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Coloro cui sfugge completamente l'idea che è possibile aver torto non possono imparare nulla, tranne la tecnica. (Gregory Bateson)
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I Ching - Il libro dei Mutamenti: la Cina da Sun Tzu a Xi Jinping
TEORIE > CONCETTI > CERVELLO E MENTE
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Chiedersi quando è nata l'intelligenza umana e quali eventi hanno stimolato la nascita del pensiero è un compito arduo, ma se lo si studia si scopre che i motivi che hanno condotto allo sviluppo del 'pensiero' umano sono gli stessi in ogni cultura e, soprattutto, sono avvenuti nello stesso periodo temporale. Questo periodo è la fine del Neolitico (dal 10.000 al 3500 a.C.), cioè quando iniziarono ad apparire le prime forme scritte di linguaggio umano. Nel Neolitico l'essere umano ha iniziato a rivolgere i propri sforzi allo sviluppo dell'agricoltura, e quindi ha intravisto la possibilità di 'prevedere' e 'organizzare' il suo lavoro per garantire la sopravvivenza della propria comunità. E' noto che i risultati dell'agricoltura si possono prevedere solo se si riesce a 'immaginare' gli schemi ricorrenti nelle leggi della natura e ad agire in conformità ad essi. Per questo motivo, nella cultura cinese, è nato, e si è in migliaia di anni di cultura orale sviluppato, lo "I Ching" ovvero il 'Libro dei Mutamenti', immaginato pensando ai mutamenti dell'Universo che, con uno sforzo collettivo immane, si è cercato di 'comprendere' e 'imbrigliare' per elaborare strategie che consentissero di affrontare problemi o dubbi per il presente e per il futuro. Il sinologo Richard J. Smith scrive nell'introduzione al suo libro "I Ching - Una nuova lettura del libro dei Mutamenti": "Nell'epoca premoderna i letterati cinesi hanno usato la simbologia, la numerologia e la matematica tratti dallo 'Yijing' per spiegare un ampio ventaglio di processi e fenomeni naturali in quei campi della conoscenza che oggi chiamiamo fisica, astronomia, chimica, biologia, medicina, meteorologia e geologia. E ancora oggi molti cultori dei 'Mutamenti' vedono nei suoi simbolismi matematici il germe all'origine delle moderne teorie scientifiche, dalla logica binaria dei computer alla struttura del DNA. In breve, per comprendere gran parte della storia e della cultura cinesi è necessario comprendere i 'Mutamenti'." Ci si può chiedere perchè solo la cultura cinese ha sviluppato un modo per affrontare e 'dirigere' la realtà così, apparentemente, astratto e le risposte sono tante, ad esempio il sinologo Richard J. Smith scrive: "I Mutamenti iniziarono a prendere forma [scritta] circa tremila anni fa come manuale di divinazione, consistente in sessantaquattro simboli composti da sei linee sovrapposte e denominati esagrammi. I primi due esagrammi in base all'ordine convenzionale erano 'Qian' e 'Kun'; i rimanenti sessantadue erano le permutazioni possibili di questi due simboli paradigmatici. [...] Un'ulteriore possibilità relativa all'origine degli esagrammi potrebbe essere quella di una rudimentale simbologia sessuale. Anche per chi non è freudiano, sarebbe difficile guardare i primi due esagrammi, secondo l'ordine in cui ci sono pervenuti,  - rispettivamente Qian e Kun - senza riconoscervi la rappresentazione di un pene e di un vulva:

Qian - Kun


A un certo punto, nel corso della dinastia Zhou (ca. 1045-256 a.C.), comunque non più tardi del IX o VIII secolo a.C., ogni esagramma venne corredato da un nome, da una concisa descrizione definita 'sentenza' e da un breve testo esplicativo per ciascuna delle sei linee chiamato "commento alla linea". L'ipotesi operativa dei Mutamenti, così come aveva preso forma nel tempo, era che gli esagrammi rappresentassero le circostanze di base dei mutamenti nell'universo, e che scegliendo uno o più esagrammi e interpretandone correttamente i  vari elementi simbolici, una persona poteva penetrare gli schemi ricorrenti dei mutamenti del cosmo ed elaborare strategie per affrontare problemi o dubbi riguardanti il presente o il futuro. Trigrammi ed esagrammi sembrano essersi sviluppati dalle primissime forme della numerologia cinese, comprese quelle associate alla scapulomanzia, una pratica di divinazione usata a corte a partire dalla dinastia Shang (ca. 1660-1050 a.C.)." Il tema iniziale che ha portato alla sistematizzazione del I:Ching è stato ipotizzato che fosse la comprensione delle leggi della natura, e il modo di agire in conformità ad esse. Scrive Smith: "Nella Cina premoderna il termine più comunemente usato per natura era Dao, in genere tradotto come 'La Via'. [...] Comprendere il Dao significava  comprendere i vari tipi di mutamento nell'universo, da quelli cosmici a quelli terreni, dai movimenti ciclici e ricorrenti, alle trasformazioni fisiche e metafisiche. Da una comprensione di tal genere derivava l'apprezzamento dell'importanza della giusta scelta di tempi e luoghi, essenziale in una cultura in cui l'ideale canonico era sempre stato fare la cosa giusta al momento giusto e nel posto giusto, e orientati nella giusta direzione". Il sinologo Kristofer Schipper scrive nel libro "Il corpo taoista" (p.11): "Il Tao è, per definizione, indefinibile. Può essere appreso solo nei suoi aspetti multipli all'infinito. Principio allo stesso tempo trascendente e immanente dell'universo, il Tao è innominabile, ineffabile, e ciò nonostante presente in ogni cosa. E' molto più di un 'principio'. Il senso primo del segno tao è 'via': dato soggiacente al mutamento e alla trasformazione degli esseri, processo spontaneo che regge il ciclo naturale dell'universo. In questo processo, in questa via, il mondo frammentato, la creazione di cui noi siamo parte integrante, ritrova la sua unità. [...] Il Tao è flusso, trasformazione, processo, e via d'alternanza, principio del tempo ciclico: "senza nome, è l'origine del Cielo e della Terra; con il nome, è la Madre dei Diecimila esseri" (Tao-te ching cap.1). Qui si può scorgere il contesto cognitivo che consentì al generale Sun Tzu di redigere il suo manuale "L'arte della guerra" con i suoi suggerimenti, apparentemente, astratti su 'come vincere senza combattere'. Nel 1949, Carl Gustav Jung ha studiato i principi espressi dal "I Ching" e ha scritto la prefazione alla traduzione del sinologo Richard Wilhelm, e in particolare ha scritto (p.18): "Il modo in cui l' I Ching tende a considerare la realtà implica un giudizio poco favorevole per i nostri procedimenti causalistici. L'istante che sta sotto osservazione appare all'antica visione cinese più come un colpo di fortuna che come il risultato ben definito di catene causali concorrenti. Ciò che interessa sembra essere la configurazione che gli eventi accidentali assumono al momento dell'osservazione, e niente affatto le ragioni ipotetiche che apparentemente rendono conto delle coincidenza. Mentre la mentalità occidentale pone ogni cura nel vagliare, pesare, scegliere, classificare, isolare, l'immagine che il cinese premoderno si fa del momento racchiude ogni cosa fino al più minuto e assurdo particolare, perchè l'istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti. Accade così che quando si gettano le tre monete o si contano i quarantanove steli di millefoglie, questi dettagli casuali entrano nel quadro dell'istante d'osservazione formandone una parte: una parte insignificante per noi, eppure colma di significato per la mentalità cinese. [...] L'inventore dell'I Ching, chiunque sia stato, era convinto che l'esagramma eleborato in un dato momento coincideva con questo momento anche nella qualità, e non soltanto nel tempo. [...] Questa teoria implica un certo strano principio che io ho denominato 'sincronicità', un concetto che formula un principio diametralmente opposto a quello della causalità. Quest'ultimo, essendo una verità meramente statistica e non assoluta, è una specie di ipotesi di lavoro sul modo in cui gli eventi evolvono l'uno dall'altro, mentre la sincronicità considera particolarmente importante la coincidenza degli eventi nello spazio e nel tempo, scorgendovi qualche cosa di più che il mero caso, e cioè una peculiare interdipendenza degli eventi oggettivi tra loro, come pure tra essi e le condizioni soggettive (psichiche) dell'osservatore o degli osservatori."  Per approfondire le differenze tra Causalità e Sincronicità si può andare alle rispettive pagine dedicate su questo sito. Oggi, secondo Kristofer Schipper, dopo secoli di isolamento culturale e dopo il confronto con i missionari gesuiti, è avvenuta la distruzione del taoismo. Scrive Schipper (p25): "Matteo Ricci cerca di conferire al confucianesimo l'immagine di una dottrina o d'una saggezza morale agnostica, di una filosofia che aveva già riconosciuto l'esistenza dell'Essere Supremo e alla quale non mancava, tutto sommato, che la rivelazione del Vangelo. Questo modo di vedere le cose ebbe molto successo, e malgrado la questione dei riti e del deismo, l'idea si fece strada al punto da essere accettata non solo dalle altre missioni, ma anche dagli intellettuali europei e dai letterati cinesi. Alla fine, tutto ciò ebbe come conseguenza di dare alla Cina repubblicana, dopo il 1912, due presidenti cristiani, e facilitare senza alcun dubbio l'introduzione del marxismo. [...] Quello che nel XVI secolo era solo un pio desiderio ha finito per realizzarsi: la religione cinese, come la nostra religione antica, ha per così dire cessato d'esistere, e il mondo non ne ha saputo nulla."
Un diagramma degli esagrammi "I Ching" inviato a Gottfried Wilhelm Leibniz da Joachim Bouvet. I numeri arabi sono stati aggiunti da Leibniz
I:CHING Leibniz
By Unknown author - Perkins, Franklin. Leibniz and China: A Commerce of Light. Cambridge: Cambridge UP, 2004. 117. Print., Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=36231359
Punto chiave di questa pagina
Qual è lo scopo e il significato del "I Ching - Il libro dei Mutamenti"? Il sinologo Richard J. Smith nell'introduzione al suo libro (p. 8) scrive: "Nella Cina premoderna il termine più comunemente usato per natura era Dao, in genere tradotto come "la Via". Anche se non aveva nè una personalità propria nè un'identità particolare, questo antichissimo concetto metafisico ha sempre corrisposto a una verità unificante e onnicomprensiva, così come Yahweh, Allah, Dio, Brahman e la Realtà ultima, rispettivamente nella tradizione ebraica, islamica, cristiana, induista e buddhista. Comprendere il Dao significava comprendere i vari tipi di mutamento nell'universo, da quelli cosmici a quelli terreni, dai movimenti ciclici e ricorrenti -flusso e riflusso, ascesa e declino, avanzata e ritirata - alle trasformazioni fisiche e metafisiche. Da una comprensione di tal genere derivava l'apprezzamento dell'importanza della giusta scelta di tempi e luoghi, essenziale in una cultura in cui l'ideale canonico era sempre stato fare la cosa giusta al momento giusto e nel posto giusto, e orientati nella giusta direzione."
Punti di riflessione
La vita del cosmo è un flusso, uno scorrimento interminabile e ciclico fondato sul dao (tao), che rappresenta il senso di questo flusso e contemporaneamente la Via da percorrere per adeguarsi a esso. Il dao (tao) è il programma formativo di tutta la creazione come legge determinante di tutti i fenomeni naturali ed è anche la norma da rispettare per perseguire la salute e la felicità. Il dao (tao) è quindi la Via per  arrivare alla conoscenza e anche il metodo da seguire per poter conoscere: è contemporaneamente un contenuto, cioè la conoscenza, e un evento dinamico di conoscenza, cioè la strada, la via, il percorso. (Lucio Sotte)
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Chi consulta lo 'I Ching' entra in sintonia con i ritmi universali, ne penetra il battito misterioso e ne impara la sapienza regolatrice di ogni vita sulla terra. Non si può aprire troppo spesso questo dialogo, certo, perchè i moti cosmici con i quali si accordano quelli della vita umana non variano se non su lunghe distanze temporali; quindi la maggior parte delle volte il testo non dice nulla di particolarmente importante, o addirittura tace, anche se il consultante crede di ascoltarne la voce. Yang, Yin, Yin, Yang... le linee componendosi e alternandosi per scomporsi di nuovo combinano trigrammi ed esagrammi che sono il testo originale dello I Ching. (Elena Judica Cordiglia p.27)
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La guida offerta dall'I Ching è pragmatica poiché riconosce che le persone hanno intrinsecamente tratti sia positivi che negativi nei loro caratteri. Pertanto, fornisce consigli pratici per affrontare con successo situazioni difficili. (The Collector)
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[ne 'I Ching'] L'attenzione non è rivolta alle cose come sono, ma alla tendenza di cambiamento, al mutamento. Nell'antica Cina, non ci si accontentò semplicemente di conoscere il futuro, ma ci si chiese anche il comportamento da tenere nelle diverse situazioni: il libro di divinazione divenne dunque anche un libro di saggezza. Finchè il futuro viene interpretato come una tendenza, come in movimento, l'azione dell'uomo può ancora avere una parte preponderante nella sua determinazione concreta. (percorsiinteriori.it)
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L'antica mentalità cinese contempla il cosmo in una maniera paragonabile a quella del fisico moderno, il quale non può negare che il suo modello del mondo sia una struttura decisamente psicofisica. L'evento microfisico include l'osservatore esattamente come la realtà che forma il sostrato dell'I Ching abbraccia le condizioni soggettive, ovvero psichiche, nella totalità della situazione momentanea. Come la causalità descrive la sequenza degli eventi, così per la mentalità cinese la sincronicità considera la loro coincidenza. Orbene, i sessantaquattro esagrammi dell' I Ching sono lo strumento mediante il quale si può determinare il significato di sessantaquattro situazioni differenti e insieme tipiche. Queste interpretazioni sono l'equivalente delle spiegazioni causali. Il nesso causale è statisticamente necessario e può quindi essere sottoposto a esperimento. (Gustav Jung)
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Xi Jinping ha citato la Dialettica della natura di Engels, osservando che gli abitanti dell'antica Mesopotamia, Grecia e Anatolia hanno visto la loro terra diventare deserta dopo aver trasformato troppe foreste in campi. Xi ha citato I Ching, un testo fondamentale per i maestri del feng shui, a sostegno del suo punto di vista. Ha anche notato che pensatori cinesi come Lao Tzu e Mencius hanno sottolineato la necessità di preservare l'ambiente. Sulla base di questo discorso, il presidente cinese sembra essere diventato più attento all'ambiente di qualsiasi altro leader in passato. Ha reso la conservazione della natura una parte fondamentale delle valutazioni dei funzionari. (asianews)
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“Egli non si esibisce, e perciò risplende. Egli non si afferma , e perciò si manifesta. Egli non si vanta, e perciò riesce. Egli non si gloria, e perciò diventa il capo. Infatti, appunto perché non lotta, non c’è nessuno nell’impero che possa lottare contro di lui” (Testi taoisti)
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La medicina scientifica occidentale, istituita nell’alveo di un’antropologia personalistica di matrice teologica, si interroga sul sintomo visibile per ricondurlo al soggetto organico o al soggetto psichico. Al contrario, «la divinazione – come ha scritto Tobie Nathan – non ha lo scopo di illuminare un invisibile nascosto, la sua funzione è quella di instaurare il luogo stesso dell’invisibile. Se procedo a una divinazione, la tecnica che utilizzo presuppone l’esistenza di un secondo universo». Le fonti per la ricerca sulla divinazione onirica sono essenzialmente linguistiche e letterarie, benché in casi sporadici possiamo servirci di effigi e pitture votive: icone, mosaici, affreschi, retablo ed ex voto superstiti o anche semplici descrizioni di oggetti e di immagini devozionali, che potevano interagire con l’immaginario onirico. Lo storico non può prescindere dalla fonte scritta, che sovente è anche un testo letterario, con i suoi schemi retorici e i suoi criteri veridizionali. Ma anche il filtro ermeneutico della scrittura è sempre parte integrante di una realtà che il testo non si limita ad inscenare trasfigurandola negli schemi codificati di una tradizione colta. (Luigi Canetti)
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E' un compito ingrato, in verità, tentare di presentare a un pubblico moderno e non privo di senso critico una raccolta di arcaiche 'formule magiche' con l'idea di renderle più o meno accettabili. Io mi sono accinto a questo compito perché ritengo che nel modo di pensare degli antichi cinesi vi sia ben più di quanto possa sembrare a prima vista.  Ma è imbarazzante, per me, dover fare appello alla buona volontà e all'immaginazione del lettore, dal momento che devo accompagnarlo nelle oscurità di un millenario rituale magico. Sono fin troppo consapevole, ahimè, degli argomenti che si possono addurre contro di esso. Non siamo nemmeno sicuri che non si sia aperta qualche falla nella nave che deve portarci su questi mari sconosciuti. Non sarà ormai corrotto il vecchio testo? Sarà fedele òa traduzione di Wilhelm? Non sono illusorie le nostre spiegazioni? L'I Ching insiste continuamente sull'importanza di conoscere se stessi. Il metodo con cui si dovrebbe arrivare a questa conoscenza si presta ad abusi di ogni genere, e non è fatto, quindi, per le persone frivole e immature; come non è fatto per gli pseudointellettuali e i razionalisti. E' adatto solo per persone ponderate e riflessive che si soffermano a pensare su ciò che fanno e sulle esperienze che vivono, seguendo un'inclinazione  che non va confusa con le morbose cogitazioni dell'ipocondriaco. Come ho già accennato, non ho una risposta alla moltitudine di problemi che sorgono quando cerchiamo di conciliare l'oracolo dell'I Ching con i nostri canoni scientifici correnti. Ma - inutile dirlo - tutto ciò che è 'occulto' va lasciato da parte. La mia posizione in questo campo è pragmatica, e le grandi discipline che mi hanno insegnato l'utilità pratica di questo atteggiamento sono la psicoterapia e la psicologia medica. E' probabile che in nessun altro campo dobboamo fare i conti con tante incognite, e in nessun altro tendiamo di più a adottare metodi che risultano efficaci anche se per molto tempo possiamo non sapere perchè sono efficaci. [...] E' ovvio che io sono profondamente convinto del valore della conoscenza di sé: ma che senso ha raccomandare questa conoscenza quando i maggiori saggi di ogni tempo ne hanno predicato la necessità senza successo? (Carl Gustav Jung p.28 prefazione al libro "I Ching" Adelphi)
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Eccoci tornare al nostro oracolo, I CHING. Il suo impiego in terapia ci garantisce riuscita certa. L’oracolo è strutturato in modo da permettere al paziente di cogliere una parola, un’immagine, una sentenza e impiegarla nel racconto personale, avendo l’impressione che l’oracolo si stia rivolgendo a lui personalmente. Ora sia inteso, è nostra ferma convinzione, come lo era per Jung, che le cose stiano effettivamente in tal guisa. Effettivamente l’oracolo si sta rivolgendo a quel paziente, a colui che ha gettato le monete per sei volte e ha ottenuto quel tal esagramma. Sincronicità intende che ognuno in un dato istante è connesso energeticamente a eventi apparentemente svincolati, è connesso a quel dato esagramma. Insomma sembra che ciò che Jung andava affermando a metà del secolo scorso in merito alla sincronicità, fosse già scritto nella saggezza cinese ben prima del 1000 a.c. L’oracolo si fonda sulla sincronicità e intima di non chiedere un ulteriore lancio di monete per modificare la sentenza.
Jung cura la prefazione della traduzione del testo operata da Wilhelm. Nella prefazione del 1949 Jung invita a liberarsi dai pregiudizi e dice: “La nostra scienza si basa sul principio di causalità, e la causalità è considerata verità assiomatica. Ma un grande cambiamento è ormai avviato." Parte l’invettiva del Maestro verso il meccanicismo imperante e promuove la sincronicità come principio di nessi a-causali. Il principio di sincronicità garantisce che l’esagramma sia una fedele immagine dello stato psichico del paziente e, aggiungo io, un sogno in diretta ovvero una proiezione in diretta la cui lettura immaginale ci dà un’idea precisa dello stato del paziente. Perché l’oracolo risulti efficace bisogna però avere fede psicologica ossia il corrispettivo analitico della fede poetica evocata da Coleridge. Ora cerchiamo di descrivere come sia strutturato il Libro dei mutamenti e come, molto dello junghismo, fosse già contenuto in questo testo. Sia ben inteso non stiamo tacciando Jung di plagio, stiamo affermando solo che ciò che è archetipico si riedita sempre, appena può l’archetipo si incarna e possiede la materia. Jung ha più il merito di aver promosso in occidente un oracolo, intellegibile alla sola cultura orientale, ammantandolo di semplice scientismo. Ma noi riteniamo essere questa, una volontaria astuzia.
Futuro della Cina
LA CINA, LE ORIGINI E IL MONDO ODIERNO: Tutto il pensiero cinese premoderno deriva dalle idee sul lavoro umano e sulla natura (cielo, terra, spazio, tempo) dell'I Ching: dal Taoismo di Lao Tzu (VI secolo a.C.) al Confucianesimo. Ma probabilmente le idee degli attuali governanti cinesi usano la causalità (principio base del metodo scientifico e dell'Occidente) e disdegnano la casualità (principio base dell' I Ching). Un beneficio immediato e un degrado futuro...
Causalità o Sincronicità? Un confronto culturale tra Occidente e Oriente
Nel 1949, Carl Gustav Jung ha studiato i principi espressi dal "I Ching" e ha scritto la prefazione alla traduzione del sinologo Richard Wilhelm, e in particolare ha scritto (p.18) "Il modo in cui l' I Ching tende a considerare la realtà implica un giudizio poco favorevole per i nostri procedimenti causalistici. L'istante che sta sotto osservazione appare all'antica visione cinese più come un colpo di fortuna che come il risultato ben definito di catene causali concorrenti. Ciò che interessa sembra essere la configurazione che gli eventi accidentali assumono al momento dell'osservazione, e niente affatto le ragioni ipotetiche che apparentemente rendono conto delle coincidenza. Mentre la mentalità occidentale pone ogni cura nel vagliare, pesare, scegliere, classificare, isolare, l'immagine che il cinese si fa del momento racchiude ogni cosa fino al più minuto e assurdo particolare, perchè l'istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti. Accade così che quando si gettano le tre monete o si contano i quarantanove steli di millefoglie, questi dettagli casuali entrano nel quadro dell'istante d'osservazione formandone una parte: una parte insignificante per noi, eppure colma di significato per la mentalità cinese. [...] L'inventore dell'I Ching, chiunque sia stato, era convinto che l'esagramma eleborato in un dato momento coincideva con questo momento anche nella qualità, e non soltanto nel tempo. [...] Questa teoria implica un certo strano principio che io ho denominato 'sincronicità', un concetto che formula un principio diametralmente opposto a quello della causalità. Quest'ultimo, essendo una verità meramente statistica e non assoluta, è una specie di ipotesi di lavoro sul modo in cui gli eventi evolvono l'uno dall'altro, mentre la sincronicità considera particolarmente importante la coincidenza degli eventi nello spazio e nel tempo, scorgendovi qualche cosa di più che il mero caso, e cioè una peculiare interdipendenza degli eventi oggettivi tra loro, come pure tra essi e le condizioni soggettive (psichiche) dell'osservatore o degli osservatori."

Perchè solo la cultura cinese premoderna ha sviluppato un modo per affrontare e dirigere la realtà così (apparentemente) astratto?
Il sinologo Richard J. Smith, nell'introduzione al suo libro "I Ching - Una nuova lettura del libro dei Mutamenti" scrive (p.15):

I Mutamenti meritano di essere considerati una delle grandi opere della letteratura mondiale, al pari di testi religiosi della rilevanza della Bibbia, del Talmud, del Corano, del Bhagavad Gita e del Sutra del loto. Questo sulla base di criteri quali le analogie nell'evoluzione, la longevità, l'importanza assunta all'interno del paese e la diffusione globale.

Ci si può chiedere perchè solo la cultura cinese ha sviluppato un modo per affrontare e dirigere la realtà così (apparentemente) astratto e diverso dai testi sacri delle altre culture, le risposte sono tante, ad esempio Richard Smith scrive nel suo libro (pp. 24-25):

Trigrammi ed esagrammi sembrano essersi sviluppati dalle primissime forme della numerologia cinese, comprese quelle associate alla scapulomazia, una pratica di divinazione usata a corte a partire dalla dinastia Shang (ca. 1660-1050 a.C). Esponendo a calore intenso carapaci di tartaruga o scapole bovine - tecnica nota come piromanzia - i regnanti della fine della dinasta Shang e degli inizi della dinastia Zhou e i loro sacerdoti indovini, ottenevano di produrre sulla superficie delle screpolature che, interpretate, fornivano risposta  a quesiti riguardanti questioni familiari, sacrifici, viaggi, imprese belliche, caccia e pesca o programmazione di insediamenti. I 'quesiti' erano in genere formulati come affermazioni o propositi simili a preghiere, la loro aderenza al vero veniva poi attestata da una o più divinazioni. Le iscrizioni incise in molte di queste ossa oracolari forniscono diretta evidenza del genere di quesiti che venivano posti dai re, come pure dell'esito delle divinazioni.

I Mutamenti iniziarono a prendere forma [scritta] circa tremila anni fa come manuale di divinazione, consistente in sessantaquattro simboli composti da sei linee sovrapposte e denominati esagrammi. I primi due esagrammi in base all'ordine convenzionale erano 'Qian' e 'Kun'; i rimanenti sessantadue erano le permutazioni possibili di questi due simboli paradigmatici.
Casualità verso Causalità: differenza tra mentalità cinese (premoderna) e mentalità occidentale
La visione della realtà che la mentalità cinese (antica) presenta è quella della fisica quantistica, ovvero l'attribuzione al momento specifico considerato di una proprietà probabilistica che la fisica classica non ammette. Infatti, dalla prefazione di Carl Gustav Jung a "I:Ching"(vedi bibliografia):

La mentalità cinese, quale io la vedo all'opera nell'I Ching, sembra preoccuparsi esclusivamente dell'aspetto accidentale degli eventi. Ciò che noi chiamiamo coincidenza sembra essere la cosa della quale questa peculiare mentalità s'interessa principalmente, mentre ciò che noi adoriamo come causalità passa quasi inosservato. Dobbiamo ammettere che qualche cosa si possa dire in favore dell'immensa importanza del caso. Una quantità incalcolabile di sforzi umani è rivolta a combattere e limitare i danni o i rischi rappresentati dal caso. Spesso le considerazioni teoriche su causa ed effetto appaiono pallide e polverose a paragone degli effetti pratici del caso. [...] Il modo in cui l'I Ching tende a considerare la realtà implica un giudizio poco favorevole per i nostri procedimenti causalistici. L'istante che sta sotto osservazione appare all'antica visione cinese più come un colpo di fortuna che come il risultato ben definito di catene causali concorrenti. Ciò che interessa sembra essere la configurazione che gli eventi accidentali assumono al momento dell'osservazione, e niente affatto le ragioni ipotetiche che apparentemente rendono conto della coincidenza. Mentre la mentalità occidentale pone ogni cura nel vagliare, pesare, scegliere, classificare, isolare, l'immagine che il cinese si fa del momento racchiude ogni cosa fino al più minuto e assurdo particolare, perchè l'istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti. Accade così che quando si gettano le tre monete, questi dettagli casuali entrano nel quadro dell'istante d'osservazione formandone una parte: una parte insignificante per noi, eppure colma di significato per la mentalità cinese. [...]  In altre parole, l'inventore dell'I Ching, chiunque sia stato, era convinto che l'esagramma elaborato in un dato momento coincideva con questo momento anche nella qualità, e non soltanto nel tempo. Per lui l'esagramma era l'esponente del momento in cui si realizzava - più ancora di quanto potessero esserlo l'ora segnata dall'orologio o i dati risultanti dal calendario - in quanto l'esagramma era concepito come un indicatore della situazione essenziale prevalente al momento della sua origine. Questa teoria implica un certo strano principio che io ho denominato 'sincronicità', un concetto che formula un punto di vista diametralmente opposto a quello della causalità. Quest'ultimo, essendo una verità meramente statistica e non assoluta, è una specie di ipotesi di lavoro sul modo in cui gli eventi evolvono l'uno dall'altro, mentre la sincronicità considera particolarmente importante la coincidenza degli eventi nello spazio e nel tempo, scorgendovi qualche cosa di più che il mero caso, e cioè una peculiare interdipendenza degli eventi oggettivi tra loro, come pure tra essi e le condizioni soggettive (psichiche) dell'osservatore o degli osservatori. [...] Se l'I Ching non è accettato dalla coscienza, almeno l'inconscio gli va incontro a metà strada, e l'I Ching è più vicino all'inconscio che non all'atteggiamento razionale della coscienza. [...] L'I Ching insiste continuamente sull'importanza di conoscere sè stessi. Il metodo con cui si dovrebbe arrivare a questa conoscenza si presta ad abusi d'ogni genere, e non è fatto, quindi, per le persone frivole e immature; come non è fatto per gli pseudointellettuali e i razionalisti. E' adatto solo per persone ponderate e riflessive che si soffermano a pensare su ciò che fanno e sulle esperienze che vivono. [...]  Persino all'occhio più prevenuto è chiaro che questo libro rappresenta una sola, lunga esortazione a esaminare con cura il proprio carattere, il proprio comportamento e le proprie motivazioni.
Origini del pensiero cinese e del "I Ching"
Qian (Cielo) e Kun (Terra)
I:Ching
Gli esagrammi Qian (乾卦, a sinistra) e Kun (坤卦, a destra) dell'I Ching, che simboleggiano rispettivamente il cielo e la terra, ma anche l'organo sessuale maschile e quello femminile
La piromanzia
(da Wikipedia): Sebbene l'uso delle ossa nella divinazione sia stato praticato quasi a livello globale, tale divinazione che coinvolge il fuoco o il calore è stata generalmente trovata in Asia e nelle culture nordamericane di origine asiatica. L'uso del calore per rompere le scapole (piro-scapulimante) ha avuto origine nell'antica Cina, le cui prime testimonianze risalgono al IV millennio a.C., con reperti archeologici di  Liaoning, ma questi non sono stati iscritti. Nella Cina neolitica in una varietà di siti sono state trovate scapole di bovini, pecore, maiali e cervi usati nella piromanzia, e la pratica sembra essere diventata abbastanza comune entro la fine del terzo millennio a.C.
Guscio di tartaruga con iscrizione divinatoria
I Ching
By BabelStone, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16189952
Smith prosegue:

A un certo punto, nel corso della dinastia Zhou (ca. 1045-256 a.C.), comunque non più tardi del IX o VIII secolo a.C., ogni esagramma venne corredato da un nome, da una concisa descrizione definita 'sentenza' e da un breve testo esplicativo per ciascuna delle sei linee chiamato "commento alla linea". L'ipotesi operativa dei Mutamenti, così come aveva preso forma nel tempo, era che gli esagrammi rappresentassero le circostanze di base dei mutamenti nell'universo, e che scegliendo uno o più esagrammi e interpretandone correttamente i  vari elementi simbolici.
L'origine de "I Ching" affonda nella notte dei tempi e sembra la risposta cinese alla nascita dell'agricoltura in un territorio geologicamente difficile come quello della pianura settentrionale e degli altipiani occidentali, formato da terra arrivata dal deserto del Gobi e accumulatasi nel corso dei millenni a coprire le formazioni geologiche più antiche con uno strato di terreno polveroso e friabile ma fertile. Un terreno buono da coltivare purchè vi siano piogge frequenti. La filosofa e sinologa Elena Judica Cordiglia scrive nell'introduzione al suo libro "I:Ching" Edizioni Mediterranee (pp. 14-15):

Un vero e proprio testo è stata la prima scrittura dello I:Ching, un Libro dei Mutamenti di Cielo e Terra, che, secondo l'intenzione del leggendario compilatore (chiunque egli fosse), disegnava il variare delle stagioni allineato con semplicità geometrica perchè fosse immediatamente chiaro al contadino, che dal cielo e dalla terra faceva dipendere la sua sopravvivenza. [...] L'imperatore Fu-Hsi voleva capire il muoversi delle stagioni, leggere le indicazioni del cielo, rilevare lo stato del terreno e cogliere i "segnali" degli animali che istintivamente prevedono i mutamenti della natura. Dopo lunghe, pazienti attese tracciò finalmente uno schema del ciclo solare; forse ci vollero anni di errori e di deduzioni imprecise per fermare almeno in linea di massima quei corsi e ricorsi stagionali che pare non abbiano mai una regola e che, invece, seguono leggi fissate da una sapienza diversa dalla nostra. Alla fine il tempo fu diviso, non in mesi o in giorni, ma in avvenimenti naturali alla cui base c'erano fenomeni fisici abbastanza difficili da spiegare per chi viveva in un mondo sconosciuto dove ogni "potenza" era presumibilmente ostile, come lo era la geografia di quell'immenso paese, dai tanti orizzonti estremamente diversi e dal cielo ancora misterioso. Allora l'imperatore Fu-Hsi scrisse:



I primi due esagrammi, su un totale di 64, sono:

1- il Cielo (Attività creatrice che costantemente conduce a termine l'anno agricolo)

2- la Terra (Passività ricettiva che attende di essere fecondata dal moto del Cielo per avviare il processo produttivo)

Come interpretare il testo

  • Ogni combinazione di sei righe corrisponde a uno dei sessantaquattro esagrammi I Ching. Si individua l'esagramma nel libro e si legge il testo. Inoltre, vengono lette le righe di testo per eventuali righe "mutevoli", che sono quelle righe con il valore numerico sei o nove.
  • Queste linee mutevoli vengono quindi convertite nel loro opposto (rotto o ininterrotto), creando un nuovo esagramma. Viene quindi letto anche il testo di questo esagramma.
  • Ogni esagramma I Ching è composto da due trigrammi, quello superiore e quello inferiore. Ad ogni trigramma è assegnato uno degli otto elementi ripetuti per i trigrammi superiore e inferiore. Gli otto elementi sono: Cielo, Terra, Tuono, Acqua, Montagna, Vento, Fuoco e Lago.
Cinquanta gambi di achillea ( Achillea millefolium ), usati per la divinazione I Ching.
I:Ching
By CharlieHuang - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=35478259
I Mutamenti dell'Universo influenzano ancora le azioni umane, ma l'essere umano occidentale si è sforzato di indirizzare il proprio futuro e, diversamente dal tempo in cui l'I Ching fu composto, ha organizzato un processo che  consente, pur in un contesto di incertezza, di far fronte a molti eventi in modo causale. Sarà un processo più performante o alla lunga sarà fallimentare? (Vedi pagina: "Anticipazione e futuro")
Conclusioni (provvisorie): i risultati dell'agricoltura si possono prevedere solo se si riesce a 'immaginare' gli schemi ricorrenti nelle leggi della natura e ad agire in conformità ad essi
Chiedersi quando è nata l'intelligenza umana e quali eventi hanno stimolato la nascita del pensiero è un compito arduo, ma se lo si studia si scopre che i motivi che hanno condotto allo sviluppo del 'pensiero' umano sono gli stessi in ogni cultura e, soprattutto, sono avvenuti nello stesso periodo temporale. Questo periodo è la fine del Neolitico (dal 10.000 al 3500 a.C.), cioè quando iniziarono ad apparire le prime forme scritte di linguaggio umano. Nel Neolitico l'essere umano ha iniziato a rivolgere i propri sforzi allo sviluppo dell'agricoltura, e quindi ha intravisto la possibilità di 'prevedere' e 'organizzare' il suo lavoro per garantire la sopravvivenza della propria comunità. E' noto che i risultati dell'agricoltura si possono prevedere solo se si riesce a 'immaginare' gli schemi ricorrenti nelle leggi della natura e ad agire in conformità ad essi. Per questo motivo, nella cultura cinese, è nato, e si è in migliaia di anni di cultura orale sviluppato, lo "I Ching" ovvero il 'Libro dei Mutamenti', immaginato pensando ai mutamenti dell'Universo che, con uno sforzo collettivo immane, si è cercato di 'comprendere' e 'imbrigliare' per elaborare strategie che consentissero di affrontare problemi o dubbi per il presente e per il futuro. Il sinologo Richard J. Smith scrive nell'introduzione al suo libro "I Ching - Una nuova lettura del libro dei Mutamenti": "Nell'epoca premoderna i letterati cinesi hanno usato la simbologia, la numerologia e la matematica tratti dallo 'Yijing' per spiegare un ampio ventaglio di processi e fenomeni naturali in quei campi della conoscenza che oggi chiamiamo fisica, astronomia, chimica, biologia, medicina, meteorologia e geologia. E ancora oggi molti cultori dei 'Mutamenti' vedono nei suoi simbolismi matematici il germe all'origine delle moderne teorie scientifiche, dalla logica binaria dei computer alla struttura del DNA. In breve, per comprendere gran parte della storia e della cultura cinesi è necessario comprendere i 'Mutamenti'." Ci si può chiedere perchè solo la cultura cinese ha sviluppato un modo per affrontare e 'dirigere' la realtà così, apparentemente, astratto e le risposte sono tante, ad esempio il sinologo Richard J. Smith scrive: "I Mutamenti iniziarono a prendere forma [scritta] circa tremila anni fa come manuale di divinazione, consistente in sessantaquattro simboli composti da sei linee sovrapposte e denominati esagrammi. I primi due esagrammi in base all'ordine convenzionale erano 'Qian' e 'Kun'; i rimanenti sessantadue erano le permutazioni possibili di questi due simboli paradigmatici. [...] Un'ulteriore possibilità relativa all'origine degli esagrammi potrebbe essere quella di una rudimentale simbologia sessuale. Anche per chi non è freudiano, sarebbe difficile guardare i primi due esagrammi, secondo l'ordine in cui ci sono pervenuti,  - rispettivamente Qian e Kun - senza riconoscervi la rappresentazione di un pene e di un vulva:

Qian - Kun


A un certo punto, nel corso della dinastia Zhou (ca. 1045-256 a.C.), comunque non più tardi del IX o VIII secolo a.C., ogni esagramma venne corredato da un nome, da una concisa descrizione definita 'sentenza' e da un breve testo esplicativo per ciascuna delle sei linee chiamato "commento alla linea". L'ipotesi operativa dei Mutamenti, così come aveva preso forma nel tempo, era che gli esagrammi rappresentassero le circostanze di base dei mutamenti nell'universo, e che scegliendo uno o più esagrammi e interpretandone correttamente i  vari elementi simbolici, una persona poteva penetrare gli schemi ricorrenti dei mutamenti del cosmo ed elaborare strategie per affrontare problemi o dubbi riguardanti il presente o il futuro. Trigrammi ed esagrammi sembrano essersi sviluppati dalle primissime forme della numerologia cinese, comprese quelle associate alla scapulomanzia, una pratica di divinazione usata a corte a partire dalla dinastia Shang (ca. 1660-1050 a.C.)." Il tema iniziale che ha portato alla sistematizzazione del I Ching è stato ipotizzato che fosse la comprensione delle leggi della natura, e il modo di agire in conformità ad esse. Scrive Smith: "Nella Cina pemoderna il termine più comunemente usato per natura era Dao, in genere tradotto come 'La Via'. [...] Comprendere il Dao significava  comprendere i vari tipi di mutamento nell'universo, da quelli cosmici a quelli terreni, dai movimenti ciclici e ricorrenti, alle trasformazioni fisiche e metafisiche. Da una comprensione di tal genere derivava l'apprezzamento dell'importanza della giusta scelta di tempi e luoghi, essenziale in una cultura in cui l'ideale canonico era sempre stato fare la cosa giusta al momento giusto e nel posto giusto, e orientati nella giusta direzione". Qui si può scorgere il contesto cognitivo che consentì al generale Sun Tzu di redigere il suo manuale "L'arte della guerra" con i suoi suggerimenti, apparentemente, astratti su 'come vincere senza combattere'. Nel 1949, Carl Gustav Jung ha studiato i principi espressi dal "I Ching" e ha scritto la prefazione alla traduzione del sinologo Richard Wilhelm, e in particolare ha scritto (p.18) "Il modo in cui l' I Ching tende a considerare la realtà implica un giudizio poco favorevole per i nostri procedimenti causalistici. L'istante che sta sotto osservazione appare all'antica visione cinese più come un colpo di fortuna che come il risultato ben definito di catene causali concorrenti. Ciò che interessa sembra essere la configurazione che gli eventi accidentali assumono al momento dell'osservazione, e niente affatto le ragioni ipotetiche che apparentemente rendono conto delle coincidenza. Mentre la mentalità occidentale pone ogni cura nel vagliare, pesare, scegliere, classificare, isolare, l'immagine che il cinese si fa del momento racchiude ogni cosa fino asl più minuto e assurdo particolare, perchè l'istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti. Accade così che quando si gettano le tre monete o si contano i quarantanove steli di millefoglie, questi dettagli casuali entrano nel quadro dell'istante d'osservazione formandone una parte: una parte insignificante per noi, eppure colma di significato per la mentalità cinese. [...] L'inventore dell'I Ching, chiunque sia stato, era convinto che l'esagramma eleborato in un dato momento coincideva con questo momento anche nella qualità, e non soltanto nel tempo. [...] Questa teoria implica un certo strano principio che io ho denominato 'sincronicità', un concetto che formula un principio diametralmente opposto a quello della causalità. Quest'ultimo, essendo una verità meramente statistica e non assoluta, è una specie di ipotesi di lavoro sul modo in cui gli eventi evolvono l'uno dall'altro, mentre la sincronicità considera particolarmente importante la coincidenza degli eventi nello spazio e nel tempo, scorgendovi qualche cosa di più che il mero caso, e cioè una peculiare interdipendenza degli eventi oggettivi tra loro, come pure tra essi e le condizioni soggettive (psichiche) dell'osservatore o degli osservatori." Per approfondire Causalità e Sincronicità si può andare alle pagine dedicate su questo sito.
per scaricare le conclusioni (in pdf):
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Spesa annua pro capite in Italia per gioco d'azzardo 1.583 euro, per l'acquisto di libri 58,8 euro (fonte: l'Espresso 5/2/17)

Pagina aggiornata il 18 febbraio 2024

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Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 2.5 Generico
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