi e resi vitali nella nostra coscienza. Se così non fosse i ricordi rimarrebbero inconsci e diverrebbero un peso angosciante perchè non saremmo in grado di interpretarli e categorizzarli.

La memoria per l'essere umano
Cos'è la memoria per l'essere umano: non è un archivio ma un'entità viva.
Per evitare il negazionismo
Per evitare i vari negazionismi Il filosofo Silvano Tagliagambe, propone il rinfrescamento dei ricordi presenti nella mente dei cittadini.

Le Istituzioni hanno la responsabilità di celebrare le ricorrenze più importanti della Nazione per evitare che i ricordi finiscano nell'oblio al quale sarebbero destinati se non venissero aggiornati e vivificati.
Egli dice (vedi bibliografia):


è essenziale persistere nell’alimentare i ricordi di emozioni e significati sempre nuovi in modo da non rimuoverli, perché molto importanti a livello personale ma anche a livello storico-sociale: essi infatti permettono di non commettere gli stessi errori già avvenuti nel passato. Esempio lampante ne è l’olocausto, tema molto divergente sia tra i negazionisti, che negano eventi storici con una notevole importanza come questo, sia tra i moralisti.
I ricordi dei sopravvissuti non vanno dimenticati
La memoria, se non viene rinfrescata, si trasforma in oblio.
E' importante rinfrescare i ricordi aggiungendo emozioni e significati sempre nuovi per evitare che scivolino nell'oblio, sia ricordi importanti a livello personale ma anche a livello storico-sociale: essi infatti permettono di non commettere gli stessi errori già avvenuti nel passato
Conclusioni (provvisorie): La capacità di "memoria di lavoro" di un individuo è predittiva delle prestazioni nelle capacità cognitive superiori
La memoria di lavoro è la capacità di mantenere e manipolare le informazioni nella mente. La capacità della memoria di lavoro umana è limitata; solo una manciata di oggetti può essere conservata in memoria per un periodo di secondi, creando una limitazione fondamentale della cognizione umana. Il concetto di memoria di lavoro, introdotto da Alan Baddeley e Graham Hitch (1974), ha ampliato il significato di memoria di breve termine proponendo che essa sia costituita da una serie di sistemi interagenti. Il modello di Baddeley e Hitch proponeva che i processi del pensiero umano avvenissero in un sistema dedicato a immagazzinare informazioni nella memoria di breve termine; essa era costituita da tre elementi: un sistema centrale (esecutore), un sistema fonologico (verbale) e un sistema visuo-spaziale. Scrive Alan Baddeley nel suo libro del 1986  "La memoria di lavoro" : "Graham Hitch e io abbiamo abbandonato la teoria di una memoria di lavoro intesa come un magazzino unitario, sostituendola con l'idea che un certo numero di sottosistemi siano controllati da un sistema esecutivo a capacità limitata.[...] Abbiamo scelto di lavorare inizialmente con un sistema tripartito che comprende un sistema supervisore di controllo, l'esecutore centrale, aiutato da due sistemi asserviti, uno di questi specializzato nell'elaborazione del materiale linguistico, il loop articolatorio, l'altro che si occupa della memoria visuo-spaziale, il visuo-spatial scratch pad (taccuino visuo-spaziale). Nel 2000 Baddeley aggiunse al modello originario della memoria di lavoro un terzo componente costituito dalla memoria episodica (episodic buffer) nel quale vengono aggregate informazioni spaziali, visuali e verbali sequenziate in storie complete di senso. Secondo lo psicologo Daniel Kahneman la memoria di lavoro ha un ruolo determinante per l'attivazione di quello che egli ha denominato il Sistema2, cioè quello sforzo mentale che viene richiesto quando entra in gioco il pensiero razionale (lettura, riflessione, calcolo, ecc.). Molti studiosi concordano nell'attribuire alla memoria di lavoro, deputata al trattamento dell'informazione, un netto declino che influenza tutti i compiti cognitivi (nelle persone sane). La memoria di lavoro si riduce con l'avanzare dell'età. La gerontologa Elizabeth Zelinsky sostiene che, generalmente, la memoria di lavoro di una persona di 70 anni è ridotta di un terzo rispetto a quando l'individuo aveva 18 anni, benchè vi siano delle variazioni individuali. Può sembrare una piccola riduzione, ma dato che il ruolo della memoria di lavoro è fondamentale per molti processi cognitivi, tale riduzione provoca un degrado mentale maggiore di quanto ci si aspetti. Dice la Zelinsky: "Quando le persone si lamentano dei loro problemi di memoria, probabilmente la maggior parte delle loro difficoltà coinvolge la memoria di lavoro più che, semplicemente, "non essere in grado di ricordare le cose".
La capacità di "memoria di lavoro" di un individuo è predittiva delle prestazioni nelle capacità cognitive superiori. Sebbene tradizionalmente vista come un'attitudine immutabile, più recentemente la memoria di lavoro ha dimostrato di migliorare con l'allenamento.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
La razionalità richiede impegno personale!
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Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)


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Libri consigliati
a chi non vuole rischiare di dimenticarsi dell'importanza della memoria di lavoro
Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 4 luglio 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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