Privacy Policy Cookie Policy
Brain
brain
europa
critic
Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
Vai ai contenuti
Insegnamento lettura: educare alla lettura significa educare al pensiero critico
TEORIE > CONCETTI > INSEGNAMENTO
Scopo di questa pagina
Ogni bambino subisce un trauma nel passaggio dalla scuola materna alla scuola dell'obbligo, infatti si trova a dover modificare la sua modalità d'apprendimento. Scrive il pedagogista Nuccio Salis: "Il bambino “prescolare” ha imparato che l’esperienza dell’apprendimento avviene soprattutto mediante il gioco, il movimento, l’esplorazione senso-manipolatoria della realtà, l’attenzione alle regole ed all’impegno in un contesto di scambio interpersonale. L’apprendimento, in un contesto così illustrato, è finalizzato alla crescita, alla consapevolezza di se come essere senziente, sociale e individuato. Non vi sono né l’attesa né la richiesta pressanti dell’istituzione sull’efficacia delle prestazioni, verso cui, all’improvviso, ecco stagliarsi gli sguardi valutanti degli insegnanti, quelli ansiosi o preoccupati dei genitori, e in certi casi quelli etichettanti di chi ha la responsabilità di fornire referti diagnostici. Il passaggio improvviso verso il contesto scolastico basato sul compito e sul rendimento, risulta un potenziale produttore di una situazione disorientante e traumatica. Dentro la transizione dalla scuola materna alla scuola dell'obbligo, percezione e padronanza del Sé, da parte del bambino, sembrano essere frantumate da una sopraggiunta esperienza che determina, tutto ad un tratto, la scomparsa del corpo. La dimensione corporea, che infatti risultava precedentemente coinvolta, in modo diretto, con le accattivanti attività di sollecitazione delle competenze totali dello sviluppo, ora passa in secondo piano, e soprattutto viene distinta e isolata dal resto delle capacità globali, riservata a momenti di attività ginnica e non sfruttata in virtù delle sue potenzialità di rafforzamento di abilità cognitive, comunicative-relazionali e socio-emozionali. Recidere le dinamiche corporee dall’esperienza dell’apprendimento, provoca una riduzione drastica anche delle restanti capacità dello sviluppo, esattamente come accade per la componente creativa, che non a caso subisce un interessante flessione proprio con l’ingresso del bambino nella scuola dell’obbligo. I dati e le ricerche parlano chiaro; autorevoli ed esperti osservatori si sono già pronunciati in proposito."   La lettura è sostanzialmente una traduzione, nel senso che ogni lettore deve interpretare il senso di un testo traducendo (almeno in parte) il significato dato dall'autore in un significato valido per se stesso. Gli apprendisti lettori dipendono da adulti competenti e consapevoli del loro ruolo, perchè ci sono alcuni aspetti di qualsiasi arte e di qualsiasi abilità - e la lettura è sia un'arte sia un'abilità - che si imparano solo dall'esperienza e che possono essere trasmessi solo da coloro che li hanno appresi attraverso l'esperienza. L'attività di lettura non coinvolge solo il cervello ma l'intero corpo del lettore. Scrive lo scrittore Nicola Gardini recensendo un libro di Lina Bolzoni: "Leggere non è un'attività esclusiva della mente. Con la lettura non intervengono solo l'intelligenza, la memoria, la coscienza linguistica, la volontà di capire. Anche il corpo svolge una sua funzione fondamentale, e il corpo detta la percezione della realtà circostante, e da tale percezione il lettore è continuamente sollecitato a sapersi impegnato nella lettura. La lettura si mischia con il qui e l'ora, e ne è perfino minacciato."
Altan
Your Italian language is bad.
And you should listen to how my English is shit!
Punto chiave di questa pagina
NEUROLOGIA DELLA LETTURA: Nuovi studi stanno dimostrando che la lettura crea effettivamente nuova materia bianca nel cervello. La materia bianca è importante perché trasporta i segnali neurali a tutte le aree del cervello, aumentando la velocità di elaborazione affinché la nostra materia grigia funzioni più velocemente.
I ricercatori hanno notato differenze significative nella sostanza bianca degli adulti che leggono frequentemente rispetto a quelli che non lo fanno. Lavorando a ritroso e partendo da bambini di appena sei anni, sono stati in grado di testare e misurare lo sviluppo della materia bianca fin dalla prima età di lettura. In un periodo di tre anni, i bambini che leggono di più si sono rafforzati e hanno fatto crescere la materia bianca, mentre i bambini che non leggevano hanno effettivamente mostrato un calo dei livelli di materia bianca.
La materia bianca conta. Innumerevoli studi hanno dimostrato che è vitale per l'apprendimento, ma mantenere livelli sani di sostanza bianca è importante per combattere altre malattie legate al cervello come la demenza, l'Alzheimer e per ridurre il rischio di ictus. Ancora più allarmante, livelli ridotti di materia bianca sono stati associati a sintomi fisici che influiscono su cose come l'equilibrio e problemi con il multitasking fisico, ad esempio camminare mentre parliamo.
Punti di riflessione
Leggere vuol dire spogliarsi d'ogni intenzione e d'ogni partito preso, per essere pronto a cogliere una voce che si fa sentire quando meno ci s'aspetta. (Italo Calvino)
_
Io sono qui per insegnarvi a vedere attraverso le bugie che non so che sto dicendo (Aidan Chambers)
_
Educare alla lettura significa educare al pensiero critico, e servono adulti che abbiano il senso della propria responsabilità e che abbiano amore per i libri, la lettura, la letteratura.
-
Il libro "Il lettore infinito" può essere utile a tutti coloro che si propongono di aiutare i giovani lettori a scoprire nella letteratura "la fonte della nostra libertà e della nostra immaginazione" e accompagnarli in un percorso di lettura e di crescita personale che non conosce limiti. (Aidan Chambers)
_
Una vita davvero felice è quella che realizza nella vecchiaia il sogno della giovinezza. (Carlo Sini)
-
I ricercatori della lettura fin dagli anni '60 hanno discusso di ciò che è noto come "l'effetto Matteo”, termine che si riferisce al versetto biblico Matteo 13:12: “A chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza. A chi non ha sarà tolto anche quello che ha».
L'effetto Matteo riassume l'idea che i ricchi diventano più ricchi e i poveri diventano più poveri, un concetto che si applica tanto al vocabolario quanto al denaro. I ricercatori hanno trovato che gli studenti che leggono libri regolarmente, a partire dalla giovane età, sviluppano gradualmente ampi vocabolari. E la dimensione del vocabolario può influenzare molte aree della tua vita, dai punteggi dei test standardizzati alle ammissioni all'università e alle opportunità di lavoro. Un sondaggio del 2019 condotto da Cengage ha mostrato che il 69% dei datori di lavoro sta cercando di assumere persone con competenze "soft", come la capacità di comunicare in modo efficace. Leggere libri è il modo migliore per aumentare la tua esposizione a nuove parole, apprese nel contesto. (healthline)
Il bambino “prescolare” ha imparato che l’esperienza dell’apprendimento avviene soprattutto mediante il gioco, il movimento, l’esplorazione senso-manipolatoria della realtà, l’attenzione alle regole ed all’impegno in un contesto di scambio interpersonale
Dall'apprendimento ludico-corporeo all'apprendimento mentalista
Ogni bambino subisce un trauma nel passaggio dalla scuola materna alla scuola dell'obbligo, infatti si trova a dover modificare la sua modalità d'apprendimento. Scrive il pedagogista Nuccio Salis (vedi bibliografia):

Il bambino “prescolare” ha imparato che l’esperienza dell’apprendimento avviene soprattutto mediante il gioco, il movimento, l’esplorazione senso-manipolatoria della realtà, l’attenzione alle regole ed all’impegno in un contesto di scambio interpersonale. L’apprendimento, in un contesto così illustrato, è finalizzato alla crescita, alla consapevolezza di se come essere senziente, sociale e individuato. Non vi sono né l’attesa né la richiesta pressanti dell’istituzione sull’efficacia delle prestazioni, verso cui, all’improvviso, ecco stagliarsi gli sguardi valutanti degli insegnanti, quelli ansiosi o preoccupati dei genitori, e in certi casi quelli etichettanti di chi ha la responsabilità di fornire referti diagnostici. Il passaggio improvviso verso il contesto scolastico basato sul compito e sul rendimento, risulta un potenziale produttore di una situazione disorientante e traumatica.
Dentro la transizione dalla scuola materna alla scuola dell'obbligo, percezione e padronanza del Sé, da parte del bambino, sembrano essere frantumate da una sopraggiunta esperienza che determina, tutto ad un tratto, la scomparsa del corpo. La dimensione corporea, che infatti risultava precedentemente coinvolta, in modo diretto, con le accattivanti attività di sollecitazione delle competenze totali dello sviluppo, ora passa in secondo piano, e soprattutto viene distinta e isolata dal resto delle capacità globali, riservata a momenti di attività ginnica e non sfruttata in virtù delle sue potenzialità di rafforzamento di abilità cognitive, comunicative-relazionali e socio-emozionali. Recidere le dinamiche corporee dall’esperienza dell’apprendimento, provoca una riduzione drastica anche delle restanti capacità dello sviluppo, esattamente come accade per la componente creativa, che non a caso subisce un interessante flessione proprio con l’ingresso del bambino nella scuola dell’obbligo. I dati e le ricerche parlano chiaro; autorevoli ed esperti osservatori si sono già pronunciati in proposito.



Le capacità e le attitudini della letto-scrittura dipendono anche e soprattutto dagli equilibri dell’organizzazione psico-corporea. Molte difficoltà riscontrabili nel campo della decodifica ed esecuzione scrittoria, sono spesso da imputare a disordini percettivo-sensoriali, ad anomalie nell’orientamento spaziale, nei disturbi della lateralità e della postura, a discinesie o disfunzionalità nella rappresentazione dello schema corporeo e gestione non appropriata dello stesso
Capacità e attitudini della letto-scrittura dipendono dagli equilibri dell’organizzazione psico-corporea
All'interno di questo trauma si colloca la necessità di imparare a leggere e scrivere che Nuccio Salis così descrive:

Diverse ricerche attestano l’evidente legame fra dinamiche psico-corporee e abilità grafo-segniche, fonemiche e metafonemiche, in quanto competenze dovute all’armonizzazione psicomotoria dello schema corporeo. Che le capacità e le attitudini della letto-scrittura dipendano anche e soprattutto dagli equilibri dell’organizzazione psico-corporea, è una scoperta che dovrebbe catturare l’interesse di tutti gli operatori coinvolti nella prevenzione, sostegno ed intervento sui bisogni speciali. Molte difficoltà riscontrabili nel campo della decodifica ed esecuzione scrittoria, sono spesso da imputare a disordini percettivo-sensoriali, ad anomalie nell’orientamento spaziale, nei disturbi della lateralità e della postura, a discinesie o disfunzionalità nella rappresentazione dello schema corporeo e gestione non appropriata dello stesso. Disarmonie nel ritmo del respiro o singolari conformazioni particolari nell’apparato fonatorio possono essere correlate a conseguenti disturbi del linguaggio, con effetti a catena su capacità comunicative, vissuti emotivi, motivazione alla relazione.



Cos'è la lettura
La lettura è sostanzialmente una traduzione, nel senso che ogni lettore deve interpretare il senso di un testo traducendo (almeno in parte) il significato dato dall'autore in un significato valido per se stesso. Scrive il teorico della traduzione Bruno Osimo, nel "Corso di traduzione" di Logos.it:

La lettura è un processo mentale attivo, in cui il lettore è impegnato a ricostruire il messaggio dell'autore. I segni impressi sulla carta (e i suoni che compongono i messaggi orali) inducono una mente attiva a riflettere sulle alternative possibili per la ri-costruzione del contenuto del messaggio. Nella lettura si ha un testo di partenza però, in arrivo, non si ha un testo ma un insieme di congetture e ricostruzioni ipotetiche circa il possibile intento dell'autore nell'emettere il messaggio.
[...] Un conto, insomma, è pensare a una parola, un altro conto è pensare ai suoi significati. Quando comunque la lettura avviene in assenza di disturbi interni o esterni, si passa rapidamente dalla riproduzione mentale della parola alla ricerca dei significati possibili. La rapidità di questo processo, o meglio di questa successione di processi, non dipende soltanto dalla familiarità acquisita con singole lettere e parole (fenomeno che riguarda perlopiù chi si appresta a imparare una lingua), ma soprattutto dalla familiarità con le strutture grafiche/fonetiche più ricorrenti. Infatti il lettore esperto non legge effettivamente tutte le lettere di tutte le parole di tutte le frasi, ma ne capta la porzione minima indispensabile per completare mentalmente l'unità di senso, sulla base delle proprie competenze enciclopediche.

Il lettore esperto non legge effettivamente tutte le lettere di tutte le parole di tutte le frasi, ma ne capta la porzione minima indispensabile per completare mentalmente l'unità di senso, sulla base delle proprie competenze enciclopediche
Processo per educare gli adulti a leggere efficacemente
Il pedagogista Aidan Chambers nel libro "Il lettore infinito" si propone il seguente scopo (p. 8):

Aiutare i giovani lettori a scoprire nella letteratura "la fonte della nostra libertà e della nostra immaginazione" e accompagnarli in un percorso di lettura e di crescita personale che non conosce limiti.

Chambers ha sintetizzato il processo da lui proposto in un modello denominato "The reading circle" (Il cerchio della lettura), nel quale l'educatore alla lettura (insegnante, genitore, amico, ecc) è l'elemento più importante di questo modello. A tal proposito egli scrive (p. 19):


è assodato che, alla fine, gli apprendisti lettori dipendono da adulti competenti e consapevoli del loro ruolo, perchè ci sono alcuni aspetti di qualsiasi arte e di qualsiasi abilità - e la lettura è sia un'arte sia un'abilità - che si imparano solo dall'esperienza e che possono essere trasmessi solo da coloro che li hanno appresi attraverso l'esperienza.

Il libro descrive il significato delle attività che "l'educatore" deve compiere per predisporre le attività delle tre fasi del cerchio della lettura:

    1. Selezione dei libri da leggere (come orientare le scelte dei lettori, come orientare le scelte dell'insegnente, come allestire mostre di libri, come guidare l'esplorazione dei lettori)

    2. Lettura dei libri scelti (come valutare il set del lettore, cioè le sue precedenti esperienze e aspettative, come valutare il setting del contesto, cioè l'ambiente di lettura, come orientare il lettore a scegliere le storie che li aiutino a costruire la propria personalità).

    3. Conversazione sui libri letti (come insegnare ai lettori a parlare dei libri letti, come approcciare la "giusta" lettura del testo, come indirizzare verso le giuste domande sul testo)
Gli apprendisti lettori dipendono da adulti competenti e consapevoli del loro ruolo, perchè ci sono alcuni aspetti di qualsiasi arte e di qualsiasi abilità - e la lettura è sia un'arte sia un'abilità - che si imparano solo dall'esperienza e che possono essere trasmessi solo da coloro che li hanno appresi attraverso l'esperienza
The reading circle
circle
Il cerchio della lettura è il modello proposto dal pedagogista Aidan Chambers per descrivere il processo da seguire per favorire l'insegnamento efficace della lettura
Difficoltà di apprendimento
lettura
Nelle lingue in cui la trasparenza ortografica è debole, cioè a ogni lettera possono corrispondere più suoni, si incontrano maggiori difficoltà di apprendimento. (fonte Dehaene p.269)
Come imparano a leggere i bambini: tre tappe
Lo psicologo Stanislas Dehaene nel suo libro "I neuroni della lettura" scrive (p.231):

Nel 1985 la psicologa inglese Uta Frith ha proposto un modello che è ancora un punto di riferimento: quello dei tre stadi di lettura. Notiamo anzitutto, che queste tappe non sono rigidamente distinte. Il bambino passa di continuo da una tappa all'altra, in una scala di qualche mese o qualche anno. La transizione da lettore novizio a lettore esperto è piuttosto lenta.

  1. (5-6 anni): stadio logografico o pittorico. Il bambino non conosce ancora la logica della scrittura, quindi il suo sistema visivo cerca di riconoscere le parole dalle forme, colori e orientamento delle lettere.

  2. (6-7anni): stadio fonologico. Il bambino impara a convertire i grafemi in fonemi avviando una vera rivoluzione mentale nel corso della quale egli scopre che ogni parola è composta di particelle (grafemi) che possono essere ricombinate per formare parole nuove, e che a ogni grafema corrisponde un fonema.

  3. (dai 9anni in poi): stadio ortografico. Il cervello del bambino crea un repertorio di unità visive di dimensione variabile ed esegue migliaia di statistiche sulla frequenza d'uso di ogni lettera, una parola rara viene letta più attentamente. Come scrive Dehaene (p.237): "il sistema visivo fornisce un codice sempre più compatto di parole che rappresenta in un sol colpo la configurazione dell'insieme delle lettere. Questo "indirizzo neuronale", organizzato come un albero gerarchico, può essere trasmesso direttamente, seduta stante, alle regioni coinvolte sia nell'analisi del significato sia nella pronuncia delle parole."

L'apprendimento della lettura presenta difficoltà variabili in funzione della lingua materna. Scrive Dehaene (p.268):

Un bambino finlandese o italiano sa leggere in qualche mese qualunque parola della propria lingua, dato che questa non soffre di nessuna irregolarità. [...] una volta compreso in che modo si pronuncia ogni grafema, sa leggere e scrivere tutti i suoni [...] Al contrario i bambini francesi, danesi e soprattutto inglesi impiegheranno molti anni per giungere a una lettura efficace.
Come cambiano il corpo e la mente durante la lettura
L'attività di lettura non coinvolge solo il cervello ma l'intero corpo del lettore. Scrive lo scrittore Nicola Gardini (vedi bibliografia) recensendo un libro di Lina Bolzoni:

Leggere non è un'attività esclusiva della mente. Con la lettura non intervengono solo l'intelligenza, la memoria, la coscienza linguistica, la volontà di capire. Anche il corpo svolge una sua funzione fondamentale, e il corpo detta la percezione della realtà circostante, e da tale percezione il lettore è continuamente sollecitato a sapersi impegnato nella lettura. La lettura si mischia con il qui e l'ora, e ne è perfino minacciato.

Gli effetti della lettura sul corpo sono stati attestati da una ricerca della Virginia University il cui esito è descritto nell'infografica seguente. La ricerca dell’università americana analizza gli effetti neurologici e cognitivi della lettura di libri o ebook in un arco di tempo che va dai 10 minuti ad anni dopo che si è letto un libro:

  • Dopo 10 minuti: Stimolazione istantanea del sistema sensoriale: la tattilità dell'oggetto-libro, l'impatto visivo tipografico, e il senso di una nuova esperienza trasportano il lettore su un piano nuovo. L'olfatto può essere stimolato: anche il lettore più stagionato può essere sopraffatto da "un odore di vecchi libri". Gli effetti intellettuali iniziali possono includere disorientamento di fronte a nuove terminologie, una certa resistenza alle nuove idee e un generale aumento dell’attività celebrale.

  • Dopo 30 minuti: Gli effetti aumentano e si può arrivare a sperimentare allucinazioni uditive o visive: il lettore viene “letteralmente” trasportato in un altro mondo e in un altro tempo. Inizia anche un rapporto fisico con il libro: si piegano gli angoli delle pagine per farne dei segnalibri, si sottolineano alcune frasi, si scrivono note a margine.

  • Dopo 60 minuti: L’immersione nel libro è totale. Il lettore può provare sensazioni opposte, dalla risata al dolore. Spesso, chi legge narrativa, prova una sorta di connessione emotiva con i personaggi e gli eventi del libro, mentre il “mondo reale” tende a scomparire. Il lettore è completamente sopraffatto e può succedere che interrompa la lettura e si metta a fissare il vuoto. Si pensa che questo sia un effetto collaterale, insieme all’esposizione a fatti e idee completamente nuovi e una più profonda conoscenza della condizione umana: questo fenomeno è noto come “apprendimento”.

  • Dopo più di 60 minuti: Il libro adesso ha assorbito completamente il lettore, che se ne distacca malvolentieri. Il bisogno del lettore di continuare a leggere la storia è ora così forte che è incapace di interromperla, anche per bisogni primari come mangiare o dormire.

  • Dopo giorni, settimane, mesi: La durata dipende dalle abitudini del lettore e dalla lunghezza del libro, ma a questo punto il libro è finito. Questo provoca un senso di intensa malinconia nel lettore. Alcuni rileggeranno il libro una seconda o una terza volta nel tentativo di riprovare il sentimento (in caso di narrativa) che hanno provato la prima volta. Altri vorrebbero tornare alla vita precedente alla lettura del libro, quando il mondo sembrava meno complicato. Paradossalmente, sono questi i lettori che, dopo un periodo di riposo, passano a libri ancora più impegnativi.

  • Dopo anni: Gli effetti del libro sono ancora visibili. Molti sono diventati lettori abituali e hanno incrementato le loro conoscenze, entrando in un ciclo di apprendimento che dura tutta la vita.
  • Cliccare per approfondire
    Cosa succede al corpo durante la lettura
    Una ricerca della Virginia University
    La cooperazione interpretativa di Umberto Eco
    Per approfondire andare alla pagina "Cos'è un Testo", nella quale viene descritto il processo di cooperazione interpretativa di opere narrative, ideato da Umberto Eco e descritto nel libro "Lector in fabula".
    Leggere non è un'attività esclusiva della mente. Con la lettura non intervengono solo l'intelligenza, la memoria, la coscienza linguistica, la volontà di capire. Anche il corpo svolge una sua funzione fondamentale, e il corpo detta la percezione della realtà circostante
    Conclusioni (provvisorie): la lettura avvia un percorso di crescita personale che non conosce limiti.
    La lettura è un'attività innaturale per l'essere umano, ciononostante essa è l'attività più importante per lo sviluppo dell'individuo. Ogni bambino subisce un trauma nel passaggio dalla scuola materna alla scuola dell'obbligo, infatti si trova a dover modificare la sua modalità d'apprendimento. Scrive il pedagogista Nuccio Salis: "Il bambino “prescolare” ha imparato che l’esperienza dell’apprendimento avviene soprattutto mediante il gioco, il movimento, l’esplorazione senso-manipolatoria della realtà, l’attenzione alle regole ed all’impegno in un contesto di scambio interpersonale. L’apprendimento, in un contesto così illustrato, è finalizzato alla crescita, alla consapevolezza di se come essere senziente, sociale e individuato. Non vi sono né l’attesa né la richiesta pressanti dell’istituzione sull’efficacia delle prestazioni, verso cui, all’improvviso, ecco stagliarsi gli sguardi valutanti degli insegnanti, quelli ansiosi o preoccupati dei genitori, e in certi casi quelli etichettanti di chi ha la responsabilità di fornire referti diagnostici. Il passaggio improvviso verso il contesto scolastico basato sul compito e sul rendimento, risulta un potenziale produttore di una situazione disorientante e traumatica. Dentro la transizione dalla scuola materna alla scuola dell'obbligo, percezione e padronanza del Sé, da parte del bambino, sembrano essere frantumate da una sopraggiunta esperienza che determina, tutto ad un tratto, la scomparsa del corpo. La dimensione corporea, che infatti risultava precedentemente coinvolta, in modo diretto, con le accattivanti attività di sollecitazione delle competenze totali dello sviluppo, ora passa in secondo piano, e soprattutto viene distinta e isolata dal resto delle capacità globali, riservata a momenti di attività ginnica e non sfruttata in virtù delle sue potenzialità di rafforzamento di abilità cognitive, comunicative-relazionali e socio-emozionali. Recidere le dinamiche corporee dall’esperienza dell’apprendimento, provoca una riduzione drastica anche delle restanti capacità dello sviluppo, esattamente come accade per la componente creativa, che non a caso subisce un interessante flessione proprio con l’ingresso del bambino nella scuola dell’obbligo. I dati e le ricerche parlano chiaro; autorevoli ed esperti osservatori si sono già pronunciati in proposito."   La lettura è sostanzialmente una traduzione, nel senso che ogni lettore deve interpretare il senso di un testo traducendo (almeno in parte) il significato dato dall'autore in un significato valido per se stesso. Scrive il teorico della traduzione Bruno Osimo: "La lettura è un processo mentale attivo, in cui il lettore è impegnato a ricostruire il messaggio dell'autore. I segni impressi sulla carta (e i suoni che compongono i messaggi orali) inducono una mente attiva a riflettere sulle alternative possibili per la ri-costruzione del contenuto del messaggio. Nella lettura si ha un testo di partenza però, in arrivo, non si ha un testo ma un insieme di congetture e ricostruzioni ipotetiche circa il possibile intento dell'autore nell'emettere il messaggio.[...] Un conto, insomma, è pensare a una parola, un altro conto è pensare ai suoi significati. Quando comunque la lettura avviene in assenza di disturbi interni o esterni, si passa rapidamente dalla riproduzione mentale della parola alla ricerca dei significati possibili. La rapidità di questo processo, o meglio di questa successione di processi, non dipende soltanto dalla familiarità acquisita con singole lettere e parole (fenomeno che riguarda perlopiù chi si appresta a imparare una lingua), ma soprattutto dalla familiarità con le strutture grafiche/fonetiche più ricorrenti. Infatti il lettore esperto non legge effettivamente tutte le lettere di tutte le parole di tutte le frasi, ma ne capta la porzione minima indispensabile per completare mentalmente l'unità di senso, sulla base delle proprie competenze enciclopediche."  Gli apprendisti lettori dipendono da adulti competenti e consapevoli del loro ruolo, perchè ci sono alcuni aspetti di qualsiasi arte e di qualsiasi abilità - e la lettura è sia un'arte sia un'abilità - che si imparano solo dall'esperienza e che possono essere trasmessi solo da coloro che li hanno appresi attraverso l'esperienza.
    L'attività di lettura non coinvolge solo il cervello ma l'intero corpo del lettore. Scrive lo scrittore Nicola Gardini recensendo un libro di Lina Bolzoni: "Leggere non è un'attività esclusiva della mente. Con la lettura non intervengono solo l'intelligenza, la memoria, la coscienza linguistica, la volontà di capire. Anche il corpo svolge una sua funzione fondamentale, e il corpo detta la percezione della realtà circostante, e da tale percezione il lettore è continuamente sollecitato a sapersi impegnato nella lettura. La lettura si mischia con il qui e l'ora, e ne è perfino minacciato."
    per scaricare le conclusioni (in pdf):
    La razionalità richiede impegno personale!
    Iscriviti alla Newsletter di pensierocritico.eu per ricevere in anteprima nuovi contenuti e aggiornamenti:
    Bibliografia (chi fa delle buone letture è meno manipolabile)
    Scrivi, se non sei d'accordo
    Se ritenete che le tesi del "punto chiave" non vengano sufficientemente supportate dagli argomenti presenti in questa pagina potete esprimere il vostro parere (motivandolo).
    Inviate una email con il FORM. Riceverete una risposta. Grazie della collaborazione.
    Libri consigliati
    a chi vuole sapere cosa si può fare per aiutare i lettori a ricavare piacere dalla lettura
    Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

    Pagina aggiornata il 27 giugno 2023

    creative commons
    Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
    Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
    Torna ai contenuti