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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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Abduzione e futuro: l'abduzione è lo spazio del possibile. Essa è un “pensiero laterale”, un discostarsi da vie già percorse per costruire un futuro diverso
TEORIE > METODI > ARGOMENTAZIONE
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L'inferenza abduttiva è quel ragionamento che riguarda lo sviluppo e la scelta di ipotesi che spiegano meglio una situazione, cioè come vengono generate, valutate e testate le ipotesi esplicative. Gli psicologi spesso si riferiscono alla capacità di abduzione nelle persone (cioè la capacità di trarre spontaneamente e senza sforzo conclusioni dalle nostre conoscenze ed esperienze), come alla "inferenza quotidiana". Infatti nella vita quotidiana la logica dell'essere umano si limita all'abduzione, cioè non facciamo altro che spiegare (inconsciamente) i fatti che ci accadono inventando delle regole ipotetiche che ci portano a una conclusione. Spesso, però, non abbiamo il tempo o la motivazione per verificare che regola e conclusione siano corrette. Sebbene apparentemente senza sforzo, l'abduzione ci impone di impegnare una moltitudine di complesse funzioni cognitive, tra cui il ragionamento causale, la modellizzazione mentale, la categorizzazione, l'inferenza induttiva e l'elaborazione metacognitiva. Ogni abduzione ci mette in gioco, come scrive il semiotico Salvatore Zingale nel libro "Interpretazione e progetto": "Ogni interpretazione genera interpretazioni successive. Il nuovo è quindi qualcosa che viene sempre trovato, cioè inventato, mai propriamente “creato”. Il nuovo è lievitato dal vecchio. La semiosi illimitata regola così le azioni interpretative che stanno alla base tanto del nostro agire quotidiano quanto della nostra attività euristica; è il processo attraverso cui elaboriamo le nostre poetiche e i nostri progetti". L’abduzione è una “assunzione” di responsabilità: perché accetta l’onere della sfida e perché su ciò che assume in ipotesi proietta la propria azione futura. Ogni volta che facciamo un'ipotesi, essa scaturisce da un ragionamento abduttivo. Salvatore Zingale scrive: "Sentire e vedere qualcosa e pensare qualcos’altro: questo è un atto abduttivo della mente. Ciò vuol dire che lo sguardo abduttivo coglie in ogni fatto il suo possibile carattere sorprendente, il passaggio che permette allo sguardo di intravedere il possibile salto verso una conoscenza inedita". E' difficile ma è possibile progettare il proprio futuro basandosi sul "cono di plausibilità", che dà una traccia sulle ipotesi di futuro che ognuno di noi può costruire (dal possibile, al probabile, al preferibile).
argomentazione
Punto chiave di questa pagina
INTERPRETAZIONE E PROGETTO: Il semiologo Salvatore Zingale scrive: "Sentire e vedere qualcosa e pensare qualcos’altro: questo è un atto abduttivo della mente. Ciò vuol dire che lo sguardo abduttivo coglie in ogni fatto il suo possibile carattere sorprendente, il passaggio che permette allo sguardo di intravedere il possibile salto verso una conoscenza inedita"
Punti di riflessione
Se il pensiero è inferenziale, l’abduzione è l’unica inferenza in grado di farlo procedere, di pensare all’“essere in futuro”. [...] In quanto stato di ricerca permanente, l’abduzione è però a suo modo anche una forma di inquietudine. Sia perché nell’abduzione, come nell’irritazione del dubbio, la mente non si trova affatto ‘a riposo’, sia perché l’abduzione è una tensione verso un assente: possibile, ma ancora da raggiungere. (Salvatore Zingale)
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L'abduzione è una forma di ragionamento che tratta probabilità e verosimiglianze. La conclusione di un solido ragionamento abduttivo è costituita da un'ipotesi che fornisce la spiegazione migliore di tutta una serie di fatti conosciuti. Quotidianamente noi tutti compiamo ragionamenti abduttivi riguardo ad una vertiginosa varietà di fenomeni - fornendo la spiegazione più plausibile per un'irritazione cutanea, un'auto in panne, una fuga di gas, una crisi finanziaria oppure politica. (Christof Koch p.25)
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L’abduzione, la formazione di un’ipotesi, è l’atto inaugurale di ogni processo progettuale. Secondo Peirce, l’abduzione è il primo passo, mentre l’induzione è la sua chiusura. Se l’induzione cerca dei fatti per poter arrivare a una teoria a partire da un’ipotesi, l’abduzione cerca un’ipotesi perché sollecitata dai fatti, da un qualcosa che, per la mente, costituisce un interrogativo ancora senza risposta. Ma per quanto l’abduzione sia concepibile come il primo passo di un processo progettuale, l’abduzione da sola non porta a nulla. (Salvatore Zingale)
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La semiosi è il processo di cooperazione tra i segni, i loro oggetti e i loro interpretanti. (Michael Hoffmann p.19)
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L’abduzione scatta sempre in presenza di un oggetto o di un fatto che è il risultato di una storia: qualcosa è già accaduto. Si configura come un movimento del pensiero che permette di risalire a una causa (antecedente) a partire da un effetto (conseguente). Questo è del resto il carattere di ogni inferenza: trovare ciò che non conosciamo a partire da ciò che già conosciamo. L’abduzione è ritrovare questo qualcosa, risalire la corrente degli eventi. Per tale ragione Peirce utilizza spesso un altro nome per abduzione: retroduzione. La conoscenza del passato ha conseguenze anche sul futuro: l’abduzione, cioè, guarda anche in avanti. (Salvatore Zingale)
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Ogni pensiero è un segno e ogni azione o ragionamento consiste nell'interpretazione di segni. I segni funzionano come mediatori tra il mondo esterno degli oggetti e il mondo interno delle idee. (Michael Hoffmann p.18)
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L’abduzione non compie previsioni, non cerca la probabilità ma la possibilità, non calcola ciò che è ragionevole che accada, ma pone domande e cerca risposte. (Salvatore Zingale)
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La capacità di esprimere il futuro è più forte in alcuni che in altri, perché il passo del cambiamento è sotto l’influsso di strutture sociali caratterizzate dalla disuguaglianza e dalla differenza. L’accesso a questa civiltà tecnocratica avanzata è continuamente contestato, nelle periferie delle nostre città come sui confini ritenuti inviolabili delle nazioni. (Philippa Nicole Barr)
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Il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito. (William Gibson)
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Il futuro non è un punto fisso, e infatti ci sono molti tipi di futuro. Quando pensiamo a una serie di futuri, possiamo organizzarli in quattro categorie: Futuri plausibili: possibilità che potrebbero verificarsi dati i limiti dell'incertezza; Futuri probabili: scenari e possibilità che potrebbero verificarsi; Futuri possibili: la più ampia gamma di scenari, comprese tutte le possibilità; Futuri preferibili: la visione che abbiamo delle possibilità che vogliamo vedere realizzarsi. (Jason Swanson)
L’abduzione è un movimento oscillante della mente, che sposta la propria visione fra passato, presente e futuro, fra ciò che è e ciò che potrebbe essere. Quando guarda verso il passato, la mente cerca le cause o le origini (gli antecedenti) che hanno portato a un determinato stato di cose, il quale si presenta come fatto singolare e sorprendente (il conseguente). Quando guarda verso il futuro, invece, la mente cerca il superamento di uno stato problematico
Abduzione: un movimento oscillante tra passato e futuro
Zingale
Il movimento oscillante dell'abduzione tra passato e futuro, stimolato da un fatto sorprendente del presente.
Fonte: Salvatore Zingale "Su Peirce" p.261
abduzione
Il senso della possibilità secondo Robert Musil
Scrive il semiologo Salvatore Zingale: "L’abduzione è un “pensiero laterale”, un discostarsi dalle vie già segnate. Abduction, in lingua inglese, vuol dire anche “rapimento”, come un allontanare un oggetto dal suo ambiente abituale. L’abduzione porta via qualcosa dal mondo conosciuto, ma per farlo poi ritrovare con differente valore in un mondo rinnovato. È a suo modo una forma di traduzione. È pensiero che si sposta e discosta esso stesso dal mondo così come esso è e che si spinge, per necessità o per avventure, per le vie del nuovo. È un movimento di apertura, pensiero teso verso la ricerca"
Cos'è l'abduzione: un'assunzione di responsabilità, perchè accetta l'onere della sfida
Il semiologo Salvatore Zingale analizzando le idee di Peirce sull'onnipresenza dell'abduzione nel pensiero umano, e sulla sfida costante che il mondo pone alla mente presentandogli dei fatti che la destano e la costringono a cercare una spiegazione, scrive (vedi bibliografia 2005):

L’abduzione è un movimento oscillante della mente, che sposta la propria visione fra passato, presente e futuro, fra ciò che è e ciò che potrebbe essere. Quando guarda verso il passato, la mente cerca le cause o le origini (gli antecedenti) che hanno portato a un determinato stato di cose, il quale si presenta come fatto singolare e sorprendente (il conseguente). Quando guarda verso il futuro, invece, la mente cerca il superamento di uno stato problematico. Non è propriamente alla ricerca di un antecedente necessario o storico (ciò che non può non essere stato), ma di un antecedente possibile (ciò che può essere). Lo sguardo verso il passato fa dell’abduzione una retroduzione; quello verso il futuro rende l’abduzione proiettiva. Nel primo caso il ragionamento abduttivo presume in ipotesi l’antecedente possibile: è un atto di effettiva “presunzione”, non solo nel senso della congettura, anche in quello della fiducia in sé stessi e nella capacità di vedere giusto. Nel secondo caso l’abduzione è invece una “assunzione” di responsabilità: perché accetta l’onere della sfida e perché su ciò che assume in ipotesi proietta la propria azione futura. Lo stesso Peirce dice che tutte le cose che sono oggetto di percezione possono avviare un ragionamento abduttivo, sia perché la percezione stessa è inferenziale, sia perché tradurre in un enunciato (in un Interpretante) vuol dire produrre un giudizio e ogni giudizio consiste, in un modo o nell’altro, nel trovare relazioni fra il modo in cui le cose si presentano e il modo in cui esse sono state così determinate. Sentire e vedere qualcosa e pensare qualcos’altro: questo è un atto abduttivo della mente. Ciò vuol dire che lo sguardo abduttivo coglie in ogni fatto il suo possibile carattere sorprendente, il passaggio che permette allo sguardo di intravedere il possibile salto verso una conoscenza inedita. L’abduzione richiede non solo capacità di osservazione, ma anche una “mente preparata”. Una mente già impegnata in uno sforzo di ricerca. Una mente che sa di cercare anche se non sa che cosa può trovare. Ciò che allora Peirce chiama surprising fact è legato indissolubilmente alla realtà oggettuale: è parte dell’oggettualità e dell’ambiente percettivo e sociale in cui ci troviamo. Ma non è un fatto del tutto “quieto”, sul quale, per così dire, la mente possa riposare. È invece, anche nella sua assoluta “normalità”, un fatto che desta la mente, o perché si presenta come oscurità da chiarire, o perché innesca nella mente il germe della sfida. In entrambi i casi, il fatto si pone come problema: come stallo o intralcio da rimuovere.
L’abduzione è una “assunzione” di responsabilità: perché accetta l’onere della sfida e perché su ciò che assume in ipotesi proietta la propria azione futura
Abduzione e pensiero umano
Che l'abduzione abbia a che fare con il pensiero (e con il suo sviluppo) se lo chiede il sociologo Felice Cimatti, il quale, nel suo articolo "A partire da Totem e Tabù di Freud" all'interno della rivista "Le abduzioni di Freud. Pensare la socialità a partire dall'individuo", scrive (vedi bibliografia 2003):

Freud tenta, sulla scorta di un'affrettata lettura dei lavori di Frazer, un accostamento tra etnologia e psicoanalisi, nella speranza che avvicinare la psicologia della preistoria dell'umanità alla condizione nevrotica dell'uomo moderno potesse aprire spazi nuovi di ricerca, assecondando, con le dovute differenze, il movimento in questa direzione già intrapreso da Jung. [...] Freud sta inseguendo qualcosa che resta ancora al di qua del suo pieno passaggio al detto, al dispiegato [la sua creatività abduttiva], sente che accostare la preistoria dell'umanità alla nevrosi moderna è utile, non certo per capire la psicologia primitiva o per stabilire una linea evolutiva magnifica e progressiva. Serve a tutt'altro, vale a dire a costruire la scena che rende possibile la nascita e il costituirsi del pensiero come mobilità, animazione. In questo senso le analisi sulla paura e sul sacro, sulla magia e sull'animismo, sulla religione e sull'onnipotenza del pensiero, costruiscono, in realtà, una scenografia che consente poi a Freud di articolare un'idea nuova di cosa significhi pensare. Si tratta di un'operazione interessantissima che sottrae il mondo degli "spiriti" e delle "anime" al dominio della magia e dell'occultismo per saldarlo alla condizione ben più prosaica del pensiero e della spinta all'astrazione.

In quest'ipotesi possiamo scorgere l'utilità delle abduzioni di un grande pensatore per lo sviluppo culturale dell'intera umanità. Uno sviluppo lento, non immediato, che poi è andato ad alimentare lo sviluppo dell'intera società.
Freud
Con le abduzioni di "Totem e Tabù", Freud sottrae il mondo delle anime alla magia e all'occultismo per restituirlo al pensiero e all'astrazione
L'abduzione è l’unica inferenza la cui conclusione è una possibilità: perviene a un forse, a una probabilità
Il semiologo Salvatore Zingale analizzando le idee di Peirce sul processo inferenziale della mente per attuare la semiosi illimitata, scrive (vedi bibliografia 2005):

L'Abduzione è lo spazio del possibile. La formula dell’abduzione comincia dal conseguente. La formula può essere ricavata direttamente da una citazione di Peirce: (a) si osserva il sorprendente fatto (C); (b) ma se fosse vero (A), (C) sarebbe spiegato come fatto normale; (c) quindi c’è ragione di sospettare che sia vero (A). La conclusione è solo una possibilità, non una certezza. Ma questa è la forza dell’abduzione. La conclusione di un’abduzione è solo un’ipotesi, una tesi ancora sotterranea e provvisoria. Non importa se la conclusione di un’abduzione risulti errata o inadeguata: essa ha valore perché è la proposta, temporanea e bisognosa di verifica, di una delle alternative possibili. L’abduzione è per definizione una scommessa e un azzardo avventuroso – seppure, quando concerne decisioni vitali, comporti la responsabilità della scelta. L’abduzione è in tal modo l’unica inferenza la cui conclusione è una possibilità: perviene a un forse, a un may-be. Ma per quanto incerta e soggetta a verifica, l’abduzione è anche l’unica inferenza che ha carattere esplicativo: non solo spiega i fatti, ma ci permette di scovarli, trovarli. L’abduzione interpreta i fatti e cerca di fornire una spiegazione della loro esistenza. Essa muove da un fatto sorprendente e conduce verso la sua causa possibile; prende avvio da ciò che accade di fronte alla nostra mente, a partire da ciò che la sorprende o incuriosisce, che la interessa proprio perché stimola alla conoscenza.
L'abduzione è uno "spostamento", e spostamento significa pensiero non lineare, modalità non logico-deduttiva di procedere con il logos della semiosi, cioè logicamente. “Spostamento” è proprio la traduzione in italiano volgare e corrente di “abduzione”, che è un calco latino, e che secondo l'etimologia vuol dire “condurre” (ducere) “lontano da” (ab), allontanamento e quindi anche spostamento (dalle vie convenzionali)
Scoperta "abduttiva" di Nettuno
Cliccare per approfondire
L'abduzione è alla base delle imprese scientifiche
Riguardo all'enorme importanza che l'abduzione ha avuto nella ricerca scientifica il neuroscienziato Christof Kock scrive nel suo libro "Sentirsi vivi" (p.25):

Il ragionamento abduttivo sta alla base dell'impresa scientifica: gli astronomi della metà del XIX secolo avevano rilevato delle irregolarità nell'orbita di Urano. Ciò portò l'astronomo francese Urban Le Verrier ad abdurre l'esistenza e la posizione di un Pianeta sconosciuto. Le osservazioni telescopiche confermarono poi l'esistenza di Nettuno, fornendo una prova trionfale della teoria della gravità di Newton. Darwin e Wallace abdussero che l'evoluzione per selezione naturale è la spiegazione più plausibile della distribuzione delle specie all'interno degli ecosistemi.
Come progettare il proprio futuro con il "Cono di plausibilità"
Il cono di plausibilità dà una traccia sulle ipotesi di futuro che ognuno di noi può costruire (dal possibile, al probabile, al preferibile) (Inserire i sottotitoli in italiano)
L'origine del "Cono della plausibilità" viene descritta dal futurologo Joseph Voros (vedi bibliografia 2017), e il suo pensiero viene descritto nella sua biografia in questo modo:
Crede fortemente nella necessità sia di una rigorosa disciplina intellettuale sia di un'utilità pratica pragmatica in contesti del "mondo reale", e questa convinzione è al centro del suo approccio agli studi futuri e alla previsione strategica. Per molti anni ha usato le strutture multidisciplinari dell'Evoluzione Cosmica, dell'Astrobiologia e della Grande Storia per inquadrare ed esplorare ampie questioni sui futuri a lungo termine della civiltà globale e dell'umanità, e per esplorare come queste prospettive di vasta portata possono informare e ampliare il nostro presente le scelte strategiche e politiche giornaliere su scala individuale, organizzativa, istituzionale, sociale e planetaria.
Come progettare il proprio futuro
Tra i vari futuri probabili conviene orientare la propria azione verso il futuro preferibile, e progettare il suo raggiungimento. (Cliccare per approfondire)
Scrive Salvatore Zingale: "Vi sono due mondi fra loro differenti, secondo Dewey: il mondo prima di un’inferenza abduttiva, cioè il mondo noto, e il mondo che viene dopo l’abduzione. Nel mondo dopo l’abduzione si ha una “nuova chiarezza” e una “nuova sistemazione”. Il salto abduttivo è il passaggio da un mondo all’altro, il che richiede che si possa far leva su una conoscenza consolidata per potersi proiettare verso una nuova e ipotetica conoscenza
Conclusioni (provvisorie): Ogni abduzione ci mette in gioco
L'inferenza abduttiva è quel ragionamento che riguarda lo sviluppo e la scelta di ipotesi che spiegano meglio una situazione, cioè come vengono generate, valutate e testate le ipotesi esplicative. Gli psicologi spesso si riferiscono alla capacità di abduzione nelle persone (cioè la capacità di trarre spontaneamente e senza sforzo conclusioni dalle nostre conoscenze ed esperienze), come alla "inferenza quotidiana". Infatti nella vita quotidiana la logica dell'essere umano si limita all'abduzione, cioè non facciamo altro che spiegare (inconsciamente) i fatti che ci accadono inventando delle regole ipotetiche che ci portano a una conclusione. Spesso, però, non abbiamo il tempo o la motivazione per verificare che regola e conclusione siano corrette. Sebbene apparentemente senza sforzo, l'abduzione ci impone di impegnare una moltitudine di complesse funzioni cognitive, tra cui il ragionamento causale, la modellizzazione mentale, la categorizzazione, l'inferenza induttiva e l'elaborazione metacognitiva. Ogni abduzione ci mette in gioco, come scrive il semiologo Salvatore Zingale nel libro "Interpretazione e progetto": "Ogni interpretazione genera interpretazioni successive. Il nuovo è quindi qualcosa che viene sempre trovato, cioè inventato, mai propriamente “creato”. Il nuovo è lievitato dal vecchio. La semiosi illimitata regola così le azioni interpretative che stanno alla base tanto del nostro agire quotidiano quanto della nostra attività euristica; è il processo attraverso cui elaboriamo le nostre poetiche e i nostri progetti". L’abduzione è una “assunzione” di responsabilità: perché accetta l’onere della sfida e perché su ciò che assume in ipotesi proietta la propria azione futura. Ogni volta che facciamo un'ipotesi, essa scaturisce da un ragionamento abduttivo. Salvatore Zingale scrive: "Sentire e vedere qualcosa e pensare qualcos’altro: questo è un atto abduttivo della mente. Ciò vuol dire che lo sguardo abduttivo coglie in ogni fatto il suo possibile carattere sorprendente, il passaggio che permette allo sguardo di intravedere il possibile salto verso una conoscenza inedita". E' difficile ma è possibile progettare il proprio futuro basandosi sul "cono di plausibilità", che dà una traccia sulle ipotesi di futuro che ognuno di noi può costruire (dal possibile, al probabile, al preferibile).
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Libri consigliati
a chi è interessato ad approfondire l'inferenza abduttiva
Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 24 maggio 2023

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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